Numero chiuso

El SOLO e UNICO logo indove che se pol ciacolar de tuto cuel che pasa per la testa :-) ... a proprio ris'cio e pericolo ;-D
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Franco 50
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Re: Numero chiuso

Messaggio da Franco 50 »

Caro Piereto, siamo circa sulla stessa frequenza. Come ho scritto all'inizio, la formula della serena convivenza tra i popoli non è stata ancora trovata. tutte le guerre e le tragedie del passato erano tutti errori ed orrori ma, e anche questo lo ho già scritto, chi ci garantisce che questa sarà la volta buona ? Se non riusciamo neanche ad essere in "sintonia" con i carsolini, e loro con noi! e con i friulani! e i friulani con i carnici e i carnici con i sappadini e Bergamo alta litiga con Bergamo bassa e potremo fare migliaia di esempi. Come potranno convivere serenamente molte razze assieme se la crisi peggiorerà ? Non dimentichiamo che questa gente è chiamata a venire in Italia col motto di : Siete il nostro futuro!!! Spendono capitali per la traversata e rischiano la vita. Un giorno potrebbero dire siamo venuti perchè ci avete chiamato!!!
Le multinazionali sono un numero ristretto di persone che manovrano popolazioni intere a loro piacimento e interesse e non vengono ostacolati né dai politici né dalle organizzazioni religiose che hanno entrambe i loro...insomma vanno a braccetto.
Sul problema Bruxell- Strasburgo noi cittadini europei dovremmo protestare in modo forte ma non abbiamo nessuno che prenda l'iniziativa.
Franco50


Piereto
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Re: Numero chiuso

Messaggio da Piereto »

Caro Franco, è certamente assai difficile andare d'accordo come accade anche in condominio, e tutto ciò perchè nessuno prova mai a mettersi nei panni dell'altro e vedere le sue ragioni. Non lo fanno i carsolini, ne i friulani, ne i cerniei , ma neanche i triestini, etc, ne la sinistra ne la destra. Ognuno pensa a tirare l'acqua al suo mulino che immancabilmente è sempre il migliore. Mi son sempre ottimista, ma la crisi peggiorerà certamente , e fino a che non si riceve una bella mazzata sul groppone non nasce la reazione contraria. ( per esempio quando non si arriva a pagare le tasse, quando la pensione comincia ad arrivare in ritardo, quando non riesci ad ottenere giustizia) Allora ci si sveglia dal torpore della solidarietà, del vogliamoci tutti bene, del perdono, del politicamente corretto, e ci si accorge di quanta libertà ti è stata tolta negli anni con leggi che ti impediscono anche di formulare pensieri contrari ai legislatori. Ma esistono delle leggi naturali che hanno permesso all'umanità di arrivare ai giorni nostri e che in occidente sono state messe da parte, e che purtroppo verranno rispolverate: occhio per occhio e "mors tua vita mea".
Dico e ribadisco il purtroppo perchè per mettersi nei panni degli altri e fare un passo indietro, bisogna essere in due, e se la controparte non ti ascolta e decide di ucciderti perchè la pensi in maniera diversa non puoi porgere l'altra guancia.


Ciancele
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Re: Numero chiuso

Messaggio da Ciancele »

