Ottavio Missoni
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Ottavio Missoni
Volevo render omaggio a un omo che non xe nato Triestin, che però ga portado spesso el nome de Trieste nel mondo e che continua a far sentir el nostro dialetto, visto che anche nelle apparizioni in pubblico no el smetti quasi mai de parlarlo
Ottavio Missoni, nasce a Ragusa, oggi Dubrovnik, in Dalmazia, l'11 febbraio 1921 da Teresa de Vidovich, contessa di Capocesto e di Ragosniza e dal capitano "de mar" Vittorio, figlio a sua volta di un magistrato friulano trasferitosi in Dalmazia quando era territorio austriaco. Nell'infanzia si trasferisce a Zara, quindi studia a Trieste e a Milano.
Prima di diventare una rinomata firma nel mondo della moda, Missoni è stato un grande campione dell'atletica vestendo 23 volte la maglia azzurra dai 16 anni ai 32 anni, conquistando 8 tricolori e 5 secondi posti tra 400 piani e 400 ostacoli.
Batte sui 400 metri piani, all'Arena di Milano, l'allora recordman del mondo degli 800 l'americano Robinson con il tempo di 48.8 - tempo che a tutt'oggi rimane la miglior prestazione italiana di un sedicenne.
Ancora oggi rimane il più giovane atleta ad aver indossato la maglia azzurra. Nel 1939 diventa campione studentesco dei 400 ai Mondiali di Vienna.
Il conflitto mondiale segna negativamente la sua radiosa carriera sportiva: partì per il servizio militare col grado di caporale di fanteria, e dopo un breve addestramento fu inviato in Africa, dove partecipò alla battaglia di El Alamein. Fatto prigioniero dagli Inglesi e non "collaborativo", fu rinchiuso in un campo “di rieducazione” dove restò fino al ’46.
«Sono stato quattro anni ospite di Sua Maestà britannica - così racconta la prigionia in Africa. - Quando nel '46 sono tornato, Zara non c'era più. Trieste mi ha adottato. In verità, ci avevo abitato già nel '38 perché mia mamma pensava in grande e mi aveva iscritto a un liceo, Oberdan si chiamava».
«Ma quella scuola mi ha visto solo il primo giorno: non faceva per me».
Nel 1946 inizia a Trieste un’attività di produzione di indumenti sportivi con l'amico Giorgio Oberweger. In una piccola fabbrica, quattro macchine in tutto, produce tute per allenamento in lana, le 'Venjulia'. Saranno le tute adottate come divisa dalla squadra italiana per le Olimpiadi del '48.
Nel 1948 partecipa alle Olimpiadi di Londra e nei 400 ostacoli si classifica sesto mentre è quarto agli Europei di Bruxelles del 1950.
1953 il 18 aprile Ottavio e Rosita Jelmini si sposano e si stabiliscono a Gallarate. Nel seminterrato dell'abitazione allestiscono un piccolo laboratorio di maglieria continuando insieme l'attività iniziata da Ottavio a Trieste.
Nel 1966 presenta a Milano con la moglie Rosita la sua prima collezione che fu definita di rottura per il modo con il quale veniva proposto l'uso della maglia rispetto a quello tradizionale, ottenendo il suo primo successo.
Nel 1970 inizia le sfilate a Palazzo Pitti a Milano dando il via a quella che diventerà una favolosa carriera nel mondo della moda internazionale.
Le sue collezioni, di grande successo, vengono battezzate negli USA "Put - Together" e lo inseriscono nel ristretto numero di stilisti con maggiore influenza sul modo di vestire.
Nel 1973 a Dallas viene conferito a Missoni il "Neiman Marcus Fashion Award", il più prestigioso premio internazionale della moda.
Nel 1979 allestisce a Milano una mostra di arazzi, che verrà poi riproposta con successo in moltissime gallerie in tutto il mondo, tra le più famose l'Art Museum University of California a Berkeley e la Yurakucho Asahi Gallery a Tokyo.
Missoni diventa così anche un artista oltre che uno stilista ed i suoi modelli sono esposti in musei di fama mondiale come il Metropolitan Museum of Art di New York.
Nel 1988 viene eletto Sindaco del Libero Comune di Zara in Esilio; carica che gli venne poi rinnovata più volte.
