I DE Pisis di Malabotta

pitura, scultura, fotografia, cine ...a Trieste o de artisti triestini
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I DE Pisis di Malabotta

Messaggio da babatriestina »

Apre nei prossimi giorni, a Ferrara al Palazzo dei Diamanti, una mostra dedicata ai quadri e stampe di arte moderna della città, in particolare i De Pisis della ex collezione di Manlio Malabotta, notaio triestino collezionista d'arte , la cui vedova risiede tuttora a Trieste. Tali quadri avrebbero dovuto essere donati a suo tempo ai musei triestini, ma per questioni burocratiche e forse di mancata promessa di esposizione (dovrei rinfrescrmi le idee) hanno preso la via di Ferrara, dove sono regolarmente esposti al locale museo di arte moderna, che possiede pure una bella collezione di quadri di Boldini.
Mi piacerebbe, con un po' di tempo, riprendere il discorso, sia sulla collezione Malabotta sia sulle collezioni private di pittura e scultura triestina, quali sono aperte al pubblico e quali no


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Oggi su Repubblica un articolo dedicato a tale mostra
http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni ... poeta.html

riporto in particolare la frase dedicata alla collezione Malabotta
La collezione ha iniziato a prendere forma a partire dal 1983 - racconta la curatrice della mostra Maria Luisa Pacelli - grazie all'impegno della fondazione che Giuseppe Pianori aveva costituito pochi anni prima con lo scopo di arricchire il patrimonio artistico e culturale della città. Grazie al generoso gesto di Pianori, fino ad oggi, è stato possibile acquistare per il museo ventitré oli e ventiquattro disegni. La raccolta si è poi arricchita in maniera straordinaria quando, il 28 settembre del 1996, Franca Malabotta ha reso pubblica la sua decisione di donare a Ferrara la sua celebre collezione di De Pisis: ventiquattro oli, settanta disegni e centodiciassette litografie, oltre ad altri materiali e documenti. Un gruppo di De Pisis davvero eccezionale, che il marito, aveva messo assieme tra il 1940 e il 1969". Un fondo depisisiano che, tra l'altro, si è arricchito nel 2002 della donazione da parte di Luisa Briganti, nel decennale della scomparsa del marito, il professor Giuliano Briganti, dell'intera fototeca utilizzata per la predisposizione del catalogo generale dell'opera pittorica di Filippo de Pisis (1908-53) da lui curato.
Un rammarico perchè tale collezione ha lasciato Trieste, ma almeno è esposta permanentemente e visitabile.


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Re: I DE Pisis di Malabotta

Messaggio da babatriestina »

In questi giorni, con polemiche sulle donazioni fra il Piccolo e il Museo Revoltella, quest'ultimo pubblica una articolo sempre sulle medesime e si riprende la storia delle donazioni de Pisis di malabotta, ecco la replica del Museo
Tra i temi cari a certi affezionati censori del Revoltella, resta sempre di attualità la mancata donazione dei dipinti di Filippo de Pisis del notaio triestino Manlio Malabotta, che, nel 1996, per volontà della vedova Franca Malabotta, furono donati alla Galleria d’arte moderna di Ferrara. Allora il fatto destò abbastanza scalpore a Trieste, anche perché solo un paio di mesi prima il Museo Revoltella, per volontà dell’assessore alla cultura Roberto Damiani, aveva dedicato alla collezione del notaio una grande mostra che occupava tutta la galleria del quinto piano.
La mostra fu fatta anche con la speranza di indurre la proprietaria a un gesto generoso, ma la signora, senza mai rivelarla a nessuno del Comune o del Museo, aveva già pronta un’altra destinazione, e, poco dopo la fine della mostra, i de Pisis partirono per Ferrara.
Oggi la signora Franca Malabotta dichiara, sempre a mezzo stampa: “tutti sapevano della mia intenzione di donare la collezione de Pisis, non c’era alcun bisogno di fare un’offerta ufficiale; ma nessuno si fece avanti e allora optai per Ferrara, la città di de Pisis…”. La stessa risposta venne data nel 1996 quando fu intervistata dal “Piccolo” in seguito al rumore che aveva fatto la sua inaspettata donazione a Ferrara. Vale la pena riportare le dichiarazioni rese al giornale dal citato assessore Damiani:
“E cosa dovrei fare, prendere il telefono e cominciare a corteggiare i collezionisti? No, mi sembra decisamente di pessimo gusto che le realtà pubbliche interpellino i titolari di raccolte private. Potrei dirmi colpevole – e lo dico anche a nome dei miei predecessori– soltanto se a monte ci fosse un preciso segnale da parte della proprietà… “. E ancora: “Abbiamo speso settanta milioni per allestire la mostra della collezione Malabotta al Museo Revoltella. Se la signora, in quella circostanza, avesse voluto riconsiderare la sua decisione, non avrebbe più potuto dire che non esiste un museo adeguato alla raccolta. No, davvero, in questo caso non abbiamo nulla da rimproverarci…”.
E noi ora che cosa dovremmo rimproverarci? Di non avere fatto ancora il censimento delle collezioni private per sollecitare donazioni? Di non lanciarci sugli eredi appena muore un collezionista?
dal blog http://museorevoltella.blogspot.it/2013 ... he_19.html
Ps li ho visti a Ferrara. belli, ma il Museo che li ospita merita anche per la collezione Boldrini. Metterò una foto per dar l'idea del tipo di dipinti..


