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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

Nona Picia ha scritto:Oggi vedo cossa che NO voio per Trieste: Che i ne porti via la ricerca e tuto quel che i ga dito ieri e che i lo trasferisssi a Udine.
Ciao ciao :evil: :evil: :evil: :evil: :evil: :evil: :evil: :evil: :evil: :evil: :evil:
eco, mi diria però che in fondo stemo a un'ora de treno e meno de machina de Udine, se ghe fussi un treno svelto , disemo mezora de alta velocità, podessimo considerarse quasi un tuto unico ( insoma se te vol, Udine come periferia de Trieste, sperando no el oposto :-D ) .


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Nona Picia
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Messaggio da Nona Picia »

babatriestina ha scritto: podessimo considerarse quasi un tuto unico ( insoma se te vol, Udine come periferia de Trieste, sperando no el oposto :-D ) .
Me par che semo za meza periferia de Udine..... :'-( :'-(
Ciao ciao


refolo

ieri e domani

Messaggio da refolo »

scuse' se me intrometto, dato che son via da tanti anni, non vedo una
disgrazia se certe robe le va' designade a Udine.
Come citta' nella storia la xe avanzada? NO'? gave' premesso che gave' pochissime ditte, pochi commercianti, no TRADEMARK, nessun ga' un mestier ecetto quel che la tecnologia col progresso ga' introdotto nella nostra citta'. Ritorna tutto come ai mii tempi, tutti vol far i professori, nessun vol sporcarse le man.
Se i lavori cominciadi non xe finidi? ve gave; domanda' se ghe xe sufficienti omini che vol far el mestier? qua' in Australia ultimamente xe riva' al punto come nel 1955.......miseria, dimostrazioni, i ciol gente de fora, Indiani perche li paga poco, Vietnamesi, perche' lori xe pieni de soldi,
Per le strade se vedi ancora i veci Siciliani che scava, l' ispettor che fuma
tante volte dipendi dai stessi lavoratori non necessario dal Comun?
Mi' la penso cussi' i lavativi xe per tutto el mondo.
E per chiuder, forsi sbagliero' ""Monfalcon xe quasi Trieste perche' xe un cantier??????????"" scusa Betta e chi lo comanda? xe tutte le imprese straniere, quel che ha costrui' le Princess Regal el ga' gli apalti con l'Inghilterra. Per mio mari' a ricever le carte per la pension el ga' dovesto spettar 5 anni, perche' i ghe ga' ditto che xe anda' tutto distrutto, e a Monfalcon brusa'. Ma! che Dio ve la mandi bona, parlo ma non posso dir niente, solo un'idea, forsi sbagliada.

Maria aka refolo


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Nona Picia
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Messaggio da Nona Picia »

Però dà assai fastidio che tuto el lavor che i ga fato qua de noi, e no xe poco, vadi regalado de scondon a Udine che no centra niente!
Ciao ciao


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Tirabaralla
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Messaggio da Tirabaralla »

Per cominciare...io spero una cosa: che i triestini non diventino "milanesi"...
Adoro quell'attitudine per cui "bere, mangiare, giocare, scherzare" sono cose quasi "sacre"... guai a chi me la tocca...
I triestini dovrebbero volersi un po' + bene per quello che sono, secondo me.
Ciò detto, parliamo del futuro quanto volete.


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AdlerTS
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Messaggio da AdlerTS »

Non so se gavè sentido del terremoto causado dall'articolo scritto su Repubblica dall'ex diretor del Piccolo. Comincia dal passato per guardar al futuro, ma diverse persone se ga agitado dopo la lettura.
Per chi ghe xe sfugido eccolo qua:

TRIESTE - Un giorno Eugenio Montale incontrò a Milano Italo Svevo e lo apostrofò: "A Trieste vi odiate ancora tanto?". Sono passati decenni, la terza città dell'ex-impero austroungarico dopo Vienna e Praga e secondo porto del Mediterraneo dopo Marsiglia, ha perso dal dopoguerra 60 mila abitanti. Quelli che restano sono per il 47 per cento - più di 80 mila - pensionati, per il 20 per cento sono over-settanta e ottantasei di loro hanno superato il secolo di vita, facendone il luogo più vecchio e al tempo stesso tra i più misteriosamente fascinosi d'Italia. Con la classe operaia, sono scomparse le famiglie imprenditoriali, il fascismo ha falcidiato gli ebrei, si è volatilizzata la flotta leader sui mari, languono i grandi commerci, non ci sono più le industrie irizzate, di cui è orfano l'ex consigliere d'amministrazione dell'Istituto ed ex vicesindaco liberale di Trieste Sergio Trauner, latita la passione per la Borsa, che Stendhal segnalava nel 1831 come una caratteristica cittadina, consegnata ormai ai piccoli e pigri cassettisti delle Generali.

