Trieste, l'Impero e il terremoto di Messina del 1908

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AdlerTS
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Trieste, l'Impero e il terremoto di Messina del 1908

Messaggio da AdlerTS »

Sull’onda degli ultimi episodi di cronaca, sono tornati alla ribalta anche i tragici avvenimenti del terremoto con epicentro nel canale di Sicilia del 28 dicembre 1908. Alle 5 e 22 del mattino, il tremendo terremoto, al quale seguì una violenta onda che oggi si definirebbe tsunami, si abbatté sulle città di entrambe le sponde dello stretto, portando distruzione e morte.
Vi racconto qualcosa allora del libro “Nei giorni di tanta incommensurabile sciagura” di Enrico Mazzoli, che riporta quindi le testimonianze di alcuni abitanti dell’allora Litorale austro-ungarico che vennero a trovarsi in zona, alcuni per avervi stabilito un’attività, altri per esserci di passaggio con le navi della ns. marina mercantile. I racconti tra l’altro smontano uno di quegli avvenimenti che in seguito vennero usati tra i pretesti per rompere la Triplice, quello cioè del mancato intervento dell’Impero nel prestare soccorsi.
Era più o meno dall’inizio del 1700 che i rapporti tra Trieste e Messina si erano fatti più intensi, quando partendo dai traffici inaugurati dalla “Carlo VI” si cominciarono a scambiare i ns. prodotti con gli agrumi meridionali ed alcuni commercianti triestini si trasferirono in loco, assieme a minatori tirolesi che hanno lasciato in eredità alcuni cognomi dal suono tedesco nella Sicilia di oggi.
A Messina trovarono spazio per esempio gli imprenditori Rupnik, gli Hermann und Kielshausen, gli Albrecht, gli Haggenmiller, i Tribelhurn, gli Schnautz e gli Steinbach. Diverse navi delle compagnie con sede a Messina furono realizzate a Trieste sul finire del 1800.
Tra gli altri appassionati di Sicilia, si potevano elencare anche il governatore Zinzendorf , Massimiliano d’Austria e l’arciduca Lodovico Salvatore.
Tornando alla cronaca, i racconti in prima persona dell’equipaggio del “Adriatico” (della Gerolimich &C.) sono coinvolgenti, proprio perché in prima persona, come quelli dell’equipaggio del Zrinyi o dell’Andràssy, nonché del Algarve o del Buda. Le loro parole, che consiglio di leggere, raccontano dell’incredulità e dello sgomento di persone che si sono trovate sbattute a riva dal maremoto, ma che sono in realtà fortunate rispetto alle migliaia di persone sepolte sotto le rovine della città, che pagava con grandi incendi anche il recente passaggio all’illuminazione a gas.
La macchina dei soccorsi fu avviata molto lentamente, in quanto la mancanza di richieste di aiuto dai paesi colpiti venne interpretata come mancanza di pericolo, mentre in realtà da quelle città non erano più in grado di lanciare telegrammi con gli SOS. Una richiesta di aiuto partita verso le 9 arrivò appena alle 12 al ministro dell’interno Giolitti che, alle 20 del stesso giorno disse ai giornalisti che “qualcuno ha confuso la distruzione di qualche casa con la fine del mondo”. Di fatto, i russi e gli inglesi portarono i primi soccorsi prima dello stato italiano.

Il libro devo ancora finirlo, ma cercherò di raccontarvi ancora qualcosa, così da farvi venire eventualmente voglia di comprarlo per approfondire questi punti che ho brevemente accennato.


