Discorso del Duce

Logo indove meter i ricordi e le memorie
Regole del forum
Collegamenti al regolamento del forum in varie lingue ed alle norme sulla privacy in italiano.
unapsicanalisi
Naufrago
Naufrago
Messaggi: 17
Iscritto il: dom 13 dic 2009, 11:24

Discorso del Duce

Messaggio da unapsicanalisi »

dopo de 'sto discorso mia mama, che la iera nata a Trieste nel 1915, ebrea, la se ga trovà apolide.
Tuti i Ebrei che nel 1920, quando che iera stada l'opzion per l'italianità, no i iera magiorenni e che quindi l'opzion per l'italianità iera stada fata dai genitori, i se ga trovà apolidi e con nisun stato che li voleva.
Mio papà, ch'el iera catolico, el ga sconto mia mama sotto un altro cognome, la ga sposada nel febbr-marzo del '39 e'l la ga portada a Capodistria.
De scampon, mia mama xe vignuda a Trieste a partorirme, al Sanatorio Triestino.
Tornada a Capodistria la ga dovù scampar anche de là co' se rivadi i s'ciavi, nel '44-'45 e andar in Friuli.
'Sta roba del moverse come se qualchidun ghe coressi drio ghe xe restà come marca per tutta la vita.


Immagine






DISCORSO DEL 19 SETTEMBRE 1938

È questa, o Triestini e Triestine, la quarta volta che ho la ventura, l'onore e la gioia di rivolgervi la parola. La prima fu nel dicembre del 1918, quando nell'aria della vostra città e nelle vostre anime c'era ancora, visibile e sensibile, la vibrazione del grande evento che si era compiuto con la Vittoria. Tornai nel 1920 e nel 1921, quando eravamo tormentati dalle questioni di una pace mediocre e, per alcuni aspetti, storta, mentre lo squadrismo triestino ripuliva energicamente ed eroicamente la vostra città dai molti, dai troppi reliquati dell'antico regime. Dopo molti anni torno fra voi e sin dal primo sguardo ho potuto riconoscere il grande, il poderoso balzo innanzi compiuto dalla vostra, dalla nostra Trieste.

Non sono venuto tra voi per rialzare il vostro morale, così come gli stilopennivori d'oltre monte e d'oltre mare hanno scioccamente stampato. Non ne avete bisogno, perché il vostro morale fu sempre altissimo.

Né sono venuto per sottolineare davanti agli Italiani gli interessi e i sentimenti della vostra città, perché gli Italiani, da parecchie generazioni, hanno il nome di Trieste nel cuore.

Sono venuto per vedere ciò che avete fatto e per vedere altresì come sia possibile di bruciare rapidamente le tappe per giungere alla mèta. Sono venuto per ascoltarvi e per parlarvi.

Non ci sono svolte particolari nella storia di Trieste che non siano svolte, fasi, cicli della comune storia della Patria. Quando, nel 1866, il giovane Regno d'Italia, alleato militarmente con la Prussia, fermò i suoi confini all'Judrio, sembrò ai superficiali che il destino di Trieste fosse sigillato. Sedici anni dopo, Trieste risponde col gesto di Oberdan, mentre l'irredentismo infiammava tutta la Gioventù italiana. Nel 1914 la duplice Monarchia getta i dadi, tenta la partita suprema: la perde. Quattro lunghi anni di attesa per voi, o Triestini, più lunghi del cinquantennio precedente. Viene la Vittoria. Voi siete ricongiunti politicamente all'Italia, dico politicamente, perché spiritualmente lo foste in ogni tempo. Liquidata questa posizione storica, il vostro retroterra imperiale era in frantumi; ma Trieste riprende animosamente la marcia con il suo spirito di iniziativa, con le sue tradizioni marinare, con la sua lunga preparazione. Ciò che ha fatto in questo ventennio, Italiani e stranieri possono constatare e devono ammirare.

