Trebic Trebiciano
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Trebic Trebiciano
Trebic Trebiciano ( ted Trebich) è uno dei paesini del Carso, incomincio col la chiesa , poi aggiungeròa lcune case che mi sembravano interessanti per la loro architettura.
Per la chiesa, prendo le informazioni dal libro di Cuscito, Le chiese di Trieste.
La mia visita è stata fatta nel pomeriggio di domenic,a in cui l'ho trovata aperta ma senz a illuminazione, e nel buio l'obiettivo luminoso ha fatto quel che poteva. Ma ho trovato cose interessanti..
la chiesa è del 1865, anche se sembra che una cappelletta dedicata a s Andrea apostolo fosse già preesente nel 1694 ( Tomasin, riportato da Nicotera Durissini). Il motivo dell'istituzione relativamente tarda della parrochhia è dovuto all'aumento degli abitanti nel corso dell'Ottocento: da 305 nel 1804 a 693 nel 1884 ( Cuscito)
L'esterno, molto semplice, a una navata, tetto a spioventi e rosone moderno ( e orologio non funzionante)
racchiuso in un recinto di pietra.
Una panoramica dell'interno, una navata, abside poligonale: è stata più volte modificata, nel 1916, nel 1956 e l'affresco di Tone Kralj nell'abside è del 1958: purtroppo era così buio che non l'ho potuto fortografare in dettaglio: sembra che siano state tolte delle balaustre, allungata l'abside e tolto l'arco che immetteva nel presbiterio
dalla balaustra sorretta da colonne ( organo del 1904) pende uno stendardo dedicato al Santo protettore s Andrea apostolo, riconoscibile dalla croce
Per la chiesa, prendo le informazioni dal libro di Cuscito, Le chiese di Trieste.
La mia visita è stata fatta nel pomeriggio di domenic,a in cui l'ho trovata aperta ma senz a illuminazione, e nel buio l'obiettivo luminoso ha fatto quel che poteva. Ma ho trovato cose interessanti..
la chiesa è del 1865, anche se sembra che una cappelletta dedicata a s Andrea apostolo fosse già preesente nel 1694 ( Tomasin, riportato da Nicotera Durissini). Il motivo dell'istituzione relativamente tarda della parrochhia è dovuto all'aumento degli abitanti nel corso dell'Ottocento: da 305 nel 1804 a 693 nel 1884 ( Cuscito)
L'esterno, molto semplice, a una navata, tetto a spioventi e rosone moderno ( e orologio non funzionante)
racchiuso in un recinto di pietra.
Una panoramica dell'interno, una navata, abside poligonale: è stata più volte modificata, nel 1916, nel 1956 e l'affresco di Tone Kralj nell'abside è del 1958: purtroppo era così buio che non l'ho potuto fortografare in dettaglio: sembra che siano state tolte delle balaustre, allungata l'abside e tolto l'arco che immetteva nel presbiterio
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avanzando , guardo gli altari laterali, e mi colpisce questa statua:
all'altare di destra c'è una statua di san Giusto, un santo poco rappresentato nelle chiese dell'altipiano, e per giunta la statua ha l'aria settecentesca, anteriore alla chiesa: Cuscito mi risolve l'enigma: si tratta di una statua proveniente da un altare dedicato a san Giusto in cattedrale, da cui proviene anche la mensa ( basamento) dell'altar maggiore.
Ecco, un po' degradata, l'immagine della base dell'altar maggiore, del 1724 in Cattedrale:
ai lati, due stemmi nobiliari triestini
l'altare di sinistra è dedicato alla Madonna, con una statua devozionale del 1953
all'altare di destra c'è una statua di san Giusto, un santo poco rappresentato nelle chiese dell'altipiano, e per giunta la statua ha l'aria settecentesca, anteriore alla chiesa: Cuscito mi risolve l'enigma: si tratta di una statua proveniente da un altare dedicato a san Giusto in cattedrale, da cui proviene anche la mensa ( basamento) dell'altar maggiore.
