Se il 4 novembre sarà la celebrazione della vittoria contro l'odiato nemico (col quale adesso abbiamo la stessa moneta e dal quale possiamo recarci senza tirar fuori il passaporto), sarà un'occasione perduta.
Se vorrà essere le celebrazione dell'eroismo dei soldati italiani che mal equipaggiati e non ben comandati seppero fare quello che venne loro detto essere il loro dovere contro altri soldati, non lo so quanto meglio equipaggiati e comandati, sarà un occasione che potrebbe essere recuperata soprattutto se ci chiederemo, criticamente, se ne valeva veramente la pena.
Se sarà un'occasione per ricordare l'enorme mole di sofferenze che la guerra, che tutte le guerre si sono portate dietro e per dire forte "MAI PIU'" sarà una celebrazione che merita di essere celebrata.
Faccio notare che in queste riflessioni non ho minimamente toccato il discorso delle ragioni e dei torti, che non mi interessa. La prima guerra fu la conseguenza di una dissennata corsa agli armamenti degli anni precedenti. La
teoria delle catastrofi di Thom descrive bene cosa succede, da un punto di vista matematico, in occasione di una catastrofe. Sta a noi cogliere i segnali che ci stiamo avviando verso una situazione catastrofica e darci da fare per tenercene lontani, ma saremo in grado di farlo, negli anni a venire?