IRREDENTI REDENTI

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Rawa Ruska
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IRREDENTI REDENTI

Messaggio da Rawa Ruska »

Assolutamente da non perdere per chiunque si occupi di storia locale:

Lunzer Renate, Irredenti redenti, intellettuali giuliani del ‘900, Lint Editoriale s.r.l., Trieste, 2009

Veramente illuminante con molte "novità" e osservazioni interessanti.

Rawa Ruska


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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

lo gavevo sfogliado in libreria e ghe gavevo fatto un pensierin..

Irredenti redenti. Intellettuali giuliani del '900

Lint editrice, ISBN 9788881902507 in vendita sui 25 €
Immagine


"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
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Messaggio da babatriestina »

bellissima e entusiastica segnalazione del libro da parte di Magris sul Corriere della Sera di oggi


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Messaggio da babatriestina »

babatriestina ha scritto:bellissima e entusiastica segnalazione del libro da parte di Magris sul Corriere della Sera di oggi
ecco il link
http://archiviostorico.corriere.it/2010 ... 0029.shtml
e alcune espressioni riguardanti il libro:

Il libro di Renate Lunzer costituisce un affresco originale di quella grande stagione culturale triestina, attraverso ritratti nuovi e approfonditi delle sue figure più e meno note - Svevo e Saba, Slataper e Stuparich, Spaini e Bazlen, Marin e Voghera o Enrico Rocca e altri ancora - inserite nel vibrante contesto storico dell' anteguerra, della guerra e del dopoguerra. Ma, oltre e più che una galleria di maggiori e minori protagonisti e un vivacissimo panorama storico-letterario, Irredenti redenti è un contributo essenziale alla comprensione di un momento chiave e pressoché conclusivo di quel processo di unificazione dell' Italia che ci si prepara a ricordare.


Renate Lunzer mette in luce le due opposte anime dell' irredentismo, o meglio i due irredentismi, radicalmente diversi: quello nazionalista-imperialista, aggressivo verso le altre nazionalità e specialmente verso gli slavi, e quello mazziniano, europeista, che sogna un' Europa fraterna e democratica. A quest' ultimo appartengono i più grandi scrittori e intellettuali giuliani, i quali combatteranno sui campi di battaglia l' impero absburgico, ma si faranno mediatori della grande cultura di quel mondo che contribuiscono a distruggere, transfrontalieri dello spirito che operano per il superamento di tutte le frontiere e si trovano a costruire le sanguinose trincee della spaventosa guerra sul Carso. La tragedia è che l' irredentismo nazionalista, culturalmente rozzo, uscirà vincitore dal grande massacro che creerà un' Europa dilaniata, feroce e sempre più fratricida. Gli irredentisti democratici sopravvissuti scopriranno, alla fine del conflitto, un' Italia ben diversa da quella che avevano sognato.

. L' incisivo, bellissimo libro di Renate Lunzer dovrebbe forse capovolgere il suo titolo, non Irredenti redenti bensì redenti irredenti, ossia tutt' altro che salvati dalla vittoria della causa per la quale avevano combattuto nel ' 15-18, ma ostinati a continuare a credere in un' altra Italia, sentendosi non solo italiani ma qualcosa di più. Sono forse loro i numi tutelari di questi nostri centocinquant' anni di storia.


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Messaggio da AdlerTS »

[mod] La parte del discorso mancante xe stada spostada in "manutenzioni" [mod]


Mal no far, paura no gaver.
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Re: IRREDENTI REDENTI

Messaggio da babatriestina »

Si pensi alla definizione lukacsiana del genere



Voi siete in grado di pensare alla definizione lukacsiana ( sulla seconda a ci va l'accento acuto, per la precisione) del genere? :-D :-D :-D
beh, io confesso di no...

ho scelto questa frase, così come introduzione al commento che vi farò sul libro, che sto finendo di leggere, per anticiparvi che , per quanto interessantissimo, si tratta di un libro alquanto complesso, che presuppone, per una comprensione a fondo, una conoscenza letteraria piuttosto approfondita, ben al di là di quanto si possa avere da una scuola secondaria.. e al di là del calembour ( gioco di parole) sugli irredenti redenti, più che di storia, il testo a me sembra soprattutto orientato alla letteratura.
Mi mancano le ultime pagine e poi vi racconterò la mia impressione.


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Re: IRREDENTI REDENTI

Messaggio da babatriestina »