Vent'anni dopo, nel marzo del 1938, si compie un evento fatale, che si delineava già dal 1878, come voi ben sapete. Milioni di uomini lo hanno voluto, nessuno si è opposto. Trieste si trova di fronte ad una nuova situazione, ma Trieste è pronta ad affrontarla ed a superarla; Trieste sa che la geografia non è un'opinione e si vendica, a lungo andare, di coloro che tale la stimano. Trieste conta sulle sue forze, Trieste non può voltare, non volta, non volterà mai le spalle al suo mare.

Triestini!

Vi sono dei momenti nella vita dei popoli in cui gli uomini che li dirigono non devono declinare le loro responsabilità, ma devono fieramente assumerle in pieno. Quello che sto per dirvi non è soltanto dettato dalla politica dell'Asse Roma-Berlino, che trova le sue giustificazioni storiche contingenti, né soltanto dal sentimento di amicizia che ci lega ai Magiari, ai Polacchi e alle altre nazionalità di quello che si può chiamare lo Stato mosaico numero due. Quello che sto per dirvi è dettato da un senso di coscienza che vorrei chiamare, più che italiano, europeo.

Quando i problemi posti dalla storia sono giunti ad un grado di complicazione tormentosa, la soluzione che si impone è la più semplice, la più logica, la più radicale, quella che noi Fascisti chiamiamo totalitaria. Nei confronti del problema che agita in questo momento l'Europa la soluzione ha un nome solo: Plebisciti. Plebisciti per tutte le nazionalità che li domandano, per le nazionalità che furono costrette in quella che volle essere la grande Cekoslovacchia e che oggi rivela la sua inconsistenza organica.

Ma un'altra cosa va detta: ed è che, ad un certo momento, gli eventi assumono il moto vorticoso della valanga, per cui occorre far presto, se si vogliono evitare disordini e complicazioni. Questo bisogno del far presto deve essere stato sentito dal Primo Ministro britannico, il quale si è spostato da Londra a Monaco, messaggero volante della pace, perché ogni ritardo non affretta la soluzione, ma determina l'urto fatale. Questa soluzione sta già, malgrado la campagna di Mosca, penetrando nel cuore dei popoli europei.

Noi ci auguriamo che in queste ultime ore si raggiunga una soluzione pacifica. Noi ci auguriamo altresì che, se questo non è possibile, il conflitto eventuale sia limitato e circoscritto. Ma se questo non avvenisse e si determinasse, pro o contro Praga, uno schieramento di carattere universale, si sappia che il posto dell'Italia è già scelto.

Nei riguardi della politica interna il problema di scottante attualità è quello razziale. Anche in questo campo noi adotteremo le soluzioni necessarie. Coloro i quali fanno credere che noi abbiamo obbedito ad imitazioni, o peggio, a suggestioni, sono dei poveri deficienti, ai quali non sappiamo se dirigere il nostro disprezzo o la nostra pietà. Il problema razziale non è scoppiato all'improvviso, come pensano coloro i quali sono abituati ai bruschi risvegli, perché sono abituati ai lunghi sonni poltroni. È in relazione con la conquista dell'Impero, poiché la storia ci insegna che gli Imperi si conquistano con le armi, ma si tengono col prestigio. E per il prestigio occorre una chiara, severa coscienza razziale, che stabilisca non soltanto delle differenze, ma delle superiorità nettissime.

Il problema ebraico non è dunque che un aspetto di questo fenomeno. La nostra posizione è stata determinata da questi incontestabili dati di fatto. L'ebraismo mondiale è stato, durante sedici anni, malgrado la nostra politica, un nemico irreconciliabile del Fascismo. In Italia la nostra politica ha determinato, negli elementi semiti, quella che si può oggi chiamare, si poteva chiamare, una corsa vera e propria all'arrembaggio. Tuttavia gli ebrei di cittadinanza italiana, i quali abbiano indiscutibili meriti militari o civili, nei confronti dell'Italia e del Regime, troveranno comprensione e giustizia. Quanto agli altri si seguirà nei loro confronti una politica di separazione. Alla fine, il mondo dovrà forse stupirsi più della nostra generosità che del nostro rigore, a meno che, i semiti di oltre frontiera e quelli dell'interno, e soprattutto i loro improvvisati ed inattesi amici, che da troppe cattedre li difendono, non ci costringano a mutare radicalmente cammino.

