Claudio Magris

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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

Prima pagina di oggi sul Corriere, articolo di Magris
http://www.corriere.it/cultura/09_agost ... primopiano
riporto qualche passo:
lettera aperta alla gelmini
Dante e Verga? Basta. Mi son de Trieste
Ministro, cambiamo i programmi: «El moroso della Nona» al posto della Divina Commedia



Ci sono le province, i comuni, le città, con i loro gonfaloni e le loro incontaminate identità; ci sono anche i rioni, con le loro osterie e le loro canzonacce, scurrili ma espressione di un’identità ancor più compatta e pura. Penso ad esempio che a Trieste l'Inno di Mameli dovrebbe venir sostituito, anche e soprattutto in occasione di visite ufficiali (ad esempio del presidente del Consiglio o del ministro per la Semplificazione) dall’Inno «No go le ciave del portòn», triestino doc.



Come ho già detto, non solo l’Italia, ma già la regione, la provincia e il comune rap­presentano una unità coatta e prevaricatri­ce, un brutto retaggio dei giacobini e di quei mazziniani, garibaldini e liberali che hanno fatto l'Italia. Bisogna rivalutare il rio­ne, cellula dell'identità. Io, per esempio, so­no cresciuto nel rione triestino di Via del Ronco e nel quartiere che lo comprende; perché dovrei leggere Saba, che andava inve­ce sempre in Viale XX Settembre o in Via San Nicolò e oltretutto scriveva in italiano? Neanche Giotti e Marin vanno bene, perché è vero che scrivono in dialetto, ma pretendo­no di parlare a tutti; cantano l’amore, la fra­ternità, la luce della sera, l’ombra della mor­te e non «quel buso in mia contrada»; si ri­volgono a tutti — non solo agli italiani, che sarebbe già troppo, ma a tutti. Insomma, so­no rinnegati.

Ma non occorre che indichi a Lei, Signor Ministro, esempi concreti di come meglio distruggere quello che resta dell’unità d’Ita­lia. Finora abbiamo creduto che il senso pro­fondo di quell’unità non fosse in alcuna con­traddizione con l'amore altrettanto profon­do che ognuno di noi porta alla propria cit­tà, al proprio dialetto, parlato ogni giorno ma spontaneamente e senza alcuna posa ideologica che lo falsifica. Proprio chi è pro­fondamente legato alla propria terra natale, alla propria casa, a quel paesaggio in cui da bambino ha scoperto il mondo, si sente pro­fondamente offeso da queste falsificazioni ideologiche che mutilano non solo e non tanto l’Italia, quanto soprattutto i suoi innu­merevoli, diversi e incantevoli volti che con­corrono a formare la sua realtà. Ci riconosce­vamo in quella frase di Dante in cui egli dice che, a furia di bere l'acqua dell’Arno, aveva imparato ad amare fortemente Firenze, ag­giungendo però che la nostra patria è il mondo come per i pesci il mare. Sbagliava? Oggi certo sembrano più attuali altri suoi versi: «Ahi serva Italia, di dolore ostello, / nave sanza nocchiere in gran tempesta, / non donna di province, ma bordello!».


( i grassetti sono miei..)
ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere, almeno per me.


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Zigolo
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Messaggio da Zigolo »

babatriestina ha scritto:ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere, almeno per me.
Beh, xe de rider perché la pungente ironia de Magris xe sempre piacevole, xe efetivamente de pianzer perché sti scalzacani sta disfando questo e altro, ma fin che xe qualchedun che alza la testa e ghe dà contro o li fa passar per mone come in sto caso, ghe xe ancora qualche speranza.


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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

questo articolo sta furoreggiando fra forum e blog triestini: l'ho trovato riportato per intero almeno in tre siti!


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Nona Picia
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Articoletto de Magris. Cossa ve par del'idea?