Ecco, un po' degradata, l'immagine della base dell'altar maggiore, del 1724 in Cattedrale:
ai lati, due stemmi nobiliari triestini
l'altare di sinistra è dedicato alla Madonna, con una statua devozionale del 1953
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la base dell'altare della madonna, invece, è molto più antico e secondo Cuscito c'è una data ( non l'ho osservata) che lo dà del 1766, quindi anch'esso proveniente da qualche altra chiesa:
mi è sembrato di buon a fattura tipicamente settecentesco per le volute e i motivi a conchiglie
Di fronte, l'altare sotto la statua di san Giusto è del 1895 e mostra molto bene la differenza di stile fra l'artigianato settecentesco e quello di fine Ottocento, semplificato a livello quasi industriale
ultimo grazioso dettaglio: i copriserratura della porta d'ingresso.
Sono certa che se SumCulex ci passerà e saprà scegliersi condizioni migliori di luce, potrà integrare le mie foto con immagini molto migliori.
mi è sembrato di buon a fattura tipicamente settecentesco per le volute e i motivi a conchiglie
Di fronte, l'altare sotto la statua di san Giusto è del 1895 e mostra molto bene la differenza di stile fra l'artigianato settecentesco e quello di fine Ottocento, semplificato a livello quasi industriale
ultimo grazioso dettaglio: i copriserratura della porta d'ingresso.
Sono certa che se SumCulex ci passerà e saprà scegliersi condizioni migliori di luce, potrà integrare le mie foto con immagini molto migliori.
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Per la denominazione della località aggiungo soltanto che Trebiciano viene usata da dopo la prima guerra mondiale, con ufficializzazione a seguito del RD.800 del 1923.
La località ha il nome sloveno di Trebče (o Trebič), poi trascritto in italiano come "Trebich".
Anche il censimento del 1910 riporta rispettivamente le denominazioni italiana e slovena di Trebcih e Trebče.
Qui sotto le intestazioni ufficiali delle mappe catastali-tavolari.
La località ha il nome sloveno di Trebče (o Trebič), poi trascritto in italiano come "Trebich".
Anche il censimento del 1910 riporta rispettivamente le denominazioni italiana e slovena di Trebcih e Trebče.
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è per questo motivo che l'ho scritto al secondo posto nel titolo del post, perchè pur essendo il toponimo ufficiale italiano, si vede benissimo che è una derivazione dal precedente a cui hanno aggiunto il suffisso -iano.1382-1918 ha scritto:Per la denominazione della località aggiungo soltanto che Trebiciano viene usata da dopo la prima guerra mondiale, con ufficializzazione a seguito del RD.800 del 1923.
( però, scrive la vecchia guida dell'Alpina delle Giulie del 1909: "Trebiciano è il nome antico adoperato anzitutto nello statuto della città di Trieste e territorio dell'anno 1365, poi in varie risoluzioni sovrane di Giuseppe II del 1784, in documenti anteriori allo statuto e in perticazioni ufficiali antiche ( vedi Alpi Giulie anno II pag 56, 7),
Relata refero e immagino che si trattasse di testi in latino con latinizzazione del nome originario..
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no go mai ridudo tanto come quando che go trovado in quella guida Leseciano superiore per Oberlesetsche/Oberlesecce ( Gornje Lezece )1382-1918 ha scritto: Nella stessa guida si trovano anche toponimi di altre località che all'epoca non erano usati, era un po' una forzatura.
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Re: Trebic Trebiciano
Già che ho rimesso foto di un album scaduto, aggiungo le foto c he mi ripromettevo di postare:
come in tutti i paesi carsici, in piazza di fronte alla chiesa il monumento ai caduti partigiani della seconda guerra
in pietra carsica, con la stella rossa nel basamento
Chi me la traduce?
come in tutti i paesi carsici, in piazza di fronte alla chiesa il monumento ai caduti partigiani della seconda guerra
in pietra carsica, con la stella rossa nel basamento
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Re: Trebic Trebiciano
Una stella rossa anche in una dolina, se privata o pubblica non so
Tanti architravi scolpiti, vecchi e nuovi
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Re: Trebic Trebiciano
anche del Settecento!
