L'affondamento della Szent István
Regole del forum
Collegamenti al regolamento del forum in varie lingue ed alle norme sulla privacy in italiano.
Collegamenti al regolamento del forum in varie lingue ed alle norme sulla privacy in italiano.
10 giugno ricorda l'eroica impresa de Premuda.
Belisime le comemorazioni dela Marina Militare Italiana al'arsenal de Venezia con la presenza del Presidente Napolitano, el ministro dela difesa La Russa e altre Autorità.
90 anni trascorsi dal'afondamento dela corazata austriaca Santo Stefano, stroncando in definitivo el progeto de supremazia imperial nel'Adriatico e Mediterraneo.
Riporto el testo che se trova nel sito dela Marina Militare Italiana, in ricorenza de quel 10 giugno 1918.
L'eroica e brillante azione di Premuda
La più brillante ed audace azione navale della prima Guerra Mondiale La notte fra il 9 e il 10 Giugno 1918 una sezione di due MAS al comando del Capitano di Corvetta Luigi Rizzo lasciava il porto di Ancona dirigendosi verso l'isola di Premuda dove avrebbe dovuto effettuare un normale rastrellamento allo scopo di accertare la presenza in zona di campi minati.
Durante le operazioni di rastrellamento le unità intercettarono la potente squadra navale austriaca composta da due corazzate, un cacciatorpediniere e sei torpediniere che, uscita dalla base nemica di Pola, stava dirigendo verso il Canale di Otranto. Ebbe così origine una delle più brillanti azioni navali della prima guerra mondiale, nel corso della quale, a conclusione di un attacco condotto con incredibile audacia e grande perizia, il Comandante RIZZO silurò ed affondò la corazzata "Santo Stefano".
A Luigi RIZZO, già decorato con medaglia d'oro al valor militare per aver forzato sei mesi prima il porto di Trieste affondandovi la Corazzata "Wien" venne attribuita, per questa impresa una seconda medaglia d'oro.
A Premuda Rizzo risolse, senza saperlo, un problema ben più importante dell'affondamento di una singola nave, poichè l'impresa modificò profondamente l'attuazione di un piano politico e strategico che avrebbe portato le forze austriache, con ogni probabilità, ad ottenere la supremazia navale in Adriatico e forse nel Mediterraneo.
La flotta austriaca infatti si trovava in mare nel supremo tentativo di uscire da una lunga ed umiliante situazione d'inerzia. Il piano dell'Ammiraglio Horty era chiaro: attaccare all'improvviso le unità di vigilanza del Canale di Otranto e le forze leggere di protezione italo-franco-inglesi distruggendole prima che la parte più consistente della flotta alleata, concentrata a Taranto e a Corfù, potesse intervenire.
I siluri di Luigi RIZZO, colpendo una importante aliquota delle forze austriache e facendo crollare l'elemento sorpresa, troncarono l'impresa sul nascere, costringendo la flotta austriaca a rinunciare definitivamente all'ambizioso progetto. L'azione di Premuda convinse inoltre definitivamente gli alleati a lasciar cadere la questione relativa all'istituzione dei comandi navali in Mediterraneo lasciando il totale controllo dell'Adriatico all'Italia.
Ammirato dall'azione messa in atto da Luigi RIZZO il Comandante in Capo della Grand Fleet, l'Ammiraglio inglese David Beatty fece giungere all'Ammiraglio Cusani Visconti, Comandante della Flotta italiana, il seguente tele- gramma: "La Grand Fleet porge le 'più sentite congratulazioni alla flotta italiana per la splendida impresa condotta con tanto valore e tanta audacia contro il nemico austriaco".
L'impresa di Premuda rimase un fatto poco noto alla grande massa del popolo italiano, fino a quando, nel 1939, la data dell'azione fu scelta come festa della Marina Militare.
Belisime le comemorazioni dela Marina Militare Italiana al'arsenal de Venezia con la presenza del Presidente Napolitano, el ministro dela difesa La Russa e altre Autorità.
90 anni trascorsi dal'afondamento dela corazata austriaca Santo Stefano, stroncando in definitivo el progeto de supremazia imperial nel'Adriatico e Mediterraneo.
Riporto el testo che se trova nel sito dela Marina Militare Italiana, in ricorenza de quel 10 giugno 1918.
L'eroica e brillante azione di Premuda
La più brillante ed audace azione navale della prima Guerra Mondiale La notte fra il 9 e il 10 Giugno 1918 una sezione di due MAS al comando del Capitano di Corvetta Luigi Rizzo lasciava il porto di Ancona dirigendosi verso l'isola di Premuda dove avrebbe dovuto effettuare un normale rastrellamento allo scopo di accertare la presenza in zona di campi minati.