Messaggio da Nona Picia »

Metto qua perchè no so dove altro meter.....

lettera aperta alla gelmini
Dante e Verga? Basta. Mi son de Trieste
Ministro, cambiamo i programmi: «El moroso
de la Nona» al posto della Divina Commedia

Signor ministro, mi permetto di scriverLe per suggerirLe l'opportunità di ispirare pure la politica del Ministero da Lei diretto, ovvero l'Istruzione — a ogni livello, dalla scuola elementare all'università — e la cultura del nostro Paese, ai criteri che ispirano la proposta della Lega di rivedere l'art. 12 della Costituzione, ridimensionando il Tricolore quale simbolo dell'unità del Paese, affiancandogli bandiere e inni regionali. Programma peraltro moderato, visto che già l'unità regionale assomiglia troppo a quella dell'Italia che si vuole disgregare.
Ci sono le province, i comuni, le città, con i loro gonfaloni e le loro incontaminate identità; ci sono anche i rioni, con le loro osterie e le loro canzonacce, scurrili ma espressione di Penso ad esempio che a Trieste un’identità ancor più compatta e pura. l'Inno di Mameli dovrebbe venir sostituito, anchee soprattutto in occasione di visite ufficiali (ad esempio del presidente del Consiglio o del ministro per la Semplificazione) dall’Inno «No go le ciave del portòn», triestino doc.

Ma bandiere e inni sono soltanto simbo­li, sia pur importanti, validi solo se esprimo­no un'autentica realtà culturale del Paese. È dunque opportuno che il Ministero da Lei diretto si adoperi per promuovere un'istru­zione e una cultura capaci di creare una ve­ra, compatta,

-- pura, identità locale.
La letteratura dovrebbe ad esempio esse­re insegnata soltanto su base regionale: nel Veneto, Dante, Leopardi, Manzoni, Svevo, Verga devono essere assolutamente sostitui­ti dalla conoscenza approfondita del Moro­so de la nona di Giacinto Gallina e questo vale per ogni regione, provincia, comune, frazione e rione. Anche la scienza deve esse­re insegnata secondo questo criterio; l'ope­ra di Galileo, doverosamente obbligatoria nei programmi in vigore in Toscana, deve essere esclusa da quelli vigenti in Lombar­dia e in Sicilia. Tutt'al più la sua fisica po­trebbe costituire materia di studio anche in altre regioni, ma debitamente tradotta; ad esempio, a Udine, nel friulano dei miei avi. Le ronde, costituite notoriamenteda pro­fondi studiosi di storia locale, potrebbero essere adibite al controllo e alla requisizio­ne dei libri indebitamente presenti in una provincia, ad esempio eventuali esemplari del Cantico delle creature di San Francesco illecitamente infiltrati in una biblioteca sco­lastica di Alessandria o di Caserta.

Per quel che riguarda la Storia dell’Arte, che Michelangelo e Leonardo se lo tengano i maledetti toscani, noi di Trieste cosa c’en­triamo con il Giudizio Universale? E per la musica, massimo rispetto per Verdi, Mozart o Wagner, che come gli immigrati vanno be­ne a casa loro, ma noi ci riconosciamo di più nella Mula de Parenzo, che «ga messo su botega / de tuto la vendeva / fora che bacalà».

