andando torzolon pei veci post...

[mauri]

Remenandome in mezo ai post un fia' datai, go trovado qualcosa sui veci mestieri. Co iero picio girava pei rioni un gua particolar, eco el mio ricordo:

L’arrotino.

Lento, anziano omone stretto nella vecchia martingala,
una fascina di ombrelli sotto l’ascella,
i paesini passare.
Al canto il dialettale richiamo verso le case dalle infagottate massaie.

EL GUAAAAA, STAGNINOOO, OMBRELAIOOOO…..

E ripeterlo con voce profonda,una due tre volte,
finché una femminea voce sortiva da un recondito di casa,
d’emergenza detta, casupola dal tetto in lamiera,
il lavoro della pentola da stagnare.

EL GUAAAAA, STAGNINOOO, OMBRELAIOOOO…..

Così da una vita,
e poveramente, a piedi o al massimo in bicicletta
i paesini a girare per sbarcare un lunario di miseria,
ai confini di una città nata moderna.

EL GUAAAAA, STAGNINOOO, OMBRELAIOOOO…..

Scopersi una domenica l’omone suonare la fisarmonica,
e cantare, con voce calda strofe intonate,
in piedi girare i tavoli di una periferica osteria,
in giardino sotto al pergolato.

Cittadini ben vestiti solcare la periferia,
ancora pregna di viti e di cantine,
in cerca di ristoro dopo la lunga passeggiata
quasi ottocentesche immagini in cappello, cravatta su bianche camice.

L’omone cantava, e suonava,
melodie che commovevano gli anziani avventori,
suoni di una dimenticata giovinezza,
alienata dai frenetici anni sessanta.

Poi l’omone sparì,
inghiottito nella sua oscura bottega
da una morte forse serena.
Lasciò una famiglia, dei figli ormai grandi.

Seppi poi la sua storia almeno in parte,
e mi commossi,
soldato tedesco nascosto dall’amore di una giovane,
fuggì l’orrore del suo dovere per suonare,

lontane melodie d’amore.

[ffdt]

[...] nascosto dall’amore di una giovane,
fuggì l’orrore del suo dovere per suonare,

lontane melodie d’amore.

... bel ... comovente ... ... ...