Durante le operazioni di rastrellamento le unità intercettarono la potente squadra navale austriaca composta da due corazzate, un cacciatorpediniere e sei torpediniere che, uscita dalla base nemica di Pola, stava dirigendo verso il Canale di Otranto. Ebbe così origine una delle più brillanti azioni navali della prima guerra mondiale, nel corso della quale, a conclusione di un attacco condotto con incredibile audacia e grande perizia, il Comandante RIZZO silurò ed affondò la corazzata "Santo Stefano".
A Luigi RIZZO, già decorato con medaglia d'oro al valor militare per aver forzato sei mesi prima il porto di Trieste affondandovi la Corazzata "Wien" venne attribuita, per questa impresa una seconda medaglia d'oro.
A Premuda Rizzo risolse, senza saperlo, un problema ben più importante dell'affondamento di una singola nave, poichè l'impresa modificò profondamente l'attuazione di un piano politico e strategico che avrebbe portato le forze austriache, con ogni probabilità, ad ottenere la supremazia navale in Adriatico e forse nel Mediterraneo.
La flotta austriaca infatti si trovava in mare nel supremo tentativo di uscire da una lunga ed umiliante situazione d'inerzia. Il piano dell'Ammiraglio Horty era chiaro: attaccare all'improvviso le unità di vigilanza del Canale di Otranto e le forze leggere di protezione italo-franco-inglesi distruggendole prima che la parte più consistente della flotta alleata, concentrata a Taranto e a Corfù, potesse intervenire.
I siluri di Luigi RIZZO, colpendo una importante aliquota delle forze austriache e facendo crollare l'elemento sorpresa, troncarono l'impresa sul nascere, costringendo la flotta austriaca a rinunciare definitivamente all'ambizioso progetto. L'azione di Premuda convinse inoltre definitivamente gli alleati a lasciar cadere la questione relativa all'istituzione dei comandi navali in Mediterraneo lasciando il totale controllo dell'Adriatico all'Italia.
Ammirato dall'azione messa in atto da Luigi RIZZO il Comandante in Capo della Grand Fleet, l'Ammiraglio inglese David Beatty fece giungere all'Ammiraglio Cusani Visconti, Comandante della Flotta italiana, il seguente tele- gramma: "La Grand Fleet porge le 'più sentite congratulazioni alla flotta italiana per la splendida impresa condotta con tanto valore e tanta audacia contro il nemico austriaco".
L'impresa di Premuda rimase un fatto poco noto alla grande massa del popolo italiano, fino a quando, nel 1939, la data dell'azione fu scelta come festa della Marina Militare.
Ogni luogo è Patria mia, perchè da ogni luogo posso vedere il cielo - Seneca.
Alla scienza unisci la carità, e la scienza ti sarà utile, non da sola, ma a motivo della carità.
Alla scienza unisci la carità, e la scienza ti sarà utile, non da sola, ma a motivo della carità.
- babatriestina
- senator
- Messaggi: 41943
- Iscritto il: dom 25 dic 2005, 19:29
- Località: Trieste, Borgo Teresiano
a mi tute ste storie me conferma l'impression che go avudo leggendo i libri de storia: prima della guerra tanti stati Europei ga fatto una gran corsa ai armamenti costruindo flotte con corazzate sempre più grandi ( e spendendoghe un sacco de bori). E po durante la guerra ste flotte se ga serado nei porti, i pochi tentativi de uscir xe stai bloccai e le grandi battaglie navali che i pensava no xe stade. Zonteria che ste flotte, stufe de star serade inattive, xe stade , al termine della guerra, logo de rivoluzioni qua e là ( Cattaro, i tedeschi, i russi..).
qualche link.
http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Rizzo
http://en.wikipedia.org/wiki/SMS_Szent_Istv%C3%A1n
http://it.youtube.com/watch?v=ilPvSYd_-Es
http://de.wikipedia.org/wiki/SMS_Szent_Istv%C3%A1n
http://www.naval-history.net/WW1NavyAustrian.htm
una frase del wiki italian che me ga colpido xe stada questa:
qualche link.
