Parole e poesie di guerra

soprattutto in relazion a Trieste
Regole del forum
Collegamenti al regolamento del forum in varie lingue ed alle norme sulla privacy in italiano.
Avatar utente
mandi_
eximio
eximio
Messaggi: 2875
Iscritto il: sab 22 mag 2010, 18:47

Parole e poesie di guerra

Messaggio da mandi_ »

La guerra è dolore, da qualsiasi parte la si guardi. La guerra ispira pensieri e poesie e romanzi, perchè sbatte in faccia agli uomini la dura realtà di dover uccidere o essere ucciso.
In un altro tempo e in un altro luogo quello che uccidi o da cui potresti essere ucciso avrebbe potuto essere il tuo vicino di casa, l'amico con il quale tiri due colpi di pallone, il commerciante che ti vende i tessuti, un pittore, un maestro...
Purtroppo sono anche capitati dei tempi (non molto lontani) in cui queste cose sono successe anche tra gli stessi vicini di casa, tra quelli che vivevano nella stessa terra. Dev'esser tremendo vivere con la paura che il tuo vicino ti denunci o ti possa odiare e sparare, per un' ideologia o per politica. E chi ha ragione? Chi può decidere se la terra dove sta la tua casa e dove il tuo bisnonno andava a spasso con il suo cane appartiene a uno stato o a un altro? Una guerra? Un Trattato?

Possibile che da sempre un uomo abbia dovuto avere dei nemici?
Mi vengono in mente gli Egiziani, i cui contadini dovevano abbandonare le coltivazioni per andare a creare gloria per i loro Faraoni... E così successe con ogni civiltà...E così succede ancora.
I contadini, gli umili contadini di ogni tempo, sempre chini verso il duro terreno... I manovali, sempre curvi a portar pesi....lo dice la stessa parola: il loro valore sta nelle loro mani, magari si dimentica che hanno anche un cervello.
Ho letto interminabili liste di combattenti della Grande guerra, e qualcuno, non so chi, scriveva vicino al nome la parola "soldato". Poi aggiungeva anche la professione: "contadino, contadino, contadino, maestro, spazzacamino, fochista, pescatore, attore di teatro, contadino, contadino, contadino...manoval....manoval ....

Ed allora inizio a parlare del soldato Somacal Luigi da Castion - recluta dell’‘84, 3ª categoria.

Bon, Somacal Luigi da Castion iera apunto en manoval , arda ti, un dei tanti. E no me interessa de che esercito iera...

Somacal Luigi era
"... un fardello di ossa tribolate in posizione di manovale. Sporge in fuori l’osso dell’anca che aiuta a camminar sciancati quando si deve equilibrare la secchia di calcina; gli ingranaggi dei suoi ginocchi pesanti gonfi di nocciolini reumatici empiono i pantaloni; il suo busto è una groppa che aspetta in eterno di ricevere pesi; la testa si rannicchia fra le spalle come cosa ingombrante, perché un uomo che porta, la testa gli dà noia; le sue mani di corame chiaro stringono sempre il badile; lo sguardo cerca terra: per non inciampare."

Questa è la posizione del manovale in cui Somacal si è presentato alla leva militare. Insomma, era uno abituato a far di tutto, che camminava come uno sciancato, dovendo appoggiare i secchi di calcina sull'anca. Le spalle sono rannicchiate, curve, " perché un uomo che porta, la testa gli dà noia"

E adesso Somacal deve imparare a fare il soldato. Per imparare ad essere un buon soldato Somacal deve iniziare a star sulla posizione di attenti, invece.
E che cos’è la posizione di attenti se non:
“le calcagna unite sulla stessa linea, le punte dei piedi egualmente aperte e distanti fra loro quanto è lungo il piede, le ginocchia tese senza sforzo, il busto a piombo, il petto aperto, le spalle alla stessa altezza, le braccia pendenti, le mani naturalmente aperte con le palme rivolte verso le cosce, le dita unite pollice lungo la costura laterale dei pantaloni, la testa alta e diritta, lo sguardo diretto avanti”?


Ma per Somacal la posizione dell' "attenti" è difficile, la negazione della sua posizione curva da manoval. Somacal vorrebbe essere un buon soldato, perchè a dir la verità in guerra ogni uomo è uguale all'altro, almeno tra la truppa.

Somacal troverà difficile anche imparare a sparare chiudendo un occhio. Ha sempre dovuto tenerli tutti e due ben aperti, nella vita.
Invece in trincea ha avuto meno difficoltà nella posizione : lui, a stare curvo nel fango ci è abituato da sempre. Unica importante differenza: ben, en cantier no cascava bombe sula testa.



Mi fermo qui. Il testo in corsivo è tratto dal libro di Piero Jahier, Con me e con gli alpini, Vallecchi, 1919

Mi è piaciuta la descrizione di questo soldato "tra gli umili".


"E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa, che ha fatto la tua rosa così importante"

Antoine de Saint-Exupéry
Avatar utente
Nona Picia
cavalier del forum
cavalier del forum
Messaggi: 10983
Iscritto il: ven 20 gen 2006, 15:08
Località: Trieste - Rozzol

Re: Parole e poesie di guerra

Messaggio da Nona Picia »

mandi_ ha scritto: Invece in trincea ha avuto meno difficoltà nella posizione : lui, a stare curvo nel fango ci è abituato da sempre. Unica importante differenza: ben, en cantier no cascava bombe sula testa.
Mi è piaciuta la descrizione di questo soldato "tra gli umili".
E' piaciuta pure a me....certo che "sta importante diferenza", le bombe...no la xe tanto picia....


