Enea Silvio Piccolomini - Pio II
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Enea Silvio Piccolomini - Pio II
Enea Silvio Piccolomini il solo vescovo triestino diventato papa
( lo stemma dei Piccolomini a Pienza- confrontare con quello sulla facciata a San Giusto)
Nacque a Corsignano in provincia di Siena, cittadina che poi prenderà da lui il nome di Pienza, il 18 ottobre 1405, di famiglia aristocratica ma impoverita, studiò a Siena e partecipò al Concilio di Basilea del 1432 ( che doveva risolvere un problema di uno scisma in occidente), fu segretario del concilio nel 1439, poi segretario dell'antipapa Felice V; nel 1442 passò al servizio di Federico III d'Austria e ne fu ambasciatore alla Curia romana nel 1445.
Fu letterato umanista, scrisse una commedia, Criside, una novella boccaccesca Storia di due amanti, una storia di Federico III e poi dei Commentarii contenenti la sua autobiografia.
Appena nel 1446 scelse la vita ecclesiastica, venne ordinato sacerdote e l'anno successivo 1447 fu nominato Vescovo di Trieste.
il primo anno anno agì tramite un vicario, Giovanni Laterbach,
nel 1448 era presente persolalmente e consacrò la chiesa di Duttogliano ( Dutovle)
nel'ottobre 1450 venne nominato vescovo di Siena, poi divenne legato apostolico nel 1452, cardinale nel 1456 e fu eletto papa nel 1458 col nome di Pio IIUna veloce carriera, a dir poco!!
Dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453, tentò da papa di promuovere una crociata per la sua riconquista, ma morì ad Ancona nell' agosto 1464
Nel suo papato si può ricordare anche la santificazione di s Caterina da Siena e soprattutto il programma edilizio per fare di Corsignano, ribattezzato Pienza, una città modello dell'Umanesimo col contributo dell arch Bernardo Rossellino
La cattedrale, dall'esterno rinascimentale, conserva all'interno una forma ancora gotica, con i soffitti alti come le Hallenkirche tedesche, che Enea Silvio avrà visitato nei suoi viaggi.
( lo stemma dei Piccolomini a Pienza- confrontare con quello sulla facciata a San Giusto)
Nacque a Corsignano in provincia di Siena, cittadina che poi prenderà da lui il nome di Pienza, il 18 ottobre 1405, di famiglia aristocratica ma impoverita, studiò a Siena e partecipò al Concilio di Basilea del 1432 ( che doveva risolvere un problema di uno scisma in occidente), fu segretario del concilio nel 1439, poi segretario dell'antipapa Felice V; nel 1442 passò al servizio di Federico III d'Austria e ne fu ambasciatore alla Curia romana nel 1445.
Fu letterato umanista, scrisse una commedia, Criside, una novella boccaccesca Storia di due amanti, una storia di Federico III e poi dei Commentarii contenenti la sua autobiografia.
Appena nel 1446 scelse la vita ecclesiastica, venne ordinato sacerdote e l'anno successivo 1447 fu nominato Vescovo di Trieste.
il primo anno anno agì tramite un vicario, Giovanni Laterbach,
nel 1448 era presente persolalmente e consacrò la chiesa di Duttogliano ( Dutovle)
nel'ottobre 1450 venne nominato vescovo di Siena, poi divenne legato apostolico nel 1452, cardinale nel 1456 e fu eletto papa nel 1458 col nome di Pio IIUna veloce carriera, a dir poco!!
Dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453, tentò da papa di promuovere una crociata per la sua riconquista, ma morì ad Ancona nell' agosto 1464
Nel suo papato si può ricordare anche la santificazione di s Caterina da Siena e soprattutto il programma edilizio per fare di Corsignano, ribattezzato Pienza, una città modello dell'Umanesimo col contributo dell arch Bernardo Rossellino
La cattedrale, dall'esterno rinascimentale, conserva all'interno una forma ancora gotica, con i soffitti alti come le Hallenkirche tedesche, che Enea Silvio avrà visitato nei suoi viaggi.