Se James Joyce, che visse qui dal 1905 al 1915, vi capitasse oggi, forse lamenterebbe la trasformazione di una piccola capitale europea in una qualunque provincia, la più a est e pur sempre la più atipica dell'italico Nordest, ricco, produttivo, ma senz'anima. Qui l'anima c'è, ce n'è persino troppa.
Mentre forse non c'è l'altra Trieste che il giovane scrittore triestino Mauro Covacich, appassionatamente, descrive come la principessa Sissi con piercing, body in lycra, capelli blu cobalto e una salamandra tatuata sul collo, che fa jogging a Barcola come fosse il lungomare di Copacabana. Ma se vogliamo trovare un elemento distintivo, quasi un dato antropologico che sopravvive indefettibilmente ai rovesci della storia, come Montale aveva intuito, questo è, per l'appunto, lo "sbarufar", superba arte locale, seconda sola a quella successiva ma inevitabile della ricomposizione, che l'ex sindaco e attuale governatore regionale Riccardo Illy, praticò, ad esempio, ricollocando in piazza proprio l'effige della principessa, mentre cercava anche di gratificare i ventimila triestini di lingua slovena - "Hvala!", esclamò rivolto a loro - che favorirono la sua elezione, candidato autonomo ma appoggiato dal centrosinistra in un contesto che ha la destra nel sangue.

Come non "sbarufar" in una città che ha sette cimiteri, sei religioni e che ha avuto sette bandiere diverse dal 1918 al 1954, quando il presidente del Consiglio Mario Scelba annunciò il ritorno di Trieste all'Italia?
Sventolarono, prima, le bandiere austro-ungarica, sabauda, del Reich, jugoslava, britannica, americana. Infine il tricolore. Ciò che ha prodotto una fucina di "memorie selettive" di tutti i triestini - diversa per ogni gruppo, quasi da persona a persona - che tanti anni dopo, come in un incubo, riempie, giorno dopo giorno, le pagine di "Segnalazioni" del "Piccolo", uno sfogatoio "storico-identitario" che non ha l'eguale. Ne ha fatto le spese persino il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con il suo discorso sulle foibe, di pacificazione nelle intenzioni, imprevedibilmente di rilancio delle baruffe storico-triestine nei fatti. "Basta chiedere scusa!", ha urlato il deputato triestino di An Roberto Menia, fotografato tanti anni fa con una mazza in mano, quando il mite Stelio Spadaro, che da segretario del Pds di Trieste, suscitando scandalo, fu il primo dirigente della sinistra ex comunista a chiedere ai suoi compagni di fare i conti con le foibe, ha suggerito al sindaco forzista di Trieste di aggiungere a Foibe e Risiera magari un "terzo luogo" che "ricordi le sofferenze degli sloveni e dei croati causate dal regime fascista".

Pacificazione sì - ha fatto intendere Menia col suo altolà - ma non esageriamo, se no che politica potrà mai fare la forte pattuglia ex fascista nel capoluogo giuliano, quale potrà più essere il suo "ubi consistam" politico, se viene a mancare lo scontro con gli "slavocomunisti", come osserva il segretario regionale diessino Bruno Zvech? Ecco perché i fili del potere si districano qui soltanto se si tiene conto della "memoria politica", croce e delizia di un'intera città, fino a farne forse il più "panpolitico" luogo d'Italia, o il luogo più "meridionalizzato" del Nord Italia, secondo la definizione di Roberto Weber, politologo della Swg e scrittore, che giudica inevitabile il comando esclusivo della politica in assenza di un robusto tessuto economico capace di creare significative reti di consensi. La massoneria, oggi incarnata qui da un dentista con barca in Sacchetta, la chiesa, presidiata da un vescovo democratico come Eugenio Ravignani, la finanza, le assicurazioni, l'industria, i circoli velici, il Rotary, la Barcolana, nulla conta più della politica, e la politica più ideologica che c'è. Prendete la toponomastica, eterno nervo scoperto cittadino: in questi giorni si discute furiosamente a chi intitolare una strada e un giardino. La Commissione presieduta dal vicesindaco di An Gilberto Paris Lippi vuole, fortissimamente vuole, un giardino "Vincenzo Muccioli", il discusso fondatore della comunità di San Patrignano, e una via "Caduti di El Alamein".

