I Kalister

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Francesco
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I Kalister

Messaggio da Francesco »

L'altro giorno iero che me domandavo chi fossi sto Francesco Kalister, quel del palazzo in piazza Libertà, e me stupivo de non trovar sai informazioni sul web... poi gà scoperto che in realtà el se ciamava Franc, che poi essendo sloven podevo anche rivarghe :)

Me son imbattù in un bel articolo del piccolo che riporta la storia de famea, par veramente vignuda fora de un romanzo! L'articol sè qua:
http://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/arc ... _APRE.html

Ve incollo el testo per i più pigri: :P

LA SAGA SLOVENA DEI KALISTER-GORUP
21 marzo 2010 — pagina 27 sezione: Cultura - Spettacolo

di PIETRO SPIRITO


Il capostipite si chiamava Janez Nepomuk Kalister, ed era nato a Slavina, piccolo paese nella conca del fiume Pivka, nella Slovenia Sud-occidentale, il 9 maggio 1806. Il suo nome è un errore: chissà perché, al momento del battesimo il prete sbaglia e lo registra come Janez Krstnik, Giovanni Battista, invece di Janez Nepomuk, Giovanni Nepomuceno, il santo importante più prossimo alla data di nascita, come si usava allora. Per Janez non è un problema, a dispetto dei documenti si farà chiamare come il martire boemo per tutta la vita. Una vita piuttosto intensa e fruttuosa, la sua, prima tappa di una dinastia a doppio binario di imprenditori sloveni che, partiti dalle campagne dell’entroterra, lasciarono un’impronta nella Trieste a cavallo tra ’800 e ’900, con un’eco che arriva fino ai nostri giorni, e porta i nomi delle famiglie Kalister e Gorup, orgoglio della comunità slovena e simbolo di un’imprenditorialità senza confini. Non a caso la prestigiosa rivista ”Kronika”, semestrale di storia locale, ha dedicato un numero monografico, l’ultimo in libreria con 300 pagine riccamente illustrate, alla storia intrecciata dei Kalister e dei Gorup, con scritti e contributi, fra gli altri, di Janko Boštiancvicv, Andrej Smerdu, Milan Pahor, Vesna Bucvic, Božidar Premrl. La rivisita sarà presentata mercoledì, alle 17, nella sala al painterreno della Scuola superiore di lingue moderne in via Filzi 14.
Che un contadino dell’entroterra sloveno potesse diventare uno degli uomini più ricchi e rispettati dell’impero asburgico prima, dell’Italia poi, è una storia che aveva bisogno, per reggersi, di una leggenda. Siamo agli inizi dell’Ottocento, Janez Nepomuk Kalister, figlio di Andrej e Marija Ižnac vive nella fattoria ”dai Milhar”, appunto a Slavina, in quella che allora si può considerare un’azienda di media grandezza. La casa è situata a ridosso della chiesa parrocchiale (dove si trova tutt’ora) e l’azienda integra l’attività agricola con il trasporto sui carri e il commercio. All’indomani della partenza delle truppe francesi e della fine delle Provinche Illiriche, una sera si presentano a casa Milhar due transalpini, chiedendo ospitalità per la notte. Dopo essere stati generosamente rifocillati, i due si mettono a conversare tra loro in francese, certo che nessuno nella casa li capisca. Parlano di un tesoro che hanno nascosto anni prima, durante i tempi cupi delle guerra, e discettano sul luogo del nascondiglio, cercando di mettere a fuoco ogni particolare. In effetti nessuno li capisce, tranne Janez Nepomuk, che ascolta di nascosto. Così, nel cuore della notte, Janez raggiunge il nascondiglio, prende il tesoro e lo seppellisce da un’altra parte. Il giorno dopo i due francesi lo cercheranno invano, e infine se ne andranno delusi. Con quei soldi Janez avrebbe iniziato la sua ascesa imprenditoriale.
Verità o leggenda che sia, Janez Nepomuk Kalister è uno che sa il fatto suo. A 19 anni, nel 1825, sposa Marija Bole, di un anno più grande, rampolla della famiglia degli Žnidar di Kocve, e si trasferisce nel podere dei suoceri. Janez Nepomuk avrà in tutto quattro figli, due legittimi morti in tenera età - Helena morta a un anno e Janez, a 11, a Trieste - e due illegittimi dall’unione con Lena Bizjak di Zalog, Janez e Francvišca. Janez Neponuk non è istruito, ma è abile e intelligente. Giovanissimo, avvia un proficuo commercio di grano e cuoio che acquista a Lubiana. Poi diventa il primo fornitore di fieno e avena per la scuderie imperiali di Prestranek e Lipica, e ottiene anche l’appalto per i pedaggi e i dazi di varie zone dell’Austria. Diventa ricco nel giro di pochi anni. Tra il 1830 e il 1840 acquista case e poderi nella conca di Pivka, e nel 1840 compra pure il maniero di Mühlhofen, a Postumia, con annessi poderi agricoli.
Janez Nepomuk è ormai ricco quando decide di tentare il raddoppio delle sue fortune a Trieste, dove diventa ben presto un facoltoso e rispettato commerciante, oltre a occuparsi del prestito di importanti somme di denaro. Tra i suoi creditori ci saranno personaggi del calibro di Karl Ludwig von Bruck, direttore e cofondatore del Lloyd Austriaco. Nel 1855 Janez Nepomuk avvia un’attività anche in campo marittimo, acquistando tutti i carati (cioè l’intera proprietà) del bark ”Maria Francesca”. Adesso è anche armatore, oltre che proprietario di un cotonificio, un colorificio e una cartiera. Come tutti i grandi imprenditori del tempo distribuisce beneficenza a piene mani, sia a favore del suo paese natìo, Slavina, sia a Trieste, dove è tra i finanziatori della chiesa di Montuzza, promossa dall’allora vescovo sloveno Jernej Legat. Janez Nepomuk Kalister muore a Trieste il 17 dicembre 1864, a soli 58 anni, dopo una breve malattia. Viene sepolto a Sant’Anna, nella tomba monumentale dove, più tardi, lo seguirà la moglie Marija.
