Monte Piana
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Monte Piana
Un poco più a nord del lago di MIsurina si leva come un panettone il monte Piana. Non è un monte particolarmente importante; non è molto alto (2.300 metri) ed ha la forma di un altipiano con due cimotti, uno più a sud, detto appunto monte Piana, ed uno più a Nord detto, con grande sforzo di fantasia, monte Piano. Tra queste due sommità, una vallecola dal nome poco ben augurante: valle dei Castrati .
Eppure questo monte ha una sua importanza. C'è ancora il cippo che, a quanto dicono, segnava il confine tra la Serenissima Repubblica di Venezia e l'Impero. Cippo che riprese la sua funzione nel 1870.
La salita a questo monte non è impegnativa: vi sale una vecchia strada militare molto panoramica
ma non consiglio di salirci a piedi. C'è un servizio navetta svolto da tre fuoristrada che la percorrono continuamente e, siccome non andate in montagna a passeggiare per magiare la polvere dei SUV e respirare il loro gas di scarico, conviene farseli amici, spendere 6 € e farsi portare su. Se volete usarli anche per la discesa gli euro sono 9. Ma in discesa ci sono strade alternative, c'è meno affanno... insomma noi abbiamo pagato solo la salita.
Si arriva al rifugio A. Bosi al monte Piana
Eppure questo monte ha una sua importanza. C'è ancora il cippo che, a quanto dicono, segnava il confine tra la Serenissima Repubblica di Venezia e l'Impero. Cippo che riprese la sua funzione nel 1870.
La salita a questo monte non è impegnativa: vi sale una vecchia strada militare molto panoramica
ma non consiglio di salirci a piedi. C'è un servizio navetta svolto da tre fuoristrada che la percorrono continuamente e, siccome non andate in montagna a passeggiare per magiare la polvere dei SUV e respirare il loro gas di scarico, conviene farseli amici, spendere 6 € e farsi portare su. Se volete usarli anche per la discesa gli euro sono 9. Ma in discesa ci sono strade alternative, c'è meno affanno... insomma noi abbiamo pagato solo la salita.
Si arriva al rifugio A. Bosi al monte Piana
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Monte Piana
Monte anonimo, ma dalla vista incredibile su alcune delle più famose cime delle Dolomiti.
Questa prima panoramica vi mostra l'arco di monti che si possono vedere girando in senso orario da Nord a Sud: il monte Rudo (Rautkofel), le Tre Cime di Lavaredo (viste di profilo, per cui sembrano un picco solo), i Cadini di Misurina, il Sorapiss. Le Marmarole e l'Antelao sono più lontani. Infine il gruppo del Cristallo (ormai, col Cristallo ci stiamo voltando verso Ovest)
Continuando da Sud ad Ovest e ancora a Nord. troviamo il gruppo del Cristallo, la Croda Rossa di Ampezzo, la Cima Piatta Alta (Hochebenkofel) e di nuovo, il Monte Rudo.
Panorama a 360 gradi incredibile.
Questa prima panoramica vi mostra l'arco di monti che si possono vedere girando in senso orario da Nord a Sud: il monte Rudo (Rautkofel), le Tre Cime di Lavaredo (viste di profilo, per cui sembrano un picco solo), i Cadini di Misurina, il Sorapiss. Le Marmarole e l'Antelao sono più lontani. Infine il gruppo del Cristallo (ormai, col Cristallo ci stiamo voltando verso Ovest)
Continuando da Sud ad Ovest e ancora a Nord. troviamo il gruppo del Cristallo, la Croda Rossa di Ampezzo, la Cima Piatta Alta (Hochebenkofel) e di nuovo, il Monte Rudo.
Panorama a 360 gradi incredibile.
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Monte Piana
Si percorre tutto l'altipiano in un'oretta, un oretta e mezza: da un'estremità all'altra ci sarà un chilometro e tra le cime e gli avvallamenti il dislivello massimo sarà di 100 metri.
Noi abbiamo avuto la fortuna di andarci alla metà di luglio, dopo una primavera fredda (ha nevicato anche a giugno) ed i prati erano un tripudio di fiori. Non sono esperto di fiori, quindi le mie identificazioni vanno fatte col beneficio di inventario:
Il camedrio illuminava i prati con i suoi fiori bianchi
Un poco più in là il rododendro
Noi abbiamo avuto la fortuna di andarci alla metà di luglio, dopo una primavera fredda (ha nevicato anche a giugno) ed i prati erano un tripudio di fiori. Non sono esperto di fiori, quindi le mie identificazioni vanno fatte col beneficio di inventario:
Il camedrio illuminava i prati con i suoi fiori bianchi
Un poco più in là il rododendro
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Monte Piana
Sui cuscini di Silene
pasteggiava tranquilla una vanessa dell'ortica
che qualcuno sostiene stia scomparendo a causa del riscaldamento globale, ma che evidentemente qui ha trovato condizioni ideali per vivere.
pasteggiava tranquilla una vanessa dell'ortica
che qualcuno sostiene stia scomparendo a causa del riscaldamento globale, ma che evidentemente qui ha trovato condizioni ideali per vivere.