Gli chiedono spesso perché continui a parlare il suo dialetto mezzo triestino e mezzo dalmata: «L'ho sempre parlato. Il dialetto è stato portato da noi dalmati e istriani, gente di mare, a Trieste alla fine del '700, quando l'Austria decise di sviluppare il porto di quello che era un piccolo borgo di neanche cinquemila anime».
In realtà, dice di non essere un uomo disciplinato. "Mai messo la sveglia in vita mia, l'omo xe l'unico animal in natura cussì cojon da usar la sveia". Stima Fabio Capello ma ha nostalgia di Gianni Brera e Nereo Rocco, compagni anche di grappe.
"Il fisico si difende da solo", dice. Vino a pranzo e a cena, ma ha quasi smesso col whisky. A mezzogiorno corricchia, due palleggi a tennis contro un muro, in estate piscina. Cura il giardino, pota, strappa erbacce. È venuto a trovarlo il padrone della Technogym, macchine da palestra. Bravo, ma non lo ha convinto.
Missoni ama l'aria aperta: "La ga presente Tarzan?".
Ottavio Missoni, nasce a Ragusa, oggi Dubrovnik, in Dalmazia, l'11 febbraio 1921 da Teresa de Vidovich, contessa di Capocesto e di Ragosniza e dal capitano "de mar" Vittorio, figlio a sua volta di un magistrato friulano trasferitosi in Dalmazia quando era territorio austriaco. Nell'infanzia si trasferisce a Zara, quindi studia a Trieste e a Milano.
Prima di diventare una rinomata firma nel mondo della moda, Missoni è stato un grande campione dell'atletica vestendo 23 volte la maglia azzurra dai 16 anni ai 32 anni, conquistando 8 tricolori e 5 secondi posti tra 400 piani e 400 ostacoli.
Batte sui 400 metri piani, all'Arena di Milano, l'allora recordman del mondo degli 800 l'americano Robinson con il tempo di 48.8 - tempo che a tutt'oggi rimane la miglior prestazione italiana di un sedicenne.
Ancora oggi rimane il più giovane atleta ad aver indossato la maglia azzurra. Nel 1939 diventa campione studentesco dei 400 ai Mondiali di Vienna.
Il conflitto mondiale segna negativamente la sua radiosa carriera sportiva: partì per il servizio militare col grado di caporale di fanteria, e dopo un breve addestramento fu inviato in Africa, dove partecipò alla battaglia di El Alamein. Fatto prigioniero dagli Inglesi e non "collaborativo", fu rinchiuso in un campo “di rieducazione” dove restò fino al ’46.
«Sono stato quattro anni ospite di Sua Maestà britannica - così racconta la prigionia in Africa. - Quando nel '46 sono tornato, Zara non c'era più. Trieste mi ha adottato. In verità, ci avevo abitato già nel '38 perché mia mamma pensava in grande e mi aveva iscritto a un liceo, Oberdan si chiamava».
«Ma quella scuola mi ha visto solo il primo giorno: non faceva per me».
Nel 1946 inizia a Trieste un’attività di produzione di indumenti sportivi con l'amico Giorgio Oberweger. In una piccola fabbrica, quattro macchine in tutto, produce tute per allenamento in lana, le 'Venjulia'. Saranno le tute adottate come divisa dalla squadra italiana per le Olimpiadi del '48.
Nel 1948 partecipa alle Olimpiadi di Londra e nei 400 ostacoli si classifica sesto mentre è quarto agli Europei di Bruxelles del 1950.
1953 il 18 aprile Ottavio e Rosita Jelmini si sposano e si stabiliscono a Gallarate. Nel seminterrato dell'abitazione allestiscono un piccolo laboratorio di maglieria continuando insieme l'attività iniziata da Ottavio a Trieste.
Nel 1966 presenta a Milano con la moglie Rosita la sua prima collezione che fu definita di rottura per il modo con il quale veniva proposto l'uso della maglia rispetto a quello tradizionale, ottenendo il suo primo successo.
Nel 1970 inizia le sfilate a Palazzo Pitti a Milano dando il via a quella che diventerà una favolosa carriera nel mondo della moda internazionale.
Le sue collezioni, di grande successo, vengono battezzate negli USA "Put - Together" e lo inseriscono nel ristretto numero di stilisti con maggiore influenza sul modo di vestire.
Nel 1973 a Dallas viene conferito a Missoni il "Neiman Marcus Fashion Award", il più prestigioso premio internazionale della moda.