Fabio Omero, segretario provinciale dei diesse, e con lui un pezzo di città, insorge e contropropone la poetessa Anita Pittoni e Franco Basaglia, considerato l'inventore della psichiatria democratica. Il senatore Giulio Camber, ex socialista, sottosegretario nel governo Craxi e oggi capo effettivo di Forza Italia locale, che ama ammantarsi di mistero, vive in un castelletto, tra drappi rosso cardinalizio, luci basse, arie d'opera in sottofondo, con le finestre sempre chiuse che affacciano su via Almerigo Grilz, un attivista fascista triestino morto in Angola. Camber è il mago delle nomine di sottogoverno, che sono il cuore del potere cittadino, non lascia battere palla a nessun altro, men che meno al suo eterno nemico Roberto Antonione, ex dentista, ex presidente della Regione, ex sottosegretario agli Esteri con Gianfranco Fini e coordinatore nazionale di Forza Italia nel periodo che il luciferino don Gianni Baget Bozzo definì degli "ascensori vuoti", nel senso che a Roma in via dell'Umiltà l'unico a salire nell'ufficio del coordinatore era il coordinatore stesso, cioè nessuno.

Il capolavoro di Camber fu la nomina della sua compagna Marina Monassi al vertice dell'Autorità portuale, con l'aiuto del ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi, contro il parere della Regione, che pure è previsto per legge. Illy, che è un valdese tosto e in definitiva per niente conciliante, ingaggiò una partita politico-giudiziaria senza tregua durata due anni, che ha vinto da poco, riuscendo a nominare presidente del porto Claudio Boniciolli, il triestino di poche parole e molti fatti che ha rilanciato con successo il porto di Venezia.
Niente paura per Marina, signora romana assai ben attrezzata, figlia di un ammiraglio che ha lavorato nel Servizio segreto militare, la quale è stata subito nominata direttore generale dell'Acegas-Aps, l'azienda multiservizi fusa con la consorella di Padova e quotata in Borsa qualche anno fa da Tomaso Tommasi di Vignano. Grande potere cittadino l'Acegas e, non a caso, ne è presidente Massimo Paniccia, padrone della Solari, azienda leader nel settore dell'informazione elettronica per i viaggiatori, assai svelto presidente della fondazione Cassa di Risparmio e di fatto protesi di Camber e della destra triestina più scafata nel mondo degli affari, che per il resto si affida agli appalti dei lavori cittadini vinti in genere da un imprenditore napoletano.

L'altra protesi, quella politica, è incarnata da Roberto Dipiazza, il sindaco successore di Illy, che più diverso non potrebbe essere dall'algido, minuto e tagliente predecessore. Ex garzone di salumeria diventato re dei supermercati locali, grande, grosso, gioiosamente ruspante, idolo delle vecchiette che bacia e vezzeggia e delle "mule" e delle "babe" che corteggia, l'hanno soprannominato "gaffe continua". Ma lui, il piccolo-grande Berlusconi di San Giusto, non se la prende e la città neanche, visto che l'ha riconfermato per il secondo mandato bocciando Ettore Rosato, giovane e timido funzionario delle Generali, nominato sottosegretario con delega alla Protezione civile nel governo Prodi. Il titolo di "gaffeur supremo" il sindaco se lo guadagnò quando, invitato alla festa dei triestini di lingua slovena, lui originario del Friuli che qui vuol dire straniero, augurò agli astanti "un felice soggiorno". Lo consolidò alla Risiera di San Saba dove, di fronte a quel che resta della comunità ebraica, esclamò compunto: "Onore ai martiri delle foibe!" E lo impresse indelebilmente quando una delegazione ucraina gli regalò una mazza di legno e lui, ammiccante, esclamò: "La regalerò a Omero", il segretario diessino gay dichiarato.