Temo di essere uno di quelli che non vogliono capire. Sono anche uno di quelli che non amano espressioni quali “tutti” e “nessuno”, perchè spesso significano unicamente “alcuni”. In qualche post si fa confusione tra quelli che sono stati “chiamati” e quelli che entrano in modo non legale. I chiamati hanno un contratto di lavoro, come dopo il 1957 quando sono arrivati i primi italiani, senza conoscenza della lingua tedesca. Non li invidio, come non dovete invidiare me quando nel 1953 ho avuto quasi solo esperienze negative, pur parlando correntemente il tedesco. Gli italiani chiamati, come quelli di altri paesi arrivati nel frattempo, sono nella terza generazione e non parlano bene l’italiano. Qualcuno ancora forse a livello di cinquenne. I problemi attuali esistono con i turchi, ma essi sono gli ultimi arrivati. Non dobbiamo nemmeno confondere il nostro problema relativo ai politici, Strasburgo e Bruxeles, con quello provocato dai “non chiamati”. I “chiamati” non pagano un patrimonio per venire in Germania, o in un altro paese, ma solamente il biglietto del treno o aereo. O la benzina se vengono con la propria macchina. Solo i “non chiamati” sono costretti ai noti sacrifici e pericoli. Se hanno fortuna e trovano alloggio in un campo, non ricevono il permesso di lavoro e quindi non trovano lavoro. Più corretto è dire che non devono lavorare. L’importo giornaliero non è sufficiente per andare al bar a prendere l’aperitivo od a pranzo in qualche ristorante di categoria elevata. Non si venga a dire che stiano allora a casa loro. Se potessero stare a casa loro, lo farebbero. Ho conosciuto italiani che, una volta risolto il problema finanziario, hanno fatto ritorno in patria. Perchè hanno trovato un impiego decoroso o anche come pensionati. Non potendo lavorare con carte a posto i “non chiamati” cercano lavoro nero. E fanno qualsiasi mestiere. Generalmente nella gastronomia ed edilizia. Non lo chiedo ad un sindacalista, ma ad una persona normale: Quale salario può essere dato per pulire l’insalata, sbucciare patate, lavare piatti e pentole? O per portare malta con la carriola? O per la nettezza urbana? Un tale mi diceva che ha rubato per racimolare un milione di lire (parlo degli anni settanta) perchè con quel milione sarebbe riuscito ad avere nel suo paese la possibilità di venir occupato al comune come spazzino. Un altro (tedesco) mi diceva che senza la manodopera non EU non si riesce nella gastronomia a contenere i prezzi. Bisogna immaginare uno che sbuccia patate (adesso si comperano anche già sbucciate: convenience food) o pulisce insalata e pretende duemila euro al mese. Adeguando i prezzi, pochi sarebbero in grado di permettersi anche una sola pizzetta al trimestre. Anche un numero chiuso non porta grandi progressi. Lo fanno quando i buoi sono scappati dalla stalla. È troppo tardi per chiuderla. In tutte le professioni abbiamo le onde. Un tempo tutti erano per una professione perchè in quella si guadaganava bene. Poi è passata (di moda) ed è arrivata un’altra professione. E così via. Negli anni sessanta tutte le ragazze, e con ciò intendo quasi la totalità, non volevano andare in fabbrica a fare le operaie. Volevano andare in ufficio a fare le segretarie. Segretarie? Tutt’al più dattilografe! Io sapevo il tedesco meglio di queste indigene e dovevo correggere le loro lettere. In parallelo si può dire che molta gente sceglie una professione perchè glielo dicono. Altrettanto vale per la scuola. Alla scuola d’obbligo ci vanno per lo più stranieri. Ma quanti dei non stranieri parlano e scrivono perfettamente, cioè senza errori, il tedesco? Suppongo che questo problema sia comune ad altri paesi. I politici giustificano questo andazzo dicendo che da settant’anni non abbiamo guerre in Europa. A parte qualche cosetta locale. Purtroppo non posso dare loro torto. Ed allora si accetta tutto come male minore. C’è guerra in Jugoslavia? Andiamo in Spagna? C’è guerra in Egitto, andiamo alle Baleari. E così via. Credo che sia l’Italia (Lampedusa) sia la Spagna (Melilla) cederebbero volentieri un parte del loro paese a qualche altra potenza. Ogni tanto salta in testa a qualcuno (ora Ucraina) di fare difficoltà e nuovamente un numero di profughi che non sanno dove andare. Sanno solo che vogliono andare via, via dalla guerra, dai tormenti. Nel 1945 i tedeschi (tutti civili) scappavano dai russi. D’inverno, attraverso laghi gelati. Una piccola bombetta, giusto per rompere il ghiaccio, (macabro gioco di parole), e già un problema di meno. Più o meno è quel che succede oggi con barchette per 4 persone caricate con venti. I giovani hanno problemi perchè si trovano davanti ad altre condizioni. Come fa presente el nostro Piereto i tempi sono cambiati. Se penso a tanti anni fa, chi andava alle ferrovie od alla posta si trovava in una botte di ferro. Sia la ferrovia sia la posta non esistono più. La posta si è unita alla banca (CCP), ha chiuso tanti uffici ed ha concesso il servizio postale (pensiamo ai pacchetti che prima erano posta ed ora sono DHL, UPS ecc.) a ditte private, in particolare a supermercati, fiorai ecc. Luoghi dove si incontrano molte persone. Chi va a fare le compere al supermercato, trova un repartino pane, uno giornali ed uno appunto posta. Ed i postini? A spasso. Piccole stamperie sono diventate aziende grafiche e stampano tutta la pubblicità gratuita, naturalmente a bassi costi perchè la pubblicità va a finire sempre nell’archivio speciale (vulgo cestino) e non deve quindi costare molto. Carta, inchiostro e qualità di stampa sono quello che sono. Da quando abbiamo le stampanti a meno di cento euro, in negozio non si trova più carta velina per le copie. Tutto personale che va a finire tra quelli che cercano lavoro. Noi abbiamo un tipo di occupazione per persone ad ore. Il salario è di 450,00 euro e le tasse ed imposte sono a carico del datore di lavoro. Rifornire gli scaffali nei supermercati, fare le pulizie in stabili e condomini ecc. Tutto a scapito di personale fisso che non può essere occupato tutto il giorno e non può essere licenziato. O almeno non con facilità. Cercando in internet ho trovato un annuncio di Castrovillari di una salumeria. Formaggio a 20 euro (in Germania almeno 30), prosciutto a meno di 20 (in Germania da 25 a 35). È vero che noi abbiamo salari superiori, ma che me ne faccio dei soldi, che non ho perchè i prezzi sono superiori. Per questa ragione grosse industrie fanno produrre in altri paesi, però con personale direttivo del proprio paese. Una ditta tedesca ha rilevato una grande marca inglese. La qualità è stata immediatamente migliorata. Altra ditta tedesca una ditta nella Repubblica Ceca ed una ditta italiana una casa in Spagna. I prodotti non tedeschi e non italiani fanno concorrenza a quelli della madrepatria. Se non avessimo prodotti Made in China, dico solo per fare un esempio, molti non sarebbero in grado di acquistare elettrodomestici, abbigliamento ecc. Mi ricordo le cosiddette scarpette di ginnastica dal Brasile o dall’India. Naturalmente, se voglio scarpe belle e ben fatte, acquisto prodotti italiani o di altre due o tre industrie. Ma con quei soldi (da 2 a 3/400 euro) compero scarpe per tutta la famiglia e per tutto l’anno. O vivo due settimane (naturalmente senza filetti di manzo!). Anche questo significa operai a spasso. Pian piano tutti, anche i “non chiamati”, trovano il modo di sistemarsi e diventano i “vicini” nominati da Baba Triestina e da Nonna Ivana. Ma non subito. Dopo qualche anno. Tempo che nessuno vuole o può attendere perchè la prossima difficoltà è già ante portas. Nel suo post del 28 agosto Piereto ha nominato le conseguenze di un aumento della popolazione in una città, conseguenze che a Trieste hanno provocato difficoltà nel 1919 (arrivo di meridionali), nel 1945 (arrivo di profughi) ed ora con quello dei “non chiamati”. L’aumento della popolazione a livello mondiale provoca le medesime difficoltà. Permettemi un’ultima parola sullo sviluppo demografico. Un tale, chiamiamolo non appartenente al personale insegnante, mi ha spiegato cosa succede nello sviluppo demografico e mi ha suggerito di provare. Una volta provato ho capito perchè l’atto viene chiamato a Trieste “el paradiso dei povari”. La casta dai maggiori proventi trova il paradiso in viaggi, costose macchine ed altre attività non inerenti all’incremento demografico. Per tale ragione l’aumento della popolazione mondiale ha luogo in altre regioni, meno abbienti. Il problema non verrà mai risolto, trattandosi di una specie di fatica di Sisifo. Accontentiamoci quindi che non peggiori di molto.
PS: Ho riletto il mio post. Mamma mia, quant’è lungo. Non mi meraviglierei se molti passassero al prossimo già dopo le prime righe. Ma me go sfogà. Me xe scampà. ;--D


