Idroscalo
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da md80.it
L'avvicinarsi dei 100 anni di fondazione del Cantiere Navale Triestino fondato dai Cosulich nel 1908, che con le sue Officine Aeronautiche sorte nel 1923, diede il 'mezzo aereo' alla Sisa Società Italiana Servizi Aerei di Trieste, costituisce una interessante riferimento all'edizione di una pubblicazione che traccia la storia di questa Compagnia aerea.
Ne sono autori il giornalista aeronautico Carlo d'Agostino, già autore di numerose opere di carattere storico del settore e lo storico triestino Mario Tomarchio, ricercatore di tutto quanto riguarda l'aviazione in particolare del Friuli Venezia Giulia e delle coste adriatiche, che sono riusciti a condensare in poco più di 100 pagine arricchite da quasi 200 fotografie, molte delle quali inedite, le vicende della prima compagnia aerea commerciale italiana.
Il libro, edito sotto l’egida dell'Ugai Unione Giornalisti Aerospaziali Italiani e con il Patrocinio dell'IRCI Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata si inserisce di pieno diritto nella pubblicistica specializzata, non dimenticando gli autori sia l'Ala Littoria che assorbì la Sisa poco prima dello scoppio della II guerra mondiale sia un avvenimento che coinvolse le coste italiane ed in particolare Trieste, la crociera del Dornier Do-X (un mastodonte in grado di trasportare 150 passeggeri oltre a 10 membri dell'equipaggio, dotato di 12 motori da 525 HP e pesante 52 tonnellate) che toccò Napoli-Taranto-Ancona-Zara-Fiume-Pola-Trieste e Venezia fra il 16 settembre ed il 21 ottobre 1931.
L'avvicinarsi dei 100 anni di fondazione del Cantiere Navale Triestino fondato dai Cosulich nel 1908, che con le sue Officine Aeronautiche sorte nel 1923, diede il 'mezzo aereo' alla Sisa Società Italiana Servizi Aerei di Trieste, costituisce una interessante riferimento all'edizione di una pubblicazione che traccia la storia di questa Compagnia aerea.
Ne sono autori il giornalista aeronautico Carlo d'Agostino, già autore di numerose opere di carattere storico del settore e lo storico triestino Mario Tomarchio, ricercatore di tutto quanto riguarda l'aviazione in particolare del Friuli Venezia Giulia e delle coste adriatiche, che sono riusciti a condensare in poco più di 100 pagine arricchite da quasi 200 fotografie, molte delle quali inedite, le vicende della prima compagnia aerea commerciale italiana.
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Trovato ! "La prima compagnia aerea commerciale italiana" , Aviani & Aviani editori. Xe molto ricco de foto, tempo po' de legerlo e ve conto qualcossaAdlerTS ha scritto:Ne sono autori il giornalista aeronautico Carlo d'Agostino, già autore di numerose opere di carattere storico del settore e lo storico triestino Mario Tomarchio, ricercatore di tutto quanto riguarda l'aviazione in particolare del Friuli Venezia Giulia e delle coste adriatiche, che sono riusciti a condensare in poco più di 100 pagine arricchite da quasi 200 fotografie, molte delle quali inedite, le vicende della prima compagnia aerea commerciale italiana.
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El libro riporta che i pochi incidenti occorsi xe quasi tuti causadi da situazioni imprevedibili o da brute condizioni atmosferiche e tra questi el primo grave incidente xe successo dopo quattro anni de attività:l'8 agosto 1930 alle ore 8.30, el Cant 22 I-AACN "San Vito" in linea Trieste - Zara, con 6 persone dentro a bordo urta contro una trave galleggiante sommersa all' entrata del porto de Trieste, nascosta dalla bora.
L'aereo se ribalta e per un buso nello scafo affonda fazendo morir un passeggero per annegamento, con tre feriti tra l'equipaggio soccorsi dal piroscafo "Salvore".