http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Rizzo
http://en.wikipedia.org/wiki/SMS_Szent_Istv%C3%A1n
http://it.youtube.com/watch?v=ilPvSYd_-Es
http://de.wikipedia.org/wiki/SMS_Szent_Istv%C3%A1n
http://www.naval-history.net/WW1NavyAustrian.htm
una frase del wiki italian che me ga colpido xe stada questa:
A mi me paressi natural che tutti i marineri dovessi saver nudar!!!L'affondamento della Szent István fu facilitato dai difetti intrinseci della nave: un basso dislocamento e alto centro di gravità, unito all'enorme peso dei cannoni. Tuttavia, il tributo di vite umane fu relativamente moderato (quattro ufficiali e 85 marinai) grazie al fatto che tutti i marinai austriaci dovevano apprendere a nuotare prima di entrare in servizio.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
- babatriestina
- senator
- Messaggi: 41943
- Iscritto il: dom 25 dic 2005, 19:29
- Località: Trieste, Borgo Teresiano
Osservazion de MOD: sti ultimi post mi li vedessi de più nela sezion Navi da guerra, sempre nella prima guerra mondial. El titolo rievocazioni storiche no se riferiva tanto alle commemorazioni, quanto a "messe in scena" con costumi e oggetti d'epoca del modo de viver durante la guerra.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
Esatto. Solo, per bocche italiane, è praticamente impossibile pronunciare il nome del patrono ungherese, in lingua originale. Per questo credo che sia stato tradotto.McFriend ha scritto:Mi risulta che la nave austriaca si chiamava SMS Szent István e non Santo Stefano. Costruita a Fiume-Bergodi su piani di Siegfried Popper. Allora Fiume era territorio ungherese e per cui il nome della nave era in ungherese.
[i]Liliana[/i]
- . - . -
[size=75][i]"Quando comincia una guerra, la prima vittima è la Verità.
Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
quelle dei vincitori, diventano Storia."
(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
- . - . -
[size=75][i]"Quando comincia una guerra, la prima vittima è la Verità.
Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
quelle dei vincitori, diventano Storia."
(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
Anche perchè le consumava una quantità enorme de carbon e de acqua.babatriestina ha scritto:a mi tute ste storie me conferma l'impression che go avudo leggendo i libri de storia: prima della guerra tanti stati Europei ga fatto una gran corsa ai armamenti costruindo flotte con corazzate sempre più grandi ( e spendendoghe un sacco de bori). E po durante la guerra ste flotte se ga serado nei porti, i pochi tentativi de uscir xe stai bloccai e le grandi battaglie navali che i pensava no xe stade.
L'Italia podeva rifornir le sue navi lungo bona parte della costa dell'Adriatico, pianeggiante.
L'Austria-Ungheria gaveva inveze la costa dalmata, montagnosa e con strade praticamente inesistenti. Portar rifornimenti a Cattaro via tera no doveva esser facile. E in più i taliani ga fato un bloco al Canale d'Otranto per no permeterghe ale navi austriache de andar in Mediterraneo.
Con l'afondamento dela Sent Istvan, el comando austriaco se ga reso conto che le sue potenti corazzate... in realtà no iera proprio tanto potenti e le ga tignude ferme nei porti. Oviamente no xe de pezo per la disiplina de una nave ferma in porto. Se ga voia de far piturar la nave e de far esercitazioni.
[i]Liliana[/i]
- . - . -
[size=75][i]"Quando comincia una guerra, la prima vittima è la Verità.
Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
quelle dei vincitori, diventano Storia."
(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
- . - . -
[size=75][i]"Quando comincia una guerra, la prima vittima è la Verità.
Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
quelle dei vincitori, diventano Storia."
(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
- AdlerTS
- cavalier del forum
- Messaggi: 9561
- Iscritto il: mar 27 dic 2005, 21:35
- Località: mail: adlerts[at]email.it
Bon, go separado mi el discorso. Deme ancora do giorni e ve conto quel che so mi.babatriestina ha scritto:Osservazion de MOD: sti ultimi post mi li vedessi de più nela sezion Navi da guerra, sempre nella prima guerra mondial. El titolo rievocazioni storiche no se riferiva tanto alle commemorazioni, quanto a "messe in scena" con costumi e oggetti d'epoca del modo de viver durante la guerra.
Mal no far, paura no gaver.
Ho appena trovato un sito interessante riguardo la nave in inglese.
www.smsszentistvan.com
www.smsszentistvan.com
My heart's in the Highlands
- babatriestina
- senator
- Messaggi: 41943
- Iscritto il: dom 25 dic 2005, 19:29
- Località: Trieste, Borgo Teresiano
molto bello il sito, ovviamente va aperta la pagina laterale sulla nave. Ci sono la storia, tante foto e pure le foto dela nave, tuttora sul fondale e considerata una tomba, a causa dei marinai morti rimasti dentro- si trattava dei una parte degli addetti alle macchine- che non riuscirono ad uscire e a salvarsi a nuoto, anche perchè il Comandante ritardò il momento dell'ordine di abbandonare la nave
Almeno qualcuno che rispetta i morti adesso, perchè ormai con la scusa dell'archeologia vanno a scavare anche morti recenti..
i pezzi recuperati si trovano in un museo a Pola.
interessante la spiegazione del motivo per cui c'è il filmato dell'affondamento: è stato girato dalla Tegetthoff, che invece era stata mancata dai siluri italiani e che era pronta a a filmare una vittoria.