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Monte Piana
Un'ape faceva lo stesso su un botton d'oro
I nontiscordardime alpini si sprecavano
I nontiscordardime alpini si sprecavano
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Monte Piana
Le genziane acauli sembravano da manuale, tanto erano belle
E queste altre genziane, che non oso classificare, condividevano lo spazio vitale con l'erica
E queste altre genziane, che non oso classificare, condividevano lo spazio vitale con l'erica
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Monte Piana
Un gracchio, corvide intelligentissimo, ha capito che, mettendosi un poco in posa è facile rimediare del cibo dai tanti turisti che i fuoristrada scaricavano sul monte
ed a pasto finito si metteva sulla cima del cippo Carducci a controllare la situazione e ad aspettare nuovo cibo.
ed a pasto finito si metteva sulla cima del cippo Carducci a controllare la situazione e ad aspettare nuovo cibo.
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Monte Piana
Eppure sembra incredibile che questo paradiso sia stato per tanti anni e per tanti uomini una valle di lacrime.
Ho già detto che c'era il confine; non ho detto che i generali italiani e quelli austriaci, nel 1915, si trovarono d'accordo nel decidere che il possesso del monte Piana era di fondamentale importanza per poter andare, a seconda delle intenzioni, in Austria o in Italia. E proprio qui ci furono i primi scontri tra i due eserciti ed i primi morti del conflitto.
E dopo i primi, altri 14.000 uomini, con sfumature di colore della divisa diverse, morirono qui in due anni e mezzo in nome di un re o di un imperatore. A onor del vero morirono per lo più a causa delle valanghe, e pare che qualche volta si facesse, di fatto, un cessate il fuoco per consentire il recupero degli uomini sepolti dalla neve.
14.000 uomini, più quelli che non vi morirono, ma qui combatterono, maledissero questa terra, per la morte, la paura, la fatica, il dolore.
Morte, paura, fatica e dolore che in due anni e mezzo, fino a Caporetto, fecero spostare il fronte ora 50 metri più a nord, ora 50 metri più a sud. Morte, paura, fatica e dolore che, ammesso e non concesso che le cause del contendere fossero giuste, furono rigorosamente, assurdamente inutili.
Un canto alpino, "bersaglier ha cento penne" dice così
Ma se cade dalle rocce
non piangetelo nei cuori
perché se cade
cade tra i fiori
non gl'importa di morir.
Penso invece che a tutti quelli che sono morti lassù importava di morire eccome. Erano giovani, erano uomini nel pieno delle loro forze. Credo che tutti avrebbero voluto vivere e tornare a casa.
A ricordare tante sofferenze hanno voluto, italiani ed austriaci insieme, restaurare le trincee e le opere di difesa ed hanno fatto il museo all'aperto del monte Piana. Adesso pubblicherò qualche foto di queste opere; le ho fatte intenzionalmente mettendo insieme la guerra, ed il patrimonio dell'umanità che sono le Dolomiti. Spero siano foto belle, ma nel guardarle non dimenticate il dolore di chi ha scavato le trincee o ha steso i reticolati. Non dobbiamo scordarlo mai.
Comincio allora con la pianta dei percorsi ...
... la chiesa edificata a ricordo ...
... e due bassorilievi in legno che ci sono all'interno: a sinistra il fante italiano, a destra il fante austriaco
Ho trovato solo due targhe un poco retoriche, ma sono targhe vecchie, risalenti, probabilmente, a quando venne costruito il rifugio. Per il resto mi è sembrato che tutto fosse molto sereno ed equidistante.
Ho già detto che c'era il confine; non ho detto che i generali italiani e quelli austriaci, nel 1915, si trovarono d'accordo nel decidere che il possesso del monte Piana era di fondamentale importanza per poter andare, a seconda delle intenzioni, in Austria o in Italia. E proprio qui ci furono i primi scontri tra i due eserciti ed i primi morti del conflitto.
E dopo i primi, altri 14.000 uomini, con sfumature di colore della divisa diverse, morirono qui in due anni e mezzo in nome di un re o di un imperatore. A onor del vero morirono per lo più a causa delle valanghe, e pare che qualche volta si facesse, di fatto, un cessate il fuoco per consentire il recupero degli uomini sepolti dalla neve.
14.000 uomini, più quelli che non vi morirono, ma qui combatterono, maledissero questa terra, per la morte, la paura, la fatica, il dolore.
Morte, paura, fatica e dolore che in due anni e mezzo, fino a Caporetto, fecero spostare il fronte ora 50 metri più a nord, ora 50 metri più a sud. Morte, paura, fatica e dolore che, ammesso e non concesso che le cause del contendere fossero giuste, furono rigorosamente, assurdamente inutili.
