Barriera e dintorni: via del Bosco

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Sempre a gentile richiesta.. vi del Bosco, una delle strade che mettono in comunicazione il rione di barriera con quello di san Giacomo. zone non alla moda, in cui la case hanno affitti bassi e perciò sono spesso affittate ad immigrati, per cui la zona a volet veniva denominata Balkantown. Del bosco originario, ovviamente, non esiste più alcuna traccia.
E' una via vivibile, con casette, negozietti, insomma, della serie "el paesetto de.."
La percorriamo dall'alto al basso: una breve occhiata al tratto alto, fra piazza Sansovino e via san Giacomo in monte, che viene raggiunta da una scaletta, un trattino ridotto soprattutto a parcheggio:

siamo davanti all'imbocco della galleria di san Vito e scendiamo nel verso del senso unico automobilistico, che porta verso barriera

ai due lati dell'incrocio, un bar con la bandiera tricolore: più che patriottico, penso sia un tifoso della Nazionale di calcio

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a sinsitra, la farmacia al Sansovino, gestita dal mio amico Paolo Penso

in una casa bassa, arcate sotto ed un solo piano sopra.
Nel primo tratto, autofficine e carrozzerie

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interessanti alcuni vecchi portoni in legno massiccio

questo, al n 30, ha l'architrave in pietra come quella dei paesi:

non mancano fili esterni, tubi di scarico esterni e a sinistra un alloggiamento per una possibile bandiera.
di fronte, una casa i cui balconi sono proprio eclettici: il piano basso ce l'ha di pietra, con un motivo classicheggiante, quelli alti sono de ferro battuto col classico motivo liberty-secession

certo, risponde al principio vitruviano per cui i piani bassi sono più pesanti e quelli alti più leggeri

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scendendo, gli stili si mescolano: case ridipinte, e dietro angoli di edifici moderni più alti

e arriviamo un un punto in cui si incontrano 5 vie:
sinistra, via san Sergio

s destra via della Guardia sale a san Giacomo

l'altro angolo di via san Sergio

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sulla casa rosa, una nicchia che avrà contenuto un'immaginetta, ora vuota

e arriviamo all'angolo più caratteristico della via, fra via Toti e via del Bosco, che scende piegando sul lato destro:


una dele case d'angolo più strette di Trieste!
caerto, i mobili abbandonati in strada davanti al cassonetto non sono molto belli.. ma devo dire di non aver visto in tutta la via la quantità di bottiglie abbandonate che si trovano in rioni più alla moda

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cassonetti non mancano..

anche la casetta successiva è piccola, col terrazzo tipo ballatoio

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incominciano a comparire case più pretenziose, come questa , del periodo fine ottocento, primi del novecento, in stile palazzo neotoscano, ben sovraccarica di ornamentazione

o questa, anni trenta, con la segnalazione del ricovero

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la casa che precede l'incrocio con via del Molino a Vapore sembra ancora più stretta, al primo momento uno s i chiede: ma dove vivono?

poi si vede che è una casa triangolare..

un'occhiata al portone, con il monogramma del primo proprietario:

GI ? I G? GF ?
un'occhiata all'interno:

mica male! un lampione, una cancellata di ferro battuto ( aperta)

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l'incrocio con via molino a Vapore, altro edificio neotoscano, più sobrio: per le scalette, si scende alla via Corridoni, che porta pure in Barriera


l'angolo: chissà cosa c'era nella nicchia; la prospettiva di via Molino a vapore, che alla fine, dove c'è il verde, si trasforma nel tratto finale di

fra una casa e l'altra, vecchi muri di arenaria e vecchi comignoli

le scalette verso via Corridoni

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incontriamo un po' di rigattieri:

una bella lampada floreale

una vetrina con un po' degli oggetti caratteristici di questi rigattieri:

spiacente per i riflessi nel vetro:
la cassa è una cassapanca del genere cassapanca carsolina, scoperte e diventate di moda da una trentina d'anni, un Buddha probabilmente giapponese ( o cinese) come ne portavano i nonni che navigavano 8 ne ho anch'io uno), una madonnina di ceramica anni Quaranta, direi, una lampada a petrolio ( quella ce l'avevo e l'ho regalata)

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un dettaglio della decorazione di un'altra cassapanca carsolina

l'ingresso del rigattiere

è nato un maschio! e lo annunciano a tutti col fiocco azzurro sul portone

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un sial che pica in strada..

siamo verso la fine della strada

e le case assumono un aspetto più pretenzioso: un fauno su un portone

( però i fili esterni ci sono sempre)

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anche una casa Liberty. ridipinta

con le solite donne di stucco che ti guardano

un curioso cartello su una porta

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un altro rigattiere, con vasi in vetrina

mi indica che la sede è in via Leghissa, l'ultima trasversale

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faccio una deviazione per via Leghissa

una casa con arconi di pietra

dove abbandonano casse decorate per terra

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e ci trovo una panetteria in funzione:





( o forse solo scongelano.. gli armadi di metallo a sinistra mi fanno pensare a congelatori)

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Toh, la prima osteria

menù sulla lavagnetta


non oso fotografare dentro, ma sulla porta vedo che sono tifosi di calcio anche qua

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e siamo alla fine della via:

el caligher

dietro la casetta

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di fronte, l'ex cinema Aurora, ora sala dei Testimoni di Geova

l'ultima casa d'angolo, dove incomincia la salita di via Molin a vento

sul portone: via del Bosco 2


un pezzo della vecchia Trieste.

[1382-1918]

una dele case d'angolo più strette di Trieste!

El cosiddetto "ferro de stiro" de Trieste, in analogia a quel de (fa fin assurdo scriverlo) New York!

In una delle foto dei rigattieri, se vedi un buddha in vetrina. Ghe ne gavevo uno identico fin qualche anno fa, ma una sera estiva xe entrado in casa un gato foresto, e co lo go scoperto, el ga ciapado paura, e no savendo dove scampar el ga cominciado a saltar sui mobili, e co le zate el ga sburtado per tera el buddha, che xe andado in mile tochi!

El local Notorius che se vedi in una dele foto jera de mia cugina, ma no ghe son mai entrado.

la casa che precede l'incrocio con via del Molino a Vapore sembra ancora più stretta, al primo momento uno s i chiede: ma dove vivono?

Bela questa, che roba strana! Ma che bel porton!

E curioso proprio el cartel che avisa dela "Porta durra!"