Confusiòn de sentimenti?
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Confusiòn de sentimenti?
L`è quatro dì che ne apare soto i oci na frase stramba e l`è i stessi dì che mi aspeto una gentil risposta del so autor a la me domandina su cossa che vol dir ste parole.
La me sarìa piasuda na risposta da s-ciarir idee za che dopo tut sen tuta zent del stess teritorio talian. No polemizerò perchè no me pias e gnanca no `l saveria far, sol voi dir la mia en asenza de risposta del autor de sta frase a modo de firma: “trieste no sarà mai taliana”.
Da quanto par de capir, l`autor el g`ha un sogno de patriotismo en pù, ma el gaverà ben definì per quale patria? Se la fus così, alòr mejo per elo e afari soi, ma dai però che mi me meto en la prima fila de quei che voria saver a chi che sto sior forumista el vol portar confusiòn fòra che a sè stess en de sti tempi de paze.
Elisa.
La me sarìa piasuda na risposta da s-ciarir idee za che dopo tut sen tuta zent del stess teritorio talian. No polemizerò perchè no me pias e gnanca no `l saveria far, sol voi dir la mia en asenza de risposta del autor de sta frase a modo de firma: “trieste no sarà mai taliana”.
Da quanto par de capir, l`autor el g`ha un sogno de patriotismo en pù, ma el gaverà ben definì per quale patria? Se la fus così, alòr mejo per elo e afari soi, ma dai però che mi me meto en la prima fila de quei che voria saver a chi che sto sior forumista el vol portar confusiòn fòra che a sè stess en de sti tempi de paze.
Elisa.
"Todo lo bueno me ha sido dado"
Elisa
Ti confesseró che questo sentimento di "non italianitá" é piuttosto diffuso a Trieste ed é stato forse ancora piú diffuso una cinquantina d'anni fá. No c'é, credo, un desiderio di far polemiche, ma questo sentimento, che in piccola parte condivido, é il risultato di tanti fattori politici, storici ed economici che la nostra cittá ha vissuto in tempi presenti e remoti.
Quello che mi fá meravigliare invece, é il fatto che moltissimi italiani credono ancora che Trieste sia una cittá straniera. Di anneddoti su questa credenza sono tantissimi ed alcuni erano stati pubblicati su questo Forum (ma non mi ricordo dove)
Ti confesseró che questo sentimento di "non italianitá" é piuttosto diffuso a Trieste ed é stato forse ancora piú diffuso una cinquantina d'anni fá. No c'é, credo, un desiderio di far polemiche, ma questo sentimento, che in piccola parte condivido, é il risultato di tanti fattori politici, storici ed economici che la nostra cittá ha vissuto in tempi presenti e remoti.
Quello che mi fá meravigliare invece, é il fatto che moltissimi italiani credono ancora che Trieste sia una cittá straniera. Di anneddoti su questa credenza sono tantissimi ed alcuni erano stati pubblicati su questo Forum (ma non mi ricordo dove)
- babatriestina
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- Località: Trieste, Borgo Teresiano
io invece sono una di quelli che non lo condivide, e che lo trova una semplice nostalgia di una mitica età dell'oro, che poi ciascuno identifica in un periodo o l'altro, e che serve a scaricare sull'autorità centrale le incapacità locali.; e' indubbiamente incentivato dal non bello spettacolo della classe politica e della società italiana.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
- AdlerTS
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Non xe una novità da che parte son mi
Resta el fatto che come scriveva cenerentola82 "quel che resta de Trieste" non xe carne e no xe pesse, ga fallido la retorica del ventennio, ma contemporaneamente non semo capaci de sfruttar la ricchezza che l'incontro de diverse culture pol dar, sopratuto perché in molti brusa ancora dolori della seconda guerra
Cossa xe Trieste ? Forse xe più facile saver cossa non xe: non xe italiana, come non xe austriaca (purtroppo ), come non xe slovena. Ovvero non xe niente de quanto sopra al 100 %, ma per tradur un modo de dir Chersin riferido al pipistrel "xe mezo sorzo e mezo usel". Visto che appunto non rivemo a far tesoro del missiot, che ognidun se scelsi la parte che ghe piasi de più.
