El teatro San Pietro

a Trieste ghe xe un teatro Comunal che de oltre 200 anni fa opere, balletti, concerti... e altri teatri che fa spettacoli musicali de tipo classico: contene storie vece e resoconti de spettacoli attuali..
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Piereto
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El teatro San Pietro

Messaggio da Piereto »

Gavevo raccolto material per una conferenza sul teatro San Pietro,e xe meio ......che ve la conto a puntate sperando che gavè la pazienza de venirme drio.

Se oggi noi guardiamo il Caffè degli specchi situato nella casa Stratti delle Generali sulla piazza unità detta grande dobbiamo immaginare che sino al 1822 perpendicolarmente ad esso proseguiva fin quasi in metà piazza un palazzo di città formato da due edifici simmetrici,ad un piano con arcate a pianoterra ,e interrotti da una torre munita di porta che dava accesso al mandracchio. Le arcate erano in arenaria con qualche fregio in pietra carsica e ospitavano negozi ed uffici comunali.,e il piano superiore recava finestre a bifore. E questa doppia costruzione si suppone eretta a partire dal 1252 ,ed è ancora esistente sino al 1690. Il piano superiore di un edificio ospitava la sala maggiore del comune e quello dell’altro uno spazio chiuso adibito a ritrovo per rappresentazioni. La torre del porto venne dotata nel 1356 di un orologio con due figure metalliche di colore scuro dette i mori. Nel 1511 un terremoto abbatte la torre del porto e le mura a mare che proteggono il mandracchio. La torre viene ricostruita. Dove oggi esiste invece il palazzo comunale (palazzo cheba) eretto nel 1874 c’erano allora altri edifici edificati usufruendo delle mura romane ,e una torre porta visavis a quella del mandracchio ,collegava la piazza grande con quella piccola. Sopra questa porta detta loggia si trovava una sala per le riunioni. A ricordo di quella antica porta passaggio anche oggi il palazzo del comune presenta un portico. Dopo l’incendio dell’8 febbraio 1690 (giornata di bora)che distrusse il palazzo di città ,le riunioni comunali si fecero nella sala sopra la torre loggia,e si mise mano alla costruzione del nuovo palazzo di città durata 17 anni a causa delle magre entrate comunali. Questo nuovo edificio presentava un solo corpo con porticato al pian terreno quale contenitore di uffici e negozi,e un solo piano superiore con 7 finestroni di impronta palladiana.Una ampia scala in marmo portava al primo piano. Solo nel 1750 questo palazzo di città fu sede fissa del teatro di Trieste,e prese il nome di San Pietro in ossequio al fatto che alle chiese era associata una contrada o parrocchia. E la chiesa di San Pietro sorgeva proprio dove ora sorge il palazzo modello,(quel che una volta gaveva soto la CIT) quindi vicinissima al nuovo teatro. La chiesa di San Pietro é in realtà quella di San Rocco ,un vero giallo, verrà abbattuta dopo nel 1871,e alcuni arredi,gli scranni del consiglio dei quaranta ,andranno nella chiesa del rosario,e il rosone verrà posto nella chiesa di barcola.
el vecio palaza de cità a partir del 1252
el vecio palaza de cità a partir del 1252
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Piereto
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Re: El teatro San Pietro

Messaggio da Piereto »

Scuseme per la dopia foto,ma go sbaglià boton. Per andar da bubez a abile se pasa per ciompo.
Allegati
Su la sinistra xe la locanda grande. Al centro la colona. A sinistra de la colona el teatro SanPietro e a destra la cesa de SanPietro-San Rocco. A destra la csa del capitano -governator e sora l'arcata xe la logia comunal,e de soto se pasa in piaza picola.
Su la sinistra xe la locanda grande. Al centro la colona. A sinistra de la colona el teatro SanPietro e a destra la cesa de SanPietro-San Rocco. A destra la csa del capitano -governator e sora l'arcata xe la logia comunal,e de soto se pasa in piaza picola.
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Piereto
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Re: El teatro San Pietro

Messaggio da Piereto »

