L'Italia entra in guerra - Le forze in campo
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- AdlerTS
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L'Italia entra in guerra - Le forze in campo
Manifesto dell’imperatore Francesco Giuseppe del 23.05.1915, pubblicato sul “Wiener Zeitung”
Ai miei popoli !
Il re d’Italia mi ha dichiarato la guerra.
Un tradimento, di cui la storia non conosce uguale, è stato commesso dal regno d’Italia contro i suoi due alleati.
Dopo un’alleanza durata oltre trenta anni, durante la quale essa potè aumentare il proprio possesso territoriale e svilupparsi a una prosperità inopinata, l’Italia ci ha abbandonati nell’ora del pericolo per passare a bandiera spiegata nel campo nemico.
Noi non abbiamo minacciato l’Italia, non ne abbiamo sminuito la considerazione, né menomato l’onore e gli interessi; noi ci siamo sempre fedelmente attenuti al nostro dovere di alleati e l’abbiamo protetta allorché scese in campo.
Noi abbiamo fatto di più; allorché l’Italia spinse i suoi avidi sguardi oltre il nostro confine, noi, per mantenere l’alleanza e la pace, eravamo decisi a grandi, dolorosi sacrifici, che colpivano in ispecial modo il nostro cuore paterno.
Ma l’avidità dell’Italia, che credeva di poter profittare del momento, era insaziabile.
E così deve compiersi il destino.
Al potente nemico nordico i miei eserciti hanno vittoriosamente resistito in dieci mesi di lotte gigantesche e in fedele fratellanza d’armi con l’esercito del mio nobile alleato.
L’ipocrita nemico al sud non è un avversario nuovo. I grandi ricordi di Novara, Mantova, Custoza e Lissa, che costituiscono l’orgoglio della mia gioventù, e lo spirito di Radetzky, dell’arciduca Alberto e di Tegethoff che sopravvive nella mia potenza di terra e di mare, mi è garanzia che noi potremo difendere efficacemente i confini della monarchia anche verso mezzogiorno.
Saluto le mie truppe, provate alla lotta e alla vittoria. Confido in esse e nei loro capi. Confido nei miei popoli, la cui abnegazione senza esempio merita la mia più profonda paterna riconoscenza.
Prego l’Onnipossente che benedica le nostre bandiere e prenda la nostra giusta causa sotto la sua clemente tutela.
Ai miei popoli !
Il re d’Italia mi ha dichiarato la guerra.
Un tradimento, di cui la storia non conosce uguale, è stato commesso dal regno d’Italia contro i suoi due alleati.
Dopo un’alleanza durata oltre trenta anni, durante la quale essa potè aumentare il proprio possesso territoriale e svilupparsi a una prosperità inopinata, l’Italia ci ha abbandonati nell’ora del pericolo per passare a bandiera spiegata nel campo nemico.
Noi non abbiamo minacciato l’Italia, non ne abbiamo sminuito la considerazione, né menomato l’onore e gli interessi; noi ci siamo sempre fedelmente attenuti al nostro dovere di alleati e l’abbiamo protetta allorché scese in campo.
Noi abbiamo fatto di più; allorché l’Italia spinse i suoi avidi sguardi oltre il nostro confine, noi, per mantenere l’alleanza e la pace, eravamo decisi a grandi, dolorosi sacrifici, che colpivano in ispecial modo il nostro cuore paterno.
Ma l’avidità dell’Italia, che credeva di poter profittare del momento, era insaziabile.
E così deve compiersi il destino.
Al potente nemico nordico i miei eserciti hanno vittoriosamente resistito in dieci mesi di lotte gigantesche e in fedele fratellanza d’armi con l’esercito del mio nobile alleato.
L’ipocrita nemico al sud non è un avversario nuovo. I grandi ricordi di Novara, Mantova, Custoza e Lissa, che costituiscono l’orgoglio della mia gioventù, e lo spirito di Radetzky, dell’arciduca Alberto e di Tegethoff che sopravvive nella mia potenza di terra e di mare, mi è garanzia che noi potremo difendere efficacemente i confini della monarchia anche verso mezzogiorno.
Saluto le mie truppe, provate alla lotta e alla vittoria. Confido in esse e nei loro capi. Confido nei miei popoli, la cui abnegazione senza esempio merita la mia più profonda paterna riconoscenza.