12 giorni dopo alle 9.45 sul Cant 22 I-AACL "San Giusto" con a bordo 15 persone (massimo carico) da poco decollado da Lussimpiccolo verso Zara, mentre sorvola l'isola de S. Pietro in Nembi, perdi una pala dell' elica del motor de sinistra ed un toco sfonda la cabina passeggeri, ciapando in testa Emma Cosulich, muleta de 10 anni fia dei Guido Cosulich mentre la signora Ersilia Vidulich, sua nonna, perderà el brazo sinistro.
L'aereo ammararerà in località Cigale con i altri 2 motori.
La morte della muleta, che frequentava el Collegio "Notre Dame de Sion" porta molta commozion in città.
Pochi giorni dopo, el 5 settembre alle ore 8.30 el Cant 22 I-AACK "San Sergio" della Trieste - Zara con sei persone a bordo, se infila ein acqua e se ribalta nella manovra de decollo dal porto di Trieste, causando la morte dei due passeggeri. L'aereo vegnerà demolido a causa dei seri danni.
El 26 settembre 1932 alle ore 14.40 el Cant 22 I-ADDA "San Vito" (omonimo de quel distruto nell'agosto 1930 a Trieste) partido da Venezia con 6 persone a bordo xe costretto ad ammarar vizin Grado per un violento temporal, urtando contro l'argine della strada del cimitero de Grado, capottando: tre morti, tre feriti e l'aereo completamente distrutto.
Infine el 20 febbraio 1936 circa alle ore 9, el Cant 22 I-ALFA "San Sergio" (altro omonimo) dell' Ala Littoria con 5 a bordo durante el volo Trieste - Zara sorvolando basso su Rovigno, urta causa nebbia con l'ala sinistra contro la cima del campanil del Duomo, provocando la caduta della statua de Sant'Eufemia posta in zima del campanil e precipitando in mar dalla quota de 15 metri, provocando la morte del pilota e del cav. Pietro Bonetti, fondator e proprietario della "Pasta Zara".
L'aereo se ribalta e per un buso nello scafo affonda fazendo morir un passeggero per annegamento, con tre feriti tra l'equipaggio soccorsi dal piroscafo "Salvore".
12 giorni dopo alle 9.45 sul Cant 22 I-AACL "San Giusto" con a bordo 15 persone (massimo carico) da poco decollado da Lussimpiccolo verso Zara, mentre sorvola l'isola de S. Pietro in Nembi, perdi una pala dell' elica del motor de sinistra ed un toco sfonda la cabina passeggeri, ciapando in testa Emma Cosulich, muleta de 10 anni fia dei Guido Cosulich mentre la signora Ersilia Vidulich, sua nonna, perderà el brazo sinistro.
L'aereo ammararerà in località Cigale con i altri 2 motori.
La morte della muleta, che frequentava el Collegio "Notre Dame de Sion" porta molta commozion in città.
Pochi giorni dopo, el 5 settembre alle ore 8.30 el Cant 22 I-AACK "San Sergio" della Trieste - Zara con sei persone a bordo, se infila ein acqua e se ribalta nella manovra de decollo dal porto di Trieste, causando la morte dei due passeggeri. L'aereo vegnerà demolido a causa dei seri danni.
El 26 settembre 1932 alle ore 14.40 el Cant 22 I-ADDA "San Vito" (omonimo de quel distruto nell'agosto 1930 a Trieste) partido da Venezia con 6 persone a bordo xe costretto ad ammarar vizin Grado per un violento temporal, urtando contro l'argine della strada del cimitero de Grado, capottando: tre morti, tre feriti e l'aereo completamente distrutto.
Infine el 20 febbraio 1936 circa alle ore 9, el Cant 22 I-ALFA "San Sergio" (altro omonimo) dell' Ala Littoria con 5 a bordo durante el volo Trieste - Zara sorvolando basso su Rovigno, urta causa nebbia con l'ala sinistra contro la cima del campanil del Duomo, provocando la caduta della statua de Sant'Eufemia posta in zima del campanil e precipitando in mar dalla quota de 15 metri, provocando la morte del pilota e del cav. Pietro Bonetti, fondator e proprietario della "Pasta Zara".