A erigere la tomba monumentale di Sant’Anna sono due nipoti di Janez Nepomuk, Franc Kalister e Josip Gorup, il primo figlio del fratello Anton, il secondo figlio della sorella Marija, sposata con Matevž Gorup, quest’ultimo erede della fattoria ”degli Smodnik”, azienda agricola nella zona di Postumia. Se Janez Nepomuk ha piantato un seme, sono proprio i cugini Franc e Josip a raccogliere i frutti. Dopo la morte dello zio, in un primo momento i due nipoti porteranno avanti insieme la gestione del patrimonio, nell’impresa Kalister&eredi, che ha gli uffici nella grande Casa Kalister, all’angolo tra le attuali vie Coroneo e Carducci, l’edificio che oggi ospita il negozio Godina. Poi i due giovani prenderanno strade diverse.
Franc Kalister è nato anche lui a Slavina, ma grazie all’appoggio dello zio ricco, e al contrario di questi, ha compiuto studi regolari, e quando raggiunge lo zio a Trieste Franc è un uomo che ha idee chiare non solo nel campo degli affari, ma anche della cultura, dell’arte e del mecenatismo. Presto Franc si fa il nome, fra l’altro, di grande patriota sloveno. Appoggia e sostiene le associazioni slovene, aiuta il giornale ”Edinost” ad avere una tipografia tutta sua, consentendogli di passare da settimanale a quotidiano, è socio e sostenitore assieme al figlio Viktor della Slovanska cvitalnica, il Circolo di lettura slavo, ed è socio fondatore del Delavsko podporno društvo, l’Associazione operaia di mutuo soccorso. È un raffinato collezionista d’arte della corrente modernista, ed è lui che fa costruire, tra il 1879 e il 1882, il palazzo Kalister di fronte a Piazza Libertà, oggi sede della ditta Parisi.
Nel 1870 Franc sposa Ivana Mamola (1848-1925), dalla quale avrà due figli. Il primogenito morirà giovanissimo, mentre sarà il secondogenito Viktor a ereditare il patrimonio di famiglia dopo la morte di Franc, nel 1901. A differenza del padre e del prozio, però, Viktor non ha un’anima imprenditoriale, e si limiterà alla mera gestione del patrimonio. Si sposa due volte, prima con Rosa Alfonsina Duponnais (1866-1934) e poi con Maria Menegatti (1885-1958). Da nessuno dei due matrimoni nasceranno figli e con la morte di Viktor, nel 1948, si estingue la linea maschile dei Kalister.
La vena imprenditoriale iniziata da Janez Nepomuk Kalister continua invece con l’altro nipote, Josip Gorup. Josip inizia la sua formidabile ascesa economica a Trieste, ereditando oltre all’impresa dello zio anche l’Imperial Regio privato Filatoio meccanico di Aidussina, che più tardi si trasformerà in una società per azioni fondendosi con il Filatoio di Ronchi. Dopo la scissione della società con il cugino Franc, Josip lascia Trieste per trasferirsi a Fiume, anche se rimarrà per sempre legato alla città giuliana, soprattutto in virtù delle attività armatoriali portate avanti dal primogenito Kornelij e dalla sorella Ivana Gorup in Mucha, una delle poche donne slovene attive nel settore armatoriale, per un certo periodo persino proprietaria unica di un veliero, l’”Aurora M.”. Nonostante una relativamente breve presenza a Trieste, Josip Gorup è proprietario in città di diversi immobili, oltre che di boschi, vigneti, frutteti, orti e due mulini in via Giulia. L’avventura di Josip Gorup continua a Fiume, ma la folta ramificazione della famiglia lascia più di una traccia a Trieste. Josip, che avrà anche un titolo nobiliare, si sposa due volte, mettendo al mondo complessivamente quattordici figli. Conosce la prima moglie, Ana di Pergkofer (1842-1881) mentre sovrintende l’impresa dello zio Kalister alla costruzione della linea ferroviaria Klagenfurt-Maribor. Dopo le nozze la coppia si stabilisce a Trieste, e dall’unione nasceranno otto figli. Altri sei figli nascono dal secondo matrimonio, con Klavdija Keesbacher (1863-1941), sposata due anni dopo la morte di Ana.
A questo punto le trame familiari di questa dinastia slovena si sfilacciano, soprattutto dopo la prima guerra mondiale, tra Austria, Italia e Jugoslavia, in un fiorire di storie e vicende alcune delle quali tragiche. Come quella di uno dei figli di Josip, Vladimir, nato nel 1877. Vladimir si era sposato con Zora Crnadak, figlia di un banchiere di Zagabria, ed era proprietario, fra l’altro, del castello di Jelše a Šmarje pri Jelšah, nei pressi di Celje. Un giorno, verso la fine della prima guerra mondiale, offre rifugio a un profugo russo, il conte Dunin Rajevski, già cerimoniere dello Zar. La sua generosità non viene ripagata: Zora, la moglie di Vladimir, si innamora follemente del conte russo, molla il marito e la figioletta Zorica e scappa con lui ad Antibes, sulla Costa Azzurra. Vladimir è prostrato dal dolore, e per aggiunta cominicia a incontrare anche grosse difficoltà finanziarie. Il 18 dicembre 1929 Vladimir Gorup si toglie la vita durante una battuta di caccia.
La saga slovena dei Kalister-Gorup ha lasciato più di un segno nella memoria storica di Trieste. Una la si può ancora vedere in via Coroneo 3, dove abitò Kornelij: è lo stemma dei Gorup in rilievo e dipinto, mentre nell’atrio dello stesso edificio c’è una lapide commemorativa con la scritta ”Casa de Gorup 1903-1995”.