Seconda puntata. Gaverè capì che per parlar del teatro se fa anche un poco de riasunto de la storia no solo del 1700. Go ancora una foto de come che stava le case nel 1400 nel centro de trieste rente el mar.
El palazo de cità xe quel che andarà brusa nel 1690.La piaza picola in cartina la sparirà quando che i veneziani abaterà le mura del porto cioè del mandracchio nel 1500. El foro xe inveze la piazeta che xe anche ogi drio dell'attuale municipio.
El palazo de cità xe quel che andarà brusa nel 1690.La piaza picola in cartina la sparirà quando che i veneziani abaterà le mura del porto cioè del mandracchio nel 1500. El foro xe inveze la piazeta che xe anche ogi drio dell'attuale municipio.
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Il teatro San Pietro invece, sorto nel 1707 verrà sostituito dal Teatro nuovo-Verdi edificato nel 1801,e verrà poi abbattuto nel 1822 per far posto all’interramento del mandracchio e all’allargamento di piazza grande verso il mare.
La vita medioevale era regolata dall’osservanza dei precetti religiosi e modellata sul calendario religioso,così anche l’apertura dei negozi degli uffici ,delle osterie e dello spazio riservato alle rappresentazioni. Almeno sino al 1700 gli scarsi spettacoli sono riconducibili alle sacre rappresentazioni in chiesa e a quei palchi che venivano eretti durante le fiere,per attirare i mercanti . A seguito della guerra di successione spagnola l’imperatore Carlo VI ,spinto dalla necessità di avere un collegamento tra i possedimenti austriaci centro europei e quelli dell’italia meridionale ,promuove nel 1717 la libertà di navigazione nell’Adriatico, e così esso non è più un mare veneziano, e ci si appoggia per gli spostamenti su Trieste. Carlo sesto istituisce nel 1719 l’arsenale per la costruzione delle navi con una sua zona franca ,cioè libera da dazi per attirare il commercio,grosso modo l’area dell’attuale piazza Verdi -il Tergesteo -via Einaudi -piazza della Borsa, approfittando del canale piccolo che tagliava tale zona e che arrivava dividendosi in due rami sino alla portizza,e fino a Via san spiridione sul corso. Una piccola via a lato del teatro Verdi porta ancora oggi il nome di via dell’arsenale. Parimenti vengono istituiti dei periodi di fiera in una zona libera da dazi e perciò franca. Ed è proprio in una di queste occasioni che si rappresenta al chiuso in teatro un intermezzo,e di cui si ha notizia. Per entrare nella zona franca si deve passare una dogana e pagare il passaggio,per cui si crea un nuovo edificio doganale a due piani sul luogo dell’attuale tergesteo. La dogana vecchia o muda si trovava invece entro le mura medievali,e perciò venne abbandonata.
Il primo documento a stampa pervenutoci è un libretto,che ricorda una opera data al teatro San Pietro, un intermezzo:la contadina (ovvero sintilla e tabarrano) del 1721,e poi serpilla e bacocco di Johan Adolf Hasse previsto per la fiera di agosto del 1730.A Trieste circolano pochi quattrini, per cui invece di allestire un opera lirica intervallata da più intermezzi, ci si accontenta di fare un intermezzo solo. Protagonisti dell’intermezzo di solito sono solo tre personaggi,e ciò spiega il risparmio.
El teatro San Pietro da una altra angolatura.
El teatro San Pietro da una altra angolatura.
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Re: El teatro San Pietro

Messaggio da AdlerTS »

Piereto ha scritto:che ve la conto a puntate sperando che gavè la pazienza de venirme drio.
Pazienza non ne manca :wink:


Mal no far, paura no gaver.
Piereto
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Re: El teatro San Pietro

Messaggio da Piereto »

Terza puntata. Tra la prima produzion de un intermezzo e la prima opera, bisogna spetar 22 ani,se gaveva altro cui pensar,e poco de divertirse.