Eppure, la maggioranza dei triestini lo adora, almeno finché non si accorgerà che gli ha aumentato l'addizionale Irpef dallo 0,2 allo 0,8 per cento, un incremento del 252 per cento per le famiglie. "Stai atentoooo - fa a chi se ne è accorto e glielo rimprovera, roteando la mano a siluro sotto il mento - ti aumento l'Irpef, ma ti riduco l'Ici". Il mago Houdini non saprebbe fare di meglio.
"Questi sono tutti figli miei", ci ha detto una volta Manlio Cecovini, Gran Maestro della massoneria, intellettuale liberale, fondatore del Melone dopo il Trattato di Osimo, ex sindaco di Trieste ed ex parlamentare europeo, parlando di Antonione, Camber e della teoria di politici di destra locali non fascisti.
Ma nel suo sguardo di novantaduenne ormai semi cieco abbiamo letto un piccolo lampo di ironia per il dirazzamento della progenie, un guizzo colto anche da Valerio Zanone, l'ex segretario del Pli, che rendeva omaggio al vecchio massone, oggi forse più in sintonia con il calvinista di origine ungherese che governa la regione che con i propri nipotini municipali.

Illy, imprenditore concreto che ha a che fare con gli sconti fiscali dei paesi confinanti, che spende 5 miliardi di euro l'anno, 2 dei quali destinati alla sanità con ospedali che sembrano cliniche svizzere, secondo il commissario dell'ospedale infantile "Burlo" Emilio Terpin, le tasse prova ad abbassarle selettivamente, coadiuvato dal suo alter ego Andrea Viero, il giovane direttore generale bocconiano, che è un po' in sua vece la vittima designata degli attacchi giornalistici. Ha ridotto di un punto l'Irap per trattenere a Trieste le imprese che guadagnano e che creano occupazione. C'è l'Evergreen di navigazione, Maneschi, i finlandesi della Wartslisa, la Principe Prosciutti di Sonia Dukcevich, i Pacorini, la Fincantieri fuori dei confini comunali, a Monfalcone, e poco d'altro, con la Ferriera ceduta da Lucchini ai russi della Severstal e che, per i suoi fumi, è un superlativo asset dello "sbarufar" cittadino tra operai, ex operai e ambientalisti. Ma, soprattutto, ci sarà la neonata Allianz Italia, il colosso tedesco che ha fuso insieme Ras e Lloyd Adriatico e che non scapperà a Milano o altrove. Complice lo sconto Irap di Illy, Allianz Italia stabilirà la sede legale a Trieste, diventando dirimpettaia delle Generali, compagnia ben più "piccola" per capitalizzazione, auspice fattivo il membro del board di Monaco Enrico Tomaso Cucchiani, bocconiano di grandi relazioni laiche, bella barba risorgimentale, perfetti gessati, icona triestina del potere finanziario affezionato alla città, che ormai viene da fuori, ma che a Trieste vagheggia l'italica Silicon Valley, col Mib, la School of management triestina, e con i centri di ricerca avanzata.