Come ho già detto, non solo l’Italia, ma già la regione, la provincia e il comune rap­presentano una unità coatta e prevaricatri­ce, un brutto retaggio dei giacobini e di quei mazziniani, garibaldini e liberali che hanno fatto l'Italia. Bisogna rivalutare il rio­ne, cellula dell'identità. Io, per esempio, so­no cresciuto nel rione triestino di Via del Ronco e nel quartiere che lo comprende; perché dovrei leggere Saba, che andava inve­ce sempre in Viale XX Settembre o in Via San Nicolò e oltretutto scriveva in italiano? Neanche Giotti e Marin vanno bene, perché è vero che scrivono in dialetto, ma pretendo­no di parlare a tutti; cantano l’amore, la fra­ternità, la luce della sera, l’ombra della mor­te e non «quel buso in mia contrada»; si ri­volgono a tutti — non solo agli italiani, che sarebbe già troppo, ma a tutti. Insomma, so­no rinnegati.
Ma non occorre che indichi a Lei, Signor Ministro, esempi concreti di come meglio distruggere quello che resta dell’unità d’Ita­lia. Finora abbiamo creduto che il senso pro­fondo di quell’unità non fosse in alcuna con­traddizione con l'amore altrettanto profon­do che ognuno di noi porta alla propria cit­tà, al proprio dialetto, parlato ogni giorno ma spontaneamente e senza alcuna posa ideologica che lo falsifica. Proprio chi è pro­fondamente legato alla propria terra natale, alla propria casa, a quel paesaggio in cui da bambino ha scoperto il mondo, si sente pro­fondamente offeso da queste falsificazioni ideologiche che mutilano non solo e non tanto l’Italia, quanto soprattutto i suoi innu­merevoli, diversi e incantevoli volti che con­corrono a formare la sua realtà. Ci riconosce­vamo in quella frase di Dante in cui egli dice che, a furia di bere l'acqua dell’Arno, aveva imparato ad amare fortemente Firenze, ag­giungendo però che la nostra patria è il mondo come per i pesci il mare. Sbagliava? Oggi certo sembrano più attuali altri suoi versi: «Ahi serva Italia, di dolore ostello, / nave sanza nocchiere in gran tempesta, / non donna di province, ma bordello!».
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Claudio Magris
07 agosto 2009


Ciao ciao
Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare,
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Messaggio da babatriestina »

che el xe za del giorno che el xe vegnudo fora nel nostro forum nela sezion Autori dedicada a Magris: ma no te leggi giorno per giorno le novità del forum col Segnala novi messaggi?
o te son come quei che legi el giornal solo la prima pagina e le Segnalazioni, de noi el solo Salotin?
( e sposterò sto messaggio anche là fra un poco..)

e ve suggerisso de leger lapagina original del Corriere e soprattuto i commenti: xe, più de un, che no se acorzi che el sta remenando...

inveze oggi sempre sul Corriere xe un altro articolo de Magris, che evidentemente sta fazendo vacanza ai topolini, e che descrivi la mancanza de razzismo de un picio che zogando con una muletta nera con genitori tedeschi, ala domanda quala putela? el disi No quela de un altro color, ma Quela che la parla e che no se capissi gnente
http://www.corriere.it/edicola/index.js ... doc=MAGRIS
Visto che sul articolo xe Riproduzione riservata, dopo el link riporto solo el paragrafo:
Quale bambina?», chiese la madre, che non la vedeva perché si era nascosta dietro un albero. «Quella che parla che non si capisce niente», rispose lui, evidentemente colpito dal fatto che la piccola chiamasse le cose in modo per lui incomprensibile, un po’ arrabbiato di scoprire che esse potessero avere altri nomi.


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Messaggio da Nona Picia »

Per dir la verità no sempre el forum me segna i novi messaggi.....Ogni tanto el fa sciopero. A parte quel, la me xe rivada credo ieri sera e mi la go trasmessa.....Comunque se xe un dopion te pol cancelar, come che xe giusto.


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Messaggio da Nona Picia »

babatriestina ha scritto:c




Quale bambina?», chiese la madre, che non la vedeva perché si era nascosta dietro un albero. «Quella che parla che non si capisce niente», rispose lui, evidentemente colpito dal fatto che la piccola chiamasse le cose in modo per lui incomprensibile, un po’ arrabbiato di scoprire che esse potessero avere altri nomi.
Come dire: "I bambini sì che sanno stare al mondo!" Per fortuna solo almeno lori no conossi el razzismo, a meno che qualche sciocco genitor o amico no ghe lo meti in testa.


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Messaggio da babatriestina »

Nona Picia ha scritto:Per dir la verità no sempre el forum me segna i novi messaggi.....Ogni tanto el fa sciopero. A parte quel, la me xe rivada credo ieri sera e mi la go trasmessa.....Comunque se xe un dopion te pol cancelar, come che xe giusto.
tachemo tuto insieme, diria, in sezion Magris.


