avere il coraggio di seguire la propria coscienza

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babatriestina
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Re: avere il coraggio di seguire la propria coscienza

Messaggio da babatriestina »

Allora il mio istinto che, da piccola, nel dilemma Coppi- Bartali mi faceva propendere pro Bartali, aveva intuito il personaggio!


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Nona Picia
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Re: avere il coraggio di seguire la propria coscienza

Messaggio da Nona Picia »

Anche a me piaceva più Bartali che Coppi. Ma la sua storia l'ho conosciuta solo molti anni dopo grazie allo sceneggiato della Rai.


Ciao ciao
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mandi_
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Re: avere il coraggio di seguire la propria coscienza

Messaggio da mandi_ »

Io non ho mai visto lo sceneggiato. Però mi fa piacere pensare che il Ginone fosse anche na persona generosa. Io non avevo mai sentito parlare di lui come un "coraggioso" anche in senso umano e questo lo apprezzo molto.

Altre persone comuni che ricordo con grande emozione sono le maestre della scuola elementare di San Giuliano. Una di loro è morta nel crollo della scuola, ed è stata ritrovata abbracciata ai suoi alunni, nella ricerca di proteggerli. Altre maestre hanno raccontato fiabe e cantato canzoni per distrarre i bambini dall'essere terrorizzati.Un pensiero anche per i "piccoli angeli".

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Re: avere il coraggio di seguire la propria coscienza

Messaggio da mandi_ »

Vado avanti con il mio percorso. Questa volta lascio parlare quella che nel 1992 era una bambina di 12 anni. Lei invece di pensare alle bambole o a un vestitino nuovo, ha saputo parlare all'Onu con un discorso dove propone dei valori e una "coscienza". Quanto è rimasto delle sue parole? Quanto è stato ascoltato di quello che voleva esprimere una ragazzina al mondo?

Severn Suzuki

http://www.youtube.com/watch?v=O_EpUORwCw8


.


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Re: avere il coraggio di seguire la propria coscienza

Messaggio da mandi_ »

Ora Severn Suzuki è cresciuta, si è sposata ed ha una figlia. Ha continuato nel suo impegno sociale ed ambientale.

Voglio riportare uno stralcio da un'intervista che è stata fatta a Severn Suzuki da Cristina Gabetti, Sette, 21 aprile 2011



"I giovani devono prendere coscienza del potere che hanno in cabina elettorale. Dalla conferenza di Rio del 1992, 19 anni fa, mi sono impegnata nelle piazze, in TV, come scrittrice, e mi sono laureata, ma l’azione più potente resta ancora il mio discorso da dodicenne. Perché? Credo che abbia a che fare con ciò che al mondo, oggi come allora, necessita maggiormente: la voce dei giovani, la loro verità. I giovani, che hanno tutto da perdere, hanno un messaggio potente da consegnare a chi vive come se il futuro non li riguardasse. Occorre che prendano la parola e sfidino i leader del mondo ad affrontare l’ingiustizia intergenerazionale. Il cambiamento climatico è una condanna per i giovani di oggi, creata dalle generazioni passate e presenti. Nel corso della storia, gli umani hanno agito pensando al futuro, alla sopravvivenza della specie, e le tecniche di sopravvivenza più basilari oggi sono state gettate al vento, a danno dei nostri figli. "



"I giovani, che hanno tutto da perdere, hanno un messaggio potente da consegnare a chi vive come se il futuro non li riguardasse; occorre che prendano la parola e sfidino i leader del mondo ad affrontare l'ingiustizia intergenerazionale. "

"La mia rabbia non mi acceca e la mia paura non mi impedisce di dire al mondo ciò che sento. "

Severn Suzuki


Mi è piaciuta questa giovane figura femminile e non posso fare a meno di pensare alla forza delle sue parole, dette in un modo incisivo e pacifico, ma vibrante. Paragono queste parole, in particolare l'ultima frase che ho riportato del suo discorso, alla violenza dei giovani evidenziata a Roma in questi giorni. Non è con la violenza o la rabbia che si discute e si propone e si combatte per portare avanti delle Idee, ma con il ragionamento pacato ed argomentato.

