... Doris, la studiosa?

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Der Suchende
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... Doris, la studiosa?

Messaggio da Der Suchende »

Buongiorno,

fazendo dele ricerche de studio me son imbatudo in una tale Doris che nel 1899 scriveva rticoli (la ghe ne ga scritti 14 in tuto nei vari ani) su la Gazzetta Letteraria de Torino. La iera triestina e la scriveva de Trieste, probabilemte iredentista o comunque de sentimenti italiani. La scriveva anche de leteratura tedesca e nordica.

Chi che me tira fora el nome reale o el cognome vanza una bireta!! :-D

Un saluto,

Der SUchende


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babatriestina
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Re: ... Doris, la studiosa?

Messaggio da babatriestina »

me incuriosissi... bisognassi provar a leger qualche memoria de triestini iredentisti.. tipo le memorie de irredentismo d e Veronese senior, per dir.. se la scriveva de Trieste e de leteratura nordica alora la gaverà sicuro scambiado opinioni con Slataper, che se occupava anche me par...


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mandi_
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Re: ... Doris, la studiosa?

Messaggio da mandi_ »

Dovrebbe trattarsi di Emma Conte, che scriveva con lo pseudonimo di "Doris". Figlia di Luigi e Godina Carolina, nacque a Trieste nel 1850 e morì a Trieste il 05/03/1918. Era moglie di Moishè Luzzatto che fu vice podestà a Trieste per venticinque anni e morì a Trieste il 20 settembre 1915.


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Re: ... Doris, la studiosa?

Messaggio da babatriestina »

Grazie mandi adesso si va sul facile:
http://ilpiccolo.gelocal.it/tempo-liber ... 1.12129459
Moisè Luzzatto (foto della Fototeca dei Civici Musei di Trieste), nato a Gorizia nel 1824, esponente dell'agiata borghesia ebraica, era membro d'una illustre famiglia di patrioti. Laureato in Medicina, a Trieste animò iniziative sociali, culturali e benefiche e ricoprì incarichi di prestigio anche in campo politico e amministrativo, in primis servendo da vice podestà per venticinque anni. La moglie Emma Conte pubblicò, con lo pseudonimo di Doris, lavori letterari e traduzioni di Heine. L'unico figlio, Vittorio, morì tragicamente a Vienna nel 1893. Alcuni loro ricordi ci sono giunti dal celebre accademico e fondatore della Doxa Pierpaolo Luzzatto Fegiz, pronipote di Moisè, il cui fratello Girolamo sposò la pittrice triestina Alice Fegiz.
Coniugando alti ideali con un'amministrazione ordinata e concreta, Luzzatto si dedicò con passione alla nascente azienda scolastica del Comune e presiedette la Commissione scolastica. Impegnatosi nella riorganizzazione degli ospedali, fu tra i direttori della Società triestina d'igiene e presidente sia del Curatorio della Scuola superiore di commercio Fondazione Revoltella (nucleo originario dell'Ateneo cittadino) sia del Consiglio Sanitario provinciale. Si distinse inoltre in sodalizi quali il Gabinetto di Minerva, la Società del Progresso e la Società Adriatica di Scienze Naturali.
Positivista e massone, favorì l'educazione laica, l'assimilazione e l'adesione al modello nazionale e culturale italiano, militando tra quegli israeliti che presero le distanze dall'appartenenza religiosa, per riconoscersi piuttosto in una comune tradizione storica e morale.
Ebbe spiccate doti retoriche, al punto che il barone de Rinaldini, luogotenente della provincia, confessò che non v'era "cosa più difficile che il ribattere a sì agguerrito oratore quale Moisè Luzzatto"; tuttavia, i suoi stessi avversari constatavano che, in lui, la fermezza, la tenacia e un aspetto un po' burbero si accompagnavano sempre a signorilità e correttezza. Punto fermo dei liberal-nazionali, morì quasi novantunenne, pochi mesi dopo la moglie, il 20 settembre 1915: i due, di conseguenza, non videro realizzarsi il sogno di redenzione delle terre non ancora unite al Regno d'Italia, in primo luogo della loro Trieste, che nel 1890 aveva conferito a Moisè la cittadinanza onoraria. Nel 1902, al termine della carriera, e nel 1914, per il novantesimo compleanno, la città gli assegnò altri riconoscimenti per i decenni in cui aveva dato "tutta la sua saggia operosità" al Comune e per l'instancabile dedizione a favore tanto "dell'ascensione dell'idea liberale e nazionale", quanto "delle lotte civili per la libertà e per il progresso di Trieste".
Nel 1919 gli fu dedicata una strada (una parte di via Belpoggio, già via Remota). Nondimeno, in epoca fascista, precisamente nel 1940, il "nome non ariano di Moisè
Luzzatto" fu espunto e sostituito con quello di Italo Balbo, per rispettare - così sostenne il podestà - l'"unanime sentimento della cittadinanza triestina". Nel 1956, infine, a Luzzatto fu resa giustizia e gli venne intitolato un tratto fra Strada del Friuli e via Bonomea.
Valerio Marchi
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20 settembre 2015


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Re: ... Doris, la studiosa?

