Claudio Magris

Autori triestini famosi e no famosi, poesie, anche le vostre...
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babatriestina
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Claudio Magris

Messaggio da babatriestina »

Claudio Magris
scrittore, saggista, giornalista... chi non lo conosce? anche se non è spesso a Trieste, lo possiamo immaginare mentre lavora al caffè San Marco...
La sua tesi di laurea, Il mito asburgico nella letteratura austriaca moderna, del 1963 lo rende famoso.
Ha scritto tanti libri, ma di essi vorrei ricordare i miei preferiti, che vi raccomando caldamente : Danubio, un viaggio ideale lungo il fiume e le memorie che al coltissimo autore esso suggerisce ( unico punto nero: leggendolo io mi son sentita così ignorante..).
In collaborazione con Ara: Trieste. Un'identità di frontiera
Poi Microcosmi altro bel libro dedicato a svariati luoghi a cui si sente legato, parte dei quali triestini, e il recente L'infinito viaggiare, riflessioni durante i suoi viaggi.
Avete letto altri libri di Magris? visto spettacoli teatrali suoi? vi sono piaciuti?


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AdlerTS
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Messaggio da AdlerTS »

Ammetto la lacuna :oops:


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Tirabaralla
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Messaggio da Tirabaralla »

Sto leggendo quello scritto con Ara, ma pian piano.. perchè è interessante (molto) ma un po' pesante (di solito i libri su Trieste li divoro).
Inoltre ho un'edizione del Piccolo di "Danubio", che penso sartà + abbordabile, come libro...e lo abborderò, prima o dopo :)


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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

Tirabaralla ha scritto: Inoltre ho un'edizione del Piccolo di "Danubio", che penso sarà + abbordabile, come libro...e lo abborderò, prima o dopo :)
Non illuderti: è impegnativo anche quello, anche perchè cita autori mitteleuropei sulla punta delle dita, e io a malapena ne conosco i nomi. Ogni volta che lo leggo ( beh, veramente l'ho letto solo 2 volte...) mi riprometto di leggere Musil, Grillparzer...di cui non ho letto mai niente.
Microcosmi è più scorrevole. Parla del caffè San Marco, Giardin Pubblico, Val Cellina...


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Tirabaralla
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Messaggio da Tirabaralla »

Grazie Baba, della dritta :)
Cmq quello scritto con Angelo Ara mi pare a livello di testo universitario per le analisi letterarie, storiche, etc... :P


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Claudio Magris

Messaggio da ernesta »

Due anni fa, Babatriestina srciveva su Claudio Magris
Microcosmi è più scorrevole. Parla del caffè San Marco, Giardin Pubblico, Val Cellina...
Un anno fa scoprivo Trieste, Atrieste e voi tutti, colla vostra cultura, l'amore delle città, e tutti quanti mi avete imparato tanto che ho fatto parte ai miei concittadini di quelle scoperte quest'anno.
Magris è stupendo, di questi pocchi autori che non si leggono troppo svelto per non finire il libro. Non conosco una cosa simile in Francia (i Triestini e Magris); i nostri scrittori regionalisti hanno piutosto l'esprit de clocher (visione sretta), mentre Magris ha una visione amplia tanto del mondo como di un sentiere in montagna. Leggevo ieri in Microscosmo le pagine sul Giardin Pubblico, e mi ramentava la città di provincia dove ho passato l'infancia - stupendo, vi dico - Grazie Babatriestina.

P.S. Tu che sai tutto, mi sapresti dire se la libreria di Saba esiste sempre ? E cosa e diventata ? Grazie.

Come di solito, indulgencia richiesta per gli errori. Grz


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babatriestina
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Re: Claudio Magris

Messaggio da babatriestina »

ernesta ha scritto: P.S. Tu che sai tutto, mi sapresti dire se la libreria di Saba esiste sempre ? E cosa e diventata ?
la libreria di Saba è sempre là, ed è sempre libreria antiquaria.
(un giorno sono entrata ed ho provato a chiedere se mi compravano un libro della metà dell'ottocento che ho trovato a casa, con aria di superiorità mi hanno detto che loro trattano solo edizioni rare.. il libro me lo son tenuta e forse poi l'ho pure regalato, ma con me affari non ne faranno più.)


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Messaggio da ernesta »

Grazie, Babatriestna - ces mauvais commerçants ont-ils encore quelque chose à voir avec U. Saba ? ou ont-ils acheté cette librairie sans connaîatre ? et pourquoi pas !!


