lavandere

chi se ricorda più che a Trieste ghe iera....
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mandi_
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Re: lavandere

Messaggio da mandi_ »

Scrivo di fretta, prima di andare a guadagnarmi il pane :roll:

La lavandera della foto se non sbaglio sta camminando in piazza Unità(o no?).Tu parli di lavandere carsiche(ed anch'io ne ho sentito parlare). Ma dove andavano a lavare i panni queste lavandere? Nel lavatoio pubblico? Questo lavatoio pubblico è quello di cui aveve messo qualche foto nel Forum? Ce n'era uno solo per tutta Trieste?
Ho letto un articolo sul web(acque sotterranee di Trieste) dove si parla di altri lavatoi e fontane , scomparsi nel tempo o interrati .
Oppure le lavandere portavano i panni a casa loro per lavarli ? Dove? In case triestine o in case carsiche? Quali strade eventualmente percorrevano le lavandere?
Mia nonna lavava spesso al torrente con un' asse di legno, quando non lavava in cortile col sistema indicato. Io stessa ho lavato (anni 70) i panni nel lavatoio chiamato "pozzo" ma di forma rettangolare, con tettoia . Ce n'era uno in ogni paese.Esiste ancora....
Ho visto che i vostri pozzi avevano una copertura conica, se non sbaglio...


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Re: lavandere

Messaggio da babatriestina »

mandi_ ha scritto:
La lavandera della foto se non sbaglio sta camminando in piazza Unità(o no?).Tu parli di lavandere carsiche(ed anch'io ne ho sentito parlare). Ma dove andavano a lavare i panni queste lavandere? Nel lavatoio pubblico? Questo lavatoio pubblico è quello di cui aveve messo qualche foto nel Forum? Ce n'era uno solo per tutta Trieste?

Oppure le lavandere portavano i panni a casa loro per lavarli ? Dove? In case triestine o in case carsiche? Quali strade eventualmente percorrevano le lavandere?
guarderò meglio la foto, ma secondo me le lavandere lavavano nei loro villaggi, come le donne del latte, che andavano su e giù in città. Avevano fra l'altro a disposizione più spazio all'aperto per stendere la biancheria.
Di lavatoi pubblici in città ce n'erano diversi ( potremmo cercare di farne un elenco) e forse sbaglierò, ma ho sempre pensato che li usassero le donne di casa cittadine che non si potevano permettere i servizi della lavandaia.
A me non sembra che la foto sia di piazza unità, ma è troppo poco dettagliata.


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Re: lavandere

Messaggio da mandi_ »

Non so se va ben tacar ivi, ma ve riporto na notizia bruta del 1915. Chiedo venia per il triste argomento, che però è collegato con quel de cui stavam ciacolando.

17 febbraio 1917 , Trieste (dal Piccolo)

BAMBINE USTIONATE

Una bambina , Jolanda, muore al civico ospedale in seguito a ustioni riportate dopo la caduta in un recipiente contenente lisciva, soda e potassa, messo a bollire dalla madre per lavare alcuni capi di biancheria infetti da pidocchi. La madre si era distratta un attimo.

Un'altra bimba, Fortunata L. ,avvicinandosi ad uno sparcherd dove stava bollendo una pentola d'acqua, ha fatto cadere con un brusco movimento la pentola...
E' stata portata al Civico ospedale al reparto dermatologico.

A parte le tristissime notizie di quasi 100 anni fa, mi viene in mente che anche al giorno d'oggi possono succedere simili incidenti con bambini piccoli, perciò è meglio avere 1000 attenzioni nel cucinare ecc. Mi pare che gli incidenti in casa abbiano un'alta percentuale...Io mi sono scottata ed anche ustionata varie volte (una volta mi sono rovesciata incautamente l'acqua della polenta sulla mano)

Ho riportato la vecchia notizia perchè :

mi dice che a Trieste si faceva la lissia in casa, ed era pericoloso farlo, talvolta (come aveva scritto Elisa per via dell'acqua bollente.)

La lissia poteva aiutare ad eliminare pidocchi.

si parla di un reparto dermatologico (già nel 1917?)

cos'è lo sparcherd ?


