I Napoleonidi a Trieste

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Ciancele
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Re: I Napoleonidi a Trieste

Messaggio da Ciancele »

babatriestina ga scrito:

Go sempre credudo, sula base de qualche libro naturalmente, che el verlan sia più argot che francese "in lingua".

Rispondo:

In principio sì. Noi de muli gavevimo anca noi una lingua secreta. Ma el verlan vien usado anche in lingua e in libri. Ma mi volevo solo far veder per scherzo certe somiglianze dela gramatica francese con quela triestina (o viceversa). Mi me go inacorto che anca in spagnol gavemo qualcosa de simile. Un modo che xe tra el congiuntivo e el condizional e che no go trova in altre lingue. Forse Elisa ne pol contar qualcosa. Mi go studià spagnolo autodidata in tre giorni su comando del mio diretor. Nel 1957! E mai più dopo.


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macondo
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Re: I Napoleonidi a Trieste

Messaggio da macondo »

Sicuramente Elisa ne conterá de piú, ma nel spagnol (saria piu giusto ciamarlo 'castigliano') che se parla in Argentina e specialmente nel argot un poco malavitoso del lunfardo che se parla a Buenos Aires, se usa abastanza de parole con le silabe invertide. Mi savevo diverse ma adeso me ricordo solamente una – tonbo, che saria boton, che a sua volta volesi dir polizioto (per via dei botoni doradi che i gaveva nele vecie uniformi).


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Elisa
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Re: I Napoleonidi a Trieste

Messaggio da Elisa »

Eh sì, Ciancele e Macondo avete ragione. :-)
Vi dico: Non è che io sia "finoli" (modismo argentino per definire una persona che affetta finezza e delicatezza) ma non farò certo uso di questo argot = al vesre = al revés = al verre :o che esiste effettivamente, sebbene non mi dispiace apprezzarlo da chi lo applica con garbo nello scrivere, giacchè in rare occasioni si parla formalmente e soltanto in circoli costituiti allo scopo. Nello spagnolo "castigliano" che si parla in Argentina, esistono innumerevoli parole in lunfardo e in vesre, di effetto umoristico e analoghe al verlan francese.

Esempio dei termini più in uso:
tonbo - botón
los chochamus del feca - los muchachos del cafe
mionca - camión
lompa – pantalón
ñoba - baño
choborra – borracho
chabomba – bombacha
grone – negro
zapán - panza
e tanti altri! :-)


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macondo
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Re: I Napoleonidi a Trieste

Messaggio da macondo »

Parlando di dialetti segreti, vorrei ricordare le cockney rhimes o 'rime cockney' che si usano ancora nei quartieri popolari dell'est di Londra. Sembra un poco complicato, ma faccio un esempio. Amico, o mate fa rima con Cina plate (piatto di porcellana), ma la seconda parola si sottintende. Percio My old Cina significa 'Mio vecchio amico'.
Ancora: kid=ragazzino che fa rima con Dustbin lid (Coperchio della spazzatura). Si dice dunque, That dustbin, per dire 'Quel ragazzo'. Tutte queste rime son ben stabilite ed e piuttosto complicato capirle.


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Re: I Napoleonidi a Trieste

Messaggio da AdlerTS »

babatriestina ha scritto: e lì nacquero i suoi due figli ( la moglie era Caterina del Wuerttenberg), dapprima Matilde, 1820- 1904, e poi Napoleone Girolamo Giuseppe Carlo (1822 – 1891), detto Plon Plon.
Doveria esser questa (foto ebay)

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Re: I Napoleonidi a Trieste

Messaggio da babatriestina »

