http://cronologia.leonardo.it/storia/bi ... avour4.htm
riporto:
il libretto "Cavour avvelenato da Napoleone III" dal sottotitolo, si noti bene, "Documenti storici di un ingrato", pubblicato anonimo presso l'editore Domenico Cena di Torino nell'anno di grazia 1871. Il volumetto da noi reperito risulta essere la quarta edizione di una precedente stampa del 1870 effettuata presso la tipografia Bandiera dello Studente di Torino.
qua:costei si porta a Torino, riesce a diventare intrinseca dell'amante del Cavour, una certa Bianca Ronzani, bellissima valchiria prussiana separata dal marito, impresario teatrale fallito, del quale aveva assunto il cognome. Informatasi con molta cautela delle abitudini del Cavour, l'agente segreto in gonnella riesce - secondo l'Ingrato - a dare pratica attuazione al piano diabolico. In un momento di distrazione della Ronzani, intrise di veleno la "tazza di porcellana bianca filettata in oro" da cui il ministro piemontese sorbiva il suo caffè. "Cavour bevve, bevve... e non s'accorse che egli, col caffè, succhiava la morte" che lo rapí cinque giorni dopo.
http://www.carabinieri.it/Internet/Edit ... no/Storia/
e qua gavè Repubblica:Nei rapporti con il gentil sesso, il conte di Cavour era - adottando i metri di giudizio di oggi - un "maschilista". Coltivò parecchie relazioni (alcune contemporaneamente), ma senza mai legarsi veramente. «La sua unica vera amante», ha scritto molti anni fa Indro Montanelli, «era la politica: la sua passione il potere»
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Secondo alcune voci - raccolte anche da uno storico autorevole come Denis Mack Smith (che dimostra peraltro di non dargli molto credito) - la Ronzani svolse anche un ruolo inconsapevole nella morte dello statista, avvelenato (e non sconfitto dalla malaria).
http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... fatto.html
http://www.storiain.net/arret/num150/artic1.aspNegli ultimi cinque anni di vita la sua amante fissa fu Bianca Ronzani, giudicata in società un' avventuriera, una ballerina di origine tedesca sposata a un mimo e coreografo triestino, diventato impresario del Teatro Regio di Torino, presto travolto dai debiti. Tutti sapevano di questa incresciosa liaison clandestina, tutti disapprovavano. Alla morte di Cavour circolarono voci incontrollate quanto fantasiose secondo cui lei lo aveva avvelenato, pagata per questo servizio dall' imperatore Napoleone. Vox populi. Quando conobbe Cavour, Bianca aveva 28 anni, lui 18 di più. Lo statista non la presentò mai a nessuno, non la esibì in alcun modo, la tenne nascosta in una confortevole villa in collina fuori Torino che le aveva regalato. Ma nel privato questo amore definito dai biografi "senile" (Cavour non aveva ancora compiuto i 50) gli fece quasi perdere la testa. Anni più tardi Costantino Nigra individuò a Vienna un pacchetto di 24 lettere che il conte aveva indirizzato alla sua amante. Le fece comprare immediatamente e dispose che fossero subito distrutte. A suo avviso erano «ispirate da una violenta passione, scritte con imprevedibile abbandono, piene di particolari del carattere più intimo». Non sapremo mai, con esattezza, che cosa c' era scritto. - LAURA LAURENZI
.L'unica oasi in un deserto fatto di lavoro, preoccupazioni e responsabilità era Bianca Ronzani, la ballerina di origine magiara o forse prussiana con cui dal 1856 intratteneva una relazione sentimentale. Bianca era giunta a Torino al seguito del marito, il triestino Domenico Ronzani, ballerino, mimo, coreografo e impresario prima del Teatro Nazionale e poi del Teatro Regio. Secondo la testimonianza di Michelangelo Castelli, Cavour conobbe la Ronzani al suo ritorno dal Congresso di Parigi del 1856. La giovane e piacente ballerina aveva chiesto udienza al Presidente del Consiglio per implorare sovvenzioni statali per risollevare le esauste finanze del Teatro Regio, amministrato dal marito. Gli argomenti della signora furono evidentemente tanto convincenti da indurre Cavour, in qualità di ministro delle Finanze, a concedere le sovvenzioni richieste. La generosità del conte,forse non del tutto disinteressata, non fu comunque sufficiente a salvare Domenico Ronzani dalla bancarotta. Nel 1858, per sottrarsi ai creditori e alle azioni giudiziarie, il Ronzani riparò a Genova e qui si imbarcò in fretta e furia su un piroscafo diretto in Sudamerica. Bianca invece rimase a Torino, forse per interesse, forse per amore
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ignoriamo quanta della violenta passione attribuita a Cavour dalle moralistiche osservazioni di Nigra fosse sinceramente ricambiata dalla Ronzani. Un fatto però è certo: nel maggio 1860 Cavour le fece dono di una proprietà del valore di 23.000 lire e di un ricco mobilio per renderla più confortevole. Altrettanto certo è che, poco dopo la morte del conte, la Ronzani si sbarazzò dei doni dell'amante. Con il denaro racimolato si trasferì, pare in compagnia di un giovane romeno o magiaro, a Parigi, dove morì in miseria nel 1863. Nei due testamenti di Cavour non c'è invece traccia di alcun lascito alla Ronzani. Non è tuttavia da escludere che il nipote Ainardo, suo erede, forse sulla base di istruzioni riservate dello zio, abbia provveduto ad elargire denaro alla Ronzani, ottenendo magari in cambio quella cinquantina di lettere che costituiscono il casto carteggio giunto sino a noi.