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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

je pense qu'ils sont les directs successeurs, et que peut-ètre ils sont un peu hautains. ( credoi che i se daghi un poco dele arie..)


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Messaggio da McFriend »

L'Università di Bolzano ha chiesto a Magris se voleva diventare il nuovo Rettore. Purtroppo non ha accettato. :(
Avrei visto molto bene qui da noi. Una persona di grande cultura e un grande scrittore. :-D


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Messaggio da AdlerTS »

Si sanno i motivi del rifiuto ?


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Messaggio da McFriend »

Non lo so, ma posso provare ad informarmi meglio. :-D


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Messaggio da babatriestina »

Mi collego qua, per non fare un post nuovo: avete letto il discorso fatto ieri da Claudio Magris al Quirinale per il giorno della memoria?
era riportato integralmente ( almeno credo) dal Piccolo e in parte dal Corriere della sera.
qua c'è la parte del Corriere
http://www.corriere.it/editoriali/09_ge ... aabc.shtml
Ma secondo me vale la pena di leggerlo tutto, perchè ci sono diversi passi molto profondi e che mostrano legami con il mondo attuale.


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Messaggio da ernesta »

babatriestina ha scritto:Mi collego qua, per non fare un post nuovo: avete letto il discorso fatto ieri da Claudio Magris al Quirinale per il giorno della memoria?
Grazie Baba per l'informazione - ho conosciuto Magris per un amico veneziano che lo diceva il migliore scrittore italiano del momento

Sono solita di pensare e dire che il Christo è stato crussificato 6 000 000 di volte nei campi nazis


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Messaggio da babatriestina »

Conservo il testo, ma prima di mettermi a ricopiare alcuni passi che non trovo nella sintesi del Corriere, c'è qualcuno che può riportare il link alla versione integrale?
per adesso vi riporto un passo che mi ha colpita, e che non figura nel passo riportato dal corriere:
si parla delle leggi razziali in Italia:
L'anagrafe non mi ha messo dinanzi a questa prova e non posso sapere come mi sarei comportato. Un tempo pensavo che, se fossi vissuto all'epoca delle leggi razziali, mi sarei comportato con dignità. Ora non ne sono più sicuro e questo on ha a che fare con una più realistica valutazione del mio modestissimo coraggio , sul quale non mi sono mai fatto illusioni. E' che, fino ad alcuni anni fa, ci si sentiva, illusoriamente o no, parte di un mondo permeato da un cultura che, indipendentemente dal fatto di essere intrepidi o tremebondi, certe cose semplicemente non si fanno. E' questa coscienza condivisa che conferisce all'individuo la forza di non fare quelle cose, di non sentirsi solo né patetico se in questa sua resistenza va incontro a dei guai. Oggi, in un clima culturale in cui tutto viene messo sullo stesso piano come le opinioni contrapposte e affiancate nei giornali, sembra più difficile, dinanzi alla violenza e all'ingiustizia, dire di no; salvare l'anima o, se questo è pretendere troppo, almeno non perdere la faccia.
A questo allentamento dei valori contribuisce uno strisciante revisionismo malinteso. Non il giusto, doveroso revisionismo che corregge errori e falsificazioni, riconosce le ragioni dei vinti, riconosce le cople commesse dalal propria parte- in questo caso, dalla resistenza- accomuna nella pietà e nel rispetto i caduti di ogni schiera. Un mio carissimo cugino è morto a diciotto anni combattendo volontario nelle brigate di Salò.Lo ricordo con tanto affetto e non mi passa per la testa di ritenermi migliore di lui, solo perchè non ho avuto la possibilità, anche per l'età, di commettere il suo errore, che non diminuisce il mio commosso ricordo di lui, ma che resta oggettivamente un errore, perchè se la parte per la quale egli ha combattuto ed è morto avesse vinto, il mondo sarebbe diventato Auschwitz.



mi sembra che vi siano molti spunti da meditare riguardo al mondo attuale.