Resta el fatto che come scriveva cenerentola82 "quel che resta de Trieste" non xe carne e no xe pesse, ga fallido la retorica del ventennio, ma contemporaneamente non semo capaci de sfruttar la ricchezza che l'incontro de diverse culture pol dar, sopratuto perché in molti brusa ancora dolori della seconda guerra
Cossa xe Trieste ? Forse xe più facile saver cossa non xe: non xe italiana, come non xe austriaca (purtroppo ), come non xe slovena. Ovvero non xe niente de quanto sopra al 100 %, ma per tradur un modo de dir Chersin riferido al pipistrel "xe mezo sorzo e mezo usel". Visto che appunto non rivemo a far tesoro del missiot, che ognidun se scelsi la parte che ghe piasi de più.
El discorso jera questo quamacondo ha scritto:Quello che mi fá meravigliare invece, é il fatto che moltissimi italiani credono ancora che Trieste sia una cittá straniera. Di anneddoti su questa credenza sono tantissimi ed alcuni erano stati pubblicati su questo Forum (ma non mi ricordo dove)
Mal no far, paura no gaver.
- nonna ivana
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- Località: prov Bologna
Salve,
ecco, la frase
"Quello che mi fá meravigliare invece, é il fatto che moltissimi italiani credono ancora che Trieste sia una cittá straniera. Di anneddoti su questa credenza sono tantissimi ed alcuni erano stati pubblicati su questo Forum (ma non mi ricordo dove)"
può anche essere paradossalmente rivoltata: ci si può anche sentire stranieri a Trieste...
A volte è anche la natura stessa del sentimento di appartenenza a una comunità a creare un guscio di isolamento.
E' un argomento che mi si affaccia in questi tempi, seguendo questo forum, e vorrei capire meglio, sia voi, che me stessa.
Il fatto stesso che tali argomenti vengano toccati e dibattuti, è indice di qualcosa di profondo, che non tutti forse conoscono, al di fuori di questa cerchia, ma io sono desiderosa di conoscere e ...
sto ad ascoltarvi..
Vorrei che fosse chiaro, che non sono polemica, né male intenzionata, né rammaricata, né contrariata, né vorrei scocciarvi..
Come io, da esterna, sono interessata a questo scambio, vorrei che anche altri lo fossero, per incontrarsi per strada.
Grazie
ecco, la frase
"Quello che mi fá meravigliare invece, é il fatto che moltissimi italiani credono ancora che Trieste sia una cittá straniera. Di anneddoti su questa credenza sono tantissimi ed alcuni erano stati pubblicati su questo Forum (ma non mi ricordo dove)"
può anche essere paradossalmente rivoltata: ci si può anche sentire stranieri a Trieste...
A volte è anche la natura stessa del sentimento di appartenenza a una comunità a creare un guscio di isolamento.
E' un argomento che mi si affaccia in questi tempi, seguendo questo forum, e vorrei capire meglio, sia voi, che me stessa.
Il fatto stesso che tali argomenti vengano toccati e dibattuti, è indice di qualcosa di profondo, che non tutti forse conoscono, al di fuori di questa cerchia, ma io sono desiderosa di conoscere e ...
sto ad ascoltarvi..
Vorrei che fosse chiaro, che non sono polemica, né male intenzionata, né rammaricata, né contrariata, né vorrei scocciarvi..
Come io, da esterna, sono interessata a questo scambio, vorrei che anche altri lo fossero, per incontrarsi per strada.