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Messaggio da babatriestina »

Passando in libreria, vedo sugli scaffali che hanno ristampato il libro di Magris e Ara: Trieste, un'identità di frontiera. In effetti il libro continua ad essere un punto fermo, tant'è vero che lo si trova richiamato in tanti libri attuali su Trieste. Un'occasione, per chi fosse interessato.
E' vero che l'ultima lettera provocatoria di Magris ( vedi qua sopra) gli sta attirando gli strali di coloro che, ritenendo che Mitteleuropa sia sinonimo di antitalianità, lo considerano un rinnegato :wink: :-D . A me sembra che invece Magris stia dimostrando col suo esempio che si può essere italiani e mitteleuropei senza contraddizioni.


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Messaggio da ffdt »

babatriestina ha scritto:[...]ritenendo che Mitteleuropa sia sinonimo di antitalianità [...]
flag_ts go paura che sia bastanza vero: una roba xe 'l amor de patria e un'altra xe 'l nazionalixmo ... la` dove che 'l amor de patria xe, a punto, "amor", el nazionalixmo xe violenza e odio per tuto cuel che no ghe xe omologado e sucube ... "talianita`" xe una parola doprada de 'l nazionalixmo cuindi xe pacifico che per "certa gente" cuel che no xe talian xe anti-talian
flag_fr je crains que cela est assez vrai: l'amour pour propre pays est différent du nationalisme ... où l'amour pour le pays est, à juste titre, "amour", le nationalisme est violence et haine pour tout ce qui n'est pas uniformé ni pas dominé ... "italien" est un terme utilisé par le nationalisme et donc est évident que pour "quelqu'un" ce qui n'est pas italien est anti-italien
flag_uk i fear that it is quite true: the love for the country is different from the nationalism ... where the love of country is, rightly, "love", nationalism is violence and hatred for everything that's not uniformed and not dominated ... "italian" is a term used by the nationalism therefore is obvious that for "someones" what is not italian is anti-italian
flag_it temo che sia abbastanza vero: diverso e` l'amor di patria e diverso e` il nazionalismo ... laddove l'amor di patria e`, giustamente, "amore", il nazionalismo e` violenza ed odio per tutto cio` che non gli e` omologato e succube ... "italianita`" e` termine usato del nazionalismo quindi e` ovvio che per "certuni" quel che non e` italiano sia anti-italiano ...


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Messaggio da babatriestina »

ffdt ha scritto: flag_it temo che sia abbastanza vero: diverso e` l'amor di patria e diverso e` il nazionalismo ... laddove l'amor di patria e`, giustamente, "amore", il nazionalismo e` violenza ed odio per tutto cio` che non gli e` omologato e succube ... "italianita`" e` termine usato del nazionalismo quindi e` ovvio che per "certuni" quel che non e` italiano sia anti-italiano ...
vero, vero... anche la parola "patria" che tu usi è andata in discredito a causa dei nazionalismi , ma sarebbe ingenuo e riduttivo credere che il nazionalismo e sopratutto l'astio per coloro che non la pensano nel medesimo modo possa essere solo italiano.
Spero comunque che tu faccia un discorso più generale e che non stia accusando anche Claudio Magris di nazionalismo e di far parte di quella innominabile "certa gente". :-D


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Messaggio da ffdt »

babatriestina ha scritto:[...] un discorso più generale [...]