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Pensa po che jera presenti el sottosegretario all'aeronautica, el capo ufficio del traffico aereo, el direttor dell'Aviazion civile ed el direttor generale del traffico aereo ! tuti a boca sutaffdt ha scritto:el conta tra l'altro che no xe vero che l'inaugurazion i la ga fata partindo de 'l molo audace (come che xe scrito su 'l molo) perche` iera tropa bora e cusi` i ga portado la gente a portorose e i xe partidi de la` ;-D insoma ... no se pol piu' crederghe gnanca a le targhe che i meti per ricordo ;-D
Tornando al capannon che ogi dì xe sede della guardia costiera, per anni sede appunto del SISA, go letto che la scelta de costruirlo la la ga fatta niente meno che sior Italo Balbo nel 1930 !
Putroppo anche sto capannon xe sporco de sangue, perché tirando su con l'Ursus la travatura de ferro sull'entrata lato mare (95 tonnellate), questa xe vignuda zo e ga copado un operaio e ferido gravemente altri 3.
El progettista ing. Pollack xe morto de la un mese, uficialmente per mal de cuor, qualchidun dirà suicidio per i sensi de colpa.
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ne gaveva contà el prof de costruzioni (ing.basaglia) che el se gaveva copà perchè el pensava de gaver sbaglia i calcoli della trave, invece dopo i la gà ricalcolada e la iera giusta come progettada da pollack solo che quando i la gaveva posada no la iera perfettamente verticale, la se gà svergolado e la xe vegnuda zò
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Re: Idroscalo
Qualchidun ricorda de aver sentido el nome "Idroscalo Gramaticopolo" ? Secondo el libro de Koudelka , subito dopo el ribalton l'idroscalo xe stado intitolado a questo ragazzo, disertor della I guerra, abatudo da Banfield nel 1916.
El papà del mulo, i.r.medico distrettual de Capodistria, gaveva chiesto anche una cerimonia funebre solenne, logicamente rifiutada in quanto disertor.
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Re: Idroscalo
nel nostro forum, lo riportava Rofizal in parlando de Ernst Gramaticopulo; col nome tradotto in tedesco. El iera capodistrian e del nome, diria de origine grega.. i ghe ga dedicado una via a Grado nel 1959: chissà forsi sarà stada una anche a Capodistria, una volta.... altre volte el risulta come Ernesto Gramaticopolo, volontario, croce di guerra, paressi.
certo,
certo,
me par che la carità cristiana dela cattolicissima Austria andava un poco a senso unico, durante la guerra .una cerimonia funebre solenne, logicamente rifiutada in quanto disertor.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
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Re: Idroscalo
Me pareva de gaverlo za letto, ma non lo trovavo perché mi scrivo Gramaticopolo e lui Gramaticopulobabatriestina ha scritto:nel nostro forum, lo riportava Rofizal in parlando de Ernst Gramaticopulo; col nome tradotto in tedesco. El iera capodistrian e del nome, diria de origine grega.. i ghe ga dedicado una via a Grado nel 1959: chissà forsi sarà stada una anche a Capodistria, una volta.... altre volte el risulta come Ernesto Gramaticopolo, volontario, croce di guerra, paressi.
El logicamente valeva per el "solenne", non per la sepoltura.babatriestina ha scritto:certo,me par che la carità cristiana dela cattolicissima Austria andava un poco a senso unico, durante la guerra .una cerimonia funebre solenne, logicamente rifiutada in quanto disertor.
Me domando però se nissun conossi l'idroscalo con quel nome.. me par de no. Sarà ancora in vigor ? Se no, quando xe cascado 'sto nome ?
