La guerra di Kugy

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AdlerTS
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Dal Piccolo:

"La guerra di Kugy. dal fronte delle Alpi a caporetto, dal Grappa al drammatico ritorno di un reduce sconfitto" di Enrico Mazzoli, pubblicato dalla casa editrice Mladika, verrà presentato sabato 3 marzo alle 17.30 nella sala Beethoven, al secondo piano di via Coroneo 15 a TS, a cura dell'associazione Friedrich Schiller."
Ultima modifica di AdlerTS il mar 27 mar 2007, 12:42, modificato 1 volta in totale.


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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

Volevo proprio parlar de sto libro, soprattutto per sottolinear sta nova società Schiller, che riprendi el nome dela vecia Schillerverein, l'associazione de cultura tedesca presenta a Trieste sotto l'Austria e po squaiada come neve al sol. E la sala Beethoven xe la sala principal del ex Goethe Institut, quel che, come ne contava i nostri ex militari British, iera sede loro dopo esser stado sede dei nazi.
( in Triestemia gavevimo fato un bel thread su Kugy, magari ve farò el elenco dei sui libri che se trova facilmente- e ancora più facilmente nel usado nele versioni tedesche, per chi che ghe riva- e che val la pena de legger)


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AdlerTS ha scritto:Dal Piccolo:

"La guerra di Kugy. dal fronte delle Alpi a caporetto, dal Grappa al drammatico ritorno di un reduce sconfitto" di Enrico Mazzoli, pubblicato dalla casa editrice Mladika, verrà presentato sabato 3 marzo alle 17.30 nella sala Beethoven, al secondo piano di via Coroneo 15 a TS, a cura dell'associazione Friedrich Schiller."
Go cominciado a legerlo, quanto meno la prefazion.
L'autor desidera investigar appunto gli anni de Kugy nella Grande Guerra , domandandose perché li gabbi deliberatamente eliminadi dalla propria biografia (anche se Mazzoli stesso disi che prorpio in questi mesi sta vignindo fora sul mercato sloven proprio la parte "mancante" dell'autobiografia).
Ve aggiornerò più avanti.


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Eccoci qua :-D

Come al solito qualche accenno, cussì per farve vignir voja de leggerlo ;-)

L'autor non el se dilunga troppo sulla biografia generale, perché esisti za molti testi in giro, ma nei cenni biografici el riporta che benché el sia considerado come nato Gorizia, nei archivi de S. Antonio novo el risulta nato a Trieste. El tratto principale del suo carattere che più se evidenzia durante la cressita xe la volontà de esser el migliore in tutto, dagli studi alla preparazion fisica, e questo senz'altro segnerà le sue sielte future.
Andado a Vienna per far l'università, el conossi Ferdinand Hochstetter, presidente della Società Geografica de Vienna ed ex partecipante al giro del mondo col Novara, e questo contribuissi a far cresser in lui un animo da esplorator, che za se gaveva manifestado ai tempi nei quali el gaveva conossudo Sir Richard Francis Burton.

Arrivando al tema principale, cioè el periodo della guerra, trovemo un Kugy quasi sessantenne (e che jera stado precedentemente riformado per miopia) che senti el bisogno de far qualcossa per la sua patria, decidendo de affiancar l'esercito come alpiner Referent, un civile cioè (anche se el vestiva una divisa) che doveva jutar i soldati nell attraversamento de zone montane. In questo contesto l'apri la "scuola di arrampicata in alta montagna" per l'addestramento delle truppe. Purtroppo, come in tutte le "migliori famiglie" el suo grado de abilità, unidi al suo carattere da primo della classe ed al fatto de non esser a tutti gli effetti un militar, crea intorno a lui anche gelosie e critiche, al punto che qualchidun definissi 'sta scola come "ente di turismo". Invidia che comunque non ghe vieta de ricever una Croce dell'Ordine di Francesco Giuseppe per esserse offerto volontario in età avanzada ed aver operado in modo eroico anche soto fogo nemico, onoreficenza dela quale andava molto fiero.

Perché alora strazar 'ste pagine della sua vita dall'autobiografia ? Perché la Trieste che lo ga riacolto jera una cità dove non jera "salutare" dimostrarse troppo fedele al passato impero, quindi xe probabilmente per viver più serenamente che nei suoi libri el se limita a parlar delle montagne in tempo de pase.