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babatriestina
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Re: Numero chiuso

Messaggio da babatriestina »

Grazie per la tua testimonianza, Ciancele


"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
Piereto
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Re: Numero chiuso

Messaggio da Piereto »

Bravo Ciancele, la distinzione chiamati - nonchiamati è molto reale. ( Anche mi nel mio lavor gavevo vizin stranieri bravi e boni soto contratto sempre riconfermai e dopo dieci ani i ga fato domanda de citadinanza e i xe diventai italiani.) I non chiamati arrivano perchè il sistema che regola l'economia e i concetti a cui è legata l'economia sono vecchi di 300 anni e conducono alla fin fine a ergere barriere doganali e alla guerra come calmieratrice di conflitti di interessi . Il problema di come gestire l'economia nazionale e quella internazionale è lungi dall'essere risolto, ma per fortuna ci sta pensando madre natura. L'aumento demografico diminuirà le risorse date dalle materie prime, e il sistema consumistico non può proseguire senza materia da trasformare. Siamo già al riciclo, mentre la società umana è ancora combattuta tra il mantenimento delle caste, dei gruppetti, delle elite, o passare a una società in cui l' obiettivo è quello di stare tutti insieme con spartizione e condivisione delle risorse. E finchè non se ne viene a capo, le crisi saranno dietro ogni angolo in qualsiasi parte del pianeta, proprio perchè il sistema economico adottato sino ad oggi è comune a tutto il pianeta. A proposito nel far i saltimbocca xe meio metterghe foie de salvia splendens o glutinosa ?