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Non dimenticò Trieste: nel 1463 promosse pace fra Venezia e Trieste ( in seguito alla quale nel 1464 Federico III diede lo stemma a alla città di Trieste, autorizzandoli a mettere, sopra l'alabarda di san Sergio, l'aquila asburgica e la corona sopra, chiamandoli fidelissimos cives nostros tergestinos i nostri fedelissimi cittadini di Trieste- credo sia da là che nasca la denominazione di urbs fidelissima di Trieste)
Sul lato della cattedrale di San Giusto ci sono il busto del papa e il suo stemma ( messi nel 1862)
metto un particolare da una cartolina in mancanza di una foto recente, magari provvederà qualcuno..
Sul lato della cattedrale di San Giusto ci sono il busto del papa e il suo stemma ( messi nel 1862)
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Da Trieste ed i suoi dintorni nel 1807:
[...] la storia menziona i Vescovi di Trieste dal VI secolo ed esercitavano nella loro veste di conti di Trieste tutti i diritti sovrani. Il diritto di eleggere il Vescovo era sempre spettato ai canonici, [...] ma Leopoldo d'austria nel 1383 fece sì che dipendesse da lui fissare il giorno dell'elezione: Papa Eugenio IV proibì loro nel 1446, a richiesta di Federico III, la nomina del Vescovo, che avocò a sè stesso.
Il Vescovo nominato nel 1447 dal Capitolo della cattedrale nonostante questo severo divieto, non fu riconosciuto da papa Nicolò V che nominò in sua vece quale Vescovo di Trieste Enea Silvio Piccolomini da Siena, che una volta salito al soglio pontificio con il nome di Pio II, tolse completamente il diritto di nomina al Capitolo della cattedrale concedendolo alla Casa d'Austria.
Dalla morte dell'ultimo Vescovo, il barone Buset de Faistenberg, questa diocesi rimase vacante sino ad oggi.
Il Capitolo è costituito attualmente da sei canonici tra i quali è compreso il parroco della Città Vecchia e quello della Città Nuova. Il titolo di canonico onorario che spetta a sei rappresentanti, viene conferito a decani e stimati parroci della diocesi, la quale comprende l'Istria austriaca, la Camiola e la Contea di Gorizia.
Dal 1774 al 1847 Trieste ebbe solamente due parrocchie: quella di Sant'Antonio Taumaturgo e quella di Santa Maria Maggiore. Prima del 1774 solo quella di San Giusto. Oltre al Duomo di San Giusto ed alle due chiese parrocchiali, c'è pure la chiesa filiale di San Pietro e la chiesa già dei Minoriti nella Città Giuseppina, quindi la chiesa del convento delle Benedettine e degli Armeni. Per l'assistenza spirituale del circondario, ad Opicina c'è una parrocchia, e nei villaggi di Santa Croce, Prosecco, Contovello, Barcola, Lipizza, Basovizza, Cattinara e Servola una cappellania locale.
Il servizio divino viene tenuto secondo le prescrizioni vigenti per gli i.r. Stati, per cui i canti ecclesiastici normali sono tradotti in italiano per la città e in cragnolino per la popolazione rurale, e vengono cantati nelle note, melodiose arie. Nella chiesa parrocchiale della Città Vecchia le prediche domenicali e festive sono tenute in italiano, e in quella della Città Nuova in cragnolino e tedesco.
[...] la storia menziona i Vescovi di Trieste dal VI secolo ed esercitavano nella loro veste di conti di Trieste tutti i diritti sovrani. Il diritto di eleggere il Vescovo era sempre spettato ai canonici, [...] ma Leopoldo d'austria nel 1383 fece sì che dipendesse da lui fissare il giorno dell'elezione: Papa Eugenio IV proibì loro nel 1446, a richiesta di Federico III, la nomina del Vescovo, che avocò a sè stesso.
Il Vescovo nominato nel 1447 dal Capitolo della cattedrale nonostante questo severo divieto, non fu riconosciuto da papa Nicolò V che nominò in sua vece quale Vescovo di Trieste Enea Silvio Piccolomini da Siena, che una volta salito al soglio pontificio con il nome di Pio II, tolse completamente il diritto di nomina al Capitolo della cattedrale concedendolo alla Casa d'Austria.
Dalla morte dell'ultimo Vescovo, il barone Buset de Faistenberg, questa diocesi rimase vacante sino ad oggi.
Il Capitolo è costituito attualmente da sei canonici tra i quali è compreso il parroco della Città Vecchia e quello della Città Nuova. Il titolo di canonico onorario che spetta a sei rappresentanti, viene conferito a decani e stimati parroci della diocesi, la quale comprende l'Istria austriaca, la Camiola e la Contea di Gorizia.
