In un altro tempo e in un altro luogo quello che uccidi o da cui potresti essere ucciso avrebbe potuto essere il tuo vicino di casa, l'amico con il quale tiri due colpi di pallone, il commerciante che ti vende i tessuti, un pittore, un maestro...
Purtroppo sono anche capitati dei tempi (non molto lontani) in cui queste cose sono successe anche tra gli stessi vicini di casa, tra quelli che vivevano nella stessa terra. Dev'esser tremendo vivere con la paura che il tuo vicino ti denunci o ti possa odiare e sparare, per un' ideologia o per politica. E chi ha ragione? Chi può decidere se la terra dove sta la tua casa e dove il tuo bisnonno andava a spasso con il suo cane appartiene a uno stato o a un altro? Una guerra? Un Trattato?
Possibile che da sempre un uomo abbia dovuto avere dei nemici?
Mi vengono in mente gli Egiziani, i cui contadini dovevano abbandonare le coltivazioni per andare a creare gloria per i loro Faraoni... E così successe con ogni civiltà...E così succede ancora.
I contadini, gli umili contadini di ogni tempo, sempre chini verso il duro terreno... I manovali, sempre curvi a portar pesi....lo dice la stessa parola: il loro valore sta nelle loro mani, magari si dimentica che hanno anche un cervello.
Ho letto interminabili liste di combattenti della Grande guerra, e qualcuno, non so chi, scriveva vicino al nome la parola "soldato". Poi aggiungeva anche la professione: "contadino, contadino, contadino, maestro, spazzacamino, fochista, pescatore, attore di teatro, contadino, contadino, contadino...manoval....manoval ....
Ed allora inizio a parlare del soldato Somacal Luigi da Castion - recluta dell’‘84, 3ª categoria.
Bon, Somacal Luigi da Castion iera apunto en manoval , arda ti, un dei tanti. E no me interessa de che esercito iera...
Somacal Luigi era
"... un fardello di ossa tribolate in posizione di manovale. Sporge in fuori l’osso dell’anca che aiuta a camminar sciancati quando si deve equilibrare la secchia di calcina; gli ingranaggi dei suoi ginocchi pesanti gonfi di nocciolini reumatici empiono i pantaloni; il suo busto è una groppa che aspetta in eterno di ricevere pesi; la testa si rannicchia fra le spalle come cosa ingombrante, perché un uomo che porta, la testa gli dà noia; le sue mani di corame chiaro stringono sempre il badile; lo sguardo cerca terra: per non inciampare."
Questa è la posizione del manovale in cui Somacal si è presentato alla leva militare. Insomma, era uno abituato a far di tutto, che camminava come uno sciancato, dovendo appoggiare i secchi di calcina sull'anca. Le spalle sono rannicchiate, curve, " perché un uomo che porta, la testa gli dà noia"
E adesso Somacal deve imparare a fare il soldato. Per imparare ad essere un buon soldato Somacal deve iniziare a star sulla posizione di attenti, invece.
E che cos’è la posizione di attenti se non:
“le calcagna unite sulla stessa linea, le punte dei piedi egualmente aperte e distanti fra loro quanto è lungo il piede, le ginocchia tese senza sforzo, il busto a piombo, il petto aperto, le spalle alla stessa altezza, le braccia pendenti, le mani naturalmente aperte con le palme rivolte verso le cosce, le dita unite pollice lungo la costura laterale dei pantaloni, la testa alta e diritta, lo sguardo diretto avanti”?
Ma per Somacal la posizione dell' "attenti" è difficile, la negazione della sua posizione curva da manoval. Somacal vorrebbe essere un buon soldato, perchè a dir la verità in guerra ogni uomo è uguale all'altro, almeno tra la truppa.
Somacal troverà difficile anche imparare a sparare chiudendo un occhio. Ha sempre dovuto tenerli tutti e due ben aperti, nella vita.
Invece in trincea ha avuto meno difficoltà nella posizione : lui, a stare curvo nel fango ci è abituato da sempre. Unica importante differenza: ben, en cantier no cascava bombe sula testa.
Mi fermo qui. Il testo in corsivo è tratto dal libro di Piero Jahier, Con me e con gli alpini, Vallecchi, 1919
Mi è piaciuta la descrizione di questo soldato "tra gli umili".