Suo dirimpettaio in piazza Unità d'Italia, nelle rispettive foresterie, Antoine Bernheim, il vecchio "pescecane" della finanza francese, ottantatreenne incollato alla poltrona triestina che tra poche settimane dovrà ancora difendere anche dall'anagrafe impietosa, e che, alla vigilia della scadenza del mandato, tanto per gradire, ha affidato una bella campagna pubblicitaria alla holding Havas, controllata da Vincent Bollorè, azionista di Mediobanca e suo sponsor per la riconferma.
Gianfranco Gutty, il presidente di Generali triestino, che fu silurato senza tanti complimenti e abbandonato dai suoi giovani scudieri Giovanni Perissinotto e Sergio Balbinot, si occupa della società multiservizi di Gorizia, fa il vicepresidente della Confindustria regionale, di cui è stato appena nominato presidente Adalberto Valduga, che forse insidierà la presidenza della Regione a Illy nel 2008, passeggia sul Carso, vicino a casa sua, e se la ridacchia a seguire le peristalsi del Leone.
"Assicurazioni Generali, Caffè Illy, Claudio Magris e Barcolana": ecco le quattro colonne cittadine nel "Bignami" che ne fa Roberto Weber, se si tolgono le istituzioni scientifiche, come la Sissa, l'Area di Ricerca e il Centro di Fisica di Miramare Abdus Salam, che hanno prestigio mondiale. Barcolana? Certo, un sondaggio Swg ha rivelato che il 10 per cento degli italiani conosce Trieste solo perché vi si svolge la regata più affollata del pianeta. Tanto che gli organizzatori, in testa quello storico Fulvio Molinari, hanno dovuto difendersi con le unghie dal ticket "BPB", Bandelli, Paoletti, Bronzi, rispettivamente assessore comunale, presidente della Camera di commercio e presidente della Fiera, che volevano metterci le mani sopra, per consegnarla al centrodestra.

Non che il centrosinistra non occupi i posti di potere, ma Illy, calvinisticamente, lo ha fatto e lo ha dichiarato addirittura in un libro bianco sullo spoils system: 332 posti assegnati dal 2003 ad oggi, tra cui quelli di Friulia, la holding regionale partecipata ora dai privati per più di 100 milioni, le Autovie Venete, che sono una miniera d'oro, l'Insiel, che va verso la privatizzazione, dopo una vicenda poco commendevole che ha visto un presidente accusato di interesse privato e licenziato. I presidenti nominati sono per il 32 per cento "suggeriti" dai diesse, per il 29 per cento dalla Margherita, per il 21 per cento dal governatore stesso e per il resto dagli altri soci di governo, compresa Rifondazione comunista, di cui è pars magna Roberto Antonaz, assessore regionale alla Cultura, l'unico rifondarolo d'Italia più elegante di Fausto Bertinotti.

Tra poche settimane arriva la primavera, la Riviera di Barcola, che si snoda prima d'inerpicarsi verso il sentiero Rilke calcato dai suicidi, s'affollerà di mule, babe e pensionati che si mettono in costume da bagno e si sdraiano sui lettini portatili ad abbronzarsi lungo le piattaforme di cemento sul mare che costeggiano la strada, esploderà il tripudio dello spirito cittadino, 80 mila pensionati, 6 mila dipendenti e passa soltanto di Regione e Comune, altre migliaia delle municipalizzate, una città intera al mare, nel più meridionale luogo del nord Europa. "Sa - fa un po' sconsolato il governatore Illy che ha lasciato la guida di Trieste alla destra - in termini di potere purtroppo è più facile controllare una città pigra che muore, piuttosto che una città viva che rinasce".


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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

volevo segnalarvelo anca mi, se no altro per la citazion de Montale in principio :-D
El ga dito molto, ma qualcossa el ga anca sorvolado.. d'altro canto iera do pagine piene..


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Messaggio da ffdt »

me par che sia una descrizion che no la gaveria de sconvolger nisun ... perche` i se ga "teremotado"? ;-D ... code de paia? ;-D ;-D ;-D ;-D ;-D ;-D ;-D ;-D ;-D


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Nona Picia
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Messaggio da Nona Picia »

Me par una descrizion abastanza realistica. Che el teremoto sia sucesso per questo?


Ciao ciao
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Messaggio da AdlerTS »

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno:

Tra le «lepri», cioè tra quei territori in grado di capitalizzare le risorse locali e utilizzarle per velocizzare lo sviluppo locale ci sono alcune province del Sud come per esempio le provincie lucane di Potenza e Matera. Tra le «tartarughe», quelle aree invece che mostrano una lentezza strutturale, alcuni territori del Mezzogiorno ma anche la provincia di Trieste dove la qualità della vita è alta ma in progressiva e lenta involuzione a causa di una struttura demografica troppo matura che potrebbero presto profilare un ritorno al disagio insediativo.

:?


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Messaggio da cenerentola82 »

AdlerTS ha scritto:Dalla Gazzetta del Mezzogiorno:

Tra le «tartarughe», quelle aree invece che mostrano una lentezza strutturale, alcuni territori del Mezzogiorno ma anche la provincia di Trieste dove la qualità della vita è alta ma in progressiva e lenta involuzione a causa di una struttura demografica troppo matura che potrebbero presto profilare un ritorno al disagio insediativo.