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Re: lavandere

Messaggio da mandi_ »

Pardon, ho scritto male: Spàrgher


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Re: lavandere

Messaggio da babatriestina »

mandi_ ha scritto:Pardon, ho scritto male: Spàrgher
sono diverse grafie per sparherd cioè la vecchia cucina in muratura. Devo averne messa una foto sul forum,di una che si trova, ormai inutilizzata, in un vecchio appartamento ora occupato da un sindacato scolastico. E' quasi uguale alla mia vecchia.
Ovviamente nel 1917 c'erano già tutti i reparti all'Ospedal Maggiore! c'è una vecchia foto con i medici seduti in giardino, mio nonno ed il mio prozio inclusi, abbastanza diffusa e in certe versioni ci sono tutti i loro nomi.


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Re: lavandere

Messaggio da mandi_ »

Da voi Sparherd o spargherd è un termine molto diffuso? Comune? Mai sentito...

Se io immagino una cucina antica, diciamo primi novecento, penso al termine "fogolar"(parola usata anche dai vostri amici Furlani". Quello dove in poche parole pendeva la catena con gancio per il paiolo o il minestrone o l'acqua calda ...Ci si mettevano le braci ecc. Poi c'era un tavolone di legno ecc. Non ho problemi a metter foto, perchè qui ne esistono ancora...
Non capisco i termini "vecchia cucina in muratura" perchè non riesco a farmene un'idea mentale...C'entra qualcosa con la "cucina economica"che conoscevo io ? O la "fornella?

Interessante anche la tua affermazione "nel 1917 c'erano già tutti i reparti all'Ospedal Maggiore".

Beh, nel 1917 avranno avuto molto da fare con i feriti di guerra. Questa è una cosa che non sapevo, o per lo meno di cui non mi sono mai interessata...Intendo le conoscenze mediche dell'epoca...


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Re: lavandere

Messaggio da babatriestina »

non so se la chiami cucina economica, era un parallelepipedo di mattoni ricoperto di piastrelle, che aveva delle "camere" in cui si faceva fuoco, chiuse da sportellette di ghisa e sopra c'erano i cerchi di ghisa su cui si appoggiavano le pentole. Non era previsto un posto dove appendere pentole. Il bordo aveva una fascia metallica e intorno una specie di passamano in ottone. faccio prima a riportarlo. Sopra ovviamente c'era la cappa
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( ovviamente il fornello a gas sopra non c'entra, ma molti, anche noi, mettemmo dapprima un fornello a gas sopra)
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ps a casa mia la pronuncia suonava Spà-her. Ovviamente, fino a che c'era, poi siamo passati a fogolèr..


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Re: lavandere

Messaggio da babatriestina »

ah sì, non so cosa facessero per i feriti, a nel '17 i feriti di guerra venivano curati presso il fronte negli ospedali là, medicinali ce n'erano pochi, papà che si trovò nelle infermerie delle retrovie del Piave ci parlava di disinfezione per tutti con un innaffiatoio pieno di permanganato di potassio.
Ho qualche libriccino sulla medicina di una volta a Trieste, roba del compianto prof Premuda, morto di recente, potrei riassumere qualcosa. In più, alcuni resoconti dell' per le malattie infettive. Erano, a proposito, molto fieri della nuova lavanderia dell'ospedale, igienica alla moda di allora.
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Re: lavandere

Messaggio da mandi_ »

Qui stiamo uscendo dall'argomento "lavandere".
Però una foto rende sempre meglio l'idea. Questa foto per me è interessante perchè mostra un "passaggio" tra un sistema di vivere la cucina e l'altro.E a quanto pare un tempo nelle cucine si lavavano anche i panni, da quel che ho capito.
La "cucina economica" che intendo io è quella che ho sempre visto a casa di mia madre, non ricordo quella delle nonne.
Il sistema delle piastrelle è simile a quello delle nostre olle.
La fornella è per me quella che funziona a legna, col sistema dei cerchi di ghisa da togliere in base al diametro delle pentole.Senza piastrelle intorno, ma rivestita di un materiale unico...Io uso in una casa in montagna una fornella appartenuta a una bisnonna...

Secondo te in che anni usavano questa cosa che mostri? Questa sarebbe la sparherd?