Per quanto più particolarmente vi riguarda, o Triestini, tutto sarà fatto per alimentare e potenziare il vostro emporio che è il secondo d'Italia. Sarà dato lavoro alle vostre officine e ai vostri cantieri, che hanno una fama meritatamente mondiale.

Ma per noi Fascisti la fonte di tutte le cose è l'eterna forza dello spirito, ed è per questo che rivendico a me il privilegio di realizzare quello che fu l'ideale bisecolare della vostra città, l'Università completa nei prossimi anni. Padova, che fu per tanti secoli il solo Ateneo delle genti venete, nel suo vigilante patriottismo comprende, e sarà Padova che offrirà il gonfalone alla neo-Consorella giuliana.

Triestini e Triestine!

Dopo quanto vi ho detto io vi domando: C'è uno solo fra voi di sangue e di anima italiana che possa per un solo istante, dico per un solo fugacissimo istante, dubitare dell'avvenire della vostra città unita sotto il simbolo del Littorio, che vuol dire audacia, tenacia, espansione e potenza? Non abbiate qualche volta l'impressione che Roma, perché distante, sia lontana. No, Roma è qui. È qui sul vostro Colle e sul vostro Mare; è qui nei secoli che furono e in quelli che saranno; qui, con le sue leggi, con le sue armi, e col suo Re.


Avatar utente
AdlerTS
cavalier del forum
cavalier del forum
Messaggi: 9561
Iscritto il: mar 27 dic 2005, 21:35
Località: mail: adlerts[at]email.it

Re: Discorso del Duce

Messaggio da AdlerTS »

Questa jera su ebay

Immagine


Mal no far, paura no gaver.
Avatar utente
babatriestina
senator
senator
Messaggi: 41270
Iscritto il: dom 25 dic 2005, 19:29
Località: Trieste, Borgo Teresiano

Re: Discorso del Duce

Messaggio da babatriestina »

Già che lo gavemo qua, ricopio qualche passo che me par significativo. Notemo che noi savemo quel che xe nato dopo...
Vent'anni dopo, nel marzo del 1938, si compie un evento fatale, che si delineava già dal 1878, come voi ben sapete. Milioni di uomini lo hanno voluto, nessuno si è opposto.
cossa xe el evento fatale? el Anschluss...
Nei confronti del problema che agita in questo momento l'Europa la soluzione ha un nome solo: Plebisciti. Plebisciti per tutte le nazionalità che li domandano, per le nazionalità che furono costrette in quella che volle essere la grande Cekoslovacchia e che oggi rivela la sua inconsistenza organica.
per quei che disi che se risolvi tuto con un plebiscito ( o se lamenta che no i lo ga fato o che i xe stati futizzai): anche lu diseva..
Tuttavia gli ebrei di cittadinanza italiana, i quali abbiano indiscutibili meriti militari o civili, nei confronti dell'Italia e del Regime, troveranno comprensione e giustizia.
e qua quei come el podestà Salem, presente, e che gaveva aderido al fascismo, se spetava che nissun li tocchi. Istesso Guido Segre..
Per quanto più particolarmente vi riguarda, o Triestini, tutto sarà fatto per alimentare e potenziare il vostro emporio che è il secondo d'Italia. Sarà dato lavoro alle vostre officine e ai vostri cantieri, che hanno una fama meritatamente mondiale.
e qua sicuro applausi a non finir...

e anche qua:
rivendico a me il privilegio di realizzare quello che fu l'ideale bisecolare della vostra città, l'Università completa nei prossimi anni.
perchè de solito, co i fa riferimento, i liquida sto discorso come solo annuncio delle leggi razziali. Un grazie a chi che lo ga riportado completo.