Ciancele ha scritto:I francesi a Trieste o i ga imparà dei noi o noi de lori: l'inversion de la silaba. El fransé verlan. Co' noi disemo lanfur o biboca, xe forsi un francesismo. Francais l'envers (pronuncia: fransè lanver = fransè verlan), cioè in francese se pol anca girar la silaba disendo verlan inveze de lanver.
Ciancele
http://fr.wikipedia.org/wiki/Verlan
Les plus anciennes formes de métathèses et autres jeux de mots attestées remontent au xiie siècle avec Le Roman de Tristan et Iseut où Béroul transforme le prénom de Tristan en Tantris cependant, il n'est pas établi si de telles formes étaient utilisées dans le langage courant4.
C'est ensuite au xvie siècle et au xviie siècle que ces anagrammes et jeux de mots se sont multipliés. En 1690, Antoine Furetière, dans son Dictionnaire universel, donne pour définition de l'article « verjus » « On dit, c'est verjus ou jus vert pour dire : c'est la même chose », représente la forme la plus ancienne pouvant être assimilée avec certitude à du verlan5. D'autres exemples apparaissent ensuite régulièrement dans la littérature.
C'est au cours des années 1800 que l'utilisation du verlan dans la communication orale apparaît. Dans Les Sources De L'Argot Ancien, Lazare Sainéan rapporte le cas d'une lettre de bagnard surnommé « La Hyène » ayant daté sa lettre par « Lontou, 1842 » au lieu de Toulon, indiquant que le verlan était utilisé dans le milieu carcéral. Tout au long du xixe siècle, l'usage d'argot tels que le verlan ou le Loucherbem se répand dans le langage des prisonniers, des forçats et de la pègre5.


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Re: I Napoleonidi a Trieste

Messaggio da babatriestina »

Alcuni ritratti:
dal museo Revoltella il principe Felice Baciocchi marito di Elisa Bonaparte, opera del Bartolini
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e dal Sartorio, gipsoteca, un busto di Napoleone
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ed uno della coppia Murat, Gioacchino e Carolina: sono due gessi che si trovavano in Villa Murat, i busti in marmo sono dispersi. Opera di Antonio Canova.
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Re: I Napoleonidi a Trieste

Messaggio da Ciancele »

Elisa ha scritto:Eh sì, Ciancele e Macondo avete ragione. :-)
Vi dico: Non è che io sia "finoli" (modismo argentino per definire una persona che affetta finezza e delicatezza) :-)
Noi diseimo finoto.


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Re: I Napoleonidi a Trieste

Messaggio da babatriestina »

tornando ai Napoleonidi al Museo di Storia patria c'è un modellino in legno di Villa Murat

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e alcuni bicchieri e brocche appartenuti ai Murat, con il loro monogramma

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Re: I Napoleonidi a Trieste

Messaggio da PaoloPeresutti »