Prego l’Onnipossente che benedica le nostre bandiere e prenda la nostra giusta causa sotto la sua clemente tutela.
Ultima modifica di AdlerTS il mar 4 lug 2006, 13:09, modificato 1 volta in totale.
ma passi per trieste... e va bene, voi avete sto mito di Cecco Beppe, nessuno riuscirà mai a levarvelo... anche se è ovvio che se non si fosse disgregato l'impero a trieste oggi si saluterebbero tutti con "doberdàn"...
ma vi sembra giusto che il povero Cecco Beppe occupasse, e ripeto, OCCUPASSE, Lombardo Veneto prima, Istria e Trentino e Venezia Giulia poi... Trieste l'hanno fondata loro. Ma il resto? Adesso esce fuori che gli austriaci erano santi...
ma vi sembra giusto che il povero Cecco Beppe occupasse, e ripeto, OCCUPASSE, Lombardo Veneto prima, Istria e Trentino e Venezia Giulia poi... Trieste l'hanno fondata loro. Ma il resto? Adesso esce fuori che gli austriaci erano santi...
- Tirabaralla
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Finalmente uno che risponde per le rime ad Adler!
(Il beato Carlo, Gigi...te lo ricordo io prima che lo faccia lui)
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- babatriestina
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Il mito di Cecco Beppe è nato da tante disillusioni successive, oltre che dal rimpianto della Belle époque e di un periodo di prosperità economica, cosa sarebbe successo se l'impero non si fosse disgregato è più dificile da dire e la tua idea del doberdan è una delle tante, forse sarebbe successo se fosse sopravvissuto Francesco Ferdinando, ma l'impero si è squagliato da solo nel 1918 visti i tempi e le tendenze di allora... chissà se non avremmo detto Jawohl mein Fuehrer!gigi ha scritto:ma passi per trieste... e va bene, voi avete sto mito di Cecco Beppe, nessuno riuscirà mai a levarvelo... anche se è ovvio che se non si fosse disgregato l'impero a trieste oggi si saluterebbero tutti con "doberdàn"...
ma vi sembra giusto che il povero Cecco Beppe occupasse, e ripeto, OCCUPASSE, Lombardo Veneto prima, Istria e Trentino e Venezia Giulia poi... Trieste l'hanno fondata loro. Ma il resto? Adesso esce fuori che gli austriaci erano santi...
per l'occupasse invece non sono d'accordo: la Lombardia è passata agli Asburgo d'Austria da una precedente dominazione spagnola che lo aveva trattato ancor peggio, Veneto, Istria e Venezia Giulia gli sono passate col trattato di Campoformido ( grazie, Napoleone!) e poi col Congresso di Vienna. La sola occupazione e poi annessione al di fuori dei normali trattati che possiamo rimproverare all'Austria Ungheria è stata quella della Bosnia Erzegovina , che è una delle tante cause della prima guerra mondiale.
Per la fondazione di Trieste... beh, diciamo che la città nuova l'hanno effettivamente creata loro ( Maria Teresa), per la fondazione, Tergeste era un borgo carno/celtico/istro (??)... trasformato in cittadina romana e da quanto sta emergendo, neanche tanto buco
- AdlerTS
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Nessuno era Santo, però oltre a ciò che ha già correttamente sottolineato Babatriestina in merito al vocabolo "occupare", ci si può anche chiedere se in Lombardia fosse più nel diritto una casa regnante di lingua tedesca che non imponeva il proprio lessico oppure una casa regnante di lingua francese che con la scusa della lingua ha inteso occupare i territori borbonici, pontifici, etc..gigi ha scritto: ma vi sembra giusto che il povero Cecco Beppe occupasse, e ripeto, OCCUPASSE, Lombardo Veneto prima, Istria e Trentino e Venezia Giulia poi... Adesso esce fuori che gli austriaci erano santi...
Infine, nota attuale, Bossi da "La Padania": «Avevamo più diritti sotto l’Impero austro-ungarico. I magistrati erano nostri, invece adesso i magistrati non sono lombardi o milanesi».
- Tirabaralla
- citadin
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Ehm...perdonatemi ma...
Nota attuale dal mio cervello: se si arriva a citare Bossi per avvalorare le proprie idee... povere idee.
Nota attuale dal mio cervello: se si arriva a citare Bossi per avvalorare le proprie idee... povere idee.