Nel 1732 si iniziano ad interrare le saline che vennero poi acquistate in toto dal comune.
Nel 1735 a Trieste risiedono 3843 abitanti entro le mura e 7520 fuori le mura,e si approva il progetto per la costruzione del borgo teresiano.
Alla morte dell’imperatore Carlo VI ,il 20 ottobre 1740, seguono le guerre di successione austriaca,per cui si torna a parlare di una qualche attività teatrale solo con Maria Teresa ,che interviene a modificare di molto le regole nei suoi domini,e manda a Trieste il conte Coteck . Nel 1748 sopprime il capitano imperiale che vegliava sul comune,e lo sostituisce con un intendenza commerciale e nel 1749 ordina di abbattere le mura della città per cui essa si espande verso la salina con un nuovo asse viario (Via nuova = via Mazzini) dal mare fino a piazza della legna (piazza goldoni).A dicembre del 1750 arriva a Trieste il conte Nicolò Gordon de Hamilton quale presidente dell’intendenza commerciale capitano civile e militare, un amante del teatro. Ed egli ordina di adibire stabilmente il palazzo di città a teatro,cioè il luogo che si chiamerà Teatro San Pietro. Si crea una palcoscenico fisso, delle gallerie e i palchi,e si da avvio finalmente ad una attività continuativa .Egli introdusse anche il permesso di usare le carrozze per le vie della città,e la costruzione di un casinò,cioè una sala di ritrovo e di gioco.
Il teatro così diventa un luogo di incontro e di svago come lo erano tutti i teatri italiani. Quindi si mangia ,si gioca a carte ,si legge, si fuma,si fa l’amore,si parla e si ascoltano i petegolezzi e la musica. L’opera quasi sempre è a soggetto serio,ed è inframezzata da balli e intermezzi giocosi. Si va a teatro per sfoggiare ,per dar mostra della propria ricchezza giacchè gli arredi dei palchi sono proprietà dei palchettisi che ereditano la chiave di famiglia. Si passano così allegramente al chiuso e al caldo in un luogo illuminato almeno quattro o cinque ore,e poi si esce al buio : la città ha pochi lumi che non vengono accesi nelle giornate di luna,per cui per rientrare a casa si fa comunque uso delle lanterne.
Trieste per oltre mezzo secolo importerà principalmente le opere date in prima rappresentazione a Venezia.
Nel 1751 si crea la censura per emendare i testi dal gergo triviale dei comici e quindi si esige di vedere a stampa i testi,ma ciò non vale per le opere in musica italiane,francesi e spagnole,stranamente ci si fidava. Il 1751 è anche l’anno della patente teresiana sovrana che permette di esercitare privatamente la fede luterana, ma è anche l’anno dell’affondamento nel porto della nave San Carlo a seguito dei soliti stratempi triestini, e della costruzione sul suo relitto del molo che porterà il suo nome (poi audace).
Si approva anche l’istituzione della comunità ortodossa che si dividerà poi in due tronconi solamente nel 1782,i serbi e gli illirici.
FINALMENTE nel 1752 nel teatro stabile di San Pietro si da la prima opera e se ne stampa il libretto ed è .. .: "Tra i due litiganti il terzo gode" opera già programmata al teatro San Cassiano a Venezia nel 1749,un' opera del M° Sarti.
Il primo intermezzo rappresentato a Trieste
Il primo intermezzo rappresentato a Trieste
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Due notizie sugli autori musicali delle prime produzioni triestine.
Johan Adolf Hasse (1699-1783) nasce nei pressi di Amburgo e muore a Venezia.Egli perfezionò il suo stile in Italia sia con Porpora che con Scarlatti (quindi alla scuola napoletana)ed ottenne il successo e la notorietà con l'opera Sesostrate.
Egli fu chiamato il caro sassone,perchè aveva diretto il teatro del’Opera a Dresda per 33 anni,e in turnè a Venezia sposa la cantante veneziana Bordoni, e si stabilisce definitivamente a Venezia. Farà delle capatine a Londra quale rivale di Handel,poi a Parigi e a Berlino. Egli scrisse 53 opere per lo più di carattere serio,di ispirazione mitologica,come andava di moda allora,cioè con molti personaggi,coro,orchestra e ballo,e anche 13 intermezzi tra i quali quello rappresentato a Trieste nel 1730.
Giuseppe Sarti (1729-1802) che nasce a Faenza e muore a Berlino.Studia a Bologna con Martini, scrive in Italia una quindicina di opere tra cui "Fra i due litiganti il terzo gode".
A Pietroburgo sostituisce Paisiello, e dove trascorre gran parte della sua vita, e avrà in seguito come allievo Cherubini.Scrive in italiano,ma anche in danese e in russo ,ed è considerato un fondatore della scuola musicale russa.