:?
L’industria del capoluogo presenta una crescita media della produzione attorno al 10%: l’analisi di imprenditori e sindacati
Trieste spinge la ripresa in Fvg
Giulio Garau
Antonini: «Comparto trainante: 2000 posti in più». Patto con il sistema universitario TRIESTE.
Il Friuli Venezia Giulia guida l’andamento economico dell’intero Nordest con una crescita del prodotto interno lordo attorno al 2%, come evidenziano i dati resi noti nei giorni scorsi dalla Regione, ha una dinamica «superiore» non solo alle regioni vicine ma anche alla stessa Slovenia (solo l’Austria fa meglio con un +3,2%), ma stavolta l’effetto positivo tocca anche il tessuto industriale di Trieste che presenta una «crescita media» della produzione attorno al 10%.
Nei mesi scorsi gli indicatori di sviluppo avevano già evidenziato i segnali positivi, ma ora le cifre confermano che si tratta di una situazione consolidata e per la prima volta dopo tanti anni, Trieste non fa più da «pecora nera» che si distingue per l’andamento negativo mentre nel resto della regione i numeri sono positivi. I dati della Regione e dell’Assindustria locale coincidono, mostrano un segno più: nel quarto (e ultimo) trimestre del 2006 si può parlare ormai di ripresa che per Trieste significa «crescita occupazionale industriale» (rispetto a un +7,5% di aumento degli avviati al lavoro l’incremento di assunzioni nell’industria manifatturiera dei primi 9 mesi del 2006 segna +22,1% con 2268 assunzioni), ancor più positiva perchè «trainata dalle esportazioni».
Un quadro favorevole che viene messo in evidenza anche dai sindacati e in particolare dalla Cgil che sottolinea le cifre e lancia una sfida agli stessi Industriali: «Si tratta indubbiamente di dati significativi – afferma il segretario provinciale, Franco Belci – che segnalano una ripresa che controbilancia la parallela crisi del commercio, ribadita dall’Agenzia regionale del lavoro, con la chiusura di 1100 esercizi in 10 anni e le difficoltà nel settore turistico con particolare riferimento alla ricezione alberghiera». Ma c’è un aspetto particolare, evidenzia la Cgil, che per Trieste assume un rilievo particolare: «È interessante notare che gli incrementi occupazionali arrivano soprattutto da settori tradizionali – continua Belci – dei quali, lo abbiamo sempre sostenuto, non vanno sottovalutate le potenzialità di sviluppo, nè gli spazi per l’innovazione di prodotto e di processo». Lo stesso presidente degli Industriali Triestini, Corrado Antonini nel commento dei dati locali ribadisce: «La ripresa nell’industria triestina si è tradotta in crescita dell’occupazione e del comparto, l’incremento delle assunzioni nell’industria manifatturiera è stato del 22,1% con 2.268 assunzioni, si è trattato della migliore performance settoriale nell’economia provinciale, determinata in particolare dai settori alimentare e metalmeccanico, non senza un contributo rilevante degli altrirami industriali»
La Cgil chiude chiedendo un «quadro più completo» sugli occupati per capire la «qualità dell’occupazione» ovvero se si tratta di assunti stabilmente, o precari e interinali. Ed ecco la sfida: «Questa fase favorevole va sfruttata sino in fondo sul fronte occupazionale – incalza Belci – potrebbe essere l’occasione per introdurre maggiore stabilità nei rapporti di lavoro e dare risposte anche a quello zoccolo duro di disoccupazione creato dalle crisi di varie aziende. Ci aspettiamo un impegno da parte di Confindustria».
Una sfida raccolta immediatamente dall’Assindustria: «Da parte nostra c’è massima attenzione e impegno – conferma il direttore degli Industriali, Paolo Battilana – e lo dimostra la determinazione con la quale stiamo lavorando per rafforzare le attività produttive privilegiando le filiere e le piccole e medie imprese, ma anche gli obiettivi che ci siamo posti per realizzare i distretti industriali. Tutte azioni che alla fine creano opportunità occupazionali che dovranno essere stabili. Quando si ragiona e si investe in risorse umane si deve parlare in prospettiva, nel lungo periodo e non nel breve. Non secondaria in questa direzione è la scelta di privilegiare la componente innovazione e il trasferimento tecnologico». Innovazione, trasferimento tecnologico, contatti tra industria e università.
Temi primari questi della strategia della Regione, confermati anche al salone InnoVaction di Udine, alla quale si allinea anche quella delle Associazioni industriali: «La ripresa conferma la validità del Modello Friuli venezia Giulia basato su competitività, innovazione e coesione sociale, assi strategici» aveva affermato l’assessore regionale al lavoro, Roberto Cosolini illustrando i dati dell’andamento economico.
E proprio sul fronte dei rapporti Università e Industria assume grande rilievo la firma della convenzione a Trieste (oggi pomeriggio alle 17 nella sede di palazzo Ralli in piazza Casali) tra l’Università e l’Associazione degli industriali per l’avvio di «un rapporto virtuoso tra realtà accademica e mondo industriale».
Il terreno di incontro è quello della «formazione superiore» e per questo Università e Assindustria si proporranno di attuare tutte le forme di collaborazione possibile. Assindustria, spiega il testo della convenzione, si impegnerà a mettere a disposizione dell’Ateneo competenze aziendali, professionali, manageriali e amministrative per alcune attività «professionalizzanti». Dallo svolgimento di tesi, progetti ed elaborati di laurea sino a master e dottorati di ricerca. Ma poi si studieranno esercitazioni o insegnamenti su temi particolari. Grande l’attenzione sul trasferimento dell’innovazione tecnologica e scientifica e sulla proprietà intellettuale e dei brevetti. Per finire conferenze, seminari da un lato e dall’altro tirocinio, formazione e orientamento nelle singole aziende. Al progetto, al quale ha aderito ovviamente già Economia, ora si aggiunge la facoltà di Scienze matematiche, Fisiche e Naturali. Almeno 400 all’anno gli studenti interessati mentre per Economia gli iscritti potenziali previsti per la collaborazione sono almeno 1800.