Avere il coraggio di seguire la propria coscienza è anche questo.

Mandi


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Re: avere il coraggio di seguire la propria coscienza

Messaggio da mandi_ »

Scusatemi se porto avanti questo argomento, un pò da sola. Per me è importante, perchè nella mia testa, quando sono stata ad Auschwitz, a Dachau, a San Sabba, mi sono soffermata sempre sul pensiero: e io, cosa avrei fatto?
Inevitabilmente quando ti trovi a misurarti con questi pensieri un pò utopistici, perchè non ho dovuto affrontare niente di tutto questo, la mente si sofferma un poco e poi se ne va ad altri pensieri più recenti nel tempo, al vivere di tutti i giorni.
Comunque io resto dell'idea che pur confrontandomi con il Male assoluto, arrivato a me per mezzo di memorie o film o libri, qualcuno che è stato capace di essere a posto con la sua coscienza ci deve essere stato. Ci voglio credere. Ed è importante continuare a crederci, che noi possiamo essere così, che riusciamo a non essere indifferenti agli altri.
Stasera , conversando con mia figlia che mi raccontava di avere la possibilità di andare ad Auschwitz, mi sono messa a parlare con lei. Ha gli stessi dubbi che ho io. Mi ha detto, lei che appartiene a una generazione dopo la mia, di capire che molti ai tempi non hanno fatto niente perchè dovevano proteggere la propria famiglia.
Io le ho detto : <<Immagina che ci fosse stata una tua amica, una compagna di scuola ad esser portata via...Tu che cosa avresti fatto?>>
E' rimasta senza parole, perchè fin che si tratta di leggere libri va bene, ma se si pensa che veramente è successo così, che a poco a poco sparivano le persone che conoscevi da una vita, è tutto un altro discorso.
Credo che sia importante non dimenticare, perchè quel che è stato non venga rinnegato e soprattutto insegni a vivere rettamente ai giovani.
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Re: avere il coraggio di seguire la propria coscienza

Messaggio da macondo »

mandi_ ha scritto: <<Immagina che ci fosse stata una tua amica, una compagna di scuola ad esser portata via...Tu che cosa avresti fatto?>>
E' rimasta senza parole, perchè fin che si tratta di leggere libri va bene, ma se si pensa che veramente è successo così, che a poco a poco sparivano le persone che conoscevi da una vita, è tutto un altro discorso.
....
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Bertolt Brecht aveva scritto diversi anni fá:

"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto nessuno a protestare".


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Re: avere il coraggio di seguire la propria coscienza

Messaggio da babatriestina »

macondo ha scritto:
Bertolt Brecht aveva scritto diversi anni fá:
L'avevo sentita anch'io, ma non l'accostavo a Brecht ( fra l'altro il "non ero comunista" è un paradosso, detto da lui) e difatti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Prima_vennero...
la versione inglese è ancor più decisa:

http://en.wikipedia.org/wiki/First_they_came%E2%80%A6
e questo è il testo tedesco, che sembra più pertinente al caso della Germania di allora:
„Als die Nazis die Kommunisten holten, habe ich geschwiegen; ich war ja kein Kommunist.
Als sie die Sozialdemokraten einsperrten, habe ich geschwiegen; ich war ja kein Sozialdemokrat.
Als sie die Gewerkschafter holten, habe ich geschwiegen; ich war ja kein Gewerkschafter.
Als sie mich holten, gab es keinen mehr, der protestieren konnte.“

e credo che sia così che l'avevo sentita


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Re: avere il coraggio di seguire la propria coscienza

Messaggio da nonna ivana »

Infatti l'autore è un altro

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano. Poi vennero a
prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui
sollevato perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non ero
comunista. Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare.