Grazie
ivana
la curiosità è il colore della mente
la curiosità è il colore della mente
credo che trieste faccia zona a se' a causa del suo territorio che contemporaneamente la stringe in una condizione morfologica totalente diversa ed avulsa dalle terre circostanti e la lascia a margine delle linee di traffico terrestre (nemmeno i barbari sono passati di qua mentre andavano a saccheggiare aquileia ;-D)
dopo un po' che ci si vive, questo isolamento lo si sente nell'intimo ed e` questa la sensazione che fa divenire triestini ... conosco molti siculi che vivono a trieste da decenni, si sentono triestini e si lamentano che "l'italia non ci considera" ... l'unica amministrazione che ha scommesso su trieste (che la memoria ricordi) e` quella teresiana ma e` chiaro che in quel caso c'erano convenienze economiche che non ci sono piu` e difficilmente torneranno
l'essere triestini e` vivere in un luogo multietnico ma tagliato fuori dal mondo dove le piccole rendite di posizione hanno un valore strategico maggiore che non la scommessa sul nuovo ... pero` l'isolamento produce anche quiete (difatti i barbari non sono venuti a distruggere trieste) e le piccole rendite di posizione hanno tempo per consolidarsi senza traumi ... questo puo` generare invidie nei popoli vicini ... da come la vedo io, il percepire questa invidia e` il secondo carattere che definisce l'essere triestino
quindi il triestino e` uno che si sente tagliato fuori da tutto, ignorato quando si tratta di partecipare attivamente a qualsiasi evento ma invidiato ed inviso ai vicini per il fatto che non partecipa delle disgrazie altrui ... non meravigli se poi la reazione si manifesta con un rifiuto totale, pur se solitamente espresso abbastanza civilmente, verso chi si avvicina con atteggiamento superficiale
je crois que Trieste est un domaine en soi même en raison de son territoire qui, simultanément, maintient-le dans un état morphologique totalement différente et sortie des terres environnantes et le laisse en marge des lignes terrestres de la circulation (pas même les barbares ont passé ici, quand ils sont allés à piller Aquilée ;-D)
après un certain temps qu'y-on vis, cet isolement on le sent dans son intime et est ces le sentiment qu'on fait devenir triestin... je connais beaucoup de siciliens qui vivent à Trieste pendant des décennies, ils se sentent eux-mêmes triestins et ils plaignent que "l'Italie ne nous considère pas" ... la seule administration qui mise sur Trieste (que la mémoire peut souvenir) est la thérésienne, mais il est clair que, dans ce cas là, il y avait des convenances économiques que n'existent pas plus et il est difficile qu'ils vont retourner
être triestins est le vivre dans un lieu multiethnique mais coupés du monde où les petites rendements ont une valeur stratégique plus gros que le miser sur le nouveau ... cependant, l'isolement produit aussi tranquillité (en fait, les barbares ne sont pas à venir à détruire Trieste) et les petits rendements ont le temps de se consolider sans aucun traumatisme ... mai ça peut générer d'envie dans les peuples voisins ... de la manière dont je le vois, percevoir cette envie est le seconde caractère que nous définissent comme triestins
donc le triestin est un qui se sent coupée de tout, ignoré quand il s'agit de participer activement à tout événement, mais envié et mal vu par les voisins sur le fait qu'il ne prend part aux malheurs d'autrui ... pas de merveille, alors, si la réaction se révéle avec un refus total, bien que généralement exprimé tout à fait civilement, envers ceux qui s'approchent avec une attitude superficielle
I believe that trieste is an area in itself because of its territory that simultaneously hold it in a morphological condition totally different and detached from the surrounding lands and leaves it at the margin of terrestrial lines of traffic (not even the barbarians have gone here when went to plunder Aquileia ;-D)
after a while we live here, we feel this isolation in our intimate and this is the feeling that make us becoming triestins ... I know many sicilians who are living in trieste for decades, they feel themselves triestins and complain that "Italy don't considers us here" ... the only administration who bet on trieste (that the memory can remember) is the Teresian but it is clear that in that case there were economic conveniences that actually aren't anymore and is difficult they'll return
to be triestins is to live in a multiethnic place cutted off from the world where small yields have a strategic value greater than to bet on anything new ... however, the isolation also produces quiet (in fact, the barbarians are not coming to destroy trieste) and small yields have time to consolidate without any trauma ... this may generate envy in neighbouring peoples ... from how I see it, perceiving this envy is a second character that define us as triestins
then the triestin is one that feels cut off from everything, ignored when it comes to participate actively in any event but envied and frowned by the neighbours due to the fact that he don't part of the misfortunes of others ... no wonder, then, if the reaction is manifested with a total refusal, although usually expressed quite civilly, to those who come with a superficial attitude