Franco 50
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Re: Numero chiuso

Messaggio da Franco 50 »

Ho deciso di non andare avanti con questo argomento. Desidero solo dire che io ho fatto capire chiaramente ciò che intendo per "chiamati".
Mi sembra però che voi avete cercato "chiamato non chiamato" su google, e poi avete dato la vostra risposta.
Vedrò di scrivere qualcosa sulla pastasciutta nella sezione giusta, non quella in senso figurato, quella che si mangia.
Franco50


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Re: Numero chiuso

Messaggio da sono piccolo ma crescero »

Mi sembra che la tua risposta sia un poco scortese nei confronti di chi, su tua sollecitazione, ha ritenuto di esprimere qualche riflessione che mi è sembrata sempre personale.

Non possiamo pretendere che in un forum come questo tutti dicano "hai ragione", soprattutto se si affronta un problema così complesso come quello che hai proposto tu; è proprio la molteplicità di opinioni che si possono esprimere che rende utile l'esistenza di questo strumento di incontro.


Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Numero chiuso

Messaggio da Franco 50 »

Gentilissimo son piccolo ma cresero,
verissimo che i forum sono uno strumento di incontro, scambio di opinioni ed informazioni nonchè occasione per nuove amicizie. Io non sono alla ricerca di lodi e non mi disturba se altri se le fanno reciprocamente anche a vuoto. Io ho proposto questo importantissimo argomento (non lo definisco problema nazionale perchè ho capito che non è considerato cosi) per "sviscerarlo" serenamente fin dove si può. Ma ciò che scrivo non viene neanche preso in considerazione quindi non ha senso continuare.
La dimostrazione evidente è ciò che ho scritto a proposito dell'apertura di Maria Teresa. Particolare importantissimo, ma neanche un accenno di risposta a riguardo. In compenso leggo un racconto "lungo come un fiume" che ha poco o nulla a che fare con il tema proposto.
Sarebbe stato interessante sentire anche altre opinioni...
Franco50


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Re: Numero chiuso

Messaggio da VetRitter »

ciao Franco, da parte mia non sono intervenuto perchè ritengo che sia un argomento come hai detto tu che è troppo importante, ampio e dalle radici e dai risvolti futuri così complessi che non riesco a inquadrarlo in poche o molte parole su di un Forum.. situazioni personali, fatti vissuti o a cui si può avere assistito potrebbero poi influenzare le opinioni.. seguo Dante:
"Serva Italia di dolore ostello..."
e guardo e passo..
finchè potrò.
saluti


Franco 50
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Re: Numero chiuso

Messaggio da Franco 50 »

Ciao VetRitter,
Hai detto giusto. Ma mi rendo conto di aver sbagliato a proporre una questione cosi importante, non è un argomento da forum...eventualmente al bar, davanti ad un buon caffè.
Franco 50


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Re: Numero chiuso

Messaggio da Piereto »

Quando si scrive in un forum è perchè l'argomento proposto interessa e la risposta che si ottiene dipende da quanto i forumisti hanno elaborato al riguardo, anche da esperienze fatte .... sul campo. Ma certe volte non si ottiene risposta perchè si è d'accordo con quanto esposto ed è inutile per me parlarsi addosso.


Piereto
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Re: Numero chiuso

Messaggio da Piereto »

Per quanto riguarda l'aver citato Maria Teresa credo (parlo per me ma credo sia un argomento condiviso) abbia rivestito grande importanza non solo nei territori del suo impero ma anche in tutta europa , per le sue ampie e innovatine vedute. Dalle sue scelte parte anche lo sviluppo di Trieste, sviluppo che è contestato anche ai giorni nostri. Ritengo superfluo scriverne perchè almeno per me si apre una porta aperta, e se se ne parla al bar, bene, vuol dire che non occorre nascondersi dietro un computer.


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mandi_
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Re: Numero chiuso

Messaggio da mandi_ »

Maria Teresa ha fatto tanto anche per noi in Trentino (o Tirolo, come iera na volta), soprattutto per l'istruzione.
Da noi però no rivava stranieri, noi non avevamo il mare e le navi. Piuttosto c'era a volte una politica asburgica di ripopolamento della Bosnia austro ungarica o di altre zone dell'Impero. Francesco Giuseppe ad esempio inviò 320 valsuganotti in Bosnia verso il 1880. Si stabilirono soprattutto a Stivor, dove ancora adesso si parla trentino.

http://it.wikipedia.org/wiki/Stivor
Ma di Stivor si legge parecchio in internet.