Ciao ciao
Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare,
trova un minuto per ridere.
"MADRE TERESA"

"La Mama l’è talmen un tesor de valur che l’ha vorüda anche Noster Signur" .....
Avatar utente
mandi_
eximio
eximio
Messaggi: 2875
Iscritto il: sab 22 mag 2010, 18:47

Re: Parole e poesie di guerra

Messaggio da mandi_ »

Nona Picia, son d'acordo con ti...

Mi hanno colpito molto queste riflessioni, che appartengono a note di diario di Scipio Slataper.
Era il 3 dicembre 1915, Slataper si trovava sul monte Calvario, a pochi giorni dalla fine... Egli osserva e descrive un paesaggio che non ho mai visto, molto bello, che in altri tempi sarebbe stato splendido e pieno di vita e di attività lavorative.
Le sue parole sommesse, malinconiche, sembrano sussurrare l'amore per la sua terra ma anche il disorientamento causato dalla violenza della guerra sul territorio e sugli uomini.
" Un albero verde [...] uno sfondo di frumento [...] il campanile.
Un'altra bomba, poi un'altra, dieci, venti [...] Mai come nel silenzio della notte, quando la trincea dorme e dieci metri più in là c'è l'agguato del buio e delle bombe si sente la presenza della guerra.
La guerra non è in ciò che si crede da lontano la sua realtà tremenda e che da vicino in fondo è una povera cosa . Ma è in quel curioso spazio al di là della propria trincea, silenzioso, placido, col suo grano che matura senza scopo.
E' quel senso di sicura morte che c'è più in là, dove ci sono pure il sole e le strade secolari e le case dei contadini.

Scipio Slataper, Appunti e note di di diario."


"E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa, che ha fatto la tua rosa così importante"

Antoine de Saint-Exupéry
Avatar utente
mandi_
eximio
eximio
Messaggi: 2875
Iscritto il: sab 22 mag 2010, 18:47

Re: Parole e poesie di guerra

Messaggio da mandi_ »

Giuseppe Ungaretti nacque ad Alessandria d’Egitto, visse a lungo in Francia, tornò in Italia nel 1914 e, all’inizio della guerra del 1915-18, convinto interventista, partì volontario come soldato semplice di fanteria per il fronte. Fu in trincea sul Carso di Sagrado nel 1915, a 27 anni. Lì scrisse le liriche del Porto Sepolcro, su cartoline e margini di giornale.
Ma la vita di trincea si presentò totalmente diversa rispetto a quella che lui aveva immaginato. Lì immagino conobbe la paura, la fragilità della vita e l'orrore vero della guerra.Lì forse si riconobbe come un uomo in mezzo a una tragedia e a una follia.
“Incomincio il Porto Sepolcro dal primo giorno della mia vita di trincea, e quel giorno era il giorno di Natale del 1915, e io ero sul Carso, sul Monte San Michele. Ho passato quella notte coricato nel fango, in faccia al nemico..."

Al ritorno del mio recente viaggio a Trieste, mi sono trovata per caso davanti al Parco Ungaretti, a Sagrado. Colma di meraviglia davanti a un paesaggio splendido, non ho potuto fare a meno di ripensare a quei luoghi che hanno conosciuto i più aspri combattimenti e tanto dolore. A scuola ho studiato mnemonicamente le battaglie dell'Isonzo, vederne i luoghi è tutta un'altra cosa.
villa Della Torre-Hohenlohe.jpg
villa Della Torre-Hohenlohe.jpg (90.51 KiB) Visto 1097 volte
Attorno a questa villa si snoda un percorso di memoria e di poesia, scandito nelle sue soste dalle poesie di Ungaretti. L'edificio appartenne alla famiglia nobile Della Torre e poi ai principi Hohenloe Waldenburg, imparentati se non erro con i proprietari del Castello di Duino.
La villa, la quale per un periodo fu sede del comando militare italiano, conserva ancora sulle pareti delle sue sale i graffiti tracciati dai soldati inviati al fronte.

sono una creatura.jpg
sono una creatura.jpg (90.86 KiB) Visto 1097 volte
Valloncello di Cima Quattro il 5 agosto 1916

La morte / si sconta / vivendo .

Racchiuso nel suo dolore, il soldato sconta il privilegio di non essere morto, al contrario di tanti suoi compagni. E si sente impietrito, e il suo pianto è invisibile, contrapposto alla durezza minerale della pietra carsica.

Le parole sono state scritte in fretta, su pezzi di carta e cartoline...dal "volontario" soldato Ungaretti.


"E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa, che ha fatto la tua rosa così importante"

Antoine de Saint-Exupéry
Avatar utente
mandi_
eximio
eximio
Messaggi: 2875
Iscritto il: sab 22 mag 2010, 18:47

Re: Parole e poesie di guerra

Messaggio da mandi_ »

Lungo il percorso appaiono varie strutture in legno come questa
Parco Ungaretti.JPG
Parco Ungaretti.JPG (97.34 KiB) Visto 1094 volte
e all' interno, su tavole di ferro arrugginito
San Martino del Carso.jpg
San Martino del Carso.jpg (80.91 KiB) Visto 1094 volte
L'incisione che raffigura il poeta è di Franco Dugo.

Ho camminato pensosa tra gli uliveti, pensando a quanto poco tempo l'uomo impiega per distruggere la vita e l'ambiente.
Tutt'intorno la natura sembra sorridere di vita gioiosa...eppure di qui son passati nobili eleganti, soldati fangosi, re e comandi militari, poeti che scrivevano anche:

"M'illumino di immenso"

a Santa Maria la Longa il 26 gennaio 1917
parco.jpg
parco.jpg (86.89 KiB) Visto 1094 volte


"E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa, che ha fatto la tua rosa così importante"

Antoine de Saint-Exupéry

Torna a “La prima guera mondial”