Dal 1774 al 1847 Trieste ebbe solamente due parrocchie: quella di Sant'Antonio Taumaturgo e quella di Santa Maria Maggiore. Prima del 1774 solo quella di San Giusto. Oltre al Duomo di San Giusto ed alle due chiese parrocchiali, c'è pure la chiesa filiale di San Pietro e la chiesa già dei Minoriti nella Città Giuseppina, quindi la chiesa del convento delle Benedettine e degli Armeni. Per l'assistenza spirituale del circondario, ad Opicina c'è una parrocchia, e nei villaggi di Santa Croce, Prosecco, Contovello, Barcola, Lipizza, Basovizza, Cattinara e Servola una cappellania locale.
Il servizio divino viene tenuto secondo le prescrizioni vigenti per gli i.r. Stati, per cui i canti ecclesiastici normali sono tradotti in italiano per la città e in cragnolino per la popolazione rurale, e vengono cantati nelle note, melodiose arie. Nella chiesa parrocchiale della Città Vecchia le prediche domenicali e festive sono tenute in italiano, e in quella della Città Nuova in cragnolino e tedesco.
Mal no far, paura no gaver.
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questo andassi messo in un capitolo che me piaseria far sula storia dei vescovi de Trieste.. per esempio la cattedra vacante come che disi sto qua,. e che me corispondi anche col elenco dei vescovi in Trieste nascosta: perchè nissun ga nominado un vescovo per quasi un decennio?
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
Re: Enea Silvio Piccolomini - Pio II
Inseriria in questo post l'informazion che ve dago ,anche perchè la xe attinente allepoca e a l'omo che iera Enea silvio Piccolomini.
Ho assistito ad una replica di una preziosa conferenza sul rinascimento, ancora oggi e per tanti versi sconosciuto,esplicitato dalle decodifica di un portale antico triestino, conservato ,dopo la demolizione di una parte di città vecchia nel 1938, presso il museo civico dell’orto lapidario. Si tratta di una opera semplice di aspetto ,ma ricca di significati,edificata dalla famiglia Montecchi Cancelieri che avevano casa tra il cardus e il decumano,all’incrocio tra la via che saliva da dietro il municipio attacandosi alla odierna via della cattedrale e la attuale via del teatro romano. Cioè all’incirca dove oggi troviamo la scalinata che porta alla chiesa dei gesuiti. Si tratta di scritte scolpite in caratteri latini,ma frammiste ad altri simboli greci,ebraici e glagolitici. Entrambe queste lingue erano considerate fino al concilio vaticano II le lingue ecclesiastiche della chiesa. Il conferenziere ha cercato di trasportarci in una epoca in cui le scienze,la matematica,le arti andavano a braccetto nel partecipare alla vita umana che era ben definita dal motto senechiano : rotat omne fatum.
La criptografia,che accomuna nelle grafia di una lettera anche un numero o altri concetti,e non solo quindi un suono,unita alla comprensione di più lingue,poteva esprimere un ideale di comprensione del divino. Gli antichi triestini avevano quindi sentito la necessità, adeguandosi ai mutati tempi, nel passaggio dal medioevo al rinascimento, e Pio II è stato un esponente di spicco, di tramandarci non solo la data di fondazione della loro casa ,ma anche quella della fondazione di Trieste ,in forma criptata. Chissà come sono arrivati all’idea che Trieste ,che in antico si chiamava Membria, fosse stata fondata nel 1263 AC da Troilo guerriero troiano scampato alla distruzione della sua Troia, e rifugiatosi in questa parte dell’adriatico. Ma molti autori danno Troilo si innamorato da Cressida,ma morto combattendo per la difesa di troia. Bah? Si attendono altre repliche di questa conferenza,e forse qualche altra risposta.