"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
Ciancele
notabile
notabile
Messaggi: 4742
Iscritto il: gio 28 lug 2011, 22:30

Re: Discorso del Duce

Messaggio da Ciancele »

Nel 1938 durante le vacanze di scuola mi trovavo fuori Trieste, dove mi raggiunse la prima cartolina rossa di chiamata alle armi. Non ero più caposquadra balilla escursionista (sì, avevo fatto carriera) ma balilla moschettiere. Dopo una brevissima istruzione, siamo andati in piazza a gridare viva il duce. Il Duce faceva sempre discorsi, ma il più famoso rimarrà forse quello del 9 maggio 1936, nel quale cominciava con camice nere della rivoluzione, italiani al di là dei monti e al di là dei mari e diceva che il popolo italiano feconderà l’impero col suo lavoro e lo difenderà contro chiunque con le sue armi. A Trieste sembra aver parlato del 1878. Wikipedia, ma anche Google, riporta il congresso di Berlino dopo tante guerre nei Balcani. In marzo del 1938 c’è stato l’Anschluss dell’Austria, ma prima (mi sembra di aver letto nel 1878) c’è stato l’Ausschluss, cioè la separazione dell’Austria dalla Germania. Nel 1938 si sono avuti plebisciti per la riunione dei Sudeti, cioè delle popolazioni di lingua tedesca incorporate nella Cecoslovacchia, Ungheria e Polonia. Il tutto col beneplacito della Francia e dell’Inghilterra e con la missione politica di Mussolini. Oltre il 99% di presenze ed oltre il 99% di voti a favore della Germania di Hitler. Nel 1938 la Germania di Hitler era una potenza sia militare sia economica. Ma stava bene solo chi aderiva al partito. Una persona che ho ben conosciuto e non era iscritta al partito, è stata per questo motivo licenziata. Ho letto la lettera del partito al suo datore di lavoro. Anche nel 1989 c’è stato una specie di plebiscito nella Germania dell’Est a favore della riunificazione. Tutti credevano che il giorno dopo avrebbero buttato il Trabbi ed avuto davanti al portone di casa una Mercedes. Sono rimasti un po’ delusi. Forse anche ai tempi di Tito, in un plebiscito a favore dell’Italia, o di qualche altro paese di uguale potere economico, anche Tito avrebbe optato per l’Italia. Leggendo la storia, nel 1878 in tutta l’Europa si sono avute lotte per l’indipendenza, per la riunione dei popoli. Forse questo avrà voluto intendere e cioè che ora (1938) Trieste è italiana


Avatar utente
babatriestina
senator
senator
Messaggi: 41270
Iscritto il: dom 25 dic 2005, 19:29
Località: Trieste, Borgo Teresiano

Re: Discorso del Duce

Messaggio da babatriestina »

Ciancele ha scritto:. In marzo del 1938 c’è stato l’Anschluss dell’Austria, ma prima (mi sembra di aver letto nel 1878) c’è stato l’Ausschluss, cioè la separazione dell’Austria dalla Germania.
difatti el voleva dir che la Germania ga annesso l'Austria. No rivo a capir quanto che ghe andava ben.. certo che el gaveva mandado le divisioni al Brennero.. ma el Ausschluss xe solo una segnalazion che le politiche dela Germania ( nel 1878 za imperial) e de l'Austria Ungheria no iera sempre le stesse: perchè no xe che prima del 1878 le fussi unide.. disemo che - ma za del 1866- l'impero asburgico se la gaveva messa via col predominio in Germania e vardava piutosto verso est e sudest..


"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
Ciancele
notabile
notabile
Messaggi: 4742
Iscritto il: gio 28 lug 2011, 22:30

Re: Discorso del Duce

Messaggio da Ciancele »

Ho scritto camicie senza la i. Mi vergogno e chiedo scusa.


VetRitter
Citadin
Citadin
Messaggi: 1165
Iscritto il: mar 13 ott 2009, 16:25
Località: Piacenza (provincia)

Re: Discorso del Duce

Messaggio da VetRitter »

l'importante xe metersela... poi se la gà la I o no..