L'ho finito e pertanto posso darvi le mie impressioni.
Un riassunto no, perchè il libro è vastissimo e non saprei cosa scegliere. Comunque l'impressione generale è che il libro è soprattutto un libro di letteratura e non di storia. L'autrice analizza diverse figure di personaggi triestini o giuliani, alcuni dei quali, ma non tutti, con un passato irredentista, o irredenti perchè nati prima del 1918, e ne analizza i rapporti con la letteratura austriaca. Per far ciò , ne segue spesso la vita ( Marin, Stuparich, Bazlen, Magris..) ma soprattutto negli aspetti collegati alla letteratura austriaca. Mi ha fatto piacere rileggere delle lettere che il vecchio Marin scriveva al Piccolo negli anni Settanta, invece mi son mancati gli anni relativi alla seconda guerra di Stuparich. La tesi mi sembra è che più o meno tutti, irredenti o meno, avevano un rapporto molto stretto con la letteratura austriaca di lingua tedesca e in gran parte ne hanno tratto l'occasione per diffonderla in Italia.
Ovviamente, e la Lunzer insiste su questo, i protagonisti del libro erano tutti perfetti conoscitori della lingua tedesca, chi per aver studiato nelle scuole triestine statali asburgiche, chi per averlo studiato al Ginnasio Comunale ( ma sembra che le tre ore settimanali per qualcuno non fossero bastate), e poi obbligatoriamente per coloro che avevano frequentato l'Università austriaca. E questo conferma- aggiungo io- che il tedesco allora era un po' come l'inglese adesso: se non lo conoscevi, eri tagliato fuori dall'alta cultura , dall'impiego statale ( negli ultimi anni accanto ad altre lingue dell'Impero) e non comunicavi con le altre regioni della medesima Mitteleuropa.
Seconda osservazione, sempre mia, la Lunzer ci spiega in lungo e in largo i rapporti fra questi scrittori e quelli austriaci e ho l'impressione che per capire a fondo il libro bisognerebbe aver letto Grillparzer ( forse il più citato, e di cui confesso di non aver letto nulla), Musil, Schnitzler, Stifter, Hofmanstal ( che per me rimane il librettista del Cavaliere della Rosa) e tanti altri autori che la Lunzer ha sulle punte delle dita e che mi piacerebbe sapere quanto siano noti ai nostri forumisti , soprattutto triestini.
Forse un'introduzione a questa letteratura triestina/asburgica si può ricavare leggendo la seconda parte di Trieste di Ara-Magris, quella letteraria.
Un libro dotto, molto interessante, con molte notizie, una presentazione della carriera e delle principali opere degli irredenti-redenti ( il che a me sembra soprattutto un calembour). Ci ho messo un paio di settimane per leggerlo..


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Re: IRREDENTI REDENTI

Messaggio da Rawa Ruska »

Mi spiace che la pensi così, dato che oltre agli aspetti letterari c'è molto, ma proprio molto sulla nostra storia passata e non solo, vedi ad esempio l'illuminante capitolo su Carpinteri & Faraguna, di cui amiamo le Maldobrie (vedi Magris) ma non certo Mirko ecc.
Non è un libro facile, ma è un gran libro. Stimolante inoltre, alcune citazioni portano a far ricerca, a imparare... Non è questione di istruzione superiore, ma di curiosità. Almeno così la vedo io. Stimolare il pensiero non è facile ma è utile.

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Re: IRREDENTI REDENTI

Messaggio da babatriestina »

Non mi sembra di aver criticato in nulla il libro, anzi, ho solo ammesso la mia ignoranza che probabilmente non mi ha consentito di capire a fondo parecchi capitoli e referenze.
Non ho il libro sottomano ( l'ho preso in prestito alla Civica), ma mi sembra che ridurre Carpinteri e Faraguna al solo duo Maldobrie/Mirko sia incompleto, ricordando i decenni di lettura della Cittadella, del Campanon e di tanti altri libri, fra gli ultimi dei quali Trieste in anticamera..
invece mi ha colpita che la Lunzer, nel tratteggiare la figura di Giani Stuparich non dica nulla ( se ben ricordo) sia del suo antifascismo sia della sua esperienza della seconda guerra, mi è sembrato incompleto quel capitolo.
Comunque, per me , un libro più letterario che politico. Ovviamente la letteratura è figlia del suo tempo e della sua storia, questo è innegabile. Poi, ognuno predilige le parti che ama di più.


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Re: IRREDENTI REDENTI

Messaggio da Rawa Ruska »

sarà incompleto il binomio Mirko Maldobrie, ma di certo sono gli estremi di un modo difar eper cui i due, per dirla con Magris:

<…i due autori, osserva Magris con una boutade, producono talora autentica poesia contro il loro stesso volere e sono “spesso meno intelligenti dei loro testi e anche molto meno aperti. Basta paragonare la loro ringhiosa posizione politica, fanaticamente anti - slava, affermata nella “Cittadella”, e in genere il loro nazionalismo, con le apertura sovranazionali ogni tanto genuine che vengono fuori, talvolta anche con un respiro vero, anche nelle Maldobrie”.>.

Questo intendevo.

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Re: IRREDENTI REDENTI

Messaggio da babatriestina »

Grazie, mi puoi dire da che testo di Magris proviene la citazione? o è la Lunzer che lo riporta?
perchè non ricordo una posizione così aspra di Magris nei confronti della Cittadella. Di cui, confesso, mi godevo soprattutto il "Cosa dirà la gente".
Anche perchè le Maldobrie sono del 1967, e due scrivevano ed erano noti ben prima e anche dopo..


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Re: IRREDENTI REDENTI

Messaggio da babatriestina »

Due giorni fa sul Piccolo veniva riportato in anteprima un intervento di Renate Lunzer ad un convegno di studi mariniani, in cui dimostra che il famoso episodio di Biagio Marin e del suo colloquio col Magnifico Rettore dell'Università di Vienna della primavera 1914 dovrebbe essere.. inventato!
Magris, che lo aveva sentito pure raccontare da Marin a viva voce, commenta che a volte i poeti esprimono la realtà attraverso la finzione. Quello che è certo è che si tratta insomma più di opera di poesia che di dato storico preciso.


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