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Re: Idroscalo
ah bon, za più logico, el discorso alora iera : onori al nemico caduto ( soprattutto se a opera del proprio asso del aviazion) ma no al traditor morto nel medesimo modo.AdlerTS ha scritto:
El logicamente valeva per el "solenne", non per la sepoltura.
go cominciado a far ricerche, e vedo , sula guida dela Ruaro Loseri, che el ex idroscalo xe del 1931 ing Pollak. Se i ghe ga dado el nome de Gramaticopulo "subito dopo la guerra", podessi esser stado al primo idroscalo provvisorio, de cui no xe più tracce. E con quel i ga anche perso la denominazion..AdlerTS ha scritto:Me domando però se nissun conossi l'idroscalo con quel nome.. me par de no. Sarà ancora in vigor ? Se no, quando xe cascado 'sto nome ?
opur, trovo in Zubini, Borgo Teresiano p 209 vol I:
organizzava visite con idrovolanti in quei anni
per cui secondo lui el nome no iera del Idroscalo, ma de un club de aviazion, che no so che fin gabi fatto.il reale Aero Club d'Italia "Ernesto Gramaticopulo", che aveva sede nel "grattacielo" di piazza Duca degli Abruzzi 1: l'Aero Club locale, era intitolato al nome del Gramaticopulo, volontario irredento, abbattuto nel cielo di Trieste il 23 giugno 1916 de Goffredo Banfield
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Re: Idroscalo
forsi ga poco a che far con l'aviazione, anzi sicuramente niente...ma nessun se ricorda nei anni sessanta quando che i fazeva la "mostra del Fiore", oppur dopo che iera la concessionaria dell'alfa romeo?
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Re: Idroscalo
Me ricordo dela Mostra del fiore, ma no me ricordavo dove che i la fazeva.. per bon al Idroscalo?
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Re: Idroscalo
Annche mi me ricordo della mostra del fiore, ma no riesso a ricordarme dove che i la fazeva.....
Ciao ciao
Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare,
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"La Mama l’è talmen un tesor de valur che l’ha vorüda anche Noster Signur" .....
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Re: Idroscalo
Mi me par de ricordarne una in Fiera, un paio alla Stazion maritima e altre, poi, a Miramar.
Ma non arrivo a inquadrar nei anni, che poderia esser dalla fine dei '50 in su.
Ma non arrivo a inquadrar nei anni, che poderia esser dalla fine dei '50 in su.
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Idroscalo
Gavemo le foto , parte bassa della pagina.sono piccolo ma crescero ha scritto:un paio alla Stazion maritima e altre.
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Re: Idroscalo
Dela Fiera e dela stazion Maritima gavevo un vaghissimo ricordo, ma de altre nosono piccolo ma crescero ha scritto:Mi me par de ricordarne una in Fiera, un paio alla Stazion maritima e altre, poi, a Miramar.
Ma non arrivo a inquadrar nei anni, che poderia esser dalla fine dei '50 in su.
Ciao ciao
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Re: Idroscalo
A proposito dei CANT, una pubblicità
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Re:
In questo post https://www.atrieste.eu/Forum3/viewtopic ... 30&start=8 adler parla de pubblicazioni relativa alla SISA. I ghe ga pasà a mio cognà qualche articolo a riguardo. Uno xe de Mario Tomarchio che Adler cita...
Za quela volta ghe iera le istruzioni che vegniva dade prima del volo dai steward.
a) doprar el sachetto per i disturbi del mal de aria
b) meterse batufoli de ovata nele rece per ridur el rumor (l'ovata vegniva fornida dala compagnia!)
c) no verzer la porta durante el volo, el decollo e l'ammaraggio.
d) tegnir serai i finestrini durante el decollo e l'ammaraggio; dopo se podeva verzerli, evidentemente.
e) no butar gnente fora dei finestrini durante el volo
f) nele virade, per no ver capogiri, vardar l'ala che ountava verso el basso.