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si, è vero, io mi riferivo al fatto che la Trieste come la conosciamo noi (porto franco, nuovi immigrati ecc.) è opera degli Asburgobabatriestina ha scritto:gigi ha scritto:Per la fondazione di Trieste... beh, diciamo che la città nuova l'hanno effettivamente creata loro ( Maria Teresa), per la fondazione, Tergeste era un borgo carno/celtico/istro (??)... trasformato in cittadina romana e da quanto sta emergendo, neanche tanto buco
- Maximilian
- ixolan
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Sul termine di "occupazione" austriaca del Lombardo-Veneto, mi si permetta di dire qualcosa, da milanese quale sono.
Occorre scorporare la Lombardia dal Veneto, prima di tutto: passi l'occupazione della Serenissima, che certamente fu organizzata "sopra la testa" dei suoi abitanti... Ma dire che la Lombardia è stata "occupata" dagli austriaci è un falso storico. Le truppe absburgiche agli ordini di Eugenio di Savoia-Soissons hanno infatti liberato Milano da un lungo e distruttivo dominio spagnolo, e l'Imperatrice Maria Teresa ha fatto di Milano una delle città più moderne del mondo. Se Milano conserva qualche scampolo di modernità, nonostante decenni e decenni di Italia (di occupazione italiana, mi verrebbe da dire!), il merito va ascritto soprattutto a Maria Teresa.
Che gli Absburgo d'Austria fossero ben visti a Milano lo dimostra anche l'ostilità alla dominazione francese, che culminò anche (purtroppo) negli orribili eccessi contro i filonapoleonici di cui la popolazione fu protagonista. Dopo il Congresso di Vienna si ruppe qualcosa? Forse sì, ma la retorica patriottarda esagerò e fraintese il sentimento quarantottesco, quello che partì, in territorio absburgico, dalla rivolta liberale capeggiata dal medico viennese Adolf Fischhof. La rivolta delle Cinque Giornate era soprattutto una rivolta liberale (come quelle di Vienna e di Praga), fatta dalla borghesia... degli ispiratori della rivolta, solo la minoranza era per il distacco completo dall'Austria (Carlo Cattaneo, uno dei capi della rivolta, proclamò la Repubblica Lombarda), e meno ancora per l'unione con la mon,archia sabauda. In ogni caso, al ritorno delle divise austriache a Milano, la folla plaudente gridò: "Sèmm staa minga numm, hinn staa i sciori". "Non siamo stati noi, sono stati i signori". La stessa folla che, all'arrivo dei francosardi dopo la battaglia di Magenta, si chiuse in un silenzio ostile. Dopo gli anni critici di Radetzky (duro fin che volete, ma che sarebbe inorridito solo a pensare di poter anticipare la strage dell'ufficiale ITALIANO Bava Beccaris), a capo del Regno Lombardo-Veneto era stato posto Massimiliano d'Absburgo, che aveva ricucito il parziale strappo tra Milano e l'Impero.
Dopo un'alluvione, Massimiliano aveva dato fondo al suo patrimonio personale per poter aiutare le popolazioni colpite (quanto siamo distanti dalla repubblica dei tangentisti, che non solo non danno, ma prendono). Alla vigilia della guerra che tolse Milano all'Austria, la popolazione lombarda era fortemente filoaustriaca: lo testimonia anche lo storico filoitaliano Mack Smith.
Altro che occupazione...
Occorre scorporare la Lombardia dal Veneto, prima di tutto: passi l'occupazione della Serenissima, che certamente fu organizzata "sopra la testa" dei suoi abitanti... Ma dire che la Lombardia è stata "occupata" dagli austriaci è un falso storico. Le truppe absburgiche agli ordini di Eugenio di Savoia-Soissons hanno infatti liberato Milano da un lungo e distruttivo dominio spagnolo, e l'Imperatrice Maria Teresa ha fatto di Milano una delle città più moderne del mondo. Se Milano conserva qualche scampolo di modernità, nonostante decenni e decenni di Italia (di occupazione italiana, mi verrebbe da dire!), il merito va ascritto soprattutto a Maria Teresa.