Per unir l'onta alla beffa, in veciaia l'ultimo affronto: nel 1941, contestualmente alla guerra contro la Jugoslavia, in città vien arrestadi numerosi cittadini che podeva esser consideradi filo slavi, anche in assenza de acuse specifiche.
Cussì l'italia decidi che quel'omo 83enne, per el fato de esser stado un volontario de guera "dala parte sbajada" e per le sue origini meze slovene (suo papà jera carinzian, ma pareria che el cognome originale della famiglia fussi un più sloven Kugaj, come de origini slovene jera la mama, fia del poeta Johan Vessel) vien serado in Coroneo.
Liberado, el morirà de polmonite de la a tre anni.

Alla fine dei anni 90 del 900, el Comun deciderà de riabilitar la sua memoria nominandolo "cittadino benemerito", disponendo la tutela della sua tomba.


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AdlerTS ha scritto: Per unir l'onta alla beffa, in veciaia l'ultimo affronto: nel 1941, contestualmente alla guerra contro la Jugoslavia, in città vien arrestadi numerosi cittadini che podeva esser consideradi filo slavi, anche in assenza de acuse specifiche.
Cussì l'italia decidi che quel'omo 83enne, per el fato de esser stado un volontario de guera "dala parte sbajada" e per le sue origini meze slovene (suo papà jera carinzian, ma pareria che el cognome originale della famiglia fussi un più sloven Kugaj, come de origini slovene jera la mama, fia del poeta Johan Vessel) vien serado in Coroneo.
.
scusa, xe cussì contado nel libro? perchè mi me par de gaver letto una storia diferente, che el xe stado arestado dei tedeschi, quindi dopo del 43, in occasion de una retada fatta de lori, e poco dopo co i se ga accorto che el iera mezo Austriaco i lo ga molado con tante scuse. No arivo a trovar adesso el libro che conta cussì, ma son sicura de gaver leto, e credo in una dei sui libri. Famosa la batuda del vecio che co i ghe disi che in preson se devi far cussì e cussì :"La me scusi, son novo de ste robe"


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AdlerTS ha scritto: Perché alora strazar 'ste pagine della sua vita dall'autobiografia ?....
xe probabilmente per viver più serenamente che nei suoi libri el se limita a parlar delle montagne in tempo de pase.
questo el passo del libro de Kugy in la mia vita Arbeit. Musik, Berge : ( te lo ga mai letto? no se pol dir che nol gabi parlado..)

Non ci si aspetti da me la descrizione delle mie imprese belliche: lungi da me la pretesa di esser un eroe di guerra. ho solo compiuto il mio dovere. Non è un vero uomo, ma un vile ed un debole chi non difende la patria nel momento del bisogno. so bene che, secondo l'opinione corrente, questo rallegrerebbe ben pochi. ma devo soprattutto tener conto del tatto e rispetto divuti, perchè oggi sono cittadino italiano e vivo in Italia pacifico e sereno. Essa è diventata la mia seconda patria. Nel corso della mia storia si è visto quali ideali vincoli mi legassero ad essa da sempre.
La vecchia Austria, con tutta la sua gloria, le sue colpe e i suoi difetti, che ho amato con tutto il cuore secondo le antiche tradizioni, è scomparsa.
la storia ha parlato ed ha calpestato l'impero con i suoi piedi di bronzo ed io mi inchino davanti alla sua sentenza. Questo tuttavia si deve sapere: ho posto al servizio della patria che stava morendo, e senza esitazioni, il sangue ed i beni, la vita e la salute, ho resistito forte e fedele fino al suo crollo mortale..[..]


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Come al solito co se parla de robe gialo nere non se troveremo d'accordo, ma secondo mi avendo scrito quel libro nel 1932, in pien ventennio, non el podeva non esprimerse con le frasi che te riporti in neretto. Anzi za coraggioso a proseguir nel discorso come te ga riportado ti stessa :wink:


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Messaggio da babatriestina »

insomma, pur de farlo aderir ala tua imagine, te preferissi presentarlo come un ipocrita. Mi preferisso vederlo un omo de larghe vedute, al de sopra dei nazionalismi.
El prossimo anno sarà i 150 anni dela sua nascita, xe previsti lavori su de lu, finalmente la traduzion in italian del libro sul Monte Rosa. riporto un commento dela rivista del CAI:
Nipote di Johan Vessel, poeta nazionale sloveno e traduttore di Dante, Kugy fu educato in italiano dalla madre, studiò al liceo tedesco e si laureò a Vienna. Uomo "del sì del ja e del da" , incarna così al meglio quell'apertura internazionale e quelle virtù civili che Trieste seppe esprimere nei suoi anni d'oro.