In realtà l'arrivo della famiglia Baciocchi a Trieste, e l'acquisto di quella che verrà più tardi chiamata “Villa Murat” da parte dell'augusta sorella dell'ex imperatore dei francesi, è da considerarsi avvenuta almeno due anni prima di quanto dici, cioè nel 1816. In quell'anno, infatti, ed esattamente, secondo quanto scrive la storica statunitense De Courcy nella sua monografia “Paganini, the Genoese”, il grande violinista e virtuoso genovese, Niccolò Paganini, appunto, fece la prima delle sue due tournée a Trieste, tenendo cinque accademie (concerti) presso il Teatro Grande (oggi “Verdi”), e fermandosi nella nostra città dal 30 agosto al 15 ottobre. Dopo l'ultima esibizione, l'Osservatore Triestino, il 16 settembre 1816 scriveva: “.....anche la nostra città è stata spettatrice e nel tempo stesso ammiratrice de' grandi talenti del celebre professore di violino Niccolò Paganini.....” e ancora: “.....a far conoscere di quale eminente abilità egli ne abbia sostenuto il vanto, giacché non si dà esempio a Trieste che un Virtuoso suonatore abbia potuto riprodursi tante volte e sempre con maggior diletto del pubblico.....”.
La permanenza in città del musicista genovese, oltre all'ammirazione del pubblico, scatenò la fantasia di scrittori, giornalisti sempre a caccia di gossip (già allora.....!) e romanzieri, fra i primi il Boccardi. Come si sa, e come lo stesso Paganini attesta, fra lui e la graziosissima (più o meno......) sovrana del Granducato di Toscana c'era stata una tresca amorosa già dai tempi in cui il violinista era al servizio di Elisa alla corte di Lucca, incarico assunto, secondo Domenico Corsi, alla fine di luglio del 1805. Della “love story” fra il romantico e misterioso violinista e la nobildonna sapevano proprio tutti, escluso, forse, il povero Felice Baciocchi, che Paganini chiamava ironicamente “bon et rebon” e che pretese di divenire (con scarsi risultati) allievo del grande musicista, dando però a Niccolò l'opportunità di essere “di casa”nelle regali stanze del palazzo ducale.
La radio, all'epoca, non esisteva ancora, ma potremmo giurare che la immancabile “radio babe” locale, cioè la innata propensione dei triestini a parlare e sparlare e a inventare leggende metropolitane fu ben attiva in quei giorni d'autunno del '16. E il Boccardi, sensibile alla vox populi quale fonte d'ispirazione, mise nero su bianco dettagli e particolari dei furtivi incontri fra i due amanti, proprio a Villa Murat dove, secondo il romanziere, Paganini avrebbe tenuto anche dei concerti.
E' veramente improbabile che questo ritorno di fiamma sia qualche cosa di più che una leggenda. Come scrive Bruno Tonazzi nel suo “Paganini a Trieste”: “.....a Trieste Elisa aveva già soggiornato brevemente nel '14, cioè nell'anno in cui vi aveva preso dimora stabile suo fratello Girolamo, ex re di Westfalia, con la consorte Caterina.....” “.....ma nel '15 l'ex re riusciva a fuggire da Trieste, eludendo la rigorosa sorveglianza della polizia asburgica. Il direttore della polizia locale, Carlo de Cattanei, sul quale ricadevano le responsabilità dell'accaduto, fu perciò costretto ad inasprire le misure di sorveglianza nei confronti dei Bonaparte. E' in questo teso clima politico che Elisa iniziò la sua permanenza a Trieste nel 1816.....”.
Queste restrizioni personali non impedirono, comunque, ai Conti di Campignano, di acquistare una sontuosa villa appena fuori città e un podere a Villa Vicentina quindi, evidentemente, una certa qual libertà d'azione e una certa disponibilità economica doveva pur averla, la nostra Elisa. Ciò che appare improbabile è che il Paganini, da uomo avveduto e da accorto affarista qual'era, si sia lasciato andare a per lui poco convenienti atteggiamenti galanti con la Bonaparte, mentre gli occhi dei triestini erano tutti puntati su di lui. A parte l'esiguo numero di bonapartisti presenti a Trieste, la stragrande maggioranza della popolazione, memore delle angherie subite durante le tre occupazioni da parte dell'esercito napoleonico e, per di più, ancora alle prese con il perdurare della grave crisi economica provocata dalle stesse occupazioni, nutriva sentimenti ostili verso i francesi e i loro simpatizzanti. Quindi, in un complesso di circostanze così avverse ai napoleonidi, può Paganini aver messo in atto il suo presunto proposito di rivedere Elisa, senza il rischio di subirne le conseguenze in termini di danni alla sua carriera...? Probabilmente no.
Ma ciò che appare chiaro è che, con certezza, l'imperial sorella - e il povero capitano corso... - si trovavano già a Trieste nel 1816, e risiedevano a Villa Murat.


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Re: I Napoleonidi a Trieste

Messaggio da babatriestina »

Grazie, così scopriamo anche un possibile passaggio di Paganini a Trieste.
Secondo te, dove è morta Elisa? le mie notizie danno Villa Vicentina, ma altri dicono Trieste città.


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Re: I Napoleonidi a Trieste

Messaggio da Nini Naridola »

Nel 1816 Paganini "di passaggio per questa illustr città", diede al Teatro Nuovo cinque concert, dal 1° al 5 settembre.
Si suppone - riporto le parole di Giuseppe Radole - (mancano però le prove) che Paganini abbia fatto visita ad Elisa Bacciocchi, conosciuta e frequentata assiduamente a Lucca, quando fu aggregato alla Cappella dei musici della corte di Elisa (1805-12).
E' probabile che Paganini non si sia recato in Campo Marzio a Villa Murat, perchè non voleva che il suo nome fosse annotato dalla polizia che teneva sotto speciale sorveglianza i Bonaparte e quanti li frequentavano.... La sua prossima tappa era Vienna!
Durante il soggiorno triestino Paganini riportò un'ottima impressione del primo violino-direttore d'orchestra Giuseppe Scaramelli (mio quintisavolo), tanto da ricordarlo nella sua corrispondenza
Nel 1824, ai primi di ottobre, Paganini ritornò a Trieste ove fu ospite del ricco mercante genovese Agostino Samengo, buon dilettante di violino.