Leggendo il libro, vedo che questi poveretti, partidi con quattro strazze, si preoccupavano di apparire degli zingari, degli straccioni...


"E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa, che ha fatto la tua rosa così importante"

Antoine de Saint-Exupéry
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Re: Numero chiuso

Messaggio da Franco 50 »

Caro Piereto,
Per quanto riguarda l'aver citato Maria Teresa, riporto ciò che ho scritto:
"Il grande sogno di Carlo VI era quello di elevare la potenza commerciale austriaca al livello di quella francese e inglese. Quando morì la figlia "prese in mano" anche questo grande progetto e lo portò avanti. Lei capì che era indispensabile sviluppare il porto. L'Austria aprì le porte sia ai grandi commercianti che anche alla forza lavoro. C'era un preciso progetto da realizzare. Però ci furono molti problemi,la diversità creò non poche questioni con liti furibonde, accoltellamenti e omicidi nella bassa forza e si litigava anche nelle comunità religiose, Serbi e Ortodossi si separarono. Maria Teresa non ne poteva più, doveva intervenire continuamente, tanto che ad un certo punto, per gestire queste faccende, nominò dei rappresentanti di corte".

Io ho evidenziato il fatto che tutto ha delle conseguenze, lei era stufa delle numerosissime liti e questo è un particolare poco conosciuto. Questo era da argomentare! Ti assicuro che i 5 secoli di storia in comune con gli Asburgo sono il mio argomento preferito, spero di non essere stato frainteso.
Franco 50


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Re: Numero chiuso

Messaggio da babatriestina »

Tornanodo agli immigrati, riporto un riassunto che dà informazioni con risposte ufficiali in materia pubblicato su facebook, metterò anche il link , ma nel caso in cui il tutto sparisca..

PROFUGHI: TUTTO QUELLO CHE C'È DA SAPERE. A TRIESTE E IN ITALIA.
Paolo Rovis 17:21 misc , trieste

Domande e risposte ai quesiti più frequenti riguardanti il fenomeno migratorio che investe le nostre città. Dati e informazioni sono emersi durante una seduta straordinaria del Consiglio comunale di Trieste dedicata alla questione, tenutasi il 23 febbraio 2015.


Quanto riportato è stato comunicato, in sede ufficiale e istituzionale, dai seguenti soggetti: Regione Friuli Venezia Giulia - Assessorato al Welfare, Comune di Trieste - Assessorato Protezione Sociale, Questura di Trieste, Comando Provinciale dei Carabinieri di Trieste, Caritas, ICS, Consulta degli Immigrati.

La considerazione finale è che il fenomeno migratorio conseguente a instabilità politica e guerre non è più da considerarsi un dato emergenziale e circoscritto nel tempo, ma assumerà caratteristiche strutturali. A fronte delle quali si dovrà provvedere con adeguate misure gestionali, culturali, sociali.

Questo post, riportando fonti ufficiali che si sono espresse in una sede istituzionale, intende apportare un contributo quanto più possibile serio al dibattito sul tema. Fuori dalla propaganda che sul tema abbonda. Da una parte e dall'altra.

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Perché dobbiamo farci carico di questi profughi?
Il dovere dell’accoglienza dei richiedenti asilo privi di mezzi di sussistenza è un obbligo di legge derivante dalla normativa europea (Convenzione di Ginevra 1951, Direttiva 2013/33/UE) e nazionale: si vedano in proposito la L. 189/2002 di istituzione dello SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), il D. Lgs. 140/05, il D. Lgs. 25/08 e il D. Lgs. 18/14.
Di norma i richiedenti asilo vengono accolti nell’ambito del sistema di protezione (SPRAR) - a cui il Comune di Trieste aderisce fin dalla sua istituzione - che prevede che gli Enti locali provvedano all’accoglienza dei rifugiati, con copertura dei relativi costi a carico dello Stato.

Quanto ci costano complessivamente i profughi e chi paga?
Il costo annuo dell'accoglienza in Italia è di circa 1 miliardo di euro, per il 70% coperto da fondi europei. Il resto sono fondi dello Stato. Funziona così per ogni nazione europea.

Quanto costa l'accoglienza a Trieste?
Il Comune ha erogato nel 2014 € 2.705.000,00. Pari importo è stato incassato dal Comune stesso da parte dello Stato. Complessivamente, il costo della gestione dei profughi si aggira attorno ai 4,5 milioni l'anno. Il peso dei rifugiati sul bilancio comunale è zero.

