i roncadòri

chi se ricorda più che a Trieste ghe iera....
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Elisa
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i roncadòri

Messaggio da Elisa »

quando la mente sbrigliata torna indietro a ripassare panorami sempre intensi ed a godere frugando in essi.....

I roncadòri in Trentino
roncàr si diceva al lavoro di bonifica della terra tra i gradini rocciosi in collina, per rendere il suolo coltivabile. Smuovevano il suolo da sotto in su per cercare quella poca terra fertile disponibile e nascondere i sassi in fondo, con pala e piccone, tutto a mano.
Si udiva il susseguirsi dei colpi monotoni di quel roncàr provenienti dalla collina, lavoro da schiavi.......
anche se mestieri che non hanno oltrepassato il mitico ponte.
E c`è anche il cognome Roncador.


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Zigolo
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Re: i roncadòri

Messaggio da Zigolo »

Elisa ha scritto: roncàr si diceva al lavoro di bonifica della terra tra i gradini rocciosi in collina, per rendere il suolo coltivabile.
Mi sembra che da questa radice etimologica derivasse anche l'atto di tagliare i boschi (con la roncola fra gli altri attrezzi?) e da qui i vari toponimi di Ronchi, Ronche, etc, per indicare luoghi che un tempo erano boscati o comunque cespugliati ed incolti.

Il fine ultimo, come si vede, è in ogni caso lo stesso.


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Elisa
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Messaggio da Elisa »

Esatto, Zigolo; anche la roncola difatti: attrezzo pratico sempre alla mano.

E se vogliamo uscire dall' esperienza del mio 'piccolo mondo antico' descritto, arriviamo sì anche fino a Roncafort con la sua propria storia di bonifica, dove il "runcare", dissodare, diede luogo alla "Storia di una urbanizzazione selvaggia..."

.......Solo dopo il 1850, grazie a nuove tecniche, si avviano una serie di sistemazioni idrauliche con roste, argini e tagli di anse che danno certezza ai lavori di bonifica. Numerosi contadini cominciano a "roncare" il terreno per predisporlo alla coltura: buche riempite e prosciugate, la ghiaia raccolta e sepolta in profondità, l’eccesso di pioggia canalizzato in fossi, la terra recuperata con gerle nelle buche e dal letto del fiume durante le magre.
...... Una vita tranquilla e decorosa finchè l’eco degli spari della "fatal Sarajevo" si fa sentire fin lì. Siamo nell’autunno del ‘14 e un bel pezzo di campagna passa all’esercito imperiale per la costruzione dell’aeroporto militare.
E' il primo "attacco" alla terra roncata con tanta fatica: una striscia di 2.000 metri per 100 più caserme, hangar per 60 aerei e strade occupano circa 30 ettari, il 10% del totale.

........


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