dopo un po' che ci si vive, questo isolamento lo si sente nell'intimo ed e` questa la sensazione che fa divenire triestini ... conosco molti siculi che vivono a trieste da decenni, si sentono triestini e si lamentano che "l'italia non ci considera" ... l'unica amministrazione che ha scommesso su trieste (che la memoria ricordi) e` quella teresiana ma e` chiaro che in quel caso c'erano convenienze economiche che non ci sono piu` e difficilmente torneranno
l'essere triestini e` vivere in un luogo multietnico ma tagliato fuori dal mondo dove le piccole rendite di posizione hanno un valore strategico maggiore che non la scommessa sul nuovo ... pero` l'isolamento produce anche quiete (difatti i barbari non sono venuti a distruggere trieste) e le piccole rendite di posizione hanno tempo per consolidarsi senza traumi ... questo puo` generare invidie nei popoli vicini ... da come la vedo io, il percepire questa invidia e` il secondo carattere che definisce l'essere triestino
quindi il triestino e` uno che si sente tagliato fuori da tutto, ignorato quando si tratta di partecipare attivamente a qualsiasi evento ma invidiato ed inviso ai vicini per il fatto che non partecipa delle disgrazie altrui ... non meravigli se poi la reazione si manifesta con un rifiuto totale, pur se solitamente espresso abbastanza civilmente, verso chi si avvicina con atteggiamento superficiale
je crois que Trieste est un domaine en soi même en raison de son territoire qui, simultanément, maintient-le dans un état morphologique totalement différente et sortie des terres environnantes et le laisse en marge des lignes terrestres de la circulation (pas même les barbares ont passé ici, quand ils sont allés à piller Aquilée ;-D)
après un certain temps qu'y-on vis, cet isolement on le sent dans son intime et est ces le sentiment qu'on fait devenir triestin... je connais beaucoup de siciliens qui vivent à Trieste pendant des décennies, ils se sentent eux-mêmes triestins et ils plaignent que "l'Italie ne nous considère pas" ... la seule administration qui mise sur Trieste (que la mémoire peut souvenir) est la thérésienne, mais il est clair que, dans ce cas là, il y avait des convenances économiques que n'existent pas plus et il est difficile qu'ils vont retourner
être triestins est le vivre dans un lieu multiethnique mais coupés du monde où les petites rendements ont une valeur stratégique plus gros que le miser sur le nouveau ... cependant, l'isolement produit aussi tranquillité (en fait, les barbares ne sont pas à venir à détruire Trieste) et les petits rendements ont le temps de se consolider sans aucun traumatisme ... mai ça peut générer d'envie dans les peuples voisins ... de la manière dont je le vois, percevoir cette envie est le seconde caractère que nous définissent comme triestins
donc le triestin est un qui se sent coupée de tout, ignoré quand il s'agit de participer activement à tout événement, mais envié et mal vu par les voisins sur le fait qu'il ne prend part aux malheurs d'autrui ... pas de merveille, alors, si la réaction se révéle avec un refus total, bien que généralement exprimé tout à fait civilement, envers ceux qui s'approchent avec une attitude superficielle
I believe that trieste is an area in itself because of its territory that simultaneously hold it in a morphological condition totally different and detached from the surrounding lands and leaves it at the margin of terrestrial lines of traffic (not even the barbarians have gone here when went to plunder Aquileia ;-D)
after a while we live here, we feel this isolation in our intimate and this is the feeling that make us becoming triestins ... I know many sicilians who are living in trieste for decades, they feel themselves triestins and complain that "Italy don't considers us here" ... the only administration who bet on trieste (that the memory can remember) is the Teresian but it is clear that in that case there were economic conveniences that actually aren't anymore and is difficult they'll return
to be triestins is to live in a multiethnic place cutted off from the world where small yields have a strategic value greater than to bet on anything new ... however, the isolation also produces quiet (in fact, the barbarians are not coming to destroy trieste) and small yields have time to consolidate without any trauma ... this may generate envy in neighbouring peoples ... from how I see it, perceiving this envy is a second character that define us as triestins
then the triestin is one that feels cut off from everything, ignored when it comes to participate actively in any event but envied and frowned by the neighbours due to the fact that he don't part of the misfortunes of others ... no wonder, then, if the reaction is manifested with a total refusal, although usually expressed quite civilly, to those who come with a superficial attitude
- nonna ivana
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- Iscritto il: lun 18 feb 2008, 22:55
- Località: prov Bologna
Ho letto con attenzione; la prima parte è, a mio parere, una disquisizione piana, logica, ma riporto l'ultima frase:
then the triestin is one that feels cut off from everything, ignored when it comes to participate actively in any event but envied and frowned by the neighbours due to the fact that he don't part of the misfortunes of others ... no wonder, then, if the reaction is manifested with a total refusal, although usually expressed quite civilly, to those who come with a superficial attitude
che può colpire di più, perché è forse più pessimista e nella quale si percepisce come un "giudizio irrevocabile".