These dramatic moments were recorded on film tape by the film crew from TEGETTHOFF, scheduled to record the imminent victory. Instead, they recorded the disaster. At 06:12 h SZENT ISTVAN vanished forever from the surface and settled on the seabed 66 m below the surface.
Almeno qualcuno che rispetta i morti adesso, perchè ormai con la scusa dell'archeologia vanno a scavare anche morti recenti..
i pezzi recuperati si trovano in un museo a Pola.
interessante la spiegazione del motivo per cui c'è il filmato dell'affondamento: è stato girato dalla Tegetthoff, che invece era stata mancata dai siluri italiani e che era pronta a a filmare una vittoria.
These dramatic moments were recorded on film tape by the film crew from TEGETTHOFF, scheduled to record the imminent victory. Instead, they recorded the disaster. At 06:12 h SZENT ISTVAN vanished forever from the surface and settled on the seabed 66 m below the surface.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
- AdlerTS
- cavalier del forum
- Messaggi: 9561
- Iscritto il: mar 27 dic 2005, 21:35
- Località: mail: adlerts[at]email.it
Il capitano di corvetta Rizzo, comandante della IV flottiglia Mas, riferì al suo superiore diretto di Ancona:
Alle 17 del 9 al comando della Sezione "Mas 15 - capo timoniere Gori Arnando, - e Mas 21 - guardiamarina di complemento sig. Aonzo Giuseppe" […] lasciò Ancona al rimorchio delle torpediniere verso l'isolotto Lutrosnjak […] con lo scopo di accertare la presenza di sbarramento con mine collegate a profondità inferiori ai 30 metri dal pelo dell'acqua. Sia all'andata che al ritorno da esito negativo.
Verso le 3.15 essendo a circa miglia 6,5 da Lutrosnjak avvisto, una grande nuvola di fumo […] giudicai che, per esser stato scoperto dalla stazione di Gruiza, cacciatorpediniere e torpediniere provenienti da Lussin fossero venuti a danni caccia. […] Essendo già all'alba non ritenni conveniente prender caccia perché con l'aumentare della luce i cacciatorpediniere in vicinanza della costa nemica avrebbero facilmente avuto ragione dei due Mas la cui velocità massima, con siluri, si aggira sulle 20 miglia.
Decisi perciò di approfittare della luce incerta per prevenire l' attacco e perciò seguito dal Mas 21 invertii la rotta, dirigendo sulle unita nemiche alla minima velocità […] Decisi di eseguire il lancio alla minima distanza possibile e perciò diressi in modo da portarmi all'attacco passando fra i due caccia che fiancheggiavano la prima nave. […] I due siluri colpirono la nave e scoppiarono quello di dritta fra la prima e seconda ciminiera, quello di sinistra fra la ciminiera poppiera e la poppa sollevando due grandi nuvole di acqua e fumo nerastro.
In pratica, mentre cercava campi minati, si trovò di fronte la flotta AU e, dovendo scaricare i siluri perché questi gli impedivano di raggiungere una velocità adatta alla fuga, li sparò contro la nave avversaria.
Da riconoscere che avrebbe potuto spararli in mare “a vuoto” e fuggire da maggiore distanza, ma forse questo avrebbe rivelato la sua posizione. Essenzialmente, fece di necessità virtù.
La descrizione di Hans Sokol vuole che le grandi navi da guerra fossero comunque destinate a restare di guardia ai porti, mentre le piccole unità erano impiegate nelle vere missioni di guerra, ma a causa delle difficoltà create dagli Alleati al movimento dei sommergibili dell’Alleanza attraverso il canale d'Otranto, il contrammiraglio Horthy de Nagybanya, si decise a preparare un’operazione di guerra coi grossi calibri, iniziata l’8 giugno.
Per l’attacco, il testo racconta che al mattino dell'10 giugno verso le 3.30 appena oltrepassato Sansego, a circa 9 miglia a sud-ovest dell'isola di Premuda, si udì all' altezza del compartimento prodiero delle caldaie un’esplosione, seguita da un’altra un poco più a poppavia. La nave non vide alcuna unita nemica, ma vide le torpediniere di scorta che sparavano colpi di cannone.
Il Mas 15, aveva lanciato due siluri contro la Szent Istvan, mentre il Mas 21 lanciò due siluri contro il Tegetthoff, senza colpirlo. Per la sua superiore velocità il Mas scarico dai siluri riuscì a scappare dalle torpediniere.
