Prosecco
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- babatriestina
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Prosecco
Anche se per mi fra Prosecco e Contovel xe tuto istesso..
La Cesa de Prosecco ga el solito campanil de tipo veneto
interessante l'ingresso, ala base del campanil in modo de formar un portico, se lo trova spesso in Slovenia, me vien in mente S Servolo d'Artvize ( Artuise, cussì savè come che se pronuncia) che xe una deliziosa cesetta nel carso sloven su un cocuzzolo.
La cesa xe dedicada a S Martin, come che se vedi de l'afresco sula porta, el elegante prelato de sinistra dovessi esser un vescovo Marenzi che la ga consacrada
La Cesa de Prosecco ga el solito campanil de tipo veneto
interessante l'ingresso, ala base del campanil in modo de formar un portico, se lo trova spesso in Slovenia, me vien in mente S Servolo d'Artvize ( Artuise, cussì savè come che se pronuncia) che xe una deliziosa cesetta nel carso sloven su un cocuzzolo.
La cesa xe dedicada a S Martin, come che se vedi de l'afresco sula porta, el elegante prelato de sinistra dovessi esser un vescovo Marenzi che la ga consacrada
- babatriestina
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xe stado el libro de Cuscito sule cese che me ga messo el pulise in orecia... molte de ste cese del altipian xe del sei-settecento e a volte la ga ingrumado tochi de cese disfade in cità, i tochi dela prima cesa de S Antonio novo, presempio, xe sparsi un po in giro, qualcossa xe a Barcola, qualcossa in Carso.. per no parlar dela cesa de S Giuseppe della Chiusa o meo Ricmanje che ga tuta una sua storia e che mi , me vergogno a dir, no go mai visto!!! anche quela de Cattinara no la go mai vista e la dovessi gaver roba interessante ( e in zerte xe andado anca rubado... )AdlerTS ha scritto:Non la gavevo mai vista dentro ! Sai bela !babatriestina ha scritto:Per una volta go trovado la porta averta e go fotografado l'interno
Eco quel che iera presente su Trieste Mia (gavevo el permeso de l'autor) :
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IL CASTELLO DI PROSECCO
Uno dei misteri di Trieste
Di questo castello non è certa l'esistenza. Esso ha infatti forse origine da un malinteso. I Romani per primi menzionarono un "Castellum ad Pucinum" che, secondo alcuni studiosi, era da identificare con Duino, secondo altri con Prosecco. In realtà, non sappiamo nemmeno se questo termine mdicava un castello vero e proprio o un centro, in quanto la sua importanza non era strategica ma legata alla produzione di una particolare qualità di vino.
Una notizia riguardante il castello di Prosecco ci viene comunque offerta da antiche cronache ecclesiastiche, oggi non più reperibili, secondo le quali un certo Giovanni, patriarca di Aquileia, nel 660 venne gettato da una finestra del castello di Prosecco dai Triestini scismatici. Bisogna dire però che la notizia, raccolta prima da Ireneo della Croce e poi portata avanti da altri storici, non è stata nemmeno presa in considerazione dal Tamaro. Basta infatti obiettare che nel 660 il territorio triestino era compreso nel "numerus tergestinus", una sorta di provincia militare istituita agli inizi del 600 dai Bizantini, per difendere le frontiere dagli Slavi e dai Longobardi, dai quali ultimi dipendeva il patriarca di Aquileia, mentre i Triestini erano invece sottoposti al patriarca di Grado, in territorio bizantino. Vien da chiedersi come mai, nel bel mezzo delle lotte religiose, un patriarca "nemico" sia venuto a Prosecco, cioè in territorio triestino, conoscendo bene l'odio che i Triestini nutrivano per i Longobardi.
Nella storia ecclesiastica della regione troviamo effettivamente il defenestramento di un patriarca di nome Giovanni, ma esso avvenne a Grado nell'802, e furono i Bizantini, provenienti da Venezia, ad uccidere il patriarca, accusato di favorire la venuta dei Franchi di Carlo Magno in queste terre, ancora soggette ai Bizantini.
Per quanto riguarda il castello di Prosecco, località che nei documenti municipali del XIV secolo viene chiamata Prosequo o Proseche, non sappiamo nulla di certo e gli ambigui accenni al "castello di Prosecco" forse si riferiscono a quello di Contovello.
[Dante Cannarella]
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IL CASTELLO DI PROSECCO
Uno dei misteri di Trieste
Di questo castello non è certa l'esistenza. Esso ha infatti forse origine da un malinteso. I Romani per primi menzionarono un "Castellum ad Pucinum" che, secondo alcuni studiosi, era da identificare con Duino, secondo altri con Prosecco. In realtà, non sappiamo nemmeno se questo termine mdicava un castello vero e proprio o un centro, in quanto la sua importanza non era strategica ma legata alla produzione di una particolare qualità di vino.
Una notizia riguardante il castello di Prosecco ci viene comunque offerta da antiche cronache ecclesiastiche, oggi non più reperibili, secondo le quali un certo Giovanni, patriarca di Aquileia, nel 660 venne gettato da una finestra del castello di Prosecco dai Triestini scismatici. Bisogna dire però che la notizia, raccolta prima da Ireneo della Croce e poi portata avanti da altri storici, non è stata nemmeno presa in considerazione dal Tamaro. Basta infatti obiettare che nel 660 il territorio triestino era compreso nel "numerus tergestinus", una sorta di provincia militare istituita agli inizi del 600 dai Bizantini, per difendere le frontiere dagli Slavi e dai Longobardi, dai quali ultimi dipendeva il patriarca di Aquileia, mentre i Triestini erano invece sottoposti al patriarca di Grado, in territorio bizantino. Vien da chiedersi come mai, nel bel mezzo delle lotte religiose, un patriarca "nemico" sia venuto a Prosecco, cioè in territorio triestino, conoscendo bene l'odio che i Triestini nutrivano per i Longobardi.