I pasegeri iera in cabina, i piloti iera scoverti e i bateva broche. El steward, prima del decollo, spostava in coda i pachi pesanti e anche lui se distirava là, per farghe alzar la prua al aereo, aumentar la portanza e favorir el decollo.
Nonostante ste robe che sa tanto de pionieristico, la compagnia ga portà nel 1926 1.662 pasegeri, nel '29 7.657, nel '30 10.543 e nel '32 11.036.
De un'altra parte, in un articolo che no rivo a capir de dove che el vien (go una fotocopia) ghe xe le statistiche del traffico del 1932:
1.187 voli per complessivi 571.000 chilometri, con percentuale de frequenza del 90,6% e regolarità de orario del 97,35% . !2,512 chili de posta, 58.000 de merci e 100.000 chili de bagagli (ogni paseger se ne portava circa 10 chili...).
Stando sempre a ste statistiche la linea più traficada xe stada la Portorose - Trieste - Lussino - Zara - Ancona (che po' i ga slongà fin a Brindisi). L'altra linea che tocava Trieste iera la Portorose - Trieste - Venezia - Pavia (con coincidenza per Torino e trasporto a Milano via terra) - Genova.
Interessante che ghe iera le fermate facoltative. ... Me par quasi de veder el mato sula riva che col police che fa l'aerostop.... Altre linee che i gaveva no tocava Trieste.
L'articolo no xe el libro che Adler cita, ma el xe publicà dal IRCI, rivista Tempi e Cultura n. 4 pag 17. Trovo dentro tante notizie. Ne meto qualcheduna.AdlerTS ha scritto: Ne sono autori il giornalista aeronautico Carlo d'Agostino, già autore di numerose opere di carattere storico del settore e lo storico triestino Mario Tomarchio, ricercatore di tutto quanto riguarda l'aviazione in particolare del Friuli Venezia Giulia e delle coste adriatiche, che sono riusciti a condensare in poco più di 100 pagine arricchite da quasi 200 fotografie, molte delle quali inedite, le vicende della prima compagnia aerea commerciale italiana.
Za quela volta ghe iera le istruzioni che vegniva dade prima del volo dai steward.
a) doprar el sachetto per i disturbi del mal de aria
b) meterse batufoli de ovata nele rece per ridur el rumor (l'ovata vegniva fornida dala compagnia!)
c) no verzer la porta durante el volo, el decollo e l'ammaraggio.
d) tegnir serai i finestrini durante el decollo e l'ammaraggio; dopo se podeva verzerli, evidentemente.
e) no butar gnente fora dei finestrini durante el volo
f) nele virade, per no ver capogiri, vardar l'ala che ountava verso el basso.
I pasegeri iera in cabina, i piloti iera scoverti e i bateva broche. El steward, prima del decollo, spostava in coda i pachi pesanti e anche lui se distirava là, per farghe alzar la prua al aereo, aumentar la portanza e favorir el decollo.
Nonostante ste robe che sa tanto de pionieristico, la compagnia ga portà nel 1926 1.662 pasegeri, nel '29 7.657, nel '30 10.543 e nel '32 11.036.
De un'altra parte, in un articolo che no rivo a capir de dove che el vien (go una fotocopia) ghe xe le statistiche del traffico del 1932:
1.187 voli per complessivi 571.000 chilometri, con percentuale de frequenza del 90,6% e regolarità de orario del 97,35% . !2,512 chili de posta, 58.000 de merci e 100.000 chili de bagagli (ogni paseger se ne portava circa 10 chili...).
Stando sempre a ste statistiche la linea più traficada xe stada la Portorose - Trieste - Lussino - Zara - Ancona (che po' i ga slongà fin a Brindisi). L'altra linea che tocava Trieste iera la Portorose - Trieste - Venezia - Pavia (con coincidenza per Torino e trasporto a Milano via terra) - Genova.
Interessante che ghe iera le fermate facoltative. ... Me par quasi de veder el mato sula riva che col police che fa l'aerostop.... Altre linee che i gaveva no tocava Trieste.
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)