Sulla Szent 1stvan si fermarono le macchine e cominciò a sbandare verso destra assumendo una inclinazione di 10°. Il comandante della nave, capitano di vascello Enrico Seitz, diede l'ordine di eseguire gli allagamenti atti a compensare lo sbandamento.
La via d'acqua si era aperta nel compartimento di caldaie poppiere, che furono sgombrate. Si fecero i preparativi per prendere la nave a rimorchio e le torri furono girate per portare i pezzi sulla sinistra.
Siccome la macchina poteva ancora funzionare alla velocità di 4,5 miglia si decise di puntare verso il Porto Brgulje, ma giunse la notizia che si era aperta una via d'acqua anche nelle caldaie di prora. Quelli dell’equipaggio che al momento dell'esplosione si erano buttati fuori bordo vennero ripescati dalla torpediniera 77. Le altre torpediniere proteggevano la Szent Istvan navigando in cerchio attorno ad essa.
La pressione in caldaia cominciò a scendere, le pompe rallentarono di andatura e la luce elettrica si spense: la lotta contro la morte era cominciata.
Lo sbandamento aumentava e quindi il comandante fece spegnere i fuochi delle caldaie: quando, all’aumentare dello sbandamento i forni di due caldaie vennero a trovarsi scoperti dall'acqua, due caldaie vennero subito rimesse in azione e continuarono a funzionare finché la nave non si capovolse, provocando la morte del personale ancora al proprio posto.
Dopo il cedimento di una paratia stagna lo sbandamento della nave ricominciò ad aumentare ed il tenente di vascello Antonio Reich diede all'equipaggio il comando di prepararsi ad abbandonare la nave. Sul Tegetthoff a causa dell'oscurità non ci si rese subito conto dell’accaduto. Alle 4.20 il Tegetthoff tentò finalmente il rimorchio, ma dovette desistere per un ulteriore presunto attacco nemico che lo costrinse ad una manovra di allontanamento. Quando il Tegetthoff ritornò in prossimità della Szent Istvan, il suo sbandamento era molto aumentato, ma vi erano ancora tutte le apparenze che se le paratie stagne tenessero e si potesse salvare la nave. II Tegetthoff tentò nuovamente il rimorchio, ma la Szent Istvan, cominciò improvvisamente a sbandare
più forte ed il cavo di rimorchio dovette esser tagliato. Il capitano di vascello Seitz si trovava col suo stato maggiore sul ponte di comando mentre a poppa il cappellano benediceva la nave.
L'equipaggio, fino a quel momento in ordine, scivolò lungo la coperta inclinata e da prora alcuni saltarono in acqua. Qualche centinaio di persone, mentre la nave si capovolgeva, si arrampicò sul lato per raggiungere la chiglia, anche ferendosi. Alle 6.05 la Szent Istvan si capovolse inabissandosi in latitudine 44° 16' nord, e longitudine 14° 13' est Greenwich. Perirono, vittime del siluramento, 4 ufficiali ed 85 persone dell'equipaggio; 29 uomini furono raccolti feriti.
Alle 17 del 9 al comando della Sezione "Mas 15 - capo timoniere Gori Arnando, - e Mas 21 - guardiamarina di complemento sig. Aonzo Giuseppe" […] lasciò Ancona al rimorchio delle torpediniere verso l'isolotto Lutrosnjak […] con lo scopo di accertare la presenza di sbarramento con mine collegate a profondità inferiori ai 30 metri dal pelo dell'acqua. Sia all'andata che al ritorno da esito negativo.
Verso le 3.15 essendo a circa miglia 6,5 da Lutrosnjak avvisto, una grande nuvola di fumo […] giudicai che, per esser stato scoperto dalla stazione di Gruiza, cacciatorpediniere e torpediniere provenienti da Lussin fossero venuti a danni caccia. […] Essendo già all'alba non ritenni conveniente prender caccia perché con l'aumentare della luce i cacciatorpediniere in vicinanza della costa nemica avrebbero facilmente avuto ragione dei due Mas la cui velocità massima, con siluri, si aggira sulle 20 miglia.
Decisi perciò di approfittare della luce incerta per prevenire l' attacco e perciò seguito dal Mas 21 invertii la rotta, dirigendo sulle unita nemiche alla minima velocità […] Decisi di eseguire il lancio alla minima distanza possibile e perciò diressi in modo da portarmi all'attacco passando fra i due caccia che fiancheggiavano la prima nave. […] I due siluri colpirono la nave e scoppiarono quello di dritta fra la prima e seconda ciminiera, quello di sinistra fra la ciminiera poppiera e la poppa sollevando due grandi nuvole di acqua e fumo nerastro.