Vedo adesso il tuo secondo messaggio... rispondo a parte...molto interessante...ma lo metterei ne "la guera mondial "


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Re: lavandere

Messaggio da babatriestina »

ovviamente chi aveva una stanza da bagno, lavava in bagno, qua siamo tutti cittadini e quindi non si parla di cortile o prato o giardino. Ma i bagni difficilmente avevano l'acqua calda, che immagino si scaldasse sul fuoco in cucina, La cucina che ti dico immagino l'abbiano trovata i miei nel 1913 e la casa era signorile di fine Ottocento, Noi che siamo rimasti tradizionalisti l'avevamo salvata ma non la usavamo più, però negli anni 50 la mia amica che abitava in una quartierino in via del Toro ce l'aveva ancora in funzione. E mi sembra che da lei venisse appunto una amica della sua mamma ( mi sembra che si chiamasse la signora Tilde) con la tinozza per aiutare fare il bucato. Quello che ho fotografato per noi era lo sparherd.
eccone unp cercando s parherd con google immagin, questo sembra ungherese
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Re: lavandere

Messaggio da sono piccolo ma crescero »

Noi lo Sparherd, letteralmente fornello economico, lo chiamavamo spacher (e questa è la voce principale con cui cita questo attrezzo il Doria).

Era praticamente identico a quello che aveva in casa BT. I miei lo trovarono nella cucina nella casa popolare che ci venne data nel 1949 e costruita in quegli anni.

Era la sola forma di riscaldamento che avesse la casa. Anche noi, sopra, avevamo messo un bollitore a gas. Usavamo lo spacher solo nelle più fredde giornate di inverno. Altrimenti il riscaldamento era una cosa abbastanza aleatoria affidata ad una stufetta elettrica, di cui mio papà cambiava la resistenza quando si bruciava, nella stanza dove studiavamo mia sorella ed io (ma faceva comunque freddo) ed alla cottura dei cibi.

Insomma i 20 gradi in casa erano un sogno spesso irraggiungibile, ma avevamo un solo termometro ... nel luogo più caldo della casa, la cucina appunto. :-D


Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: lavandere

Messaggio da Nona Picia »

A casa mia "el sparghert" assomigliava a quello della prima foto di BT. Sopra d'estate avevamo il fornello a gas che d'inverno veniva spostato non mi ricordo dove...perchè usavamo di più "el sparghert" che serviva a riscaldare la cucina e il corridoio dove giocavamo noi bambini. Poi avavemo una stufetta a gas per riscaldare la stanza dove studiava mia sorella di 10 anni più grande di noi.Purtroppo niente foto...


Ciao ciao
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Re: lavandere

Messaggio da mandi_ »

Vi segnalo questo sito, che avevo trovato l'anno scorso.

http://www.musei.confartigianato.it/museo.asp?id=392

Mi sembra interessante questo "piccolo museo "per capire com'erano gli oggetti di un tempo a Trieste.Si cita anche lo Sparherd. Mi riprometto di farci una visita...o qualcuno mi anticipa?

Qui ho trovato anche una tesi di laurea (Triestina) sui germanismi del dialetto del Primiero. In Trentino il termine " Sparherd" non si usa, credo .Lo trovo collegato solo a Trieste (chissà Elisa cosa dirà...).Se volete potete confrontare i vocaboli...

Le foto che ha messo Baba : nella prima foto vedo che oltre alla parte relativa allo sparherd vero e proprio, è compreso un piano d'appoggio . Non vedo il tubo per lo scarico del fumo, ma ci sarà stato.

Comunque lo sparherd(anche quello ungherese) è molto simile alla nostra fornela . Bellissimo quello della foto....

Anche la mia casa nell'infanzia era riscaldata solo dalla fornela, solo in cucina. Le altre stanze erano gelide. Non abbiamo avuto il bagno fino ai miei 6 anni. C'era un gabinetto comune per tutte famiglie della casa. Prima, ci si lavava nella tinozza . Mia madre lavava alla fontana del paese . Ricordo però che mio padre in quegli anni aveva ampliato l'appartemento aggiungendo due camere e un bagno. CON RISCALDAMENTO di termosifoni !


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Re: lavandere

Messaggio da babatriestina »

Non ho postato la foto della cappa, perchè è piena dei simboli del sindacato che ora è ospitato in quella casa, Metto la mia, dopo che facemmo buttar giù lo sparherd negli anni 70 ( e trovarono nidi di scarafaggi a iosa!) la foto è fatta al momento del trasloco..
Immagine
noi eravamo in una casa signorile, quindi stanza da bagno con antica vasca di marmo, caminetto e alcune stufe nelle stanze da letto che già quando ero piccola erano state sostituite da un impianto a caloriferi alimentato da una stufa a carbone, che veniva accesa alla mattina verso le nove ( dopo aver dato aria alle stanze, per non disperdere il calore) e veniva lasciata spegnere verso le 5 del pomeriggio. E ovviamente il bucato lo facevano nella stanza da bagno. Dove nei primi anni 50 arrivò un grande scalda acqua elettrico, che non so perchè, con la sua spia luminosa rossa, da piccola mi faceva un po' di paura. L'acqua calda in cucina invece arrivò molto più tardi, dopo la lavastoviglie: chi voleva lavare a mano i piatti aveva una scelta: scaldarsi l'acqua sul fornello o andare prendersi un catino in bagno.