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babatriestina
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Re: Trieste, l'Impero e il terremoto di Messina del 1908

Messaggio da babatriestina »

AdlerTS ha scritto: A Messina trovarono spazio per esempio gli imprenditori Rupnik, .
erano i cugini del mio nonno materno, Emerico e Carlo, morì tutta la famiglia credo di Emerico, (perchè alcuni discendenti di Carlo finirono più tardi a Genova) in occasione del terremoto di Messina :( :( :(
i miei conservavano ancora alcune cartoline dell'epoca
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Immagino che il post voglia confutare , mostrando i soccorsi inviati dall'impero AU ( statali o privati?) la diceria che qualcuno suggerisse di approfittare dell'occasione per incominciare quella guerra preventiva verso l'Italia che veniva suggerita in taluni ambiti militari in quel periodo, in particolare da Conrad von Hoetzendorff. Io penso che l'uno non escluda l'altro, cioè che la maggioranza dei cittadini, soprattutto quelli di lingua italiana dell'Impero, simpatizzassero con i terremotati e inviassero soccorsi, ma non escluderei per nulla che qualche giornale guerrafondaio, come riportato in diversi libri di storia, nel clima del primo Novecento, che aspirava ad una guerra ( ovviamente, da loro immaginata breve) come "igiene del mondo" - e non lo diceva solo Marinetti, avesse scritto qualche articolo bellicista per l'occasione.
Sappiamo anche, dai suoi libri, dove vadano le simpatie di Enrico Mazzoli.
Il libro racconta qualcosa di più dei miei lontani prozii Rupnik?


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AdlerTS
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Re: Trieste, l'Impero e il terremoto di Messina del 1908

Messaggio da AdlerTS »

Prima de tutto grazie per le cartoline :-D
babatriestina ha scritto:Immagino che il post voglia confutare , mostrando i soccorsi inviati dall'impero AU ( statali o privati?) la diceria che qualcuno suggerisse di approfittare dell'occasione per incominciare quella guerra preventiva verso l'Italia che veniva suggerita in taluni ambiti militari in quel periodo, in particolare da Conrad von Hoetzendorff. Io penso che l'uno non escluda l'altro, cioè che la maggioranza dei cittadini, soprattutto quelli di lingua italiana dell'Impero, simpatizzassero con i terremotati e inviassero soccorsi, ma non escluderei per nulla che qualche giornale guerrafondaio, come riportato in diversi libri di storia, nel clima del primo Novecento, che aspirava ad una guerra ( ovviamente, da loro immaginata breve) come "igiene del mondo" - e non lo diceva solo Marinetti, avesse scritto qualche articolo bellicista per l'occasione.
Devo ancora approfondire questo punto, ma dall'introduzione capisco che la situzione doveva essere simile a quella da te descritta: alcuni estremisti immaginarono l'attacco, ma il grosso della nazione, non solo quella di lingua italiana, era pronta a tendere una mano. Al momento opportuna, a qualcuno fece comodo ricordare "gli estremisti" e "dimenticare" gli aiuti realmente ricevuti. Vi aggiornerò però quando arrivo al capitolo specifico.
babatriestina ha scritto:Il libro racconta qualcosa di più dei miei lontani prozii Rupnik?


Per adesso no, ma come ho detto devo ancora finirlo.


Interessante anche el numero del Wiener Bileder su Die Erdbeben Katastrophe


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serlilian
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Messaggio da serlilian »

Ho assistito alla presentazione del libro, qualche mese fa, alla Baroncini.
Mi pare che c'erano in rada navi del Lloyd Austriaco, che sono intervenute subito, ma poi mi pare che siano arrivati anche aiuti ufficiali.
Di certo a Trieste sono state fatte raccolte di vestiario e generi di conforto. Gli studenti facevano le cosiddette "passeggiate di beneficienza" e percorrevano le vie cittadine, tirando carretti, dove andavano depositati gli aiuti. E per far sapere dove passavano, suonavano la tromba.
E' trascorso un po' di tempo e non ho ancora letto il libro. Comunque l'editore siciliano confermava che, dalle sue parti, nessuno sospettava nemmeno lontanamente che l'Austria potesse aver mandato aiuti, nonostante fosse stata coniata, all'epoca, una medaglia commemorativa.
La propaganda di guerra ha cancellato tutto.