In pratica, mentre cercava campi minati, si trovò di fronte la flotta AU e, dovendo scaricare i siluri perché questi gli impedivano di raggiungere una velocità adatta alla fuga, li sparò contro la nave avversaria.
Da riconoscere che avrebbe potuto spararli in mare “a vuoto” e fuggire da maggiore distanza, ma forse questo avrebbe rivelato la sua posizione. Essenzialmente, fece di necessità virtù.
La descrizione di Hans Sokol vuole che le grandi navi da guerra fossero comunque destinate a restare di guardia ai porti, mentre le piccole unità erano impiegate nelle vere missioni di guerra, ma a causa delle difficoltà create dagli Alleati al movimento dei sommergibili dell’Alleanza attraverso il canale d'Otranto, il contrammiraglio Horthy de Nagybanya, si decise a preparare un’operazione di guerra coi grossi calibri, iniziata l’8 giugno.
Per l’attacco, il testo racconta che al mattino dell'10 giugno verso le 3.30 appena oltrepassato Sansego, a circa 9 miglia a sud-ovest dell'isola di Premuda, si udì all' altezza del compartimento prodiero delle caldaie un’esplosione, seguita da un’altra un poco più a poppavia. La nave non vide alcuna unita nemica, ma vide le torpediniere di scorta che sparavano colpi di cannone.
Il Mas 15, aveva lanciato due siluri contro la Szent Istvan, mentre il Mas 21 lanciò due siluri contro il Tegetthoff, senza colpirlo. Per la sua superiore velocità il Mas scarico dai siluri riuscì a scappare dalle torpediniere.
Sulla Szent 1stvan si fermarono le macchine e cominciò a sbandare verso destra assumendo una inclinazione di 10°. Il comandante della nave, capitano di vascello Enrico Seitz, diede l'ordine di eseguire gli allagamenti atti a compensare lo sbandamento.
La via d'acqua si era aperta nel compartimento di caldaie poppiere, che furono sgombrate. Si fecero i preparativi per prendere la nave a rimorchio e le torri furono girate per portare i pezzi sulla sinistra.
Siccome la macchina poteva ancora funzionare alla velocità di 4,5 miglia si decise di puntare verso il Porto Brgulje, ma giunse la notizia che si era aperta una via d'acqua anche nelle caldaie di prora. Quelli dell’equipaggio che al momento dell'esplosione si erano buttati fuori bordo vennero ripescati dalla torpediniera 77. Le altre torpediniere proteggevano la Szent Istvan navigando in cerchio attorno ad essa.
La pressione in caldaia cominciò a scendere, le pompe rallentarono di andatura e la luce elettrica si spense: la lotta contro la morte era cominciata.
Lo sbandamento aumentava e quindi il comandante fece spegnere i fuochi delle caldaie: quando, all’aumentare dello sbandamento i forni di due caldaie vennero a trovarsi scoperti dall'acqua, due caldaie vennero subito rimesse in azione e continuarono a funzionare finché la nave non si capovolse, provocando la morte del personale ancora al proprio posto.
Dopo il cedimento di una paratia stagna lo sbandamento della nave ricominciò ad aumentare ed il tenente di vascello Antonio Reich diede all'equipaggio il comando di prepararsi ad abbandonare la nave. Sul Tegetthoff a causa dell'oscurità non ci si rese subito conto dell’accaduto. Alle 4.20 il Tegetthoff tentò finalmente il rimorchio, ma dovette desistere per un ulteriore presunto attacco nemico che lo costrinse ad una manovra di allontanamento. Quando il Tegetthoff ritornò in prossimità della Szent Istvan, il suo sbandamento era molto aumentato, ma vi erano ancora tutte le apparenze che se le paratie stagne tenessero e si potesse salvare la nave. II Tegetthoff tentò nuovamente il rimorchio, ma la Szent Istvan, cominciò improvvisamente a sbandare
più forte ed il cavo di rimorchio dovette esser tagliato. Il capitano di vascello Seitz si trovava col suo stato maggiore sul ponte di comando mentre a poppa il cappellano benediceva la nave.
L'equipaggio, fino a quel momento in ordine, scivolò lungo la coperta inclinata e da prora alcuni saltarono in acqua. Qualche centinaio di persone, mentre la nave si capovolgeva, si arrampicò sul lato per raggiungere la chiglia, anche ferendosi. Alle 6.05 la Szent Istvan si capovolse inabissandosi in latitudine 44° 16' nord, e longitudine 14° 13' est Greenwich. Perirono, vittime del siluramento, 4 ufficiali ed 85 persone dell'equipaggio; 29 uomini furono raccolti feriti.
Mal no far, paura no gaver.