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Re: I DE Pisis di Malabotta

Messaggio da babatriestina »

sul Piccolo di ieri la notizia che la collezione di Malabotta di De Pisis e anche le altre opere sarà in esposizione per una mostra a Triestebdal 7dicembre al 2 marzo al Magazzino delle idee. Se son anche quelli di Ferrara, non so..


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Re: I DE Pisis di Malabotta

Messaggio da babatriestina »

se ci andate, ci troverete anche dei De Pisis di Ferrara. Oltre ad altre opere di artisti locali e non. Ingresso gratis, proibizione esplicita di fotografare


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Re: I DE Pisis di Malabotta

Messaggio da babatriestina »

Però c'è un De Pisis anche al Revoltella. nOn molto in vista, direi..
ho approfittato davvero del giorno in cui invitavano a fotografare nei musei!! :-D

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Re: I DE Pisis di Malabotta

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Comunque uan parte della colleziona Malabotta di pittori locali è stata donata ( cerimonia ieri) dalla Vedova al Museo Revoltella
http://museorevoltella.blogspot.it/2015 ... -al_1.html

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Manlio Malabotta, quando nel 1943 abbandonò Montona, aveva già prodotto una serie di articoli critici, redatti a partire dalla fine degli anni Venti, a sostegno della tradizione pittorica triestina nei quali venivano supportate personalità quali Giorgio Carmelich, Adolfo Levier, Mario Lannes, Arturo Nathan e Vittorio Bolaffio. Tutti artisti per i quali Malabotta curò approfondimenti critici e, in alcuni casi, esposizioni. Da cultore della modernità, selezionò acutamente le opere che entrarono a far parte della sua raccolta. Notissimo il dipinto di Arturo Nathan “Solitudine”, un capolavoro del “Realismo Magico”, acquistato da Malabotta già nei primi anni Trenta che conferma della sua rara preveggenza critica e ricopre, all’interno della produzione dell’artista, uno dei suoi vertici qualitativi. Significativamente rientra nel corpus delle opere donate anche un piccolo olio su tavola di Arturo Fittke, al quale Malabotta per primo, nel 1929, assegnò un ruolo rilevante nella storia dell’arte giuliana. La collezione di artisti amati dall’illustre collezionista – e che fanno parte delle opere in donazione - rappresentano un mondo culturale sempre vivo a Trieste: da Vittorio Bolaffio, cui si legano illustri memorie letterarie (Giani Stuparich, Umberto Saba e Stelio Mattioni) a Giorgio Carmelich dall’inesauribile vitalità creativa volta a introdurre il Futurismo in area giuliana. Vi sono infine due ritratti, l’uno di Adolfo Levier (nella foto) e l’altro di Mario Lannes, che ci restituiscono l’immagine volitiva di Manlio Malabotta quale instancabile scrutatore del ‘900.”


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