Piereto
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Re: El teatro San Pietro

Messaggio da Piereto »

Quarta e ultima puntata.
Il teatro San Pietro nasce nel 1707 e muore nel 1822.La sua esistenza si divide in tre periodi.Il primo periodo di circa 50 anni in cui funge prevalentemente da sala comunale,anche deposito,con una prima rappresentazione documentata del 1730,e al pian terreno sempre locali di affari o uffici del comune.Il secondo periodo di circa 50 anni di sala teatrale ,e un terzo periodo dal 1801 al 1822 in cui torna ad essere depositeria comunale. Nel 1765 muore Francesco primo marito di Maria Teresa,e alla sovrana non piace il gioco d’azzardo, per cui lo vieta,e il teatro perde uno dei suoi principali cespiti,ma dopo qualche anno di poca produzione si ottiene l’ avvallo di una sovvenzione imperiale, che sarà di 2000 fiorini annui.
Nel 1773 il teatro poteva contare su 18 palchi di pepiano ,16 di primo ordine e 19 di second’ordine. Nel 1776 a seguito delle visite imperiali,si decise di sciogliere l’intendenza mercantile e sostituirla con un governatore nella persona del conte Carlo de Zinzendorf ,il quale per gli studi e coltura era ben diverso dai burocrati precedenti .Egli tenne più diari molto utili per illuminarci su quei tempie sulla vita del teatro. E’ proprio di quell’anno una prima richiesta di costruire un nuovo teatro utilizzando un fondo vicino al teatro San Pietro. La città va ingrandendosi eil teatro appare stretto e inadeguato. Del 1779 è la richiesta di sopraelevare almeno di un piano il teatro e ricavare così un ulteriore ordine di palchi,quindi aumentare la capienza e maggiori entrate.Ma vista la situazione finanziaria generale cittadina e soprattutto la staticità del teatro ,non se ne fa niente. Anche nel 1782 si presenta un altro progetto per erigere un nuovo teatro da parte dell'architetto Ulderico Moro che già aveva eretto la casa Stratti (quella delle Generali col caffe degli specchi). Ora la stagione teatrale partiva in autunno con una opera ,poi seguiva una opera nel periodo pre quaresima e poi un'altra opera prima dell'estate ,sempre seguendo i precetti religiosi e civili che imponevano la chiusura anche per parecchie settimane. Accanto alle compagnie di giro che producevano l'opera si affiancava anche una attività concertistica chiamata accademia fatta sia dai strumentisti che dai cantanti impegnati nell'opera.
Nel 1794 si discute a Vienna del teatro triestino e viene letta la relazione dell’architetto Stroppi che rileva la minaccia di crolli sia all’interno della sala che nei muri maestri .
Nel 1795 abbiamo proprio notizia dai diari del Conte Zinzendorf che Muzio Tommasini,un negoziante di borsa di Trieste in affari con gli Stati Uniti in America, intende costruire un nuovo teatro a Trieste a proprie spese contro il pagamento di 2000 fiorini annuali da parte del Comune,un esempio ante litteram di financing project.
Egli ha gia acquistato un fondo tra il palazzo del governatore ,la casa Voinovich e la casa Cassis ,per 26000 fiorini,e ha presentato un progetto edilizio il 3 agosto 1795.
(Il governatore riesedeva al secondo piano del palazzo della dogana nuova cioè sul sito dell'attuale tergesteo)
Scatta un secondo allarme sulla tenuta statica del teatro San Pietro ,e secondo la Direzione delle fabbriche cittadine venivano dati al massimo ad esso ancora due anni di vita, prima del crollo definitivo. Così il Comune si trovò costretto a scegliere o di chiudere il teatro,o di costruire delle impalcature di rinforzo,ma alla fine si optò per continuare ad operare e dar corso però alle pratiche per l’erezione di un nuovo teatro,in base alla decisione del 5 maggio del 1795.
Nel 1801 il teatro San Pietro si apre col dramma giocoso Due nozze e un sol marito del M°Guglielmi,col solito ballo al seguito : Il tempio della morte in 5 atti e la musica era di Vittorio Trento.Il 17 gennaio andò in scena un altro ballo : Alturno e Semeleide , e in quaresima il teatro San Pietro si aprì per l’ultima volta il 20 marzo con una accademia istrumentale. Poi tutti armi e bagagli si trasferirono il 21 aprile del 1801 al Teatro Nuovo ,poi grande ,poi comunale ,e poi Verdi per suonare la "Ginevra di Scozia" di Simone Mayr
La pianta davvero interessante è posteriore al 1750
La pianta davvero interessante è posteriore al 1750
04b.jpg (63.16 KiB) Visto 1580 volte
Gli edifici in grigio chiaro sono le nuove fabbriche progettate ,e alcune verranno poi costruite, come la borsa che si puo vedere con sotto il canal piccolo che già non prosegue più dentro la portizza e il cui ramo lungo il corso è già stato interrato. Il fondo tommasini è l'area dell'erigendo teatro nuovo -Verdi. Le case grigie a destra sono il futuro borgo giuseppino. La neue platz è il capodipiazza che si prolunga nella futura piazza della borsa.Il grande quadrilatero vicino alla borsa è la dogana nuova che verrà abbattuta nel 1840 per far posto al tergesteo. La altplatz è chiusa a sinistra dalla casa Stratti ; su capo di piazza non sono segnate le chiese di Sanpietro e Rocco ,ma verso mare si vede un corpo quadrato aggettante che il teatro San Pietro ,e poi un edificio sghembo che è la locanda grande . Al lato destro abbiamo il palazzo Pitteri.