Da chi vengono usati i soldi per gli immigrati?
I fondi erogati dal Ministero dell’Interno non vengono utilizzati direttamente dai profughi ma finanziano l’organizzazione dell’accoglienza che viene attuata da associazioni, Caritas e Consorzio Italiano di Solidarietà per Trieste. La cifra è di euro 35,00 pro capite, al giorno.

Come vengono spesi questi 35 euro al giorno a testa?
La spesa media di euro 35,00 pro capite pro die è così articolata:
Alloggio (alberghiero, appartamenti e strutture) euro 13,50
Vitto euro 8,50
Spese amministrative e di personale euro 9,50
Spese di pulizia e lavanderia euro 1,00
Diaria giornaliera ai rifugiati euro 2,50
Tali costi variano a seconda del tipo di struttura utilizzata: negli appartamenti il costo medio relativo ad affitti, spese di gestione, utenze ecc. è di 4,00 euro cad. pro die, nelle strutture di accoglienza è di circa 19,00 euro cad. pro die, e presso strutture private (alberghi, campeggi ecc) la media è di circa 17,48.
Il costo del vitto varia da 7,00 a 10,00 euro a seconda della sistemazione.
Il costo del personale varia da 6,00 euro cad. nelle strutture a 13,00 euro negli appartamenti, che richiedono l’impiego di un numero superiore di operatori, vista la distribuzione sul territorio.

Quanti richiedenti asilo ospita il Friuli Venezia Giulia e da dove vengono?
Il FVG ospita 1804 richiedenti asilo, nessuno sbarcato nel sud dell'Italia, tutti arrivati via terra, principalmente da Siria e Afghanistan.

E a Trieste quanti sono?
A Trieste i richiedenti asilo attualmente ospitati sono 480. Il numero presenze complessive nel 2014 è stato di 818 unità.

È vero che fra loro vi possono essere anche delinquenti?
Secondo Polizia e Carabinieri, non c'è alcuna relazione tra richiedenti asilo e delinquenza.
Nel 2014, su 45mila interventi effettuati a Trieste dalle Forze dell'Ordine, solo 4 hanno riguardato i profughi e di questi solo 1 con risvolti penali.

Ma si leggono spesso notizie di extracomunitari protagonisti di reati...
I reati ascrivibili a extracomunitari riguardano persone stanziali, quasi sempre con permesso di soggiorno. Il richiedente asilo, invece, ha tutto l'interesse a rispettare rigorosamente le regole, proprio per non vedersi negare la richiesta.

I profughi portano malattie?
L'anno scorso sono stati registrati alcuni casi di scabbia, prontamente curati. Non è stato segnalato alcun contagio.

Come mai ne arrivano così tanti?
È conseguenza dei tanti focolai di guerra sviluppati attorno all'Europa. I profughi scappano da violenze, distruzioni, persecuzioni.
Il 2014 è stato l'anno con il maggior numero di rifugiati nel mondo, dalla fine della Seconda Guerra mondiale.

Per quanto tempo si fermano?
Mediamente sei-otto mesi. È il tempo necessario per espletare le pratiche e le verifiche sulla richiesta di asilo.

Non potrebbero svolgere qualche lavoro?
In attesa dell'espletamento delle pratiche, i richiedenti asilo non possono svolgere attività lavorative regolari. Molti Comuni, tra i quali Trieste, stanno attivando servizi di pubblica utilità nei quali impiegare i rifugiati. Senza compenso e su base volontaria. A Opicina (frazione di Trieste) gli ospiti della Caritas svolgono attività di pulizia e manutenzione di vie e aree pubbliche del circondario.

Quante richieste di asilo vengono accolte?
I profughi arrivati a Trieste, tutti via terra, si vedono accolto il 90% delle richieste di asilo. La media italiana è attorno al 70% (*). Tra quelli sbarcati al Sud vi è una percentuale maggiore di richieste respinte. (*) Dato fornito dall'ICS. In realtà la media è del 60%, vedi il grafico qui sotto della Commissione Nazionale per il Diritto Asilo - Ministero Interno.


Ma è vero che non hanno documenti e nessuno sa niente di loro?
Molti hanno con sé i documenti personali dei Paesi di origine. È loro convenienza supportare la richiesta di asilo con prove certe per rendere più veloci e sicure le pratiche. Tutti vengono comunque identificati, assunte le impronte digitali e assegnata un'identità "elettronica" univoca secondo standard riconosciuti in tutti i Paesi UE.