flag_ts oh ben, cua se parlava de magris e de i efeti che la sua sponta ga avesto in italia e no me pareva necesario xlargarse tropo co' 'l discorso pero` si`, so ben che "certa gente" se la trova per tuto e che i nazionalisti no i xe solo che in italia ... mone ghe ne xe per tuto :-?
flag_fr le sujet était axé sur Magris et sur l'effet qui a fait en Italie sa provocation et je n'ai pas considéré de l'étendre trop toutefois oui, je suis conscient que "quelqu'un" est distribué à travers la planète et que le nationalisme n'est pas un phénomène uniquement italien ... les andouilles sont partout :-?
flag_uk the subject focused on Magris and on the effect its provocation has done in italy so I haven't considered to extend it too much however yes, I'm aware that "someones" are distributed across the planet and that nationalism is not an italian-only phenomenon ... thickheaded people is everywhere :-?
flag_it il discorso a cui mi sono agganciato era incentrato su magris e sull'effetto che ha fatto in italia la sua provocazione quindi non ho ritenuto di allargarmi troppo pero` si`, sono consapevole che "gerta gente" sia distribuita su tutto il pianeta e che il nazionalismo non sia un fenomeno unicamente italiano ... gli scemi si trovano dappertutto :-?


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Messaggio da babatriestina »

ffdt ha scritto:il discorso a cui mi sono agganciato era incentrato su Magris e sull'effetto che ha fatto in Italia la sua provocazione
per la precisione io mi riferivo, nel mio post, alle reazioni non tanto in Italia in generale ma qua a Trieste dove più di uno gli ha dato più o meno del "mitteleuropeo rinnegato". In Italia ci sono perfino ( leggere i commenti al suo articolo sul corriere online) coloro che non si sono nemmeno resi conto che la sua era una provocazione e anzi lo hanno preso sul serio :roll: .
Aggiungerei che in italiano c'è un preciso vocabolo per il tipo di nazionalismo che hai descritto: si chiama sciovinismo come lo definisce il mio dizionario di Repubblica: sentimento nazionalistico esaltato, fazioso e fanatico; per estens. ogni forma di particolarismo. Adattamento dal francese chauvinisme derivato dal nome di N Chauvin, un valoroso soldato di Napoleone [..]


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Messaggio da Angiolina »

Oggi Magris, sempre sul Corriere, sul Punto Franco
http://www.corriere.it/cultura/09_agost ... aabc.shtml


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Messaggio da babatriestina »

Sia ben chiaro, parla del Punto franco Nuovo.
Poi si vede che è andato al bagno all'Ausonia


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Messaggio da McFriend »

Consegnato alcuni giorni fa alla Buchmesse (Fiera del libro) di Francoforte a Claudio Magris un prestigioso premio per la sua attività di scrittore.


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Messaggio da babatriestina »

McFriend ha scritto:Consegnato alcuni giorni fa alla Buchmesse (Fiera del libro) di Francoforte a Claudio Magris un prestigioso premio per la sua attività di scrittore.
in occasione del quale premio, Magris ha pronunciato un discorso in tedesco, che non ho trovato per intero, anche se poi in tedesco non sarei riuscita a comprenderlo, se qualcuno trova il testo integrale me lo segnali. Io ne ho trovato dicono un "ampio stralcio" sul Corriere della Sera,e vi posto il link
http://www.corriere.it/cultura/09_ottob ... aabc.shtml
Il Giornale di Feltri lo ha pesantemente attaccato di anti italianismo immagino per alcuni passi fortemente critici. Il discorso si riferiva alla pace ed alla guerra, visto che il premio era un premio per la pace, Friedenspreis.
Vi riporto qualche passo, anche se vi invito a leggerlo tutto sul link citato:
La Terza Guerra Mondiale c’è stata, anche se la maggior parte degli europei ha avuto la fortuna di non pagarne il prezzo di sangue. Venti milioni di morti dopo il 1945, più o meno; a differenza delle vittime della Seconda, pressoché ignorati e dimenticati, esposti all’ulteriore violenza dell’oblio. Indulgiamo all’illu­sione di vivere senza guerra, perché il Reno non è più un confine conteso con ecatombi di soldati o perché sul Carso non c’è più quella frontiera, vicina a Trieste, che era l’invali­cabile Cortina di Ferro e una miccia accesa. (...) Sono altri oggi i confini che minacciano la pace, confini talora invisibili all’interno delle nostre città, fra noi e i nuovi arrivati da ogni parte del mondo, che stentiamo perfino a vedere perché, come dice la canzone di Mackie Messer, sono al buio.
Ora nel mio Paese c’è una legge che viola un fondamentale principio democratico, in quanto autorizza gruppi di privati cittadini a controlla­re l’ordine e la sicurezza — beni cer­to essenziali e da difendere con fer­mezza — specialmente nei confron­ti degli immigrati.