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No ipocrita perché el disi ho resistito forte e fedele fino al suo crollo mortale..[..], dimostrando la sua integrezza, ma d'altronde el gaveva bisogno de sopravviver :? Za cussì el xe finì in canon :?


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Messaggio da Nona Picia »

AdlerTS ha scritto:No ipocrita perché el disi ho resistito forte e fedele fino al suo crollo mortale..[..], dimostrando la sua integrezza, ma d'altronde el gaveva bisogno de sopravviver :? Za cussì el xe finì in canon :?

Ma, se go capì ben quel che ga scrito Bt, el ga anche dimostrà le sue larghe vedute ddiesendo:"oggi sono cittadino italiano ecc. ecc."


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Secondo Adler, Kugy, co parla ben de l'Austria, el xe in bona fede e co el parla ben de l'Italia inveze el xe in malafede. :-D :-D :-D


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Messaggio da Nona Picia »

Spero che no sia vero! Altrimenti xe meio che el provi a trasferirse in Austria, forsi che el sarìa più contento.
Mi e sum, co' ierimo muli e andavimo in Austria d'estate, gavemo avù un paio de esperienze no tanto piacevoli solo perchè sula targa dela 600 iera scrito TS (che iera ancora "tanto cara" ai austriaci dell'epoca).
Mi me piasi l'Austria, se podessi andassi nel'ex impero più volte all'anno, ma tuto el mondo xe paese .....


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Messaggio da rofizal »

babatriestina ha scritto:oggi sono cittadino italiano e vivo in Italia pacifico e sereno. Essa è diventata la mia seconda patria. Nel corso della mia storia si è visto quali ideali vincoli mi legassero ad essa da sempre. La vecchia Austria, con tutta la sua gloria, le sue colpe e i suoi difetti, che ho amato con tutto il cuore secondo le antiche tradizioni, è scomparsa.
Qua poso dir la mia per esperienza personale.
La famiglia dei miei nonni materni iera filoaustriaca. A casa i parlava tedesco e mio nonno ga combatudo con l'Impero senza esitazion, anche se ga dovudo per questo sposarse per procura.
Finida la guera, come la xe finida, lui ga fato el steso ragionamento. L'Impero iera ormai scomparso, no se podeva viver de fantasmi. Ga cusì acetado l'Italia, anche la lingua italiana, e la ga fata diventar, a ragion o a torto, la sua seconda patria.

Dovemo considerar che la mentalità austriaca iera "obedir", rispetar chi comandava, senza porse trope domande, a diferenza dela mentalità italiana. No iera venderse o eser ipocriti, ma un senso del dover e dela "gerarchia" ogi qua de noi praticamente sconosudo. Ognidun asumeva le sue responsabilità fino in fondo, ma per quel che ghe competeva, rispetando i ordini ricevudi da l'alto. Per questo tanti de parte austriaca poi xe diventadi "italiani" senza porse tanti problemi (salvo, forsi, a pianzer dopo, ma cusì voleva la tradizion e la cultura).


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Messaggio da rofizal »

Nona Picia ha scritto:Mi e sum, co' ierimo muli e andavimo in Austria d'estate, gavemo avù un paio de esperienze no tanto piacevoli
Iera da poco finida la guera e come te volevi che i gabi simpatia per l'Italia? Lori xe quadradi, fata una scelta, per sbaiada che la sia, i la segui fino in fondo. L'italian ora xe de qua.... ora xe de là... varda cosa ghe convien de più... aleanze? patti? boh, ga el valor che i ga... vardemo un poco chi ofri de più...

El famoso moto italian (me lo ga insegnado a scola) iera
"Francia o Spagna basta che se magna!"

No che l'italian no gabi lati boni, ma questo no xe sicuro un dei migliori.

Me vien anche de pensar ai vari ditatori. Che poi, sia pur nel mal, iera i capi de un popolo. L'unico che xe finido scampando ignobilmente travestido xe stado quel italian. I altri sarà stadi pegiori e molto più crudeli (talvolta veri criminali), ma i ga recitado la loro parte fino in fondo. Amadi o odiadi, ma fino in fondo.