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Re: El teatro San Pietro

Messaggio da babatriestina »

esiste qualche stampa che mostri com'era l'interno dell'edificio? io non ne ho mai viste.
Facevano solo musica o anche altri tipi di spettacolo? prosa?


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Re: El teatro San Pietro

Messaggio da Piereto »

Anche mi ,e go zercà parechio,no go trovà nisun schizo o stampa de interni del teatro SanPietro.Nè i taquini de Zinzendorf ,nè de Hamiltron,nè del conte Rossetti porta pupoli.
I concerti con solisti e la musica sinfonica veniva fata nei ritagli de tempo tra una opera e l'altra,aprofitando dei cantanti o dei strumentisti de la compagnia che fazeva l'opera,opur de qualche solista triestin fora del giro del teatro. I dava le cosidete accademie e anche le beneficiate, el cui ricavo pecuniario finiva in scarsela o del solista o in beneficenza.Quindi no iera una attività organica. De la prosa settecentesca no go leto,ma so che che nell'800 intorno ai ani venti,se gà costituì la società filodrammatica con presidente el Kandler,fatta da soci appasionati che i recitava al coperto.Nei primissimi anni dell'800 Trieste gaveva un teatro de legno per far attività estiva all'aperto costruido dall'architetto Corti all'inizio de Via Coroneo (1817) ,rente la caserma grande ,e el veniva sai doprado d'estate.El xe ciamava teatro Diurno. Poi i lo gà demolì nel 1827 quando che i gà verto el teatro Mauroner (anche questo un progeto de Conti) che sorgeva propio dove che iera el Fenice ,e che ogi xe el parcheggio de via SanFranceso.El teatro Mauroner xe andà brusà in un incendio nel 1876 e sora de le ceneri i gà fato el teatro Fenice opera del Berlam. La compagnia filodrammatica gà utilizà nei primi ani de la sua istituzion el teatro Conti,costruido nel 1845 che se trovava rente el palazo Vivante,cioè in via Montanelli . El architeto Conti ,ticinese de origine, el gà costruì diverse case là in zona. Poi la società filodrammatica gà acquistà el teatro filodrammatico ,quel de via dei artisti,come logo triestin deputato alla prosa.Del teatro Conti go due foto. El gà comincià cone un teatro ,po el xe sta trasformà in una cavallerivva de le nobiltà triestin,poi el xe tornà a eser teatro, e infine el xe diventà un garage, e el xe sta demolì nei ani 1930 per far una casa che xe ancora ogi in via.
el teatro Corti
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Re: El teatro San Pietro

Messaggio da Piereto »

Per la curiosità dei forum nauti , go fato una lista dei autori musicali che se fosimo visudi a fine 1700 gavesimo podesto scoltar al nostro teatro San Pietro. Co pensemo al secolo dei lumi ne vien in mente i nostri due grandi conazionali Mozart e Haydn perchè ancora de lori se parla e se sona le loro opere ,ma su sti altri ormai xe sceso l'oblio,e de qualchidun se se ricorda a mala pena el nome.