Ho assistito ad una replica di una preziosa conferenza sul rinascimento, ancora oggi e per tanti versi sconosciuto,esplicitato dalle decodifica di un portale antico triestino, conservato ,dopo la demolizione di una parte di città vecchia nel 1938, presso il museo civico dell’orto lapidario. Si tratta di una opera semplice di aspetto ,ma ricca di significati,edificata dalla famiglia Montecchi Cancelieri che avevano casa tra il cardus e il decumano,all’incrocio tra la via che saliva da dietro il municipio attacandosi alla odierna via della cattedrale e la attuale via del teatro romano. Cioè all’incirca dove oggi troviamo la scalinata che porta alla chiesa dei gesuiti. Si tratta di scritte scolpite in caratteri latini,ma frammiste ad altri simboli greci,ebraici e glagolitici. Entrambe queste lingue erano considerate fino al concilio vaticano II le lingue ecclesiastiche della chiesa. Il conferenziere ha cercato di trasportarci in una epoca in cui le scienze,la matematica,le arti andavano a braccetto nel partecipare alla vita umana che era ben definita dal motto senechiano : rotat omne fatum.
La criptografia,che accomuna nelle grafia di una lettera anche un numero o altri concetti,e non solo quindi un suono,unita alla comprensione di più lingue,poteva esprimere un ideale di comprensione del divino. Gli antichi triestini avevano quindi sentito la necessità, adeguandosi ai mutati tempi, nel passaggio dal medioevo al rinascimento, e Pio II è stato un esponente di spicco, di tramandarci non solo la data di fondazione della loro casa ,ma anche quella della fondazione di Trieste ,in forma criptata. Chissà come sono arrivati all’idea che Trieste ,che in antico si chiamava Membria, fosse stata fondata nel 1263 AC da Troilo guerriero troiano scampato alla distruzione della sua Troia, e rifugiatosi in questa parte dell’adriatico. Ma molti autori danno Troilo si innamorato da Cressida,ma morto combattendo per la difesa di troia. Bah? Si attendono altre repliche di questa conferenza,e forse qualche altra risposta.
- Allegati
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- Locandina
- CONFERENZA PORTALE CANCELLIERI .jpg (20.01 KiB) Visto 7506 volte
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Re: Enea Silvio Piccolomini - Pio II
e naturalmente, mi go una foto de un toco de sta architrave.
iera l'anno scorso , in quella mostra interessantissima che iera iera permesso fotografar ma no pubblicar i reperti novi, per cui mi ve go messo el palazzo e non le tante robe interessanti, ma visto che po questo no xe scavo, ve metto i dati del pannello e l'immagine de un toco de architrave de sta casa Montecchi.
Sì, nel rinascimento scienza e magia andava ancora bastanza a brezzetto
iera l'anno scorso , in quella mostra interessantissima che iera iera permesso fotografar ma no pubblicar i reperti novi, per cui mi ve go messo el palazzo e non le tante robe interessanti, ma visto che po questo no xe scavo, ve metto i dati del pannello e l'immagine de un toco de architrave de sta casa Montecchi.
Sì, nel rinascimento scienza e magia andava ancora bastanza a brezzetto
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
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Re: Enea Silvio Piccolomini - Pio II
Ieri son stada a Forsì, a visitar la
Dal s ito:
che xe assai interessante. Ma cossa ghe ne parlo qua? ben, una sala iera dedicada al ambiente papale del epoca, con statue, libri miniai, qualche paramento, e in mezzo un bellissimo busto.. de papa Piccolomini!
ve lo metto abbastanza picio e un poco fatto alla bona volutamente del catalogo dela mostra ( ale mostre no se fotografa) che me go portado a casa:
Dal s ito:
che xe assai interessante. Ma cossa ghe ne parlo qua? ben, una sala iera dedicada al ambiente papale del epoca, con statue, libri miniai, qualche paramento, e in mezzo un bellissimo busto.. de papa Piccolomini!
ve lo metto abbastanza picio e un poco fatto alla bona volutamente del catalogo dela mostra ( ale mostre no se fotografa) che me go portado a casa:
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Re: Enea Silvio Piccolomini - Pio II
Adesso legio questa: a proposito del novo stemma vescovile:
http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/201 ... -1.1633655
la spiegazion, va benm cola scission de Capodistria no podeva andar ben el vecio, quel con san Giusto iera provvisorio,, ma legio:
http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/201 ... -1.1633655
la spiegazion, va benm cola scission de Capodistria no podeva andar ben el vecio, quel con san Giusto iera provvisorio,, ma legio:
no go capido ben... mi capiria che el patrocinio imperial volessi dir el permesso del imperator per nominar un vescovo a Trieste, e no vedo el significato de el "grazie" : che i lo gabi fatto papa su pression del imperator? no sicuro che i Vescovi triestini col patrocinio imperial sia deventai più papabili, visto che dopo de lu papa no xe deventado mai nissun de lori..lo scudo araldico propone «la divisione a metà dello stemma federiciano di Trieste del 1464, rosso e bianco con l’alabarda dorata, e dell’aquila nera in campo giallo del Sacro Romano Impero», che «sono il segno di un “tempo concluso” - scrive la Curia - in cui la Chiesa tergestina aveva il “patrocinio imperiale” grazie al quale ebbe come suo vescovo Enea Silvio Piccolomini, poi Pontefice romano con il nome di Pio II».