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Messaggio da macondo »

babatriestina ha scritto:Conservo il testo, ma prima di mettermi a ricopiare alcuni passi che non trovo nella sintesi del Corriere, c'è qualcuno che può riportare il link alla versione integrale?
Ve metto la pagina ma saria mejo che la scarighé subito che in un 2/3 giorni scancelo el post per ovvie ragioni...
Allegati
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Messaggio da babatriestina »

Ben go approfittado per ricopiar i passi che me par più interessanti, che descrivi meo el modo de veder de Magris e che ga riferimenti sia ai grandi problemi morali portadi dela Shoah sia ai problemi del mondo contemporaneo. Vado in ordine e quoto diversi passi, senza commenti, se no per dir che me par tuto assai giusto:
La Shoah non è solo una storia di vittime, ma anche di eroi, morti in modo orribile ma umanamente da signori e da vincitori.
il Terzo Reich appare non solo atroce, ma anche un'enfasi miserabile, una pagliacciata sanguinosa che si voleva e si annunciava millenaria ed è durata dodici anni, meno del mio scaldabagno.
Anche per questo la dibattuta domanda su cosa significhi essere ebreo ha potuto divenire una delle espressioni più forti per porre la domanda su cosa significhi essere uomo. Credo sia accaduto a molti altri quello che è accaduto a me, ovvero di ritrovarmi, quasi di identificarmi in questo spirito dell'ebraismo, scoprendovi quasi uno specchio di me stesso, della mia vita e della ricerca del suo significato.
La Shoah è la prova più terribile che ogni delitto è anche autolesionista, un suicidio, la distruzione di una parte di se stessi. Il Male è anzitutto stupido. milioni di morti della Shoah sono anche un esercito di caduti che ha contribuito, involontariamente ma in misura determinante, a salvare la libertà nel mondo. Lo sterminio nazista non è stato solo un immane crimine, ma anche un delirante suicidio. Il patriottismo e anche il nazionalismo tedesco erano diffusi fra gli ebrei di Germania, che si sentivano spesso portatori della cultura tedesca - specie nell'Europa centro-orientale - e avevano combattuto con passione per la loro patria tedesca nel primo conflitto mondiale, come indica l'alto numero di croci di guerra loro assegnate. La grandezza della Germania si fondava pure sulla simbiosi ebraico-tedesca e il nazismo, distruggendola, ha distrutto la centralità politico-culturale della Germania in Europa.
Senza i milioni della Shoah, senza le leggi di Norimberga, il nazismo sarebbe durato più a lungo, chissà quanto, per il male di tutta l'umanità. Gli ebrei hanno pagato per la salvezza del mondo più di tutti, per tutti. In questo senso, forse solo in questo senso, vale la definizione di "popolo eletto", che tanto irritava Croce - forse giustamente, nonostante alcune sue espressioni brutalmente fuori posto, su cui si è soffermato Roberto Finzi, poiché è ragionevole pensare che non esistano popoli prediletti né rifiutati. Ma certo che con nessun altro popolo come con quello ebraico abbiamo tutti contratto un debito così alto.
Naturalmente non basta condannare e aborrire. Occorre capire come e perché la Shoah ha potuto aver luogo. Anche la Shoah esige la comprensione storica e la storia, come sappiamo, non è né giustiziera né giustificatrice, bensì è - dovrebbe essere - intelligenza delle cose. Ma con ciò si pone una contraddizione, in quanto la Shoah si è trasformata da storia criminosa a evento metafisico, a male assoluto, e rifiuta di essere compresa, superata in quel giudizio storico che è, diceva Croce, "oltre il rogo" e dunque più sereno che furente. Ma è possibile guardare alla Shoah con la serenità dello storico "oltre il rogo"? Non significherebbe smussarla, relativizzarla, ridurne l' orrore? D'altronde è angoscioso che la Shoah possa paralizzare per sempre ogni giudizio storico, "trascendere" la Storia - come afferma Wiesel - e dunque, in qualche modo, sconfiggere l'umana capacità di fare i conti con tutta la propria realtà, di cui si è artefici, vittime, complici, responsabili. Ma come è possibile inquadrarla storicamente contemporaneamente mantenere il senso della sua assolutezza?
La Shoah non è l'unica inaccettabile infamia della storia. Altre infami violenze - i gulag, la tratta dei neri, molte altre - hanno fatto anche più vittime. Popoli interi sono periti nei secoli in violenze indicibili e sono scomparsi nell'oblio, cancellati perfino dalla memoria, periti senza avere la possibilità o la forza di far giungere a noi il grido della loro sofferenza, senza che noi ne abbiamo consapevolezza o memoria.