Perché sono generalmente maschi e giovani?
Spesso sono le famiglie che fanno fuggire i figli da scenari di morte e persecuzione. Per non farli morire o per evitare loro arruolamenti forzati in milizie che si ammazzano fra loro. I giovani maschi sono quelli più a rischio.
Talvolta l'avvicinamento all'Europa è un viaggio a tappe che dura anni, durante i quali il profugo svolge lavori nei luoghi dove si trattiene per qualche mese, allo scopo di raccogliere soldi per proseguire il viaggio. Un giovane maschio da solo ha più possibilità di raggiungere la meta.

Come vengono accolti i richiedenti asilo a Trieste?
La procedura standard prevede che i nuovi arrivati vengano accolti per 24 ore presso la ex casa di riposo di via Gozzi, dove vengono presi in carico, ovvero sottoposti ad una prima valutazione generale, comprendente anche lo stato di salute, e successivamente inviati alle varie destinazioni, che attualmente sono:
1) appartamenti autogestiti (Via Corridoni, Residence Sara, Via d’Alviano, via Madonna del Mare, ex centro di salute mentale di via S. Vito)
2) strutture dedicate (Villaggio del Fanciullo, Gozzi, Teresiano, Casa Betania);
3) sistemazioni presso privati (settore alberghiero e para-alberghiero: Villaggio del Pescatore, albergo Parenzo, Etnoblog, Hotel Tritone, campeggio Excelsior di Fernetti).
Alcune delle strutture sopraindicate vengono affittate dalle associazioni, una è in comodato gratuito, oppure vengono stipulati accordi fra le associazioni e strutture di tipo alberghiero e para-alberghiero.

Di quali servizi beneficiano i profughi?
I servizi vengono erogati dai due soggetti gestori (ICS e Caritas). Si tratta di servizi previsti dalla normativa statale sull’accoglienza ai richiedenti asilo.
1) Servizi di alloggio e di vitto (comprendenti colazione, pranzo e cena). I pasti vengono consumati presso la mensa della Caritas oppure all’interno degli appartamenti. Le strutture alberghiere non forniscono pranzi e cene, fatta eccezione, per motivi logistici, per la struttura alberghiera di Duino-Aurisina.
2) Servizi di gestione amministrativa, consistenti in registrazione degli ospiti (rilevazione dei dati anagrafici, estremi dei documenti di identificazione, data d’ingresso e di uscita, eventuali giorni di assenza), tenuta di un registro delle presenze con raccolta giornaliera delle firme degli ospiti, tempestiva comunicazione alla Prefettura e alla Questura dell’eventuale allontanamento dell’ospite.
3) Servizi di pulizia ed igiene ambientale della struttura di accoglienza, comprendenti la pulizia giornaliera e periodica dei locali e degli arredi, la disinfezione e disinfestazione periodica, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
4) Fornitura dei seguenti beni:
- effetti letterecci periodicamente cambiati;
- biancheria e abbigliamento adeguato alla stagione, periodicamente cambiati al fine di garantire l’igiene ed il decoro della persona;
- prodotti per l’igiene personale;
- pocket money nella misura di € 2,50 pro capite/pro die, fino ad un massimo di € 7,50 per nucleo familiare, da erogarsi in relazione alle effettive presenze registrate, dietro firma per ricevuta da parte del destinatario;
- tessera/ricarica telefonica mensile di € 5,00 a persona, la prima alla presa in carico;
- biglietti per l’accesso ai mezzi di trasporto pubblico.
5) Servizi per l’integrazione: orientamento generale sulle regole comportamentali all’interno delle strutture, mediazione linguistica e culturale, informazione sulla normativa concernente l’immigrazione e i diritti e doveri concernenti la condizione dello straniero, accompagnamento, orientamento ed assistenza nella formalizzazione dell’istanza di protezione internazionale. Inoltre i rifugiati, che vengono tutti dotati di tessera sanitaria, sono accompagnati presso i presidi sanitari, territoriali e ospedalieri.
Sono altresì avviati ai corsi - obbligatori - di italiano, e ai corsi di formazione professionale.
Si sta anche progettando l’attivazione di azioni di cittadinanza attiva per inserire i profughi in attività di volontariato a favore della collettività.
Non rientrano in questo computo e risultano quindi non coperte dalla diaria le spese sostenute dalle Associazioni per aprire le strutture e per dotarle di arredi ed elettrodomestici.
fonte: http://paolorovis.blogspot.it/2015/02/t ... e-sui.html


"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
Ciancele
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Re: Numero chiuso

Messaggio da Ciancele »