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- Nona Picia
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Re: Enea Silvio Piccolomini - Pio II
Mi no so perchè el vescovo gabi cambià el stemma, una sola roba me domando, cossa centra l'aquila bicipite con San Giusto?
Ciao ciao
Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare,
trova un minuto per ridere.
"MADRE TERESA"
"La Mama l’è talmen un tesor de valur che l’ha vorüda anche Noster Signur" .....
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- babatriestina
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Re: Enea Silvio Piccolomini - Pio II
Nel novo stemma i ghe ga taiado una testa, la xe a metà...
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Re: Enea Silvio Piccolomini - Pio II
Io preferivo lo stemma precedente, non per considerazioni estetiche, ma ecclesiali. Mancavano, infatti, in esso, riferimenti di tipo politico ed era evidenziato, per chi ci crede, l'affidamento della città al santo.
http://www.fvgnews.net/triestenews/image.php?k=27077
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Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Enea Silvio Piccolomini - Pio II
El Vescovo xè 'un vescovo': NO el nostro Vescovo.
E no solo per questo: 'Vedi Citànova'.
ciao
sum culex
E no solo per questo: 'Vedi Citànova'.
ciao
sum culex
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Re: Enea Silvio Piccolomini - Pio II
Me son acorto tropo tardi de gaver sbaglià: No xè 'Vedi Citanova' ma 'Vedi Vitanova' che xè el giornal.sum culex ha scritto:El Vescovo xè 'un vescovo': NO el nostro Vescovo.
E no solo per questo: 'Vedi Citànova'.
ciao
sum culex
ciao e scuseme
sum culex
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Re: Enea Silvio Piccolomini - Pio II
Leggevo una vita di Skanderbeg, l'eroe nazionale albanese, contemporaneo di papa Pio II. E ci ho trovato i suoi rapporti col Papa, e qualche notizia in più, meno "ufficiale " di altre. La famiglia, nobile ma impoverita ( il padre faceva il contadino sulle sue stesse terre!) gli permise studi con cui , grazie alla notevole eloquenza, intraprese una carriera diplomatica a l seguito di papi, antipapi ( era il periodo del Concilio di Basilea e del Grande Scisma d'Occidente) ma per anni non volle farsi prete, perchè affermava con molta onestà che non sarebbe stato capace di mantenere il voto di castità! difatti.. in occasione di missioni in Inghilterra e Irlanda ebbe sicuramente un figlio naturale, e forse un secondo! non per nulla scriveva commedie boccaccesche.. fu solo un paio d0anni prima della nomina a vescovo che decise di farsi prete . Il passo relativo dell'attuale Vescovado sembra si riferisca che dapprincipio il Capitolo della Cattedrale avesse nominato un altro e non ne volesse sapere di questo vescovo nominato da fuori. Fu lui, una volta accettato, ed esautorare il capitolo dalla nomina. Insomma, una volta che i triestini ricevono un Vescovo che diventerà papa ( ma loro non potevano saperlo!) per prima cosa non ne volevano sapere (immagino: un de fora, no un dei nostri..). Curiosa anche la modifica delle sue idee, dopo a ver sostenuto la superiorità del Concilio ovviamente fatto papa sostenne la superiorità papale. Alla morte ad Ancona, mentre predicava una crociata per liberare Costantinopoli presa da poco dai Turchi ( e là stava reclutando Scanderbeg) ci fu chi non credeva alla malattia, sospettandola di simulazione diplomatica. Aveva pure scritto un a lettera pubblica a Maometto II, il sultano conquistatore di Costantinopoli, esortandolo a farsi cristiano e diventare imperatore romano d'oriente ( ovviamente col suo patrocinio..): abbiamo alla Biblioteca Civica due copie di tale lettera.
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