Nella storia ecclesiastica della regione troviamo effettivamente il defenestramento di un patriarca di nome Giovanni, ma esso avvenne a Grado nell'802, e furono i Bizantini, provenienti da Venezia, ad uccidere il patriarca, accusato di favorire la venuta dei Franchi di Carlo Magno in queste terre, ancora soggette ai Bizantini.
Per quanto riguarda il castello di Prosecco, località che nei documenti municipali del XIV secolo viene chiamata Prosequo o Proseche, non sappiamo nulla di certo e gli ambigui accenni al "castello di Prosecco" forse si riferiscono a quello di Contovello.
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questo xe un passo che ga bisogno de spiegazioni, perchè i Triestini iera detti scismatici? xe stada una storia che zercherò de riassumer meo fazendo un post sulla sezion storica, fra le discussioni fra chiesa de Roma e chiesa de Costantinopoli, za ai tempi de Giustinian, ghe xe stade divergenze su tre argomenti ( i Tre capitoli) che ga portado a una division, in particolar el patriarca de Aquileia se ga trasferido a Grado e a Aquileia i ga nominado un novo patriarca, quel de Grado iera politicamente ligà coi Bizantini e quel de Aquileia dipendeva dei Longobardi ( po quel de Grado xe finido a Venezia e ecco perchè el vescovo de Venezia se ciama patriarca).rofizal ha scritto: un certo Giovanni, patriarca di Aquileia, nel 660 venne gettato da una finestra del castello di Prosecco dai Triestini scismatici. Bisogna dire però che la notizia, raccolta prima da Ireneo della Croce e poi portata avanti da altri storici, non è stata nemmeno presa in considerazione dal Tamaro. Basta infatti obiettare che nel 660 il territorio triestino era compreso nel "numerus tergestinus", una sorta di provincia militare istituita agli inizi del 600 dai Bizantini, per difendere le frontiere dagli Slavi e dai Longobardi, dai quali ultimi dipendeva il patriarca di Aquileia, mentre i Triestini erano invece sottoposti al patriarca di Grado, in territorio bizantino.
Anche per el "numerus tergestinus" ( stago propio leggendo i Bizantini in Italia), citado dei storici locali a seguito anche del Tamaro, come difesa local, xe un istituzion bizantina in tutta Italia: a seguito dela riconquista bizantina del Italia da parte de Giustinian, l'impero roman de oriente se ga trovado a far guerra su più fronti: in Italia contro i Goti prima e po i Longobardi e i primi Slavi, per no parlar dei Franchi che combatteva ora per i uni ora per i altri, in penisola Balcanica contro i primi Slavi e po i Bulgari, in oriente contro i Persiani (Sassanidi?) e in Africa (el povero Belisario andava su e zo de un fronte al altro); no bastava i eserciti bizantini e alora i ga creado questi "numeri" che iera dele milizie locali ai ordini de bizantini per la difesa territorial.
Sai bela e sai ben tignuda 'sta cexa de Proseco...ghe son stada un quatro volte, anche per un Nadal co' iera alesti' el prexepio .babatriestina ha scritto:Per una volta go trovado la porta averta e go fotografado l'interno
Xe sai cocolo anche el paexeto che no ghe gavevo mai bagola' fin un per de mexi fa...val la pena farse un gireto .
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Me sposto qua:
AdlerTS ha scritto:
Non so se gavè visto l'altra settimana sul Piccolo, ma iera una notizia che secondo mi ga una grande importanza.
A Prosecco ( Prosek ) un gruppo de abitanti, stufi dei continui "no, forse, vederemo" dei vari enti preposti, ga formado un comitato spontaneo per el restauro delle parti storiche del paesetto. I se ga tirado su le manighe e prima de tutto i ga messo a posto una fontana del 1823 alla quale i pesani xe molto afezionadi.
Adesso vicin a questa i ga messo una targa in italian, sloven e tedesco.
Prossima operazion, un altro storico abbeveratoio e un'area per i fioi.
Brava gente, de voi penso tuto el ben possibile.
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Comunque per la gente del logo fra Prosecco e Contovel ghe xè una gran differenza:
innanzi tuto Contovel iera paese de pescadori (se vedi anche dall'architettura e mancanza de stalle) e Prosecco de contadini
Contovel xè sul masegno, Prosecco sul Calcare
esisti anche 2 antichi cippi, parzialmente muradi, che delimita el confin fra prosecco e Contovel......
innanzi tuto Contovel iera paese de pescadori (se vedi anche dall'architettura e mancanza de stalle) e Prosecco de contadini
Contovel xè sul masegno, Prosecco sul Calcare
esisti anche 2 antichi cippi, parzialmente muradi, che delimita el confin fra prosecco e Contovel......
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Se no fussi per la rovina che certe "brave man e zervel" ga fato, se podessi dir che se podessi ciaparla in scherzo. I tubi xe messi al posto giusto.euforbio ha scritto:gavè mai notà 'sti bei doccioni in piera, rovinadi da "sapienti" mani???
Ogni luogo è Patria mia, perchè da ogni luogo posso vedere il cielo - Seneca.
Alla scienza unisci la carità, e la scienza ti sarà utile, non da sola, ma a motivo della carità.
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