Mi raccontarono, anni '50, a scuola l'episodio dello sciopero del tabacco, mai delle vergate sul didietro o dell'olio bollente, ma solo dei soldati mandati in giro fumando per rendere più difficile l'astensione dal fumo dei fumatori facendo venir loro la voglia di fumare.
La causa di alcune agitazioni motivate dalla impossibilità per i lombardi di accedere a posti pubblici, che invece non avevo mai sentito, mi sembra molto attuale e indice di un malessere importante.
Se veramente la persona che viene citata era un fascista, gli devo dare atto di grande capacità critica per aver saputo andare controcorrente rispetto alla retorica dell'epoca.
Oggi, comunque, non si trovano più riportati nei libri episodi di questo tipo. La storiografia italiana è per lo più di formazione marxista e cerca le cause economiche che portarono al risorgimento.
Vado un attimo fuori tema. Col passare dei tempi cambiano i parametri di giudizio. Ve lo immaginate, oggi, uno stato che fa di tutto per istigare i cittadini a fumare? Radetzky sembra conoscere già la dipendenza da fumo, fatto che è stato riconosciuto dalle società produttrici di tabacco solo da qualche decennio! Roba de matt! (per restare nel dialetto lombardo)