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[size=75][i]"Quando comincia una guerra, la prima vittima è la Verità.
Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
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serlilian
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Messaggio da serlilian »

http://anno.onb.ac.at/cgi-content/anno? ... e=5&zoom=2

In basso a sinistra parla della spedizione di soccorso partita da Vienna.


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serlilian
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Messaggio da serlilian »

Ottimo quel link, Adler. :-D

Adesso bisognerebbe vedere cosa ne dicono i giornali italiani del periodo.


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AdlerTS
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Messaggio da AdlerTS »

Allora, ancora qualche riga per invitarvi alla lettura del libro e, come dice l’autore, per stimolare qualche volenteroso ad una ulteriore ricerca.

Innanzi tutto, per Babatriestina, i Rupnik non vengono più citati nel corso del libro. :-)

Per i soccorsi, i piroscafi sopra citati, benché danneggiati, iniziarono le operazioni di soccorso. I Cosulich misero a disposizione il Giulia e la celebre Martha Washington. A Gennaio, mentre a Messina vigeva la Corte Marziale e veniva fucilato, anche dai russi, qualsiasi “sciacallo” , una nave dell’Austro-Americana pronta a partire da Trieste venne bloccata dalla croce rossa USA che sosteneva di non averne più bisogno, come anche i piroscafi Imperator e Marie Valerie del Lloyd, messi a disposizione come nave ospedale e rifiutati dal Governo italiano perché le navi in loco erano “già sufficienti “.

Mentre tutto l’Impero si mobilitava per gli aiuti, ci fu chi si propose di sfruttare l’occasione per attaccare lo stivale, ma si trattava di giornali estremisti a scarsa tiratura, mentre i più titolati “Wiener Abendpost” e “Neues Wiener Tageblatt” dimostravano compassione e disponibilità agli aiuti, come pure Francesco Giuseppe in persona (che ricevette poi la medaglia d’oro da parte di Vittorio Emmanuele III per l’aiuto ricevuto) oppure il principe di Windischgraetz o il presidente della Camera a Budapest, dove venne istituita una fondazione a beneficio dei terremotati. I comitati di solidarietà (come la viennese Wiener Frerwilligen Rettungsgesellschaft) sorsero in tutte le città principali, non solo quelle di lingua italiana, per raccogliere denaro, vestiti ed alimentari: i treni con gli aiuti partirono via Padova, Bologna e Firenze per arrivare a Napoli, dove vi furono i primi “bastoni tra le ruote” da parte del personale delle ferrovie. Superato questo ostacolo e quello della mancata collaborazione del sindaco di Catania, arrivati a destinazione e nonostante le diffidenze delle prime ore, cominciò l’opera di sostegno alle popolazioni con la distribuzione degli alimenti. Alla fine della missione, tra le case di legno costruite per ospitare i senza tetto, ben 950 saranno costruite dagli austriaci. Le altre due medaglie d’oro del Re d’italia andarono alle città di Vienna e Budapest.

Per quel che riguarda direttamente Trieste, ci furono elargizioni notevoli, come quelle del Governatore Hohenlohe, dell’arciduca Lodovico Salvatore e del Podestà Sandrinelli, nonché raccolte popolari come la “passeggiata di beneficenza”, con i carri in giro per città a raccogliere qualsiasi cosa potesse essere utile nell’emergenza. Il gioielliere Janesich coniò una medaglia per raccogliere ulteriori fondi. Concerti di beneficenza furono organizzati al Verdi, al Rossetti, ma anche presso il palazzo della Luogotenenza.
Come la spedizione viennese, anche quella triestina giunse fino a Napoli per poi trovarvi qui problemi con i documenti del convoglio ! Dei molti orfani sopravvissuti, due ragazzine furono affidate a famiglie triestine. I Cosulich ricevettero la Medaglia di bronzo al merito per gli aiuti forniti.

A voi la lettura del libro e le considerazioni.


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