Io non affronto il problema, (se è un problema confrontarsi e conoscersi apertamente), dal punto di vista geografico, storico, economico ecc...ma "sentimentale", pratico, non credo superficiale.
Io non devo diventare triestina, o milanese o aostana, né il fatto che io sia bolognese è determinante per l'approcciarsi agli altri.
Si è delle persone, si hanno delle connotazioni diverse, per contingenza di luogo e abitudini, ma il tendersi agli altri, per dialogare, per aprirsi serenamente sarebbe per me una condizione ideale per dare un senso, anche in questo, alla vita.
Buona Giornata
then the triestin is one that feels cut off from everything, ignored when it comes to participate actively in any event but envied and frowned by the neighbours due to the fact that he don't part of the misfortunes of others ... no wonder, then, if the reaction is manifested with a total refusal, although usually expressed quite civilly, to those who come with a superficial attitude
che può colpire di più, perché è forse più pessimista e nella quale si percepisce come un "giudizio irrevocabile".
Io non affronto il problema, (se è un problema confrontarsi e conoscersi apertamente), dal punto di vista geografico, storico, economico ecc...ma "sentimentale", pratico, non credo superficiale.
Io non devo diventare triestina, o milanese o aostana, né il fatto che io sia bolognese è determinante per l'approcciarsi agli altri.
Si è delle persone, si hanno delle connotazioni diverse, per contingenza di luogo e abitudini, ma il tendersi agli altri, per dialogare, per aprirsi serenamente sarebbe per me una condizione ideale per dare un senso, anche in questo, alla vita.
Buona Giornata
ivana
la curiosità è il colore della mente
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non mi sembra pessimista dire che la discriminazione avviene verso "chi si avvicina con atteggiamento superficiale" ... per gli altri c'e` spazio, dialogo ed accoglienza ... ad ogni modo ho espresso solamente una mia opinione e non una verita` assolutanonna ivana ha scritto:[...] forse più pessimista [...]
je pense qu'il n'est pas pessimiste à dire qu'il existe une discrimination à l'égard de "ceux qui s'approchent avec une attitude superficielle" ... pour les autres il y a du dialogue et ils sont bienvenues ... de toute façon, j'ai exprimé seulement mon opinion et non pas une vérité absolue
I think it isn't pessimistic to say that there is a discrimination towards "those who come with a superficial attitude " ... we dialogue with the others and they are welcome ... anyway, I expressed only my opinion and not an absolute truth
- nonna ivana
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- Iscritto il: lun 18 feb 2008, 22:55
- Località: prov Bologna
Buon Giorno FFDT,
naturale che si parla sempre di sensazioni e di opinioni personali, ed è anche naturale che si veda rosa o grigio, ci mancherebbe!
Forse la parolina "superficiale" è un po' discriminante, perché dal lato umano mica si sta a misurare sempre solo il valore intellettuale e sociale delle persone...ci sono altri valori che vanno oltre!
Mica son qui a insegnare, sono solo vivace e sincera...
Buona fine settimana a lei e a tutti!
Domani Festa della Mamma, e io sono un po' indaffarata in cucina, ma mi fa tanto piacere!!!
naturale che si parla sempre di sensazioni e di opinioni personali, ed è anche naturale che si veda rosa o grigio, ci mancherebbe!
Forse la parolina "superficiale" è un po' discriminante, perché dal lato umano mica si sta a misurare sempre solo il valore intellettuale e sociale delle persone...ci sono altri valori che vanno oltre!
Mica son qui a insegnare, sono solo vivace e sincera...
Buona fine settimana a lei e a tutti!