Go leto e tornà a leger i post e go l’impresion che xe stada butada una notizia sensa dir cosa che se vol. ‘lora ognidun ga risposto a modo suo. Chi che no ga risposto come che volevo mi, o ga torto o no capisi gnente. Anca in ‘sto ultimo post xe sta parlà de novo dei soldi che costa i profughi e che no i costa gnente parchè i soldi i ne li torna. Ma, come che digo sempre mi, el problema xe un altro. E qua tuti credi che digo monade (racconto fregnacce). ‘sti qua dismentiga la famosa lege dela fisica che disi che uno spazio occupato da un corpo non può venir occupato da un altro. Insoma bisogna ‘ver posto par meter tuta ‘sta gente. E se pretendi che ‘sto posto sodisfi i bisogni e rispeti condizioni di vita umane. Botte piena e moglie ubriaca?
In film de naufragi i mostra come che la gente in aqua zerca de guantarse pai bordi dela sialupa e quei che xe drento i ghe dà col martel pai dedi che i moli. El numero chiuso dovaria eser el martel. I parla mal dei taliani che va a salvar la gente che se nega. A ‘sti qua bisognaria darghe una madaia e no bestemarghe la mare (redarguirli).
Purtropo, come che go scrito una volta, xe qualchedun che ‘profita e fa el namo (furbo). Qua inveze de sbaterli al paesello i li meti drento. Anca parchè no se savaria dove mandarli. Bisogna veder po’ se quei i li vol de novo. E questo xe quel che fa nervoso. Par quel el problema no xe facile de risolver.


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Re: Numero chiuso

Messaggio da babatriestina »

Al tuo comento
sti qua dismentiga la famosa lege dela fisica che disi che uno spazio occupato da un corpo non può venir occupato da un altro. Insoma bisogna ‘ver posto par meter tuta ‘sta gente
rispondo: qua a Trieste adesso xe 480 persone. E xe el elenco dei posti dove che i li ga messi. No i ga butado fora de casa nissun triestin per lori. Te disi che a Trieste xe za 480 persone de tropo ? no se pol dir che i ghe cava el lavor ai altri perchè xe scrito ciaro che no i pol gaver un impiego fin c he no i xe regolai.
Go portado dati uficiai perchè xe la prima volta che legio risposte con numeri esatti. E de qua de noi.
No go fato gnanca un comento perchè per mi i numeri se comenta de soli.
Po come che te disi ti , facile che tuti resta istesso dela propia idea.

ah sì, quei de Trieste no ga gnente de far con quei che riva per barca.


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Re: Numero chiuso

Messaggio da Ciancele »

babatriestina ha scritto: Al tuo comento
sti qua dismentiga la famosa lege dela fisica che disi che uno spazio occupato da un corpo non può venir occupato da un altro. Insoma bisogna ‘ver posto par meter tuta ‘sta gente
rispondo: qua a Trieste adesso xe 480 persone. E xe el elenco dei posti dove che i li ga messi. No i ga butado fora de casa nissun triestin per lori. Te disi che a Trieste xe za 480 persone de tropo ? no se pol dir che i ghe cava el lavor ai altri perchè xe scrito ciaro che no i pol gaver un impiego fin c he no i xe regolai.
Go portado dati uficiai perchè xe la prima volta che legio risposte con numeri esatti. E de qua de noi.
No go fato gnanca un comento perchè per mi i numeri se comenta de soli.
Po come che te disi ti , facile che tuti resta istesso dela propia idea.
ah sì, quei de Trieste no ga gnente de far con quei che riva per barca.
Mi parlavo in general, no in particolar de Trieste. El primo post se riferiva ala Germania e mi intendevo in particolar la Germania, ma anca, e specialmente, l'Italia, che xe el primo paese che i trova. El mio post iera contro quei che i disi che bisogna cior tuti. Cior sì, ma no brontolar che no i xe tratadi ben. Vedi lege fisica. Vedi botte piena ... Insoma: o te ciol tuti e se fa quel che se pol o te ofri alberghi de 4 o 5 stele solo a pochi. Volevo forsi dir che no xe question de soldi ma de posto.


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babatriestina
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Re: Numero chiuso

Messaggio da babatriestina »

Mi go solo profitado del discorso per portar informazioni pena avude su quel che nassi qua a Trieste.


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Re: Numero chiuso

Messaggio da Piereto »

Indubiamente xe sempre una question de numeri. Credo che el limite de acoglienza dei rifugiati dipendi da le possibilità economiche e logistiche e de ordine publico per far fronte all'entrata dei rifugiati. Per esempio Malta no acogli nisun. Ogni Stato devi aver una idea de quante persone el pol ospitar ( l'Italia no so ). Me son leto la convenzion de Ginevra del 1951 e uno stato che ga firmà la convenzion pol anche disdirla in ogni momento come richieder una revision de la normativa che regola l'acoglienza.


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