Che gli Absburgo d'Austria fossero ben visti a Milano lo dimostra anche l'ostilità alla dominazione francese, che culminò anche (purtroppo) negli orribili eccessi contro i filonapoleonici di cui la popolazione fu protagonista. Dopo il Congresso di Vienna si ruppe qualcosa? Forse sì, ma la retorica patriottarda esagerò e fraintese il sentimento quarantottesco, quello che partì, in territorio absburgico, dalla rivolta liberale capeggiata dal medico viennese Adolf Fischhof. La rivolta delle Cinque Giornate era soprattutto una rivolta liberale (come quelle di Vienna e di Praga), fatta dalla borghesia... degli ispiratori della rivolta, solo la minoranza era per il distacco completo dall'Austria (Carlo Cattaneo, uno dei capi della rivolta, proclamò la Repubblica Lombarda), e meno ancora per l'unione con la mon,archia sabauda. In ogni caso, al ritorno delle divise austriache a Milano, la folla plaudente gridò: "Sèmm staa minga numm, hinn staa i sciori". "Non siamo stati noi, sono stati i signori". La stessa folla che, all'arrivo dei francosardi dopo la battaglia di Magenta, si chiuse in un silenzio ostile. Dopo gli anni critici di Radetzky (duro fin che volete, ma che sarebbe inorridito solo a pensare di poter anticipare la strage dell'ufficiale ITALIANO Bava Beccaris), a capo del Regno Lombardo-Veneto era stato posto Massimiliano d'Absburgo, che aveva ricucito il parziale strappo tra Milano e l'Impero.
Dopo un'alluvione, Massimiliano aveva dato fondo al suo patrimonio personale per poter aiutare le popolazioni colpite (quanto siamo distanti dalla repubblica dei tangentisti, che non solo non danno, ma prendono). Alla vigilia della guerra che tolse Milano all'Austria, la popolazione lombarda era fortemente filoaustriaca: lo testimonia anche lo storico filoitaliano Mack Smith.
Altro che occupazione...
- Maximilian
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Saluterebbero tutti con Dober Dan, buon giorno, Guten Tag e in tantissimi altri modi... fiorirebbe la "città del sì, del da e dello ja", una città multietnica come nelle sue tradizioni... Invece oggi si saluta in un solo modo, la lingua ufficiale è una sola, a dispetto di tutte le popolazioni che hanno abitato e abitano Trieste... via gli Absburgo, una città che avrebbe potuto crescere nella tolleranza, come esempio di convivenza tra molte lingue e culture è stata vittima di intolleranze a catena, ha subito sulla sua pelle odio e scontri, originati dal fascismo e poi amplificati da vendette e controvendette... una città che, fiore multicolore, hanno provato a trasformare in grigia periferia, con una lingua sola, una cultura sola. Non ce l'hanno fatta, per fortuna.gigi ha scritto: a trieste oggi si saluterebbero tutti con "doberdàn"...
Come ci si può stupire che molti triestini vagheggino il ritorno a quello che fu la grande Trieste, città di pluralità e porto tra i più importanti d'Europa? Anzi: mi stupisco che questa nostalgia non sia ancora più diffusa...
- babatriestina
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Però quando io sono in montagna, soprattutto fra Carinzia e Slovenia, uso un vecchio saluto che da quelle parti si usa ancora: Gruess Gott!Maximilian ha scritto:Saluterebbero tutti con Dober Dan, buon giorno, Guten Tag e in tantissimi altri modi......gigi ha scritto: a trieste oggi si saluterebbero tutti con "doberdàn"...
Per Massimiliano: la città cosmopolita e tollerante è durata fino circa al 1866-68, poi alla fine del secolo l'ascesa dei due nazionalismi italiano e panslavo - non so com'era la parte tedesca, ma mi sembra meno implicata nelle baruffe - avevano creato forti tensioni- ho letto dei resoconti di processi di intolleranze e da fonte non sospetta, l'associazione Maria Theresia!
- Maximilian
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Il saluto è diffuso in tutto l'attuale territorio austriaco, e anche oltre Ma se passi il confine tra il Vorarlberg e la Repubblica del Cantone San Gallo, il saluto diventa Grüezi, che si estende per tutta la Svizzera di lingua tedesca.babatriestina ha scritto:Però quando io sono in montagna, soprattutto fra Carinzia e Slovenia, uso un vecchio saluto che da quelle parti si usa ancora: Gruess Gott!Maximilian ha scritto:Saluterebbero tutti con Dober Dan, buon giorno, Guten Tag e in tantissimi altri modi......gigi ha scritto: a trieste oggi si saluterebbero tutti con "doberdàn"...