PaoloPeresutti
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Re: I Napoleonidi a Trieste

Messaggio da PaoloPeresutti »

Da quanto ne so, Elisa morì a Trieste il 7 agosto del 1820 e i funerali furono celebrati in cattedrale a S. Giusto, prima che la salma fosse portata a Bologna.

Il passaggio di Paganini non è "probabile", il maestro genovese fece due tournée nella città di S. Giusto, una nel 1816 e una nel 1824. L'Osservatore Triestino, il 9 ottobre del '24, annuncia l'arrivo in città ".....del filarmonico e celeberrimo professore di violino Sig, Niccolò Paganini.....", proveniente da Venezia in compagnia della soprano Antonia Bianchi, sua amica e (guarda un po'...!) amante, con cui si esibiva in quel periodo.
Il soggiorno a Trieste coincide con una visita medica dal "famoso" dott. La Greca, poichè Paganini riprendeva prorpio in quei mesi l'attività concertistica dopo ben due anni di assenza dalle scene a causa dell'aggravarsi delle sue condizioni di salute, mai floride. Il suo aspetto, notarono i testimoni che lo avevano conosciuto anni prima, era alquanto cambiato. Scrive Matteo Niccolò de Ghetaldi, a Venezia, il 21 settembre dello stesso anno: ".....non ha un bell'aspetto..... non ha un portamento eretto. E' magro, pallido e cupo. Quando ride, si notas che gli mancano alcuni denti....."


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Re: I Napoleonidi a Trieste

Messaggio da babatriestina »

Museo di Storia Patria, medagliere: medaglia con Gerolamo Napoleone, PlonPlon. Notare il profilo e la volutamente accentuata somiglianza con il celebre zio.
Forse ancor più accentuata rispetto al cugino Napoleone III, figlio indubbiamente di Ortensia Beauharnais, ma quanto al padre Luigi Bonaparte.. il matrimonio fu imposto, non fu mai felice e successivamente il figlio duca di Morny era chiaramente dichiarato figlio del conte Flahaut

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Re: I Napoleonidi a Trieste

Messaggio da babatriestina »

memorie napoleoniche al Museo Revoltella:
un busto di Napoleone di Houdon
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modellino della statua di Canova: originale della statua a Brera in cortile e statuetta in parco a Miramare

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in tema neoclassico, dipinto a tema mitologico di Angelica Kaufmann, sempre al Revoltella

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Re: I Napoleonidi a Trieste

Messaggio da babatriestina »

Museo di Storia Patria, miniatura di Napoleone. Foto non molto ben riuscita
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( che panza..)


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Re: I Napoleonidi a Trieste

Messaggio da Ciancele »

babatriestina ha scritto: Museo di Storia Patria, miniatura di Napoleone. Foto non molto ben riuscita
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( che panza..)
Te son sicura che no sii un motofontagio? La testa de Napoleon e il mio magnifico corpo? Formato e modelato da bira e luganighe. :clapping_213:


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Re: I Napoleonidi a Trieste

Messaggio da babatriestina »

Due immagini di Villa Murat nelle vecchie stampe, una della Biblioteca Civica e l'altra non ricordo, in cui Campo Marzio è indicato Campo Marzo. per acquitrini o corruzione del nome?

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e un commento sulla sua distruzione da parte del prof Gianni Contessi sul Piccolo ( parlava di Trieste, città del neoclassico)
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Re: I Napoleonidi a Trieste

Messaggio da babatriestina »

Da vecchi ritagli di giornale che avevo conservato, Girolamo Napoleone, quello della targa, nato a Trieste,
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e al suo matrimonio con la principessa Clotilde giovanissima , che suggellò l'alleanza Piemonte/ Francia napoleonica del 1859
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la principessa in un ritratto conservato a Firenze. a palazzo Pitti son confluiti molti degli a rredi dei palazzi reali e principeschi italiani
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Re: I Napoleonidi a Trieste

Messaggio da babatriestina »

dai miei vecchi ritagli di riviste, un albero genealogico semplificato di Napoleone e famiglia
è del 1813 per cui il "re di Roma" è già Duca di Reichstadt

Notare che anche Luciano e Gerolamo erano sposati, ma le mogli non sembrano esser considerate degne di figurare nell'albero genealogico

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