(Martin Niemöller)
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Re: avere il coraggio di seguire la propria coscienza

Messaggio da mandi_ »

Anch'io ho sempre creduto che la poesia fosse di Brecht. Non mi sono mai soffermata sulla provenienza, ma sulle parole chiave, che possono essere intercambiabili, tranne quel "me" dell'ultimo verso. E'una poesia che descrive bene cos'è l'indifferenza verso gli altri.
Gli altri possono essere quelli che hanno pelle di un altro colore, che la pensano in un altro modo, che vivono in un altro modo, che hanno un'altra religione, che sono insomma "ALTRI".
Insomma ,io e quelli come me abbiamo dei diritti e siamo migliori, gli altri no e sono persone da giudicare o disprezzare, magari da respingere o eliminare. E poi magari vado in Chiesa a pregare.
Tutti noi abbiamo dei pregiudizi, in fondo siamo esseri umani e tendiamo a crearci la propria nicchia sicura, con le certezze di star bene con la nostra famiglia o il gruppo di persone che la pensano come noi. Credo che questo sia giusto.

Quello che credo non sia giusto è l'indifferenza verso le ingiustizie. Ci sono stati dei totalitarismi di vario genere, per citare i più significativi quello nazista, quello comunista, quello fascista. Queste dittature erano basate sul sopprimere idee, libertà di espressione, e spesso la vita . Praticavano metodi come la violenza fisica, il carcere, le uccisioni sommarie e la pulizia etnica. Nel mondo sono "scomparse" milioni di persone senza spesso lasciar traccia. Queste dittature promettevano benessere e sicurezze a chi era d'accordo con le idee del potente di turno e la sua cricca. Se non si era d'accordo si diventava un "altro" e cioè si rischiava di fare la stessa fine.
Mi accorgo che ho usato il tempo passato, ma molte dittature ci sono anche adesso.
Fondamentale per poter restare "uomini e donne" degni di questo nome è saper conservare dei valori e non chiudere gli occhi.
Se non ci fossero state delle persone che hanno rischiato la propria vita per rispettare dei valori di umanità, il mondo sarebbe un luogo squallido.

Mi vengono in mente le prime parole della poesia "Se questo è un uomo" di Primo Levi:

"Voi che ve ne state seduti nelle vostre comode case"

Credo comunque che questi valori vadano trasmessi ai giovani. Anche perchè tante vite non siano state spezzate invano, dimenticate o persino rinnegate. Scusate se sono stata "lunga"

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Re: avere il coraggio di seguire la propria coscienza

Messaggio da mandi_ »

Un pensiero a una delle vittime della sciagura delle Cinque Terre: Sandro Usai , volontario che cercava di aiutare "gli altri".
Credo che veramente siano da ammirare queste persone, spesso sconosciute, che con spirito ammirevole di coscienza si prestano a salvare la vita degli altri, mettendo a repentaglio la propria. I volontari , in ogni campo, si danno da fare in prima persona, gratuitamente, per solidarietà umana. E sono tanti.
A Sandro Usai è stata conferita la medaglia d'oro al Valor Civile.
Sandro Usai.jpg
Sandro Usai.jpg (10.49 KiB) Visto 2145 volte
Il Capo dello Stato, colpito dalla vicenda di Sandro Usai, ha inviato al Sindaco di Monterosso un messaggio ufficiale."Nella dolorosa circostanza del recupero delle tante vittime degli eventi alluvionali che così duramente hanno colpito le province di La Spezia e di Massa Carrara, sono rimasto profondamente colpito dalla tragica vicenda di Sandro Usai che, con generoso slancio volontaristico ed esemplare altruismo, ha sacrificato la vita mentre si prodigava in interventi di protezione civile".

Da parte mia un grande dolore per tutte le vittime di quella zona, che conosco bene per la sua straordinaria bellezza.