Il dato è curioso, anche perchè il Vorarlberg, dopo la prima guerra mondiale, votò con un plebiscito l'Anschluß con la Svizzera, prontamente disatteso da Mr. Wilson, il "paladino" dell'autodeterminazione dei popoli (quelli scelti da lui).
E' vero... però non credo che si sarebbero spinti oltre un certo punto, se non fosse intervenuta la fine dell'Impero absburgico, tu cosa ne pensi?babatriestina ha scritto: Per Massimiliano: la città cosmopolita e tollerante è durata fino circa al 1866-68, poi alla fine del secolo l'ascesa dei due nazionalismi italiano e panslavo - non so com'era la parte tedesca, ma mi sembra meno implicata nelle baruffe - avevano creato forti tensioni- ho letto dei resoconti di processi di intolleranze e da fonte non sospetta, l'associazione Maria Theresia!
- babatriestina
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penso che purtroppo l'impero si è sfasciato proprio perchè non riusciva più, nel suo ultimo quarto di secolo, a contenere tutti i nazionalismi dei "miei popoli". In quel tempo l'internazionalismo dell'illuminismo era decisamente out!Maximilian ha scritto:E' vero... però non credo che si sarebbero spinti oltre un certo punto, se non fosse intervenuta la fine dell'Impero absburgico, tu cosa ne pensi?babatriestina ha scritto:] Per Massimiliano: la città cosmopolita e tollerante è durata fino circa al 1866-68, poi alla fine del secolo l'ascesa dei due nazionalismi italiano e panslavo - non so com'era la parte tedesca, ma mi sembra meno implicata nelle baruffe - avevano creato forti tensioni- ho letto dei resoconti di processi di intolleranze e da fonte non sospetta, l'associazione Maria Theresia!
- AdlerTS
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Te rispondo citando François Fejtő, celebre storico:
“La mia esperienza personale, rinforzata dai dati raccolti con la consultazione degli archivi dei vinti e dei vincitori e dalle numerose Memorie dei testimoni, mi ha ispirato un certo scetticismo riguardo alla giustezza della tesi correntemente espressa dalla maggior parte della storiografia a proposito dell’esplosione dovuta alle forze centrifughe autonomiste e separatiste […] che nulla prova che fossero unite, né ch’esse rappresentassero la maggioranza della popolazione e non avrebbero potuto sfociare in una disgregazione dall’interno se lo smembramento non fosse stato deciso all’esterno, sostenuto ed incoraggiato dai “decideurs” dell’Intesa.
Le vittorie di Napoleone avrebbero potuto facilmente disgregare la monarchia se i membri che la componevano avessero voluto cogliere l’occasione per rivendicare la proprio indipendenza. Se non che, nonostante le disfatte inflitte da Napoleone, la monarchia si era ristabilita con una rapidità sorprendente ….”
Anche i tedeschi iera riuscidi in un giochino simile (nonostante el parere contrario del Beato Carlo), favorindo el rientro dall'esilio de Lenin per meter in ginocio Nicola II Romanov.
Ricordemose inoltre che i confini che se iera vignudi a crear dopo el 1918 iera tuto tranne che ispiradi da un concetto de nazionalità e tornando poi alle forze separatiste, credo che questi discorsi non rendi giustizia ai milioni de soldai che xe morti fedelmente “per l’Imperatore e per la Patria” e ga tignudo i fronti per 4 anni e che solo nelle ultime battute della guerra se ga sfaldado. Xe dimostrado che le diserzioni iera maggiori nell’Intesa che nell’Alleanza.
“La mia esperienza personale, rinforzata dai dati raccolti con la consultazione degli archivi dei vinti e dei vincitori e dalle numerose Memorie dei testimoni, mi ha ispirato un certo scetticismo riguardo alla giustezza della tesi correntemente espressa dalla maggior parte della storiografia a proposito dell’esplosione dovuta alle forze centrifughe autonomiste e separatiste […] che nulla prova che fossero unite, né ch’esse rappresentassero la maggioranza della popolazione e non avrebbero potuto sfociare in una disgregazione dall’interno se lo smembramento non fosse stato deciso all’esterno, sostenuto ed incoraggiato dai “decideurs” dell’Intesa.