- sono piccolo ma crescero
- cavalier del forum
- Messaggi: 8898
- Iscritto il: ven 11 mag 2007, 14:08
- Località: Trieste
Oggi ho letto il resoconto della partita Italia Francia sui giornali disponibili sul web:
I giornali italiani: per un infortunio, Ribery deve lasciare il campo
I francesi: Ribéry, duramente colpito alla gamba sinistra deve lasciare il campo.
I giornali italiani: il rigore a favore (indiscutibile) con l'espulsione di Abidal
I francesi: il rigore benignamente concesso
I giornali italiani: arbitraggio impeccabile
I francesi: L'UEFA dovrebbe sanzionare quest'arbitro
E adesso torniamo alla Szent Istvan; possiamo ridurre a cronaca così: "Due motosiluranti italiani in perlustrazione incontrano una flotta austro-ungherese. Prima di allontanarsi per evitare di essere affondati, approfittando della scarsa luce, riescono a scaricare i siluri contro le due navi maggiori, una delle quali viene colpita ed affondata, l'altra mancata. Alleggeriti del carico i due motosiluranti riescono ad allontanarsi velocemente senza essere colpiti."
Eroismo? Forse semplicemente senso del dovere ed operazione conclusa in modo corretto. Comunque, beato quel popolo che non ha bisogno di eroi.
Un commento? Non vorrei avere sulla coscienza la morte di alcune decine di marinai della Szent Istvan, ma nemmeno quelli della Re d'Italia a Lissa, che non erano di legno, ma uomini, con madri, mogli e figli a casa che li aspettavano e non li hanno visti più.
I giornali italiani: per un infortunio, Ribery deve lasciare il campo
I francesi: Ribéry, duramente colpito alla gamba sinistra deve lasciare il campo.
I giornali italiani: il rigore a favore (indiscutibile) con l'espulsione di Abidal
I francesi: il rigore benignamente concesso
I giornali italiani: arbitraggio impeccabile
I francesi: L'UEFA dovrebbe sanzionare quest'arbitro
E adesso torniamo alla Szent Istvan; possiamo ridurre a cronaca così: "Due motosiluranti italiani in perlustrazione incontrano una flotta austro-ungherese. Prima di allontanarsi per evitare di essere affondati, approfittando della scarsa luce, riescono a scaricare i siluri contro le due navi maggiori, una delle quali viene colpita ed affondata, l'altra mancata. Alleggeriti del carico i due motosiluranti riescono ad allontanarsi velocemente senza essere colpiti."
Eroismo? Forse semplicemente senso del dovere ed operazione conclusa in modo corretto. Comunque, beato quel popolo che non ha bisogno di eroi.
Un commento? Non vorrei avere sulla coscienza la morte di alcune decine di marinai della Szent Istvan, ma nemmeno quelli della Re d'Italia a Lissa, che non erano di legno, ma uomini, con madri, mogli e figli a casa che li aspettavano e non li hanno visti più.
- babatriestina
- senator
- Messaggi: 41943
- Iscritto il: dom 25 dic 2005, 19:29
- Località: Trieste, Borgo Teresiano
L'esempio della partita di ieri è bellissimo
un commento più generale, visto anche quanto sopra: prima della guerra, i governi spesero un sacco di soldi nella costruzione di grandi flotte e grandi corazzate, anche per questioni di prestigio, e dubito che nelle loro intenzioni originali prevedessero di usarle , come riferisce Adler, solo per far la guardia ai porti!
la guerra sfuggì di mano a coloro che vi si erano allegramente preparati, e mi riferisco alla maggior parte degli stati partecipanti, da una parte e dall'altra, le grandi navi rimasero bloccate anche per problemi di carburante, quelle austroungariche per mancanza di carbone, e non sapevo che invece le inglesi funzionassero già a petrolio ( vedi già allora l'interesse ai pozzi petroliferi- in particolare del Medio Oriente) e invece dopo un po' di discussione sulle implicazioni morali prese il sopravvento la guerra totale dei sottomarini, soprattutto da parte della Germania, un po' come aveva previsto Jules Verne nel 1870 col suo Nautilus di Ventimila leghe sotto i mari.
un commento più generale, visto anche quanto sopra: prima della guerra, i governi spesero un sacco di soldi nella costruzione di grandi flotte e grandi corazzate, anche per questioni di prestigio, e dubito che nelle loro intenzioni originali prevedessero di usarle , come riferisce Adler, solo per far la guardia ai porti!