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Re: lavandere

Messaggio da babatriestina »

ah sì, sulla cappa, dove nella foto c'è un fregio floreale, in tutte le case si usava mettere un volant arricciato di toffa, il tornacamìn. E la nostra cuoca, per dire che qualcosa doveva venir annunciato ufficialmente o messo in evdienza, borbottava "Scriveremo su napa" cioè sulla cappa del camino


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Re: lavandere

Messaggio da mandi_ »

Complimenti per il gusto! Trovo bellissime le decorazioni.
Sai, io non mi vergogno affatto della povertà dei miei nonni contadini, nè di quella iniziale dei miei genitori.. Mi ha permesso di vedere il loro progredire. Solo dopo la seconda guerra , a poco a poco il benessere si è fatto vedere, e adesso diciamo che si starebbe proprio bene, con tutte le comodità e di più ancora.
Chissà i nostri figli...

Tornando a bomba, perbaccolina :-D ,vi mostro un lavatoio nostro. Non è proprio quello dove ho lavato i panni io, ma simile...
Ah, a proposito, in quello che usavo io da giovane adesso ci hanno messo i pesci rossi, ma gli anziani del paese hanno protestato solennemente: ogni tanto qualcuno va a lavare ancora al "pozzo" e i pesci rossi sporcano l'acqua. . Ordinanza del Sindaco : togliere immediatamente i pesci !
Quando io ci andavo a lavare, giovane sposina, era un'impresa. Togliere il tappo, svuotare la fontana dall'acqua. Pulire con bruschino apposito i bordi della vasca. Riempire d'acqua. Lavare, sciacquare ecc i panni con tecniche varie insegnate dalla SUOCERA(mentre me fiol zugava co le barchete) .Portarmi a casa il peso della cesta con la biancheria, con la cesta appesa alle mie povere spalle..Ecc.
A mio modo, forse, sono stata anch'io per un pò lavandera.Una lavandera che cantava in mezzo al verde ...

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Re: lavandere

Messaggio da babatriestina »

lavatoi simili si trovano in Carso e ne ho visto usare un in Carnia


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Re: lavandere

Messaggio da Ciancele »

Anche noi avevamo una cucina economica, da noi chiamata in dialetto “spacher” da Sparherd, come dice SPMC, come racconta Nona Picia e come fa vedere Baba Triestina. L’aveva costruita mio padre all’inizio degli anni 30. Mio papà era bravo. Io sono il figlio degenere, con due mani sinistre. Questo “spacher” era in funzione principalmente d’inverno, in quanto serviva anche a riscaldare la cucina abitabile. Si bruciava tutto quanto di combustibile, quindi coke, carbon fossile, legname, castagne raccolte sotto gli ippocastani. Scoppiavano che facevano sussultare tutti. Un nostro vicino, che comprava ogni giorno le Ultime Notizie, faceva palle di carta bagnata ed asciugata e le bruciava nel suo spacher. Il nostro veniva acceso spesso anche d’estate, perché aveva il forno per le pinze, lo strudel di mele e qualche volta per il pane fatto in casa. La mamma era una cuoca superlativa. Rimpiango di non essermi interessato di più a quel tempo. Noi avevamo un focolare come in campagna, forse come quello descritto da Baba Triestina, con la “napa” e “tornacamin”, funzionante a carbone di legna. Il bucato veniva fatto in casa dalla mamma. Usava la varechina, uno sbiancante ottico liquido. Qualcuno la chiamava anche vacherina. Non conosco quindi l’espressione corretta. Probabilmente varechina.


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Re: lavandere

Messaggio da babatriestina »

la varechina la uso ancora, giusto ieri sono venuta a capo di una macchia su una tovaglia solo con la varechina. ACE, adesso. E lotto perchè a casa mia me la consumano per lavare le piastrelle , così quando ne ho bisogno per il bucato trovo sempre la bottiglia vuota. Ma non è uno sbiancante ottico, credo almeno.


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Re: lavandere

Messaggio da babatriestina »

adesso chi non ha voglia di lavare o non ha la lavatrice in casa ( immigrati, forse) va alle lavanderie self service , che hanno pure l'asciugatrice. E ci si può portare il detersivo da casa o comprarlo là alla spina.


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