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Re: avere il coraggio di seguire la propria coscienza

Messaggio da Ciancele »

Bartali-Coppi: Senza prendere posizione per uno o per l’altro, informo che prima della guerra ero aspirante di azione cattolica e quindi leggevo, quando leggevo, il giornalino Vita Nuova. In esso, Bartali era citato come esempio di cristiano e di atleta, nominato quasi in ogni numero e fotografato alla santa messa (6/7 di mattina), alla comunione ecc. ecc. San Bartali. Erano gli anni 1937 e 1938. Passando vittoria in vittoria Bartali vinceva il giro d’Italia, il Tour de France e chi più ne ha più ne metta. Coppi, nato nel 1919, era giovane. La guerra gli ha tolto molti anni di possibili successi e non aveva ancora la fama di Bartali, del Ginaccio. Non mi sembra pertanto corretto muovergli eventuali appunti. Rimaniamo pertanto nella simpatia ed antipatia o indifferenza.
Ma io volevo scrivere veramente su altri che si sono sacrificati per salvare altre vite. La Domenica del Corriere ha pubblicato una volta la fotografia di un soldato, sott’ufficiale?, che per salvare la vita a tanti altri commilitoni si è buttato su una bomba a mano caduta per terra senza sicura.
Avere il coraggio di seguire la propria coscienza.
Ma quanti hanno il coraggio di seguire la propria coscienza? Nella mia infanzia e prima giovinezza sono stato a contatto diretto con tre movimenti dittatoriali: fascismo, nazionalsocialismo e comunismo. Singole persone che si sono ribellate hanno fatto la fine che noi tutti conosciamo. Mi ricordo, forse l’ho già detto, che a scuola il lunedì mattina avevamo ginnastica. Il professore era uno squadrista, marcia su Roma, che aveva la lista di quelli che il sabato pomeriggio non erano venuti all’adunata. Ha preso a schiaffi un ragazzo di 11 anni chiamandolo comunista sovversivo. A 11 anni? In presenza di questi fatti chi aveva il coraggio di ribellarsi? Persone meno anziane, nate quindi dopo il 1940, rimproverano qui gli anziani di non essersi ribellati a Hitler. Si potrebbe chiedere se essi sono figli o nipoti di combattenti della resistenza, se i loro padri od avi si sono ribellati. Eroi sul tipo High Noon esistono forse solo nei film.


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Re: avere il coraggio di seguire la propria coscienza

Messaggio da mandi_ »

Caro Ciancele

Mi piace molto quel che hai scritto. Iniziando questo argomento ero ben consapevole che non sarebbe stato facile.

Bartali e Coppi.

Credo importante affermare che io non voglio giudicare nessuno. Semplicemente mi è piaciuto evidenziare un gesto che credo sia stato nobile di Bartali: aver nascosto in casa sua degli ebrei, in tempi in cui rappresentava un grosso rischio personale farlo. Non avevo mai letto niente su Bartali e Coppi, nè conoscevo il "San Bartali". Mi auguro che il Gino sia stato una persona per bene, anche per il resto della sua vita. Di Coppi conosco poco : la storia della sua Dama bianca(ma chi non la conosce?).
Come Bartali si sono comportati altri, meno famosi, ma non per questo meno nobili, anzi.

Io comunque rimando la palla: tu devi essere un pò più vecchio di me, come io lo sono ovviamente di un quarantenne o di mia figlia, che ha poco più di vent'anni.. Per questione d'età io, il quarantenne e quelli dell'età di mia figlia possiamo aver conosciuto i tempi della seconda guerra o l'Olocausto solo tramite libri o su film o su memorie, anche familiari. Tu invece certe cose le hai potute giudicare con i tuoi occhi e la tua sensibilità.
Perciò mi sto accorgendo che la memoria vera di quei tempi si sta sfaldando. Credo sia compito dei più anziani testimoniarla, tenerla viva e trasmetterla. Ho visto che i ragazzi del Liceo di mia figlia sono rimasti molto colpiti quando un ex internato in lager è andato a scuola a parlare. Questo ha inciso di più che "studiare i fatti sui libri".