Nel 1979 allestisce a Milano una mostra di arazzi, che verrà poi riproposta con successo in moltissime gallerie in tutto il mondo, tra le più famose l'Art Museum University of California a Berkeley e la Yurakucho Asahi Gallery a Tokyo.
Missoni diventa così anche un artista oltre che uno stilista ed i suoi modelli sono esposti in musei di fama mondiale come il Metropolitan Museum of Art di New York.
Nel 1988 viene eletto Sindaco del Libero Comune di Zara in Esilio; carica che gli venne poi rinnovata più volte.
Gli chiedono spesso perché continui a parlare il suo dialetto mezzo triestino e mezzo dalmata: «L'ho sempre parlato. Il dialetto è stato portato da noi dalmati e istriani, gente di mare, a Trieste alla fine del '700, quando l'Austria decise di sviluppare il porto di quello che era un piccolo borgo di neanche cinquemila anime».
In realtà, dice di non essere un uomo disciplinato. "Mai messo la sveglia in vita mia, l'omo xe l'unico animal in natura cussì cojon da usar la sveia". Stima Fabio Capello ma ha nostalgia di Gianni Brera e Nereo Rocco, compagni anche di grappe.
"Il fisico si difende da solo", dice. Vino a pranzo e a cena, ma ha quasi smesso col whisky. A mezzogiorno corricchia, due palleggi a tennis contro un muro, in estate piscina. Cura il giardino, pota, strappa erbacce. È venuto a trovarlo il padrone della Technogym, macchine da palestra. Bravo, ma non lo ha convinto.
Missoni ama l'aria aperta: "La ga presente Tarzan?".
- babatriestina
- senator
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- Iscritto il: dom 25 dic 2005, 19:29
- Località: Trieste, Borgo Teresiano
Ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente in occasione di un viaggio: simpaticissimo! uno degli ultimi italiani di Ragusa, parla il nostro dialetto benissimo, direi più sul triestino che sul dalmato.
Per la maglieria Venjulia, era in Pendice Scoglietto e nei primi Anni 60 ebbi occasione di andarci , faceva le maglie di lana blu per le tute sportive delle studentesse del Dante. Dovrei averla ancora da qualche parte, lana buona!
Per la maglieria Venjulia, era in Pendice Scoglietto e nei primi Anni 60 ebbi occasione di andarci , faceva le maglie di lana blu per le tute sportive delle studentesse del Dante. Dovrei averla ancora da qualche parte, lana buona!
- AdlerTS
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- Iscritto il: mar 27 dic 2005, 21:35
- Località: mail: adlerts[at]email.it
A proposito
Caleidoscopio Missoni
Luogo: Gorizia Palazzo Attem-Petzenstein
Periodo: dal 11 Febbraio al 4 Giugno 2006
Descrizione:
L’esposizione presenterà la collezione personale degli arazzi patchwork di Ottavio Missoni composta da 40 esemplari di grande formato, insieme a più di 100 pezzi tra abiti, maglie, oggetti e tessuti di arredo articolati in una serie di installazioni dal sensoriale effetto caleidoscopico. La mostra, infatti, è stata concepita come percorso multisensoriale in cui i visitatori potranno vedere, ma soprattutto toccare e sentire immagini, disegni, stoffe e oggetti per vivere lo stile Missoni. Dalla mostra, poi, sono nati una serie di progetti didattici per bambini e ragazzi al fine di far apprendere i fondamenti della tessitura, ma soprattutto per farli giocare con carta, colori e filati con cui realizzare collage ispirati ai motivi caleidoscopici dell’esposizione. “Caleidoscopio Missoni” è curata da Luca Missoni, figlio di Ottavio, e sarà visitabile fino al 4 giugno 2006. Per l’occasione, Raffaella Sgubin, sovrintendente dei Musei Provinciali, ha corredato uno speciale catalogo che oltre a descrivere la mostra, ritrasmette al meglio le sue sensazioni. Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa dei Musei Provinciali di Gorizia Tel 0481.547541 Tel 0481.547499 fax 0481.531798
Per saperne di più:
Web: www.provincia.gorizia.it
Caleidoscopio Missoni
Luogo: Gorizia Palazzo Attem-Petzenstein
Periodo: dal 11 Febbraio al 4 Giugno 2006
Descrizione:
L’esposizione presenterà la collezione personale degli arazzi patchwork di Ottavio Missoni composta da 40 esemplari di grande formato, insieme a più di 100 pezzi tra abiti, maglie, oggetti e tessuti di arredo articolati in una serie di installazioni dal sensoriale effetto caleidoscopico. La mostra, infatti, è stata concepita come percorso multisensoriale in cui i visitatori potranno vedere, ma soprattutto toccare e sentire immagini, disegni, stoffe e oggetti per vivere lo stile Missoni. Dalla mostra, poi, sono nati una serie di progetti didattici per bambini e ragazzi al fine di far apprendere i fondamenti della tessitura, ma soprattutto per farli giocare con carta, colori e filati con cui realizzare collage ispirati ai motivi caleidoscopici dell’esposizione. “Caleidoscopio Missoni” è curata da Luca Missoni, figlio di Ottavio, e sarà visitabile fino al 4 giugno 2006. Per l’occasione, Raffaella Sgubin, sovrintendente dei Musei Provinciali, ha corredato uno speciale catalogo che oltre a descrivere la mostra, ritrasmette al meglio le sue sensazioni. Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa dei Musei Provinciali di Gorizia Tel 0481.547541 Tel 0481.547499 fax 0481.531798
Per saperne di più:
Web: www.provincia.gorizia.it
- babatriestina
- senator
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- Iscritto il: dom 25 dic 2005, 19:29
- Località: Trieste, Borgo Teresiano
Re:
Nel 1982 a Trieste alla galleria Torbandena erano esposti alcuni di questi arazzi di Missoni. Io c'ero, ed ho ritrovato l'invito, con alcune immagini, così li vedeteAdlerTS ha scritto: L’esposizione presenterà la collezione personale degli arazzi patchwork di Ottavio Missoni composta da 40 esemplari di grande formato, insieme a più di 100 pezzi tra abiti, maglie, oggetti e tessuti di arredo articolati in una serie di installazioni dal sensoriale effetto caleidoscopico.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
Missoni
Ho letto per vie traverse della morte di Ottavio Missoni. Io l’ho conosciuto di persona (conosciuto per modo dire), perché non ho mai corso contro di lui. Sia perché troppo giovane sia perché correvo distanza diversa. Leviamo un pensiero alla sua memoria e che riposi in pace.
- babatriestina
- senator
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- Iscritto il: dom 25 dic 2005, 19:29
- Località: Trieste, Borgo Teresiano
Re: Campioni da non dimenticar
Go avudo el piazer de conosserlo tanti anni fa in un viaggio, el me xe vegnudo vizin col ga savudo che iero triestina. e mi alora no savevo che el iera nato a Ragusa come i mii bisnonni.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
- nonna ivana
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- Iscritto il: lun 18 feb 2008, 22:55
- Località: prov Bologna
Re: Campioni da non dimenticar
Un personaggio davvero grande, nello sport e nella sua attività e come persona...peccato che questa sua ultima tranche di vita sia stata così triste e dolorosa.
Pace all'anima sua!!!
Pace all'anima sua!!!
ivana
la curiosità è il colore della mente
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- AdlerTS
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Re: Campioni da non dimenticar
Riposa in pase, caro Ottavio, e adesso che te son lassù savemo per certo che anche i angeli ghe tocherà imparar i nostri dialetti
Mal no far, paura no gaver.
-
- distinto
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- Iscritto il: dom 10 giu 2012, 17:32
Re: Campioni da non dimenticar
Mi gavevo conossù el Tai nel 57-58 alla presentazion a Gradisca de una staffetta (quella de la Vittoria a Redipuglia). El iera insieme ad Armando Filiput altro grandissimo ostacolista.
Re: Campioni da non dimenticar
Armando Filiput, iera mio compagno de squadra de l'Edera, co mi iero ancora ativo. Primatista mondiale dei 440 h in yarde. Me par 52"4. No me ricordo ch'el gabi vinto contro Missoni. A quei tempi (1947!) coreva anca un dela Giovineza, no me ricordo come ch'el se ciamava, e el iera primatista regionale dei 1000 metri in 2'35". El coreva anca i quatro piani. Sui 400 aca iera però quel dela Ginastica. Se penso, me ricordo anca el nome. Colautti? El ne alenava un poco de inverno quando che la Simonetti (Edera) coreva ancora i 80h. Bei tempi. No zotavo, no gavevo el fià groso.
PS: No zoto ancora gnanca deso. Se fa par dir.
PS: No zoto ancora gnanca deso. Se fa par dir.