Spero, da patriota italiano, che il mio peraltro incantevole Paese non sia, ancora una volta, all’avanguardia in senso negativo: il fascismo, dopo­tutto, in Europa, lo abbiamo inventa­to noi, anche se poi altri ci hanno ben superato nello zelo. Un nuovo populismo, oggi serpeggiante un po’ dovunque in Europa, sta creando, ha scritto Massimo Salvatori, democra­zie senza democrazia. Esso è una mi­naccia a quest’ultima e alla pace — ogni minaccia alla democrazia è mi­naccia alla pace, qualsiasi forma es­sa assuma — e non ha nulla a che vedere col classico fascismo, termi­ne tirato in ballo a sproposito come uno stupido ritornello.
Questo populismo è una gelatino­sa totalità sociale, che distrugge al­cuni valori fondamentali, ogni senti­mento del lecito e dell’illecito, del rapporto tra il bene dell’individuo e il bene comune. Sentimento che non è sufficiente ma è necessario avere, per poter almeno sperare di costruire giustizia e dunque pace. Senza la prima, non c’è la seconda; l’insofferenza crescente per la legge che persegue i reati e la limitazione del potere della magistratura che li persegue esprimono il torvo sogno di una vita senza legge o con meno legge possibile, ossia di una giun­gla, di una condizione di bellum om­nium contra omnes , in cui i forti tro­vino pochi ostacoli nello schiacciare i deboli.
Oggi la guerra è «senza limiti», come dice il capo­lavoro di Qiao Liang e Wang Xiangsui, un vero Clausewitz del Duemila. Dinanzi alle dimensioni mondiali di tali possi­bili catastrofi, l’attuale debolezza e sconnessione dell’Euro­pa appaiono doppiamente penose e colpevoli. Solo un’Euro­pa realmente unita, un vero Stato — naturalmente federale, decentrato — potrebbe avere la capacità (e avrebbe il dove­re) di affrontare problemi che non sono più nazionali. All’Eu­ropa spetta il grandioso e arduo compito di aprirsi alle nuo­ve culture dei nuovi europei provenienti da tutto il mondo, che vengono ad arricchirla con le loro diversità. Si tratterà di mettere in discussione noi stessi e di aprirsi al massimo dia­logo possibile con altri sistemi di valori, ma tracciando le frontiere di un minimo ma preciso quantum di valori non più negoziabili, da considerare acquisiti per sempre e da ri­spettare come assoluti che non vengono più messi in discus­sione. Pochi ma netti valori, come ad esempio l’uguaglianza di diritti fra tutti i cittadini a prescindere da ogni differenza di sesso, di religione o di etnia.
sono pensieri profondi, e ancora una volta mi tolgo il cappello davanti al prof Magris.
e c'è da notare che alla fine del discorso il mitteleuropeo Magris fa appello all'Europa tutta, non solo al suo -Mittel :-D


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Messaggio da babatriestina »

sarebbe bello pure poter leggere il testo integrale della motivazione del premio a Magris: ho trovato solo qualche frase riportata su internet..


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Messaggio da 167461 »

babatriestina ha scritto:sarebbe bello pure poter leggere il testo integrale della motivazione del premio a Magris: ho trovato solo qualche frase riportata su internet..
Ho trovato il testo della motivazione in tedesco (vedi "Begründung"):
http://www.boersenverein.de/de/96671?pid=325240

Purtroppo non ho trovato nessuna traduzione in italiano e neanche il testo integrale del suo discorso, nemmeno in tedesco.

Saluti
Paolo


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Grazie, capisco il senso generale, ma mi sfuggono le sfumature.


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