Penso che sia importante ogni tanto riflettere sull'idea di "coscienza" e di "non indifferenza" verso gli altri.

Fermandoci sul periodo riguardante il genocidio ebraico (e non solo ebraico :nei Campi e nei forni sono stati messi anche zingari, omosessuali, comunisti, come forse intendeva dire Macondo. Aggiungiamo anche che i portatori di handicap erano tra i privilegiati)credo che all'epoca si possa parlare di :

--Persone che hanno compiuto volutamente atrocità (molti nazisti amavano moglie, bambini, cagnolini...Giuro , non so come.)

--Persone che hanno visto succedere cose ingiuste e atroci, ma hanno pensato :"Io mi faccio i fatti miei" e hanno fatto finta di non vedere.

--Persone meno insensibili, ma che hanno voluto proteggere la famiglia e questo lo trovo umano, almeno.

-- Tra la feccia della categoria umana metto i delatori : questi non hanno giustificazione alcuna.

--Ci sono state persone invece che non ce l'hanno fatta a girare la testa in là o turarsi il naso e hanno cercato di fare quel che potevano per lottare contro le atrocità o le ingiustizie. Tra questi considero anche quelli che hanno offerto un gesto di solidarietà, o stima, o hanno magari aiutato con del cibo.


Una cosa che mi ha sempre colpito è stata la testimonianza di alcune persone ebree che nel momento dei rastrellamenti hanno cercato di chiedere aiuto o riparo ad amici o conoscenti: la maggior parte li ha respinti, ma qualcuno non è stato capace di negare aiuto , mettendo in questo modo a repentaglio la vita propria e della famiglia.
Chissà perchè, penso che i figli di costoro abbiano avuto maggior stima dei propri genitori.

Tu dici :
Persone meno anziane, nate quindi dopo il 1940, rimproverano qui gli anziani di non essersi ribellati a Hitler. Si potrebbe chiedere se essi sono figli o nipoti di combattenti della resistenza, se i loro padri od avi si sono ribellati. Eroi sul tipo High Noon esistono forse solo nei film.
Sono amica di una persona sposata con un tedesco. Mi dice che suo marito, sui 40 anni, è stato cresciuto con un forte senso di colpa, soprattutto da parte della scuola tedesca, per quello che è successo. Mi dice che suo marito lo trova giusto.
Però penso che anche noi italiani abbiamo le nostre colpe . Eccome. Ma i sensi di colpa qui mi sembrano attutiti. Ho letto solo 5 anni fa le leggi razziali integrali emanate in Italia e pubblicate sui giornali dell'epoca.Ne sono rimasta sconvolta.Non è molto tempo che so di San Sabba o del Campo di Bolzano.


I padri, i nonni ...io non voglio giudicare. Come posso giudicare, se io stessa posso solo dire utopisticamente come mi sarei comportata?

Posso solo riconoscere che gli indifferenti e i malvagi sono stati tantissimi e i meritevoli pochi. Però questi meritevoli, persone degne, sono esistiti ed il loro esempio va perlomeno ricordato con ammirazione, anche perchè spesso queste persone i loro gesti li hanno tenuti per sè. Chi ha una coscienza e la applica davvero, non ha bisogno di farsi pubblicità. Fossero stati di più...

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Re: avere il coraggio di seguire la propria coscienza

Messaggio da mandi_ »

Lorenzo Perrone
lorenzo perrone.jpg
lorenzo perrone.jpg (14.72 KiB) Visto 2116 volte
Mi è sempre piaciuta la figura di Lorenzo Perrone.