questo un po' diverso dagli a ltri
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Re: Trebic Trebiciano
Moderno, col monogramma AM ( ave Maria) che qualcuno interpreta come simbolo massone (???)
e una civetta
Le case più antiche ( all'apparenza) sono molto spesso tutte in pietra, senza ballatoi
e una civetta
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Re: Trebic Trebiciano
questa casetta bassa è spesso fotografata, sia per le dimensioni che per il camino
Questa invece con tanto di alabarda, mi sa di edificio pubblico, forse una scuola
Per lo stagno, lo metto in Stagni carsici
Non lontano dal paese, vorrei avere il tempo e la capacità di ritrovare esattamente il sito della discarica:
per molti anni, dicono dal 1958 al 1972, tutte le immondizie della città venivano scaricate oltre Trebiciano, vicino al confine, in quello c he chiamavamo "el monte delle scovazze" dove andavano su e giù tutti i camion della immondizie cittadine. Indifferenziate, allora non si facevano distinzioni. Col tempo ci deve essere cresciuta la vegetazione, e immagino che fra alcuni secoli sarà una manna per gli archeologi.. ma adesso ovviamente si parla solo di inquinamento, perchè c'è finito dentro di tutto.
Però mica solo là, ecco una mini dolina vicino al paese..
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Re: Trebic Trebiciano
Sul Carso si sa le pietre non mancano e le pietre tolte dai campi sono state usate per delimitare le proprietà con i caratteristici muri a secco.
Su una strada forestale che da Trebiciano va verso il monte Franco e gira attorno al bosco Stossich ho trovato un cartello che parla della storia di questi muri, e siccome si parla di imperatori ho pensato che il testo, che è pubblico, sarebbe stato letto da qualcuno con interesse. Eccolo qua salvi errori od omissioni dovuti all'OCR.
e visto che avevo l'estro artistico ne ho fatto anche un disegno a matita
Su una strada forestale che da Trebiciano va verso il monte Franco e gira attorno al bosco Stossich ho trovato un cartello che parla della storia di questi muri, e siccome si parla di imperatori ho pensato che il testo, che è pubblico, sarebbe stato letto da qualcuno con interesse. Eccolo qua salvi errori od omissioni dovuti all'OCR.
Visto che ero là, ne ho anche fotografato uno a commentoDavid Malalan ha scritto:I muri in pietra a secco ed in generale le costruzioni in pietra sono una caratteristica delle zone pietrose, il che vale anche per il Carso. La gente, che si insediò sulla pietrosa area carsica dovette come prima cosa, per poter sopravvivere, provvedere a ricavare aree coltivabili. Per questo gli abitanti cominciarono a »pulire« il suolo, asportando dalla superficie pietre e sassi. La pietra veniva usata per la costruzione di case, per la produzione di calce, le pietre più grandi venivano spaccate in pezzi più piccoli, prendevano il nome di »batuda« che veniva venduta per la costruzione di strade. Con le pietre asportate e con quelle che erano di troppo si costruivano però sopratutto i muri a secco.
Alcuni sostengono che il nome del paese di Trebče - Trebiciano avrebbe origine dal verbo sloveno "trebiti" che significa pulire, asportare. Gli sloveni che popolarono l'area di Trebiciano dovevano infatti ripulire, ovvero asportare dalla superficie il materiale sassoso. Le pietre asportate venivano riposte nelle "gruble" (termine dialettale dallo sloveno groblje) venendo depositate in mucchi per essere utilizzate all'occorrenza in un secondo momento.