Domani Festa della Mamma, e io sono un po' indaffarata in cucina, ma mi fa tanto piacere!!!
ivana
la curiosità è il colore della mente
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- babatriestina
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- Iscritto il: dom 25 dic 2005, 19:29
- Località: Trieste, Borgo Teresiano
io ho sempre avuto l'impressioni che i triestini si seccano se si sentono definire italiani e al tempo stesso si seccano altrettanto quando li definiscono non italiani
l'apparente contraddizione sta nel significato che attribuiscono all'aggettivo "italiano" nei diversi contesti
Io penso, personalmente, che siano italiani, ma in maniera un po' diversa dal "resto d'Italia" e quando lo sono, lo sono per libera scelta, non automaticamente.
Penso anzi che vadano ad arricchire, con la loro particolare esperienza e storia, la varietà della cultura italiana
l'apparente contraddizione sta nel significato che attribuiscono all'aggettivo "italiano" nei diversi contesti
Io penso, personalmente, che siano italiani, ma in maniera un po' diversa dal "resto d'Italia" e quando lo sono, lo sono per libera scelta, non automaticamente.
Penso anzi che vadano ad arricchire, con la loro particolare esperienza e storia, la varietà della cultura italiana
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
- nonna ivana
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- Iscritto il: lun 18 feb 2008, 22:55
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perfettamente d'accordo!!!!!!babatriestina ha scritto:io ho sempre avuto l'impressioni che i triestini si seccano se si sentono definire italiani e al tempo stesso si seccano altrettanto quando li definiscono non italiani
l'apparente contraddizione sta nel significato che attribuiscono all'aggettivo "italiano" nei diversi contesti
Io penso, personalmente, che siano italiani, ma in maniera un po' diversa dal "resto d'Italia" e quando lo sono, lo sono per libera scelta, non automaticamente.
Penso anzi che vadano ad arricchire, con la loro particolare esperienza e storia, la varietà della cultura italiana
e si adatta a tutte le parti della terra!
Ciao!
ivana
la curiosità è il colore della mente
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Post Subject
Questo xe el stesso tema che xe dibatudo sul "sito de sandro" Beta sa' come che la penso mi in proposito. Pero' devo dir che no xe un problema facile de risolver per noi Triestini, e ghe ga volesto diversi ani anche per mi per risolverlo. Me sorprendi el fato che Elisa ga dificolta'a capirlo dal fato che la xe proveniente del Trentin, son sicuro che nel Trentin-Alto Adige ghe xe tante persone che ga i stessi dubbi sui sentimenti nazionali come i Triestini, forsi la ga lasa' el Trentin co la iera assai giovane. Ciao Coce
La vita
Piu' che la pendi
Piu' la rendi
Piu' che la pendi
Piu' la rendi
- babatriestina
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- Iscritto il: dom 25 dic 2005, 19:29
- Località: Trieste, Borgo Teresiano
Re: Post Subject
credo che ghe sia una bella diferenza fra Trentin e Alto Adige... i altoatesini xe tirolesi ( nonchè ladini..) finidi entro el confin italian per motivazioni geografiche e no certo etniche. e i ga fatto anni addrio el loro bel mismàs... el Trentin xe diferente e no pol vantarse de esser stado el "unico (??) porto de un grande Impero".. e no i ga i sogni de grandezza imperial de rimpianzer, anche se me piaseria sentirli a lori su questo punto specifico.Coce ha scritto: son sicuro che nel Trentin-Alto Adige ghe xe tante persone che ga i stessi dubbi sui sentimenti nazionali come i Triestini, )
Ultima modifica di babatriestina il sab 10 mag 2008, 15:36, modificato 1 volta in totale.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
- Nona Picia
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- Iscritto il: ven 20 gen 2006, 15:08
- Località: Trieste - Rozzol
Trovo in ogni risposta argomenti tutti esaurienti molto illustrativi da considerare.
La fine dell`idealismo non è ancor stata scritta….Sentimenti e tendenze nostalgiche, reminiscenze, compartiti e non compartiti, problemi esistenziali propri di città di frontiera, ci sono e possono creare svolte negative ma mai impossibili da affrontare.
Non desidero invece assimilare quel velo di lieve tristezza che emana dall`ultimo paragrafo del primo messaggio di ffdt ma penserò a Trieste con vivacità e affetto.
Su idealisti trovo un brano sul libro di scuola, antologia ovviamente italiana, che mi commuove e ne posterò alcune righe.