Avatar utente
Nona Picia
cavalier del forum
cavalier del forum
Messaggi: 10977
Iscritto il: ven 20 gen 2006, 15:08
Località: Trieste - Rozzol

Re: Discorso del Duce

Messaggio da Nona Picia »

VetRitter ha scritto:l'importante xe metersela... poi se la gà la I o no..
....no cambia gnente..... :arf2_140:


Ciao ciao
Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare,
trova un minuto per ridere.
"MADRE TERESA"

"La Mama l’è talmen un tesor de valur che l’ha vorüda anche Noster Signur" .....
nanaia
ixolan
ixolan
Messaggi: 468
Iscritto il: dom 6 ago 2006, 7:39
Località: trieste

Re: Discorso del Duce

Messaggio da nanaia »

A proposito de 'sto discorso, anzi de 'sta visita del duce a Trieste gò letto un resoconto assai significativo su un libro che per mi, nel suo genere, xe un capolavoro "Cari non scrivetemi tutto". Xe, per quel che so mi conossudo pochissimo: lo gà scritto un triestin Livio Izak Sirovich, fio de un triestin e de un ebrea lituana. Xe la biografia de sua mamma, rifugiada qua all'inizio delle persecuzioni ai ebrei. Tanti della sua famiglia non gaveva scoltado i consigli e iera restadi: proprio perchè i ghe scriveva......e cossa che i contava...xe nato el titolo del libro. Ma-tornando a bomba- questa signora parla della visita del Duce e - per dar idea de cossa xe la "sugestion" collettiva la disi che, al passar del duce per piazza della Borsa tutti xe saltadi sulle sedie dei cafè per veder mejo e i zigava Viva el Ducie COMPRESA ELA!!! Che per tuta la vità no la se ga mai capacitado de esser montada sula sedia col brazo alzado, zigando alalà.


Avatar utente
babatriestina
senator
senator
Messaggi: 41270
Iscritto il: dom 25 dic 2005, 19:29
Località: Trieste, Borgo Teresiano

Re: Discorso del Duce

Messaggio da babatriestina »

Conossevo de mula Sirovich ( allora Siro, po el ga tirado fora el vecio cognome) e gavevo letto de lu "Cime irredente" che el ga scritto in polemica con l'Alpina delle Giulie.


"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
nanaia
ixolan
ixolan
Messaggi: 468
Iscritto il: dom 6 ago 2006, 7:39
Località: trieste

Re: Discorso del Duce

Messaggio da nanaia »

Te gà conossudo anche sua mamma? Drio de quel che disi el libro devi esser stada una persona assai interessante


Nini Naridola
distinto
distinto
Messaggi: 1496
Iscritto il: dom 10 giu 2012, 17:32

Re: Discorso del Duce

Messaggio da Nini Naridola »

Livio Sirovich xe stà un mio colega de lavor (nel senso che mi 'desso son in pension). A lui anche i ghe manca poco avendo de poco, ai primi de luglio, i 63 anni: una persona inteligentissima solo poleeeemico su tuto ... spero con questo de non aver leso la sua privacy.


Avatar utente
babatriestina
senator
senator
Messaggi: 41270
Iscritto il: dom 25 dic 2005, 19:29
Località: Trieste, Borgo Teresiano

Re: Discorso del Duce

Messaggio da babatriestina »

La targa messa in questi giorni per terra in Piazza a memoria dela giornata
Immagine


"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
Avatar utente
babatriestina
senator
senator
Messaggi: 41270
Iscritto il: dom 25 dic 2005, 19:29
Località: Trieste, Borgo Teresiano

Re: Discorso del Duce

Messaggio da babatriestina »

Rilancio questo post visto che l'argomento è di attualità. E vi suggerisco di scoprire dove è conservato il ricordo dell'ultima frase del discorso stesso. Pochi -se la leggono- si rendono conto della sua provenienza.

cito:
L'ebraismo mondiale è stato, durante sedici anni, malgrado la nostra politica, un nemico irreconciliabile del Fascismo. In Italia la nostra politica ha determinato, negli elementi semiti, quella che si può oggi chiamare, si poteva chiamare, una corsa vera e propria all'arrembaggio.
Ultima modifica di sono piccolo ma crescero il dom 16 set 2018, 13:19, modificato 1 volta in totale.


"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)

Torna a “Mio nono me contava che ...”