Messaggio da babatriestina »

e pure i musei
Moise' Luzzatto, fu Giuseppe e Gentilli Giuditta, nato a Gorizia nel 1824 e deceduto a Trieste il 20 settembre 1915; si sposa con Emma Conte (fu Luigi e Godina Carolina) nata a Trieste nel 1850 e deceduta a Trieste il 05/03/1918 (Anagrafe storica. Archivio comunale).
Vice podesta di Trieste, assieme a Felice Venezian, Teodoro Mayer, Camillo Ara e altri non ebrei come Oscar Ravasini partecipa al movimento liberalnazionale. Nel 1886 abiura la religione dei padri come Felice Venezian, Eugenio Geiringer e Jacopo Liebmann (Pietro Spirito, Cento anni a casa dei Luzzatto-Fegiz, in Il Piccolo 29 novembre 2009).
La morte d'un apostolo dell'italianita' a Trieste. La Tribuna ha da Trieste ... notizia della morte, all'eta' di 92 anni, del patriota triestino Moise' Luzzatto, ex presidente del Consiglio municipale e della Deputazione provinciale. Di lui dice la corrispondenza: Lasciata la medicina per dedicarsi a l'amministrazione della citta' di Trieste, spiego' un'attivita' ammirabile, sorprendente nel campo scolastico. Di fronte alla costante tendenza del Governo austriaco a germanizzare prima, a slavizzare poi Trieste e tutta la Venezia Giulia, il dottor Moise' Luzzatto, capo riconosciuto del partito liberale triestino, succeduto a Francesco Hermet, e coadiuvato poi da Felice Venezian, volle che gran parte delle risorse finanziarei di Trieste fossero investite nelle scuole popolari e medie comunali. Eresse scuole italiane modello, contrapponendole a quelle tedesche del Governo e riuscendo a dar loro uno sviluppo rapido, meraviglioso. Anche nel campo della politica nazionale spiego' efficace attivita'. Allo scoppio della guerra il consigliere imperiale Kretich di Strassoldo non solo sciolse il Consiglio comunale. ma interno' il podesta' Valerio e licenzio' la giunta, perseguitando alcuni suoi membri. Il povero dottor Luzzatto, che conservo' lucida mente fino agli ultimi giorni della sua lunga e operosa esistenza, se ne accoro' e mori' senza veder avverarsi il grande sogno di tutta la sua vita (in Il vessillo israelitico. fasc. 20 (1915), p. 568-569).
[Consulenza del prof. Valerio Marchi]


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Re: ... Doris, la studiosa?

Messaggio da mandi_ »

L'unica cosa che mi lascia perplessa è la data di morte di "Doris": nel "Piccolo" si parla della morte del marito Moisè pochi mesi dopo quella moglie (1915); nell'altro documento si parla della morte di lei nel 1918.


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Re: ... Doris, la studiosa?

Messaggio da babatriestina »

lascia perdere il Piccolo e leggi anche qua

http://www.valeriomarchi.it/downloads/m ... zzatto.pdf

L'eco del Litorale 2 giugno 1902 "Dal canto suo, l’antagonista foglio cattolico goriziano «L’Eco del Litorale» non
mancò di dare una stilettata, perfettamente in linea con la già ricordata ostilità di buona
parte dei militanti cattolici della stampa – e non solo della stampa – nei confronti degli
ebrei, in particolare di quelli più in vista e più impegnati sul piano politico, sociale e
culturale: «Mosè [sic] Luzzatto che da oltre 25 anni era il tradizionale vice presidente
del Consiglio – non lo è più – e Trieste non piange»" relativo alle sue dimissioni per età avanzata. Mor' nel 1915

"Emma Conte Luzzatto (fi glia di Luigi e di Carolina Godina), nata e deceduta a
Trieste (1850-1918), divenne moglie di Moisè il 5 aprile 1871. Il Bedarida l’ha accostata
ad altre scrittrici ebree – fra le quali alcune, come lei, «triestine e italianissime»
– degne di essere ricordate93.
Nei giorni seguenti alla morte di Moisè, il «Cittadino Italiano» di Trieste riferì delle
generose elargizioni della moglie a benefi cio di varie persone e istituzioni (bisognosi,
disoccupati, Guardia Medica, Ospizio Marino…).
Di lei, scrittrice, poetessa e traduttrice, che talora usava lo pseudonimo «Doris»,
ci restano alcuni lavori di discreto livello: in uno di essi, commercializzato a vantaggio
della Lega Nazionale e offerto all’onorevole Giorgio Piccoli, vice presidente
della stessa, Emma, nella dedica iniziale – dopo aver chiarito che ha voluto tracciare,
attraverso la storia di una povera fanciulla, una descrizione di Trieste – ha lasciato
questa testimonianza:
Se oggi, nel sottoporre al giudizio del pubblico questa modesta opera mia, non provo più quella ben naturale trepidazione che mi assaliva quando nelle lunghe ore solitarie, io volontaria reclusa,
fi ssavo con la penna il ricordo della Trieste che ho amato fi n da bambina e che adesso ancora è
uno dei pochi miei affetti al mondo, egli è che una fede mi sorregge: il sentimento d’intenso amore
al mio paese e al suo carattere nazionale, sentimento ch’io tentai di trasfondere nelle poverissime
pagine di questo libro, invoglierò spero i miei lettori a favorire sempre, con ogni lor possa, una
Associazione, che tanto nobilmente risponde ai nostri santi ideali94.
Morì il 5 marzo 1918: neppure lei, dunque, poté assistere all’avveramento del
sogno di Trieste italiana. Un necrologio comparve sul «Lavoratore» del 7 marzo
1918, a p. 2: si premurò di farlo pubblicare, anche a nome degli altri parenti, il nipote
avvocato Giuseppe, che già conosciamo, marito di Alice Fegitz"


L'articolo ricorda che i coniugi sono citati nelle memorie del prf Pierpaolo Luzzatto Fegiz che possiedo pure , con dedica a mio padre che gli fu amico


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Re: ... Doris, la studiosa?

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comunque: grande Mandi! :clapping_213: :clapping_213: :clapping_213:


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Re: ... Doris, la studiosa?

Messaggio da Der Suchende »

Utilissimi e gentilissimi!!


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