Un canto alpino, "bersaglier ha cento penne" dice così
Ma se cade dalle rocce
non piangetelo nei cuori
perché se cade
cade tra i fiori
non gl'importa di morir.
Penso invece che a tutti quelli che sono morti lassù importava di morire eccome. Erano giovani, erano uomini nel pieno delle loro forze. Credo che tutti avrebbero voluto vivere e tornare a casa.
A ricordare tante sofferenze hanno voluto, italiani ed austriaci insieme, restaurare le trincee e le opere di difesa ed hanno fatto il museo all'aperto del monte Piana. Adesso pubblicherò qualche foto di queste opere; le ho fatte intenzionalmente mettendo insieme la guerra, ed il patrimonio dell'umanità che sono le Dolomiti. Spero siano foto belle, ma nel guardarle non dimenticate il dolore di chi ha scavato le trincee o ha steso i reticolati. Non dobbiamo scordarlo mai.
Comincio allora con la pianta dei percorsi ...
... la chiesa edificata a ricordo ...
... e due bassorilievi in legno che ci sono all'interno: a sinistra il fante italiano, a destra il fante austriaco
Ho trovato solo due targhe un poco retoriche, ma sono targhe vecchie, risalenti, probabilmente, a quando venne costruito il rifugio. Per il resto mi è sembrato che tutto fosse molto sereno ed equidistante.
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Monte Piana
Le Tre Cime di Lavaredo dietro ad un reticolato
Sempre le Tre Cime dietro ad un cannone. Non dimenticatevi di pensare a come vennero portate l'artiglieria e le munizioni sul monte.
Il Sorapis visto dalla finestra che c'è sullo scudo del cannone
Sempre le Tre Cime dietro ad un cannone. Non dimenticatevi di pensare a come vennero portate l'artiglieria e le munizioni sul monte.
Il Sorapis visto dalla finestra che c'è sullo scudo del cannone
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Re: Monte Piana
Un sistema di trincee con i Cadini sullo sfondo
La Croda Rossa d'Ampezzo vista da una trincea
Ancora i Cadini visti da una trincea
La Croda Rossa d'Ampezzo vista da una trincea
Ancora i Cadini visti da una trincea
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Monte Piana
Un cavallo di frisia ed i Cadini sullo sfondo
Lo stesso cavallo di Frisia, ma con la Croda Rossa sulla sfondo
Le Tre Cime viste da una trincea
Il monte Rudo (Rautkofel) visto da una postazione di artiglieria
Lo stesso cavallo di Frisia, ma con la Croda Rossa sulla sfondo
Le Tre Cime viste da una trincea
Il monte Rudo (Rautkofel) visto da una postazione di artiglieria
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Re: Monte Piana
E non dimentichiamo che per 14.000 è finita così
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Monte Piana
Mi ci portarono da piccola, quando ancora si poteva andarci con la macchina propria, anche se papà non era molto soddisfatto della strada. Poi ho evitato, come evito spesso luoghi di dolore come questo. Forse ho qualche immagine bianconera di allora..
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
- babatriestina
- senator
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- Iscritto il: dom 25 dic 2005, 19:29
- Località: Trieste, Borgo Teresiano
Re: Monte Piana
eccola nel 1960. era una Millecento quella con cui salimmo.. se ne intravede il tetto in primo piano. e si intravedono le due cime, almeno penso.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
Re: Monte Piana
Davvero belle le foto. Un inno alla grandezza della natura ..... offuscato solo dalla stupidità umana . Come ha detto Baba le immagini dovrebbero recarci gioia, ma dietro c'è in agguato il dolore dell'esistenza. Quelli che morirono lo fecero inconsapevolmente per garantire una speranza ai loro figli e nipoti, di un avvenire migliore in sicurezza . E furono costretti a morire. Molto triste.
- Nona Picia
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- Iscritto il: ven 20 gen 2006, 15:08
- Località: Trieste - Rozzol
Re: Monte Piana
Un bellissimo resoconto con magnifiche foto! Che nostalgia!
Ciao ciao
Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare,
trova un minuto per ridere.
"MADRE TERESA"
"La Mama l’è talmen un tesor de valur che l’ha vorüda anche Noster Signur" .....
Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare,
trova un minuto per ridere.
"MADRE TERESA"
"La Mama l’è talmen un tesor de valur che l’ha vorüda anche Noster Signur" .....
Re: Monte Piana
Devo assolutamente farte i complimenti per quela del gracchio
Ma possibile che ti, che te va spesso pei monti, no te gabi mai visto quel altro corvide alpino, la gazza delle crode...
...detta anche CRODIGAZZA
Scuseme tuti, ma el caldo de ogi me ga fuso e me fa partorir sti witz del pifero
Ma possibile che ti, che te va spesso pei monti, no te gabi mai visto quel altro corvide alpino, la gazza delle crode...
...detta anche CRODIGAZZA
Scuseme tuti, ma el caldo de ogi me ga fuso e me fa partorir sti witz del pifero