Piereto mio, sarà l’età, le birete, i otavi, le trapete o tuto insieme, ma xe un fato che no capiso el problema. Tornerò un poco indrio, no fina a Adamo e Eva, ma disemo de zinquanta ani. Scriverò de novo par talian, ma forsi savaria spiegarme meo in dialeto.
Se ben ricordo in Italia vigeva l’IGE od Imposta Generale sull’Entrata. Si pagavano dazi e dogane. Se qualcuno è in grado di correggermi, è vivamente pregato di farlo.
In Germania quella volta si pagava la Umsatzausgleichssteuer, cioè una tassa del 4% su ogni movimento. Io acquisto a 100, aggiungo il mio guadagno e sul prezzo di vendita calcolo il 4%. Il nuovo acquirente calcola nuovamente il 4% sul suo prezzo di vendita. E così via. Dopo ogni passaggio la merce aumenta almeno del 4%. Il consumatore finale andava a pagare quindi un multiplo di 4% di tassa finale, perché questa tassa era un fattore di costo. Per merce venduta flottante, cioè prima che passi il confine tedesco, si pagava l’1% invece di 4%. Passato il confine tornava il 4%.
Allo scopo di evitare tanti calcoli, è stata introdotta la Mehrwertsteuer (tassa sul plusvalore) che in italiano viene tradotta con imposta sul valore aggiunto. Le fatture portano il prezzo netto, l’IVA (attualmente del 19%) e l’importo lordo. L’IVA pagata all’acquisto viene detratta e computata sull’IVA in uscita. Il nuovo prezzo di vendita viene indicato più IVA = prezzo lordo. Anche qui il consumatore finale paga l’IVA. Ma sempre solo una volta. Quella indicata in fattura. La differenza è che non la paga sul costo di fabbrica, ma sul prezzo di vendita. Prima pagava il 4% sull’ultimo passaggio, ma anche il 4% di tutti i passaggi precedenti. Pagando ora solo il 19% dell’ultimo passaggio, ha un vantaggio se i passaggi precedenti erano numerosi. E questo è nella maggioranza dei casi. Sui generi alimentari e su certi canoni di affitto si paga solo il 7%.
Diciamo che non è corretto pagare l’IVA e l’IVA sull’IVA. Non credo che qualcuno lo faccia. Se lo fa approfitta ed imbroglia. Anche l’ipotetico vicino di casa, lavoratore autonomo, non può scalare l’IVA quando va a mangiare “una de porzina”, e non sarà certo L’IVA che scala nelle sue spese professionali che salverà la patria. Qualcuno va a fare una colazione di affari (con la moglie e figli, perché sono “affari sui”), ma deve mettere sulla fatturina i nomi dei partecipanti. Sono dette spese di rappresentanza. Se sono obeso è perché ho partecipato a moltissime colazioni di affari. Pecà che no me ricordo de gnanca una!!
El giorno dopo i me contava che iero con lori a magnar.
Per merci soggette a dogana, la tassa (del 7% o del 19%) è detta Einfuhrumsatzsteuer, cioè tassa sulle importazioni. Vale poi quanto sopra. Può darsi, per merci non CE, che si paghi anche una dogana. Dazio o qualcosa di simile solo per caffè, tè od alcole.
Per quanto riguarda automobili, si tratta di una strategia di vendita. I prezzi non sono uguali dappertutto, ma differenti a seconda della diversa situazione di mercato. Mi ricordo che ditte in Italia reimportavano a camionate auto italiane acquistate in Germania. Come pure tedeschi acquistano ancora macchine tedesche all’estero con un risparmio che va fino a più del 30 percento. In merito all’equipaggiamento dirò che macchine d’importazione sono per lo più complete: full equipped, come si dice in tedesco. Sono complete perché devono offrire qualcosa all’acquirente. C’è una sola marca che vende macchine semplici e molto scarne. Se uno non si vergogna di camminare con quella marca e vuole un’auto robusta, non esiste forse marca migliore. Qualche macchina tedesca ha una lista di optional che non finisce più. Il prezzo di questi optional, i cui produttori possono essere gli stessi anche per marche estere, varia da marca a marca, cioè anch’esso è un elemento strategico di vendita.
Per chiudere riporterò una notizia di tantissimi anni fa. Alla fine degli anni sessanta o inizio settanta un bravo giovane (no, non ero io) si e costruito una Citroen DS 19 (o 21?), insomma quella grande, acquistando i singoli elementi usati. Macchine incidentate, pezzi naturalmente quasi nuovi. Ha speso quella volta circa duemila marchi. Non so quando sia costata allora nuova. Dico questo per far vedere quanto sia elevato il guadagno delle fabbriche. Il margine del distributore ammonta a circa il 20% sul prezzo di vendita.
Per la benzina è diverso. Stamattina avrei pagato la benzina a 95 ottani a € 1,68. Stasera ho dovuto acquistare qualche litro ed ho pagato € 1,57. Certe marche danno 1 cent di sconto in presenza di determinati fattori. Sono pochi quelli che non ottengono questo cent. Queste altalene sono di ogni giorno. La mattina, quando devo uscire per forza, faccio benzina a qualsiasi prezzo. La sera no e per questa ragione abbiamo una tale differenza. Tutti si lamentano ed il governo ha promesso di aiutare. Naturalmente non farà niente. Sarebbe automutilazione. Il governo incassa una forte tassa percentuale su ogni litro ed inoltre anche l’IVA. Il governo non è interessato che il prezzo scenda, perché più alto è il prezzo, maggiore è l’aliquota della tassa e dell’IVA.
Finisco il post augurando una buona serata a tutti, senza commenti miei in dialetto. Temo infatti che gli amministratori li cancellerebbero e mi manderebbero una diffida.