Pe ringrazia anche
Caprin , che tute ste piante xe rifacimenti o copie dela sua nel libro Il trecento a Trieste. No penserè miga che xe restade le mappe catastali del 300! xe una ricostruzion ottocentesca, che però tuti ciol per bona
e za che gavemo la piantina, ve riposto un passo che gavevo copiado dela
storia de Trieste de Jacopo Cavalli del 1875 , che descriveva le torri e le mura:
Partendo dal punto dov'è presentemente il baluardo della città
( Castel?) , le mura scendevano diritte nell'androna del Macello Vecchio (
che no esisti più, credo), in Riborgo, imboccavano la contrada delle Beccherie, ne seguivano la curva, e pochi passi prima di arrivare in Malcantone, prendevano in linea obliqua la direzione di via del Teatro, e riuscivano all'estremità della Piazza Grande. Di qui costeggiavano il porto o mandracchio , ch'era nel sito del Giardino (
i lumini blu di Piazza grande); indi percorrevano le vie della Pescheria e dei Fornelli sino a toccare quella del Fortino. Qui piegavano ad angolo retto, entravano nella via delle Mura, e attraversata la piazza del Barbacane, infilavano l'androna degli Orti, giravano a sinistra del duomo (
San Giusto??) , dopo del quale, incurvate alcun poco, andavano a ricongiungersi sulla sommità del colle nel punto di dove prendemmo le mosse. Da Barbacane si staccava un'altra cinta, che andava su per la via San Michele e si riuniva alle mura principali sotto il coro della cattedrale (
dovessi esser ancora visibili). Questa era la contrada di san Lorenzo Nota: i forestieri che intendevano domiciliarsi in Trieste dovevano fabbricare in questa contrada; il comune dava loro il fondo gratuitamente e li esentava per cinque aani da ogni gravezza vedi Statuti di Trieste libr 1 rubrica 95.
Nelle mura si aprivano cinque porte principali, cui sovrastavano alti e larghi torrioni da contenere parecchi armati, ed erano munite da fosse esterne, da barbacani, da ponti levatoi e da altre opere di difesa, come portava il costume di quel tempo. le porte principali erano queste: Donota, Riborgo, del Porto, Cavana e San Michele. Le due prime sono ricordate ancora da lapidi poste agli sbocchi delle vie che ne conservano i nomi
( esisti ancora?). Porta del Porto dava sul mandracchio; porta Cavana era fra le vie del Fortino e delle Mura; san Michele sulla piazzetta del Barbacane. C'erano quattro porte secondarie: delle Saline, Portizza, san Lorenzo e Pusterla. Questa i documenti dicono ch'era nella contrada del Castello -nota Vicedomini Vol OOO 132 manoscritto Archivio Diplomatico- ma il sito non lo precisano.. Porta san Lorenzo era sulla via della Cattedrale, su quel ripiano che sovrasta il giardino di casa Prandi . Portizza non occorre indicare; dura ancora,. Porta delle Saline stava fra quella e porta a Riborgo.
Afforzavano le mura alcune torri che s'innalzavano fra porta e porta, e se ne vedeva alcuna qua e là per la città, accanto alle case dei nobili; altre, come sentinelle avanzate, stavano fuori dalla cinta
Nomi delle torri, tratti da ms dell'Archivio: Sant'Apollinare, san Sergio, Pozzacchera, Sam Giacomo, Rampana, Baseggio, delel Beccheire, Fradaia o Fradella, de pescatori, Zenovese, Tiepolo, della Bianca, Galsegna, Cinisa, Cucherna,Caboro, Cella o delle Monache, Calcara o Chaiucara, San Servolo, Nontemer, Giolanda, dei Corvi, San Pietro, Carbonara, Cavriolo, santi Martiri, Valesio
Il palazzo del comune era sulla Piazza Grande, a pochi passi dal porto, e avea la facciata volta al palazzo municipale odierno- nota .. due statue di bronzo mobili, dette dal volgo i Mori di piazza, battevano le ore il primo orologio pubblico è del 1356- , allora casa del comune di forma modesta. Fra questi due edifizi stava, come adesso sta adesso , la piazza in forma quadrangolare; ma senza la fontana e la colonna che si vedono al presente....
il palazzo del podestà sorgeva tra lo sbocco della via Malcantone e la demolita chiesa di San Pietro, e chiudeva quella via che oggi da Piazza Grande mette nel Corso....