Primo Levi ne parla usando queste parole :

"Per quanto di senso può avere il volere precisare le cause per cui proprio la mia vita, fra migliaia di altre equivalenti, ha potuto reggere alla prova, io credo che proprio a Lorenzo debbo di essere vivo oggi; e non tanto per il suo aiuto materiale, quanto per avermi costantemente rammentato, con la sua presenza, con il suo modo così piano e facile di essere buono, che ancora esisteva un mondo giusto al di fuori del nostro, qualcosa e qualcuno di ancora puro e intero, di non corrotto e non selvaggio, estraneo all’odio e alla paura; qualcosa di assai mal definibile, una remota possibilità di bene, per cui tuttavia metteva conto di conservarsi.
Ma Lorenzo era un uomo; la sua umanità era pura e incontaminata, egli era al di fuori di questo mondo di negazione.
Grazie a Lorenzo mi è accaduto di non dimenticare di essere io stesso un uomo."

Primo Levi era stato deportato da un anno ad Auschwitz-Birkenau.

Vi assicuro che dopo aver visto Auschwitz, nessuno di noi può rimanere indenne. Lì sembra di respirare il male e cogli l'essenza di quello che può essere la malvagità umana. Lì sembra impossibile che uomini siano riusciti a fare cose del genere.All'interno di Auschwitz vien voglia di abbracciare tutte le persone che vi hanno sofferto e hanno perso la vita, ci si sente confusi,pieni di dolore e impotenti.
Sentimenti che ho provato anche a San Sabba, mentre guardavo i fiori intrecciati sulle porte di quelle celle...L'unica cosa che sono riuscita a fare è pregare, a modo mio.
Primo Levi è riuscito ad uscire vivo dall'inferno e a dare una definizione di "un uomo buono".

Lorenzo era un operaio, un muratore di Fossano. Si trovava a Monowitz con l'impresa italiana Boetti con cui lavorava per ampliare il Campo.
Parlava il suo dialetto piemontese e questo lo avvicinò a Levi. Avrebbe potuto fare come coloro che "guardano e passano".Invece questo uomo buono e semplice mostrò il suo rispetto per delle persone che soffrivano.
Io a volte m'immagino il suo sguardo che osservava quello che stava succedendo a quegli uomini e penso che non sia riuscito a distoglierlo. Fece quel poco che poteva fare: ridare loro dignità, conforto, solidarietà. Raccoglieva una gavetta di minestra con del cibo in più da portare ai prigionieri, cercò di far arrivare della posta ai familiari di Primo e riuscì a far avere una risposta, diede una giacca in più per sopportare il freddo, riuscì a far avere un pacco di dolci a Natale(in un lager come quello!)

Levi scrisse: " Mangiare, cibo, fame, erano i termini che in Lager volevano dire cose totalmente diverse da quelle usuali: quel pacco, inatteso, improbabile, impossibile, era come un meteorite, un oggetto celeste, carico di simboli: di valore immenso, e di immensa forza viva".

Ricordo che questo gesto di umanità poteva rischiare di far perdere la vita anche a Lorenzo.

Io non mi meraviglio però del gesto generoso di una persona che ha saputo seguire la sua coscienza, penso piuttosto con disprezzo a chi è stato colpevole o è riuscito a restare indifferente.
Dopo la Liberazione, Levi volle incontrarlo più volte, ma Lorenzo Perrone soffrì molto per l'esperienza vissuta durante la guerra e morì pochi anni dopo, nel 1952, di tubercolosi.I nomi dei due figli di Levi furono scelti in omaggio a Lorenzo Perrone: sua figlia Lisa Lorenza e suo figlio Renzo.

Non riesco proprio a far altri commenti, la pena per chi non ce l'ha fatta a sopravvivere è troppo grande....