Anche se altri stermini sono stati numericamente più vasti, la Shoah è un vertice dell'orrore per la simbiosi di barbarie e razionalità scientifica, di selvaggio e di tecnocratico, di arcaicità e modernità che è alla sua base. Inoltre, essa è l'unico caso in cui lo sterminio non sia stato il risultato collaterale di violenze sfruttamenti brutalità repressioni terrori, bensì un fine esplicitamente e intenzionalmente, scientificamente, programmato e voluto. Ovviamente qui non è possibile analizzare in un discorso le origini, le cause, le dinamiche dell'antisemitismo, anche perché, se la Shoah è opera del nazismo, a renderla possibile è stata pure una lunga storia dell'antisemitismo, differente a seconda delle epoche, dei contesti e delle tradizioni nazionali. "L'archivio antiebraico", come lo ha chiamato Simon Levi
L'antisemitismo, che oggi vediamo con sgomento di nuovo all' opera, sia pur in sordina, può avere molte facce, anche molti nomi. Può chiamarsi antisionismo, quando nega allo Stato di Israele il diritto di esistere o ne auspica la distruzione, il che è ben diverso dal criticare, a torto o a ragione, l'una o l'altra politica dell'uno o dell'altro governo israeliano, suscettibile di critica o di consenso come ogni governo di ogni paese. Lo stesso termine è ambiguo, perché presuppone una categoria razzial-zoologica, dai connotati metastorici; confesso di non sapere bene cosa significhi che io, ad esempio, sia ariano, mi troverei in difficoltà ancora maggiore a indicare con precisione i camiti e ad attribuire loro virtù o vizi eterni come le Idee platoniche; so che anche gli arabi sono semiti e che un generico disprezzo o odio nei loro confronti è antisemitismo bello e buono, perché Ismaele è figlio di Abramo. Certo, come dice un ver sodi Brecht, il grembo che produsse mostri quali l' antisemitismo è ancor fecondo.
Dopo l'antisemitismo - ha scritto Egon Schwarz, il saggista viennese di famiglia ebraica che riuscì a lasciare Vienna subito dopo l'Anschluss – la cosa peggiore è il filosemitismo. Il filosemitismo è infatti sospetto; può indicare una cattiva coscienza o la preoccupazione di nasconderla, agli altri o a se stessi; suona talora stridulamente come una excusatio non petita, una affannata ostentazione di sentimenti buoni o politicamente corretti. Il filosemitismo rivela spesso insicurezza e imbarazzo nei confronti degli ebrei e può coprire un represso e livido antisemitismo. Per quel che concerne Israele, chi considera la sua esistenza come una minaccia alla pace è indubbiamente antisemita e va bollato e combattuto.
Siamo qui, oggi, per ricordare la Shoah tramite uno dei più grandi valori trasmessi dalla civiltà ebraica, la Memoria. Essa non è il passato, bensì l'eterno presente di tutto ciò che ha senso e valore: l'amore, la preghiera, l'amicizia, la sofferenza, la felicità. Tutto ciò che ha senso "fa parte della storia del cosmo", per citare un passo di Singer; ciò che è soltanto funzionale sparisce nell'oblio, appena esaurita la sua funzione, ma tutte le cose essenziali sono nell'eternità del loro presente. Shakespeare è, non era, un poeta. Memoria significa pure rapporto con la propria identità e consapevolezza – ma non stolta e feroce idolatria - di quest'ultima. La memoria è anche una garanzia di libertà; non a caso le dittature cercano di cancellare la memoria storica, di alterarla o distruggerla del tutto. Le tirannidi la deformano, i nazionalismi la falsificano e la violentano, il totalitarismo soft di tanti mezzi di comunicazione la cancella, con una insidiosa violenza che scava paurosi abissi fra le generazioni.


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Messaggio da Angiolina »

Lunghi articoli oggi sul Corriere per i settant'anni di Claudio Magris. Non lo vedo on line. Metto il sito della Garzanti
http://www.garzantilibri.it/default.php ... NEWSID=736
Sarà festeggiato a Pordenone.


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Visto, e anche un articolo sul Piccolo ( era lo stesso?). Ho analizzato bene uno degli articoli del Corriere, che spiegava che festeggeranno Magris in Friuli e in effetti è giusto, perchè si parla dei festeggiamenti soprattutto a Pordenone (e Montereale di Valcellina, a cui Magris dedica un capitolo se non erro in Microcosmi).


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Oggi 70 anni ! Auguri ! :-)


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