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Re: I Kalister

Messaggio da AdlerTS »



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Re: I Kalister

Messaggio da babatriestina »

E continuo mi coi Gorup: Nel Novecento go conossudo tre sorelle Gorup, e no me ricordo che le gavessi fradei. So per certo che le iera almeno comproprietarie dela casa Gorup de via Coroneo, quela che sora xe ciamada casa Kalister, perchè le ghe ne parlava a casa mia.
Le tre sorelle iera amiche dela mia famiglia e ga sposado amici de mio papà: Anna Gorup, quela che iera più de casa con noi, ga sposado Filippo Artelli, Bettina (Albertina credo in realtà) gaveva sposado el dotor Marino Gopcevich e la terza Consuelo ga sposado Oddo Nasso. Ghe xe discendenti femmine de due de lore in giro per l'Italia.


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Re: I Kalister

Messaggio da Nona Picia »

Chissà se i nomi Goriup, de una famiglia che abitava in una caseta drio casa mia e Goruppi che abitava soto de noi, deriva da Gorup?


Ciao ciao
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Re: I Kalister

Messaggio da babatriestina »

Conossevo anche mo dei Goriup, dei Goruppi e dei Curuppi anche me par


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Re: I Kalister

Messaggio da Nona Picia »

Cognome comune quasi come el mio.... :lol:


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