sono piccolo ma crescero ha scritto:
[FUORI TEMA]Ti segnalo, se ti fosse sfuggito, un altro argomento relativo a navi affondate nelle vicinanze
https://www.atrieste.eu/Forum3/viewtopic.php?f=7&t=6073 ed ancora aperto nelle conclusioni. Non è mica che hai notizie, visto che si è ancora col dubbio se l'affondamento sia vero o meno?[/FUORI TEMA]
Fuori Tema. Lo sposterei in “La corvetta Berenice” .
Sono venuto a conoscenza della vicenda della goletta Berenice solamente dopo la lettura dell'articolo di Pietro Spirito, ripreso poi nel nostro Forum.
Mi ero già documentato in precedenza sui sinistri in mare, avvenuti nel periodo immediatamente successivo (1811-1812) alla battaglia anglo francese di Lissa, per reperire notizie relative all'affondamento di una fregata, (notizie) che ho rintracciato con insperata dovizia di particolari.
La nave naufragò al largo di Malamocco a causa di una burrasca, al suo rientro a Venezia dall'isola dalmata, avendo prima fatto rotta su Pola.
Non ho trovato alcun elemento comprovante lo scontro della Berenice con l'Indomitable;
il fatto è però giustificabile, trattandosi della perdita di una nave di scarso rilievo, ma la goletta non mi risulta nemmeno annoverata tra le unità della Marina Napoleonica presenti in Adriatico tra il 1806 e il 1814.
D'altronde non di tutte le piccole unità è ricordato il nome e pertanto il fatto di non averlo reperito non inficia la veridicità dell'avvenimento.
Dal giornale di bordo dell'Indomitable rilevo che lo scontro avvenne a non molta distanza da terra, al limite della gittata delle artiglierie costiere, in particolare di quelle di Duino.
Presumo, pertanto, che il relitto posasse su di un fondale di una quindicina di metri, profondità che avrebbe consentito il successivo recupero degli oggetti di valore ed in particolare delle otto bocche da fuoco presenti a bordo, usufruendo della pur modesta tecnologia dell'epoca.
L'equipaggio venne salvato, perlomeno in parte, ed è possibile che, dopo l'affondamento, l'alberatura affiorasse, permettendo di localizzare immediatamente il relitto e consentire le operazioni di prelievo dei materiali, fatto abbastanza consueto per i naufragi avvenuti lungo le coste venete.
Così non avvenne per il Mercure che, pochi mesi prima, colpito alla santa barbara saltò in aria senza lasciare superstiti e fu localizzato solamente grazie al ritrovamento di una carronata rastrellata da una rete a strascico.
(A questo proposito Baba ha ricordato il sito di Archeosub. L'università di Cà Foscari ha pubblicato un DVD sul Mercure a cura del prof Carlo Beltrame, che merita di esser visto; se ti interessa e non riesci a reperirlo contattami.)
Delle parti lignee, in due secoli, possono essersi conservate solamente quelle parti dello scafo sprofondate sotto il fondale, fangoso o sabbioso; difficilmente si potrà rilevare con un side scan o altro strumento ultrasonoro una “gobba” del fondale, spianato dagli attrezzi da pesca, ed in assenza di grosse masse metalliche il magnetometro è inefficiente.
A Venezia nel corso degli ultimi anni sono stati scoperti alcuni relitti lignei datati tra '700 e '800, nell'ambito delle bocche di porto. Sono venuti alla luce solamente a seguito delle campagne di escavo relative alla realizzazione delle fondamenta del MOSE e delle lunate ( le nuove dighe foranee a protezione di quelle esistenti dalle mareggiate di scirocco).
Poco o nulla affiorava in precedenza dai fondali, dove si sono avvicendate generazioni di subacquei, che non si sono mai resi conto della presenza dei reperti.
A mio parere si tratta di una ricerca dispendiosa e con minime possibilità di successo: sono piuttosto da tener d'occhio e controllare, degli eventuali spiaggiamenti di materiali e, se resi noti, ritrovamenti di oggetti da parte dei pescatori, non possedendo altri elementi utili per una ricerca sistematica.