la guerra sfuggì di mano a coloro che vi si erano allegramente preparati, e mi riferisco alla maggior parte degli stati partecipanti, da una parte e dall'altra, le grandi navi rimasero bloccate anche per problemi di carburante, quelle austroungariche per mancanza di carbone, e non sapevo che invece le inglesi funzionassero già a petrolio ( vedi già allora l'interesse ai pozzi petroliferi- in particolare del Medio Oriente) e invece dopo un po' di discussione sulle implicazioni morali prese il sopravvento la guerra totale dei sottomarini, soprattutto da parte della Germania, un po' come aveva previsto Jules Verne nel 1870 col suo Nautilus di Ventimila leghe sotto i mari.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
Pienamente d'accordo con te sulla inutilita delle guerre e dei morti.sono piccolo ma crescero ha scritto: Non vorrei avere sulla coscienza la morte di alcune decine di marinai della Szent Istvan, ma nemmeno quelli della Re d'Italia a Lissa, che non erano di legno, ma uomini, con madri, mogli e figli a casa che li aspettavano e non li hanno visti più.
Da quello che ho letto riguardante Lissa ci furono dei gravi errori da parte italiana: Persano che non voleva prendere il comando, quasi obbligato. I suoi sottoposti che non lo rispettavano e che facevano di tutto per sabotarlo. Pressione degli prussiani sul governo italiano di fare uscire subito la squadra italiana, cambio della nave di Persano all'ultimo momento senza riuscire a dare la notizia alle altre navi.
My heart's in the Highlands
..... Come no !!!!! El nome dela nave iera quel, ma per lori. Per noi el nome tradoto vien fora Santo Stefano, come per tanti altri nomi. Semplice !!McFriend ha scritto:Mi risulta che la nave austriaca si chiamava SMS Szent István e non Santo Stefano. Costruita a Fiume-Bergodi su piani di Siegfried Popper. Allora Fiume era territorio ungherese e percui il nome della nave era in ungherese.
Ogni luogo è Patria mia, perchè da ogni luogo posso vedere il cielo - Seneca.
Alla scienza unisci la carità, e la scienza ti sarà utile, non da sola, ma a motivo della carità.
Alla scienza unisci la carità, e la scienza ti sarà utile, non da sola, ma a motivo della carità.
Esatto !!! Solo per "dita italiane" è praticamente impossibile scrivere il nome del patrono ungherese, in lingua originale. Per questo credo che sia stato tradotto.serlilian ha scritto:Esatto. Solo, per bocche italiane, è praticamente impossibile pronunciare il nome del patrono ungherese, in lingua originale. Per questo credo che sia stato tradotto.McFriend ha scritto:Mi risulta che la nave austriaca si chiamava SMS Szent István e non Santo Stefano. Costruita a Fiume-Bergodi su piani di Siegfried Popper. Allora Fiume era territorio ungherese e per cui il nome della nave era in ungherese.
Meno mal son rivà a capir quel che iera scrito sora. Se fussi stado scrito in gnoco no ghe rivavo mai.
Ogni luogo è Patria mia, perchè da ogni luogo posso vedere il cielo - Seneca.
Alla scienza unisci la carità, e la scienza ti sarà utile, non da sola, ma a motivo della carità.
Alla scienza unisci la carità, e la scienza ti sarà utile, non da sola, ma a motivo della carità.
Qualche amico ga leto el resoconto dele partide dei anfitrioni ?sono piccolo ma crescero ha scritto:Oggi ho letto il resoconto della partita Italia Francia sui giornali disponibili sul web:
I giornali italiani: per un infortunio, Ribery deve lasciare il campo
I francesi: Ribéry, duramente colpito alla gamba sinistra deve lasciare il campo.
I giornali italiani: il rigore a favore (indiscutibile) con l'espulsione di Abidal
I francesi: il rigore benignamente concesso
I giornali italiani: arbitraggio impeccabile
I francesi: L'UEFA dovrebbe sanzionare quest'arbitro
Ogni luogo è Patria mia, perchè da ogni luogo posso vedere il cielo - Seneca.
Alla scienza unisci la carità, e la scienza ti sarà utile, non da sola, ma a motivo della carità.
Alla scienza unisci la carità, e la scienza ti sarà utile, non da sola, ma a motivo della carità.
- AdlerTS
- cavalier del forum
- Messaggi: 9561
- Iscritto il: mar 27 dic 2005, 21:35
- Località: mail: adlerts[at]email.it
Leggendo Hans Sokol se capissi che pur non essendo stade costruide solo per la difesa delle coste, l'evoluzion della guerra ga portado a preferir piccole navi veloci e sottomarini alle imponenti navi corazzate. Tutto qua.babatriestina ha scritto: prima della guerra, i governi spesero un sacco di soldi nella costruzione di grandi flotte e grandi corazzate, anche per questioni di prestigio, e dubito che nelle loro intenzioni originali prevedessero di usarle , come riferisce Adler, solo per far la guardia ai porti!
Mal no far, paura no gaver.