Le vittorie di Napoleone avrebbero potuto facilmente disgregare la monarchia se i membri che la componevano avessero voluto cogliere l’occasione per rivendicare la proprio indipendenza. Se non che, nonostante le disfatte inflitte da Napoleone, la monarchia si era ristabilita con una rapidità sorprendente ….”
Anche i tedeschi iera riuscidi in un giochino simile (nonostante el parere contrario del Beato Carlo), favorindo el rientro dall'esilio de Lenin per meter in ginocio Nicola II Romanov.
Ricordemose inoltre che i confini che se iera vignudi a crear dopo el 1918 iera tuto tranne che ispiradi da un concetto de nazionalità e tornando poi alle forze separatiste, credo che questi discorsi non rendi giustizia ai milioni de soldai che xe morti fedelmente “per l’Imperatore e per la Patria” e ga tignudo i fronti per 4 anni e che solo nelle ultime battute della guerra se ga sfaldado. Xe dimostrado che le diserzioni iera maggiori nell’Intesa che nell’Alleanza.
- babatriestina
- senator
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insomma el disi che la sua idea xe diferente dela maggior parte dela storiografia: una opinion illustre, ma de minoranza..AdlerTS ha scritto:Te rispondo citando François Fejtő, celebre storico:
“La mia esperienza personale, rinforzata dai dati raccolti con la consultazione degli archivi dei vinti e dei vincitori e dalle numerose Memorie dei testimoni, mi ha ispirato un certo scetticismo riguardo alla giustezza della tesi correntemente espressa dalla maggior parte della storiografia a proposito dell’esplosione dovuta alle forze centrifughe autonomiste e separatiste […] .
( de che opera de Fejtő te lo ga ciolto?)
mi le mie idee personali me le son fatte leggendo diversi libri, in particolar te consiglio un molto agevole e facile de trovar :John W Mason Il tramonto dell'impero asburgico il Mulino 2000,nelle ultime pagine ghe xe riportade diverse opinioni, ognidun ga la sua e l'autor le presenta tute.
Riporto due frasi:
" i miti della monarchia come felice unione di popoli o, al contrario, come <<prigione di popoli>>, risalgono già all'Ottocento, e da quel tempo sono stati alimentati dai contributi di scrittori e storici fantasiosi"
"Il problema delle nazionalità si colloca al centro del dibattito storiografico sulle cause della caduta della monarchia asburgica" ( e zo do pagine de storici ognidun cola sua tesi)
(Mio papà , che la guerra la ga vissuda in prima persona ,e per decenni dopo ga letto roba al riguardo, diseva per mi l'Austria ga perso per fame!)
PS: gavemo cominciado el topic col ingresso in guerra, e semo arivai ala fin dela guerra
- AdlerTS
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El libro de Fejtő in question xe "Requiem per un impero defunto".babatriestina ha scritto:insomma el disi che la sua idea xe diferente dela maggior parte dela storiografia: una opinion illustre, ma de minoranza..
( de che opera de Fejtő te lo ga ciolto?)
Per el fatto che non tutti gli storici xe d'accordo, me vien in mente una massima che disi che "la probabilità che un individuo abbia ragione è direttamente proporzionale all'intensità con la quale gli altri vogliono dimostrare che abbia torto"
Perché no ?babatriestina ha scritto: (Mio papà , che la guerra la ga vissuda in prima persona ,e per decenni dopo ga letto roba al riguardo, diseva per mi l'Austria ga perso per fame!)
- Maximilian
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Secondo me è un'idea che si è affermata "a posteriori", quasi a voler dare una giustificazione teorica alla dissoluzione dell'Impero che fu fortemente voluta dagli Stati vincitori (mentre non fu così nei riguardi della Germania, per esempio). Io sono d'accordo con l'analisi di Fejto´´ (ricordo, quando lo leggevo commentavo, tra me e me: finalmente c'è qualcuno che ha il coraggio di dirlo). Le spinte centrifughe non erano abbastanza forti per disgregare l'Austria-Ungheria... e dove esistevano (soprattutto in Transleitania) erano più deboli delle rivalità con paesi "stranieri". Esempio: i croati avevano tutte le ragioni per non vedere di buon occhio l'Ungheria; però, man mano si approssimava la crisi, bruciavano le bandiere serbe, non quelle ungheresi.babatriestina ha scritto:penso che purtroppo l'impero si è sfasciato proprio perchè non riusciva più, nel suo ultimo quarto di secolo, a contenere tutti i nazionalismi dei "miei popoli".Maximilian ha scritto:E' vero... però non credo che si sarebbero spinti oltre un certo punto, se non fosse intervenuta la fine dell'Impero absburgico, tu cosa ne pensi?babatriestina ha scritto:] Per Massimiliano: la città cosmopolita e tollerante è durata fino circa al 1866-68, poi alla fine del secolo l'ascesa dei due nazionalismi italiano e panslavo - non so com'era la parte tedesca, ma mi sembra meno implicata nelle baruffe - avevano creato forti tensioni- ho letto dei resoconti di processi di intolleranze e da fonte non sospetta, l'associazione Maria Theresia!