….”E anche noi ubbidiremo alla nostra legge. Viaggeremo incerti e nostalgici spinti da desiderosi ricordi che non troveremo nostri in nessun posto. Di dove venimmo? Lontana è la patria e il nido disfatto. Ma commossi d`amore torneremo alla patria nostra Trieste, e di qui cominceremo. Noi vogliamo bene a Trieste per l`anima in tormento che ci ha data. Essa ci strappa dai nostri piccoli dolori, e ci fa suoi, e ci fa fratelli di tutte le patrie combattute. Essa ci ha tirato su per la lotta e il dovere………….Trieste è benedetta d`averci fatto vivere senza pace né gloria. Noi ti vogliamo bene e ti benediciamo, perchè siamo contenti di magari morire nel tuo fuoco”.
Da “Il mio Carso” di Scipio Slataper, pensatore triestino, caduto in guerra da volontario nel 1915.
Ritorno sul tema frase-firma: Chiunque si interessi nel Foro e desideri leggere, potrà iniziare e magari scegliere di sospendere. Invece quella frase “trieste no sará mai taliana” abbaglia negativamente specialmente, direi se mi è permesso, “i forestieri”.
La fine dell`idealismo non è ancor stata scritta….Sentimenti e tendenze nostalgiche, reminiscenze, compartiti e non compartiti, problemi esistenziali propri di città di frontiera, ci sono e possono creare svolte negative ma mai impossibili da affrontare.
Non desidero invece assimilare quel velo di lieve tristezza che emana dall`ultimo paragrafo del primo messaggio di ffdt ma penserò a Trieste con vivacità e affetto.
Su idealisti trovo un brano sul libro di scuola, antologia ovviamente italiana, che mi commuove e ne posterò alcune righe.
….”E anche noi ubbidiremo alla nostra legge. Viaggeremo incerti e nostalgici spinti da desiderosi ricordi che non troveremo nostri in nessun posto. Di dove venimmo? Lontana è la patria e il nido disfatto. Ma commossi d`amore torneremo alla patria nostra Trieste, e di qui cominceremo. Noi vogliamo bene a Trieste per l`anima in tormento che ci ha data. Essa ci strappa dai nostri piccoli dolori, e ci fa suoi, e ci fa fratelli di tutte le patrie combattute. Essa ci ha tirato su per la lotta e il dovere………….Trieste è benedetta d`averci fatto vivere senza pace né gloria. Noi ti vogliamo bene e ti benediciamo, perchè siamo contenti di magari morire nel tuo fuoco”.
Da “Il mio Carso” di Scipio Slataper, pensatore triestino, caduto in guerra da volontario nel 1915.
Ritorno sul tema frase-firma: Chiunque si interessi nel Foro e desideri leggere, potrà iniziare e magari scegliere di sospendere. Invece quella frase “trieste no sará mai taliana” abbaglia negativamente specialmente, direi se mi è permesso, “i forestieri”.
"Todo lo bueno me ha sido dado"
- babatriestina
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- Iscritto il: dom 25 dic 2005, 19:29
- Località: Trieste, Borgo Teresiano
abbiamo un topic dedicato a Slataper e al Mio Carso.Elisa ha scritto: Da “Il mio Carso” di Scipio Slataper, pensatore triestino, caduto in guerra da volontario nel 1915.
Ti consiglio di leggerlo tutto, dico il libro, più che il topic, perchè contiene più di quelle belle frasi che hai r itrovato sull'antologia italiana. per inciso, sulle antologie italiane ci sono pure i versi di Saba.
definire Slataper pensatore fa pensare ad un filosofo, e invece era soprattutto un letterato, famose le sue lezioni su Ibsen.
Altro trovi su di loro quando scrivevo dei triestini vociania Firenze
E sempre per Slataper, poichè, se non mi sbaglio, la madre era slovena ( vedi la casetta a Ocisla) gli sloveni locali lo considerano un po' uno dei loro. Se poi andate su Wiki, gli trovate attribuite origini boeme (?? ).
E forse l'ho già scritto, ebbe un figlio postumo che non riuscì a conoscere e che morì alpino in Russia durante la seconda guerra mondiale: gli Slataper hanno pagato un pesante tributo di sangue all'Italia.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
Una differenza tra l'Alto Adige e il Trentino esiste.