L'asporto sistematico e la pulizia del pietrame dalla superficie del suolo nonché la costruzione intensiva dei muri a secco cominciò con la proclamazione dell'esonero del suolo. Con la relativa legge emanata il 7.09.1848 dall'imperatore Ferdinando I. i singoli che popolavano l'area carsica potevano diventare anche proprietari delle terre che fino ad allora coltivavano. I singoli appezzamenti privati vennero delimitati con i muri in pietra a secco e vennero in questo modo separati anche dalle aree rimaste, di comune accordo »jus«, ovvero proprietà collettiva delle famiglie facenti parte della comunità locale. La proprietà collettiva (comunelle e consorzi famigliari) è un'antica forma di proprietà, che è qui tutt'oggi presente in ogni paese. Solitamente si tratta di zone boschive o landa carsica. Con la recinzione delle singole proprietà con i muri a secco venivano creati anche i sentieri tra le singole proprietà per garantire l'accesso alle stesse. I muri a secco affiancano in più punti anche le strade sterrate che collegano le singole borgate.
I muri a secco avevano pure la funzione di recinto vero e proprio del singolo appezzamento, dove il contadino poteva lasciare il bestiame al pascolo. Il muro a secco poteva viceversa impedire l'entrata del bestiame dalle aree di proprietà collettiva non recintate (landa) sulla proprietà coltivata privata. Con il muro a secco si usava anche semplicemente delimitare le zone coltivate all'interno dello stesso appezzamento di proprietà, sia in zona pianeggiante, che sul fondo delle doline, altro fenomeno tipico del Carso. Infine i muri a secco avevano una funzione di sostegno o contenimento, quando gli abitanti del Carso andavano a ricavare nuove aree coltivabili in zone scoscese creando pastini -terrazze e una funzione di frangivento. In sintesi si può dire che con la costruzione dei muri in pietra a secco i carsolini hanno creato un elemento costruttivo prezioso, che è tipico del Carso e che caraterizza e fa parte del ricco patrimonio architettonico del Carso.
Testi/Teksti/Written by. David Malalan Traduzloni/Prevod/Translation: David Malalan
e visto che avevo l'estro artistico ne ho fatto anche un disegno a matita
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Trebic Trebiciano
Xe la seconda volta che scrivo: vedemo se me va ben. Disevo che i mureti a seco, no delimitava le varie proprietà (visto che per es. a Duin-Hermada ecc. iera tuto proprietà de i principi Della Torre-Tasso) ma che i servissi per tagliafuoco in caso de incendio:
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Re: Trebic Trebiciano
concordo!sum culex ha scritto:Veramente assai bel sto (tuo ) disegno in matita.
ciao
sum culex
Ciao ciao
Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare,
trova un minuto per ridere.
"MADRE TERESA"
"La Mama l’è talmen un tesor de valur che l’ha vorüda anche Noster Signur" .....
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Re: Trebic Trebiciano
In occasione di un matrimonio ho avuto occasione di fotografare la chiesetta di S Andrea in condizioni migliori di luce..
la navata non ha nulla di interessante, l'organo con lo stendardo
l'altar maggiore, proveniente da san Giusto, con al centro di un cartiglio settecentesco una croce e ai lati due stemmi nobiliari
l'altare dela Madonna pure più antico
la navata non ha nulla di interessante, l'organo con lo stendardo
l'altar maggiore, proveniente da san Giusto, con al centro di un cartiglio settecentesco una croce e ai lati due stemmi nobiliari
l'altare dela Madonna pure più antico
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Re: Trebic Trebiciano
la parte bassa dell'altare della madonna
l'abside pentagonale, con sul soffitto corci e angioletti dell'ultimo rifacimento in occasione dell'affersco di Tone Krali ( che Cuscito trova non a tono con il resto della chiesa)
in altra prospettiva
l'abside pentagonale, con sul soffitto corci e angioletti dell'ultimo rifacimento in occasione dell'affersco di Tone Krali ( che Cuscito trova non a tono con il resto della chiesa)
in altra prospettiva
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Re: Trebic Trebiciano
la parte centrale
a sinistra, l'ho preso di sbieco e male, un s Andrea che probabilmente stava precedentemente all'altar maggiore di un triestino Quaiati che ha firmato altre opere per chiese triestine
a sinistra, l'ho preso di sbieco e male, un s Andrea che probabilmente stava precedentemente all'altar maggiore di un triestino Quaiati che ha firmato altre opere per chiese triestine
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