- babatriestina
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come spiegate, tu e Fejto, la differenza di trattamento nei confronti di Austria-Ungheria e Germania? perchè alla Germania chiesero un sacco di riparazioni economiche ma non pensarono di ri-smembrarla nei precedenti Stati, che poi si erano unificati appena nel 1870 ( o71, non vorrei dire una sciocchezza) , mentre smembrarono l'Austria Ungheria che era uno Stato unico da secoli?Maximilian ha scritto:
alla dissoluzione dell'Impero che fu fortemente voluta dagli Stati vincitori (mentre non fu così nei riguardi della Germania, per esempio). .
( io resto dell'idea che sono stati i Balcani la sua tomba, e papà anche mi disse una volta qualcosa del genere, lui che il disfacimento lo vide di persona)
- AdlerTS
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Sempre dallo stesso libro de François Fejtő:AdlerTS ha scritto: Ricordemose inoltre che i confini che se iera vignudi a crear dopo el 1918 iera tuto tranne che ispiradi da un concetto de nazionalità
Questa la situazione negli stati creatisi dopo il 1918: in Ungheria vivono 550.000 tedeschi e 142.000 slovacchi. In Cecoslovacchia 6 milioni di cechi e 3 di slovacchi, 500.000 ungheresi, 500.000 ucraini e 3.000.000 di tedeschi. In Yugoslavia 500.000 ungheresi, 500.000 tedeschi, 400.000 tra turchi ed albanesi e 200.000 rumeni. In Romania vivono 2.500.000 di ungheresi, 700.000 tedeschi , 500.000 ucraini, 350.000 bulgari, 300.000 russi e 57.000 serbi.
- Maximilian
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Semplice: ragioni economiche e fanatismo. Da una parte, gli anglo-francesi pensavano di riuscire a "colonizzare" economicamente (e politicamente) i popoli dell'Impero absburgico approfittando di una divisione che avrebbe portato a conflitti e instabilità. Poi, l'idea di una realtà multinazionale (e per di più "allineata" con il Papato, di cui la Francia massonica e l'Inghilterra fanaticamente anti cattolica erano nemici aperti) turbava coloro che avevano scelto di creare tante realtà simil-omogenee, facendo dell'Europa un insieme di blocchi granitici, di "monadi" che non hanno finestre. Insomma, la Germania era un nemico da fiaccare perchè "pericoloso" militarmente; l'Austria-Ungheria un nemico da distruggere perchè agli antipodi con il fanatismo ideologico dei giacobini francesi. Questa la mia spiegazione. Fejto" una spiagazione non la articola: si chiede, invece, il motivo di questa grande ostilità nei confronti dell'Austria e, documenti alla mano, dimostra come le potenze dell'Intesa avessero già data per disciolta l'Austria-Ungheria, mentre lo stesso trattamento non era stato riservato alla Germania.babatriestina ha scritto:come spiegate, tu e Fejto, la differenza di trattamento nei confronti di Austria-Ungheria e Germania?Maximilian ha scritto:
alla dissoluzione dell'Impero che fu fortemente voluta dagli Stati vincitori (mentre non fu così nei riguardi della Germania, per esempio). .
- babatriestina
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Una nemesi storica: prima della prima guerra mondiale, Austria Ungheria e Russia vedevano come "gran malato d'Europa" la Turchia e cercavano di rosicchiarla, e alla fine della guerra Austria Ungheria e Turchia furono entrambe smembrate come "imperi oppressivi delle nazionalità"
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http://www.letterariamente.it/Archivio/ ... storia.htm a proposito della finis Austriae
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