Dal Picolo (06 marzo 2007)


[img]http://www.bandieredeipopoli.com/images/friuli_vg/animate/b_trieste120an.gif[/img][img]http://www.bandieredeipopoli.com/images/altripopoli/animate/b_austriaimp.120an.gif[/img]
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Messaggio da AdlerTS »

Qualchidun devi metterse d'accordo :wink:


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Messaggio da ffdt »

ogi iero in vila sartorio, ma cuela in strada de fiume e no cuela in cita`, e go visto un per de cartei che ve voio mostrar a propoxito de futuro perche` indove che cua de noi i te conza un bel divieto in altre parti de 'l mondo i te scrivi 'l orario de apertura e i prezi per la vixita :-(

per zonta el giardin el xe sai bel in sta stagion e fusi de farghe publicita` in modo de farghe rivar i turisti ... eco che se podesi dir "vigni` a veder el giardin de vila sartorio co' 'l vivaio comunal e 'l centro operativo, 3 euri a testa o se no ve ciole` la tesera per tuti i muxei - tesera per una persona a tot euri o cuela per familie a 2 volte e meza cuela personal" ... in altre parti de 'l mondo i lo fa e i te fa vignir voia de andar a vardar de tuto ... cua no se pol?????????
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Messaggio da babatriestina »

Ma sto vivaio comunal no credo che xe de visitar. Dovessi esser dove che i fa cresser le piante per le aiole pubbliche. Che po no so se magari no i ga tuto apaltado fora, e no i fa veder anca perchè ormai no sia più gnente de veder.


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Nona Picia
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Messaggio da Nona Picia »

Diversi anni fa sum ghe lo ga visità, ma el iera con un amico vigile urban per cui el ga podù entrar e forsi fra un per de giorni el ve conterà qualcossa.