Sicuramente a Bolzano si è sicuramente più legati all'Austria che il Trentino, pero ultimamente anche nel Trentino rinascono le compagnie degli Schützen, tradizione anche li radicata da secoli. Per esempio famoso e il Carnevale di Arco, quello asburgico, con tanto di divise e vestiti d'epoca.
E i partiti autonomisti o movimenti (Asar, poi Patt).
Sicuramente a Bolzano si è sicuramente più legati all'Austria che il Trentino, pero ultimamente anche nel Trentino rinascono le compagnie degli Schützen, tradizione anche li radicata da secoli. Per esempio famoso e il Carnevale di Arco, quello asburgico, con tanto di divise e vestiti d'epoca.
E i partiti autonomisti o movimenti (Asar, poi Patt).
My heart's in the Highlands
Per COCE:
varda che mi, senza volver entrometerme nel andamento de la vita dei triestini anca se me pias aver conoscenza, mi ho solo manifestà che la presenza de na determinada frase nel Forum la pol parer malamente concepita, la confonde e no la è adecuada a tempi de paze. Dopo da lì è partì una diatriba fin tropo interesante.
La mia esperienza in Regione Trentino-Alto Adige: sono nata e arrivata fino all`età adolescente in provincia di Trento (poi son partita per sempre…) E` la provincia “da la metà en zò de la Region”, ossia dove regnava tranquillità, salvo quelli alcuni che ripudiavano i meridionali e che scrivevano dove volevano “via i teroni dal Trentin”,ma fu una fobia di non molta durata che mai arrivò a problemi seri, sempre parlando della mia provincia. Ricordo anche l`esistenza di quelli che manifestavano l`amore all`imperatore Franz Josef…sì, sì, c`erano!. E comunque al giorno d`oggi ci sono anche trentini che elucubrano un`Italia con il suo limite nord giù in fondo al Trentino.
Gli eventuali problemi etnici si manifestavano nella provincia di frontiera del nord, Bolzano, e lì sì che c`era quel fanatismo di voler essere tedeschi. Comunque la Provincia favorisce tutto questo, ma non so fin da quale data, premiando con punti di merito in più le opportunità di lavoro, di alloggio ecc. i cittadini di parlata bilingüe italiano-tedesco. Erano e sono scritti in italiano e tedesco i nomi delle strade, stazioni ferroviarie, negozi, alberghi, tutto. La provincia di Bolzano è stata dichiarata come provincia italiana del maggior benessere, e via dicendo.
varda che mi, senza volver entrometerme nel andamento de la vita dei triestini anca se me pias aver conoscenza, mi ho solo manifestà che la presenza de na determinada frase nel Forum la pol parer malamente concepita, la confonde e no la è adecuada a tempi de paze. Dopo da lì è partì una diatriba fin tropo interesante.
La mia esperienza in Regione Trentino-Alto Adige: sono nata e arrivata fino all`età adolescente in provincia di Trento (poi son partita per sempre…) E` la provincia “da la metà en zò de la Region”, ossia dove regnava tranquillità, salvo quelli alcuni che ripudiavano i meridionali e che scrivevano dove volevano “via i teroni dal Trentin”,ma fu una fobia di non molta durata che mai arrivò a problemi seri, sempre parlando della mia provincia. Ricordo anche l`esistenza di quelli che manifestavano l`amore all`imperatore Franz Josef…sì, sì, c`erano!. E comunque al giorno d`oggi ci sono anche trentini che elucubrano un`Italia con il suo limite nord giù in fondo al Trentino.
Gli eventuali problemi etnici si manifestavano nella provincia di frontiera del nord, Bolzano, e lì sì che c`era quel fanatismo di voler essere tedeschi. Comunque la Provincia favorisce tutto questo, ma non so fin da quale data, premiando con punti di merito in più le opportunità di lavoro, di alloggio ecc. i cittadini di parlata bilingüe italiano-tedesco. Erano e sono scritti in italiano e tedesco i nomi delle strade, stazioni ferroviarie, negozi, alberghi, tutto. La provincia di Bolzano è stata dichiarata come provincia italiana del maggior benessere, e via dicendo.
"Todo lo bueno me ha sido dado"