Mia figlia da un po' di tempo sta corrispondendo con mio padre, suo nonno. Si stanno scrivendo delle lettere, ed io sono un po' gelosa, perché un tempo le lettere le scrivevamo madre e figlia, per dirci quello che non riuscivamo a dire a voce oppure per chiederci scusa e chiarirci.
Mia figlia ha voluto chiedere al nonno cosa significa creare una famiglia, lui le ha risposto a modo suo (è sempre molto arguto e profondo) e poi le ha allegato questa poesia un poco amara, di autore sconosciuto. La poesia è stata data anche a me. Credo che mio padre non sia molto felice di essere anziano e più debole, perché è sempre stato un uomo forte (un grande uomo, per me). Mio padre non è assolutamente il vecchio descritto nella poesia, ma forse teme di diventarlo. Però non è la prima volta che si sente dire (non da me di sicuro) : " te sei vecio e no te poi capir".
Non so quanto mia figlia abbia compreso la poesia, perché secondo me la giovinezza non può comprendere pienamente l'anzianità, ma io mi sono fermata a pensare...
Vorrei aggiungere che davvero i nonni, e gli anziani in generale, sono degni di rispetto. Da parte mia, credo di averlo dimostrato e che mio padre ne sia contento. Mio padre (e mia madre) non sono mai stati un peso per me, anzi sono stati fonte di insegnamento e appoggio nella vita. Sono contenta che mia figlia apprezzi suo nonno e cerchi di comunicare con lui.
Lettera di un padre al figlio
Il giorno in cui mi vedrai vecchio, e non lo sarò ancora,
cerca di comprendermi.
Se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi...
abbi pazienza,
ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnartelo.
Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose,
non mi interrompere... ascoltami,
quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia,
finché non ti addormentavi.
Quando non voglio lavarmi non biasimarmi e non farmi vergognare...
ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perché non volevi fare il bagno.
Quando vedi la mia ignoranza per le nuove tecnologie, dammi il tempo necessario
e non guardarmi con quel sorrisetto ironico
: ho avuto tutta la pazienza per insegnarti l'abc.
Quando ad un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso...
dammi il tempo necessario per ricordare
e se non ci riesco non ti innervosire:
la cosa più importante non è quello che dico
ma il mio bisogno di essere con te e che tu mi sia vicino per ascoltarmi.
Quando le mie gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo passo
non trattarmi come fossi un peso,
vieni verso di me con le tue mani forti
nello stesso modo con cui io l'ho fatto con te quando muovevi i tuoi primi passi.
Quando dico che vorrei essere morto... non arrabbiarti,
un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo.
Cerca di capire che alla mia età non si vive, si sopravvive.
Un giorno scoprirai che nonostante i miei errori
ho sempre voluto il meglio per te
che ho tentato di spianarti la strada.
Dammi un po' del tuo tempo, dammi un po' della tua pazienza,
dammi una spalla su cui poggiare la testa
allo stesso modo in cui io l'ho fatto per te.
Aiutami a camminare, aiutami a finire i miei giorni
con amore e pazienza
cambio io ti darò un sorriso e l'immenso amore
che ho sempre avuto per te.
Ti amo figlio mio e prego per te
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"E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa, che ha fatto la tua rosa così importante"
Antoine de Saint-Exupéry