Pasquale Anfossi (1727-1797) che nasce nei pressi di Imperia e muore a Roma.Studiò a Napoli con Piccinni e Sacchini e scrisse circa 70 opere tra serie e buffe,tra cui una Finta giardiniera ben prima di Mozart. E’ famoso per il Curioso indiscreto. Dirige qualche anno l’opera italiana a Londra e poi si ririta a Roma.
Gennaro Astarita (1745-1805) che nasce a Napoli e muore a Rovereto.Studia a Napoli con Piccinni, e dopo alterni successi nella sua città ,si trasferisce con varie turnè sino a Pietroburgo dove diventa direttore dei teatri imperiali..Ha lasciato 37 opere tra serie e buffe ,molte delle quali per i teatri del nord italia ,in ispecie per Venezia.Nel 1805 ritorna in Italia ,ma muore come abbiamo visto a Rovereto.
Tommaso Traetta (1727-1779) che nasce a Bitonto e muore a Venezia.Studia a Napoli con Porpora e Durante.Volta le spalle all’opera metastasiana e ispiratosi a Rameau,persegue una riforma dei testi e delle convenzioni .La sua Armida precorre Gluck,e con la Sofonisba unisce il tragico allo stile galante precorrendo così Mozart,Succede a Baldassarre Galuppi dal 1768 al 1775 a Pietroburgo e poi si stabilisce a Venezia Ha scritto opere serie e intermezzi e opere leggere come l’isola disabitata.In totale circa una quarantina.
Nicolo Piccinni (1728-1800) che nasce a Bari e muore a Parigi.Studia col padre e con Leo e Durante.Trionfa con la Cecchina a Roma e dà il meglio di sè con i drammi giocosi.I suoi successi sembrano appannarsi verso il 1773 e le sue opere sono contrapposte a quelle di altri autori come Gluck a Parigi,dove trionfa,ma perde poi con Sacchini L’ultima sua opera è la Griselda a Venezia.
Egli è più giovane di Traetta e Jommelli,ma ma cede nei confronti di un Paisiello o di un Cimarosa..Con lui l’opera buffa scivola nella commedia musicale.Ha lasciato 100 opere.
Pietro Alessandro Guglielmi (1728-1804) che nasce a Carrara e muore a Roma.Studia co il padre e con Durante.Alterna opera buffa e seria.Gira per l’europa,Parigi Londra. Le sue 103 opere testimoniano della sua vena,ma sofferse nel confronto con Cimarosa e Paisiello.Fu molto stimato da Rossini.
Baldassarre Galuppi detto il buranello (1706-1785) che nasce Burano e muore a Venezia.Studia con Lotti ed inaugura una grande collaborazione con Goldoni .Armonia ritmo e orchestrazione sono il suo forte. Il Filosofo di campagna è il suo più grande successo. Ci ha lasciato una ottantina di opere,messe ,oratori, musica strumentale.
Marcello Bernardini da Capua (1730-1799) che nasce a Capua e muore in Polonia.Studia a Roma.Ha scritto una quarantina di opere fra cui la sua più conosciuta : Le donne bisbetiche del 1787.
Domenico Cimarosa ( 1749-1801) che nasce ad Aversa-Caserta e muore a Venezia.Il primo successo arriva con l’Italiana in Londra nel 1779 ,e si divide tra Roma e Napoli. Nel 1787 è a Pietroburgo a sostituire Sarti e nel 1789, e a Vienna quale Kapelmeister di corte al posto di Salieri ,e qui nel 1792 compone il Matrimonio segreto.Rientra a Napoli e sulla strada per tornare in Russia,muore a Venezia.
Ha scritto di tutto,ma certamente il meglio con l’opera giocosa ,fresco nell’invenzione e nel concatenamento delle arie.
Giuseppe Sarti (1729-1802) che nasce a Faenza e muore a Berlino.Studia a Bologna con Martini, scrive in Italia una quindicina di opere tra cui fra i due litiganti il terzo gode.A Pietroburgo sostituisce Paisiello ,ha come allievo Cherubini.Scrive in italiano,ma anche in danese e in russo ed è considerato un fondatore della musica russa.