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Messaggio da rofizal »

Chi se ricorda la poesia ironica dedicada a Carlo Alberto:

Il Re Tentenna

In diebus illis c'era in Italia,
Narra una vecchia gran pergamena,
Un re che andava fin dalla balia,
Pazzo pel giuoco dell'altalena.
Caso assai raro nei re l'estimo,
E fu chiamato Tentenna primo.
Or lo ninnava Biagio, or Martino;
Ma l'uno in fretta, l'altro adagino,
E il re diceva: in fretta, adagio
Bravo, Martino; benone, Biagio.
Ciondola, dondola,
Che cosa amena,
Dondola, ciondola, È l'altalena.
Un po' più celere,
Meno ...., di più....
Ciondola, dondola,
E su e giù.


Indipendentemente dai motivi dela contestazion, me par significativa de una certa mentalità. :wink:


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Messaggio da babatriestina »

rofizal ha scritto: Dovemo considerar che la mentalità austriaca iera "obedir", rispetar chi comandava, senza porse trope domande, a diferenza dela mentalità italiana. .
Questa osservazion me par abbastanza vera. Se po xe una virtù o meno, no savessi. E la andava molto d'accordo col catolicesimo de l'epoca: trono e altar no se discuti.
No volessi sconfinar anche mi nela storia contemporanea, ma nela seconda guerra molti de quei che ga scelto la parte perdente, probabilmente lo ga fato propio per un senso de coerenza, obedienza, dover: almeno quei che iera più in bona fede. Come che disi Rofizal "i ga recitado la loro parte fin in fondo". Se po sia stado encomiabile, no savessi, diria più no che sì. Digo solo che se pol zercar de capir.


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Messaggio da babatriestina »

rofizal ha scritto:Chi se ricorda la poesia ironica dedicada a Carlo Alberto:

Il Re Tentenna
per altri, e me par ancora meo come definizion, italo Amleto. Per mi xe un personaggio che inveze no me fa de rider, ma me fa pena. E che trovo tragico, propio per i contrasti fra la sua educazion e le sue scelte. E el ga pagado de persona. Me inchino davanti ala sua tomba che go visitado a Superga tanti anni fa.


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Messaggio da babatriestina »

Tornando a Kugy, visto che stemo per festeggiar i 150 anni dela nascita, ve riporto una parte dela comemorazion fatta de Padre Amer el 9 febbraio 1994 nela Cesa de via Giustinelli, alla comunità cattolica de lingua tedesca :
..In questa celebrazione religiosa vogliamo contemplare i lati positivi di Julius Kugy che possono servire a noi cristiani d'esempio.
Il primo grande dono di Dio per noi uomini è il mondo creato e le nostra stessa vita. E perciò dobbiamo amare e rispettare tutti il creato. Quanto ha amato il nostro Julius Kugy la natura, il suo Carso, le sue Alpi Giulie. il suo amore per la natura cominciava dalle cose piccole, dalle piante. [..]
Julius Kugy ha durante tutta la vita rispettato innanzi tutto gli uomini, tutti gli uomini. Cercava di capire tutti, di rispettare tutti, la gente di ogni ceto sociale e di ogni etnia. Aveva buone relazioni con triestini e friulani, con sloveni, austriaci, germanici, svizzeri. [..]Che esempio per noi, in una città dove tante volte fu predicato un odio incrociato. [....] In un periodo di molti odi lui non parlava mai male di nessuno, non faceva mai una propaganda nemica contro singoli o contro gruppi di uomini. Lui era un vero uomo della pace
[..] Come starebbe bene a noi cristiani di rispettare la natura, di onorare gli uomini e di curare il prezioso bene della pace!


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babatriestina ha scritto:Secondo Adler, Kugy, co parla ben de l'Austria, el xe in bona fede e co el parla ben de l'Italia inveze el xe in malafede. :-D :-D :-D
Perché co lo diseva girava ojo de ricino e manganei :wink:


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AdlerTS ha scritto:
babatriestina ha scritto:Secondo Adler, Kugy, co parla ben de l'Austria, el xe in bona fede e co el parla ben de l'Italia inveze el xe in malafede. :-D :-D :-D
Perché co lo diseva girava ojo de ricino e manganei :wink:
no te rivi propio a concepir, xe vero, che Kugy podessi aver avudo una mentalità più averta dela tua rispetto al Italia?
e Kugy no iera nè un vigliacco nè un accomodante, se el voleva el podeva benissimo taser. Se el ga scrito quel che el ga scritto, xe perchè el sentiva de scriverlo: mi no lo considero un bugiardo.


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