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Re: avere il coraggio di seguire la propria coscienza

Messaggio da mandi_ »

Oggi qui vorrei ricordare coloro che seguono la loro coscienza in tutto il mondo, cercando di aiutare gli altri con proprio sacrificio e impegno personale, talvolta rischiando anche la vita.
Ricordo anche i tanti volontari che nelle nostre città portano una buona parola o un pò di cibo o un pò di caldo ai senzatetto, ai bisognosi, ai malati e a coloro che sono soli e fragili.
Portare un pò di conforto o strappare un sorriso è importante e credo che provare sentimenti di disponibilità verso gli altri,in modo spesso semplice, renda più bella l'umanità.
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Re: avere il coraggio di seguire la propria coscienza

Messaggio da babatriestina »

e dare anche un senso alla propria vita.


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Re: avere il coraggio di seguire la propria coscienza

Messaggio da Elisa »

Trovo anche questo, come proposta augurale per un nuovo anno, da applicare magari negli anni infiniti:

Mettersi al posto di coloro che ricevono le conseguenze delle nostre azioni, è il miglior modo per essere in grado di darsi conto dove si dovrà trattenersi... :-)


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Re: avere il coraggio di seguire la propria coscienza

Messaggio da mandi_ »

In questi giorni non so fare a meno di continuare a pensare alla strage di bambini in una scuola elementare a Newtown, Connecticut. Davvero a volte la vita è crudele con i bimbi e ultimamente mi sento agghiacciare pensando a quante volte si è mancato ultimamente a quel che dovrebbe essere il rispetto per i bambini, la loro vita, la loro ingenuità, la loro infanzia.
Non entro nel merito dei fatti e delle cause. Sono troppo dolorosi. Mi sento solo di ribadire il mio disprezzo per chi detiene armi con troppa facilità.
Però vorrei dedicare due parole al coraggio dimostrato dalle insegnanti della scuola. Senza pensare a salvaguardare la propria vita hanno nascosto bimbi negli sgabuzzini o ovunque potevano, hanno provato a far ragionare un folle armato e molte ci hanno rimesso la vita.
Victoria Soto,27 anni e capelli lunghi biondi si è posta davanti a chi voleva uccidere i suoi alunni , facendo da scudo umano ai suoi " 16 angeli". Ha perso la vita ma è riuscita a salvarli. Ugualmente coraggiose ed eroiche la Direttrice della Scuola e la psicologa.
Sono rimasta commossa dalla foto di quei piccoli bimbi che uscivano dalla scuola per mettersi in salvo, guidati dalla loro insegnante. Erano in fila per uno, avevano la manina appoggiata sulla spalla del loro compagno come si fa nelle prove di evacuazione. Ma stavolta non c'erano incendi o terremoti a minacciare le loro vite appena sbocciate, c'era la violenza più brutale.
Un insegnante a volte ha propri figli, una propria famiglia. Ma il suo primo dovere, se ha una coscienza, è quello di salvaguardare le giovani vite dei suoi alunni. E così mi sembra sia stato fatto.

Si parla di dotare le scuole di armi. Ma questo mondo è impazzito forse?


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Re: avere il coraggio di seguire la propria coscienza

Messaggio da babatriestina »

a proposito di armi, io son rimasta colpita, quando sono stata a san Marino, della quantità di negozi di armi in un luogo così piccolo, Sono regolamentate? o si possono comprare come i francobolli?


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Re: avere il coraggio di seguire la propria coscienza

Messaggio da mandi_ »

Anch'io sono stata a San Marino e sono stata colpita da tutti quei negozi dove si vendono armi di tutti i tipi. Sono convinta che se avessi voluto comprare un'arma non avrei avuto nessun problema. Si vendono in negozi dove ci sono anche souvenir. Spesso armi di tipo medioevale, ma efficaci e letali direi :pistole, fucili, balestre,pistole, spade, coltelli.

Comunque vedo :

http://www.armeriagmb.com/regolamentopistole.html


"E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa, che ha fatto la tua rosa così importante"

Antoine de Saint-Exupéry

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