Ciao ciao
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Trieste, el futuro

Messaggio da nanaia »

Lassemo pur star el caso specifico del vivaio comunal: xe comunque un fatto che per far i turisti a Trieste bisogna aver spirito eroico :'-(
Gaverè letto de Ron, ma oltre a lui, xe stadi casi de gente vignuda in città per manifestazioni e che de domenica in zona de marina no xe stada in grado de trovar un bar verto per...necessità fisiche e i ga scongiurà un autonoleggio (verto) de lassarghe usar el bagno! Taxi parchegiadi in zone cruciali, niente: go capido che xe i radio taxi, ma chi vien da fora, come sa el numero? Musei verti de domenica ghe ne xe? Mi questo confesso che no so. El castel de san Giusto xe ancora chiuso (e da un bel toco! Quanto dura sti lavori?) El tram de opcina che dovessi esser specialmente per i turisti....lassemo perder :evil: :evil:
mah!


ffdt
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Messaggio da ffdt »

babatriestina ha scritto:Ma sto vivaio comunal no credo che xe de visitar. Dovessi esser dove che i fa cresser le piante[...]
a punto ... te mostri le piante, te meti depliant, te mostri un video de cuanto bravo che te sol e de che bele che le vien e za che te son te le ofri in vendita ... anca se no te vendi gnanca una xe isteso cualcosa de mostrar ... in altre nazioni i lo fa e noi semo mone de no farlo :-?


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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

me taco qua, per postar una tabella che iera ieri sul Piccolo, sui grandi progetti futuri dela citta, lavori, costi e tempi.
I tempi se li segnemo, e po vederemo :? se e quanto i li rispetta. Riposto el progetto, el tipo de lavor , el costo previsto e i tempi.
Ricordemose anche che per molti de questi xe stai fati altri progetti, po i ga cambiado..
tegnimolo come un promemoria:

EX SILOS - Riqualificazione - 90-1000 milioni - entro il 2010 (30 mesi dall'accordo)

PIAZZA LIBERTA' - Riqualificazione - 4,2 milioni - entro il secondo semestre 2009

PALAZZO CARCIOTTI - restauro centro congressi - 40 milioni - de definire: 30 mesi di cantiere

HOTEL SAVOIA- restauro - 18 milioni - entro settembre 2008

MAGAZZINO VINI - restauro - da definire - fine 2009 inizio 2010

EX PESCHERIA - lavori adattamento a centro congressi -da definire -entro autunno 2008

MARINA SAN GIUSTO - costruzione porticciolo per panfili - 1, 6 milioni - primavera estate 2008

PARCO DEL MARE - costruzione - 52, 8 milioni - 40 mesi di cantiere

BORGHI TERESIANO E GIUSEPPINO - riqualificazione - 9 milioni - da definire

MERCATO ORTOFRUTTICOLO - costruzione - da definire - da definire

PORTO LIDO - costruzione-8-13 milioni - da definire

PARCHEGGIO ST MARITTIMA -costruzione -17 milioni - cantiere 24 mesi

SITO INQUINATO - bonifica-stima 500 milioni - da definire

****************************************************

ben bon, fin qua i dati.
Domanda: dove xe porto lido?
comenti: riqualificazion pol voler dir de tuto, ma me domando se inveze de riqualificar no se podessi evitar de lassar andar arremengo ( vedi Piazza Libertà, che i la ga rifatta miga tanto tempo fa..)
po me domando se sti costi stimai xe anche za stanziai o xe apena de zercar?
e come i fa a dar dei tempi su progetti de definir , come el magazzino vini?


( mi zontassi roba in sospeso: el parco de villa Revoltella, el museo dei istriani, la nova biblioteca o archivio, no so ben... tuto el Porto Vecio, el riadattamento dele scuderie de Miramar per la galleria de pittura che i ga serado in piazza Libertà un per de anni fa., l'accesso ala Sfinge de Miramar... .. e sarà sicuro altro..)


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Nona Picia
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Messaggio da Nona Picia »

Mi me domando perchè i devi oltre a piazza Libertà, già riqualificada poco tempo fa e subito trascurada e lassada là, anche la stazion marittima che xe stada fata pochissimo tempo fa. Cossa i vol far ancora de ela, aumentarghe i spazi svodi?


Ciao ciao
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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

tra le altre robe in sospeso.. la pista ciclabile, quando i la finissi? perchè a far progetti e a impignirse la bocca, xe tuti bravi, po concluder xe un altro per de manighe.
e.. l'area dela ex piscina in riva? i ga deciso?


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