Antonio Sacchini (1730-1786) che nasce a Firenze e muore a Parigi.Studia con Durante a Napoli Il primo successo è l’olimpiade data a Padova.Successi a Monaco Stoccarda Londra Parigi,e qui è raccomandato da Giuseppe secondo a Maria Antonietta..Si stabilisce definitivamente a Parigi,e il suo più grande siucceso è l’Edipo a colono rappresentato fino al 1844 per 583 volte,esempio di tragedia lirica di stampo gluckiano,con melodie italiane.
Giovanni Paisiello (1740-1816) che nasce a Roccaforzata Taranto e muore a Napoli.Studia a Napoli con Durante Si fa ben presto conoscere nell’italia settentrionale e mette in musica Goldoni.Torna a Napoli dove la Vedova di bel genio è un suo primo successo.Seguono molte opere in dialetto napoletano Nel 1776 è a Pietroburgo e compone su testi di Metastasio.La serva padrona,il barbiere di Siviglia del 1782. Maestro di cappella a Napoli ,cerca di accattivarsi sia i Borboni che i francesi,e scrive il te deum e la messa dell’incoronazione per napoleone,ma essendo un cortigiano risente degli alti e bassi ,e riesce a infondere anche afflati romantici con la Molinara e la Nina, ultime sue opere.
Marco Antonio Ascencao Portugal (1762-1830) che nasce a Lisbona e muore a Rio de Janeiro.Studia a Lisbona con Carvalho e resta a Napoli otto anni ,fino al 1800 ,dove fa rappresentare una ventina di opere italiane ,sia serie che coniche in tutti i teatri italiani,Fenice ,Scala e anche al nostro San Pietro Il teatro italiano di Parigi si inaugurò nel 1801 per volontà di Napoleone con l’opera Non irritare le donne. Nel 1810 lascia l’europa ,e seguendo la tradizione sempre si mantenne popolare .Compose 35 opere italiane e 21 portoghesi.
Antonio Salieri (1750-1825) cha nasce a Legnago e muore a Vienna.Studia col fratello e poi a Venezia con Simoni ,e a Vienna con Gassmann.E’ raccomandato da Metastasio,Calzabigi e Gluck e ricopre vari incarichi alla corte viennese.Tra i suoi allievi Beethoven,Schubert,Liszt,Mayerbeer.Per l’inaugurazione della Scala scrive nel 1778 l’Europa riconosciuta.Fa rappresentare a Trieste l’Annibale in Capua 1801 la seconda opera in cartellone al Teatro nuovo..Ha scritto una ventina di opere.
Giovan Battista Pergolesi (1710-1736) che nasce a Iesi e muore a Pozzuoli.Studia a Napoli col Durante Dell’opera seria il prigioniero superbo del 1733 rimane celebre la serva padrona eseguita subito in tutta europa.Egli è il vero iniziatore dello stile patetico.Il suo capolavoro è lo frate innamurato. Ci ha lasciato sette opere ,musica liturgica fra cui il celebre stabat mater ,e strumentale.
Sebastiano Nasolini (1768-1799) che nasce a Piacenza e muore a Venezia. Studia a Venezia e debutta a Trieste con la Nitteti del Metastasio nel 1788.Egli è maestro organista della cattedrale di San Giusto e scrive perlopiù opere serie ,con una scrittura gradita ai cantanti.La sua composizione migliore è l’opera comica in un atto, gli umori contrari del 1798.
Valentino Fioravanti (1764-1837) che nasce a Roma e muore a Capua.Grande specialista di opere comiche tra le quali la celebre Le cantatrici villane del 1799.Precursore di Rossini ,introdusse per primo i dialoghi parlati. Girò molto per l’Italia e in europa. Scrisse oltre 70 opere
Carlo Coccia (1782-1873) che nasce e Napoli e muore a Novara.Studia a Napoli ed è alievo del Piasiello.Il suo primo successo è l’opera Clotilde con la quale viene contrapposto a Rossini,.poi verrà contrapposto a Donizetti con l’opera Caterina di Guisa 1833.Alla fine si limita a scrivere musica sacra e fa l’organista a Torino e Novara.Viene scelto da Verdi per scrivere il lagrimosa nella messa da requiem per la morte di Rossini.


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