Trieste nel '700

De 'l porto franco a la prima guera mondial
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Trieste nel '700

Messaggio da rofizal »

Ecco una interessante descrizione di Trieste del 1763, fatta dal console veneto nella nostra città, tale Marco de Monti:

"LA CITTA' VECCHIA

Ella è piantata a Ponente et ha le sue radici a Marina, da dove s'innanza in sito per lo più Alpestre e Montuoso, assai ristretta ed angusta nella sua dimensione, mal composta nelle strade con fabriche antiche, e d'una Architettura assai irregolare e confusa, le quali in complesso formano il numero di 537 fra mediocri e di piccola e pove costruzione."

Al che il Curiel notava come l'anagrafe del 20 aprile 1758 indicava:
Città vecchia case 538 e persone 5.051
Città nuova case 92 e persone 1.373.

Continuando:

"Dall'alto al basso viene fiancheggiata da un muro secco, standovi sulla sommità piantato un vecchio castello fortificato all'antica ch'è presieduto da 200 uomini di Truppa regolata, atto più a impor freno alla sudditanza che a colpir il nemico, che divisasse di attaccarla per la parte di mare.

In breve distanza del Castello medesimo per calar in Città v'è la Catedrale, unica parochia del paese coperta da Vescovato, sostenuto da Monsignor Ferdinando d'Harbestein, nativo Viennese, provvisto dell'annual assegno di 6 mila fiorini. Progredendo alla discesa v'è un Convento di Monache Benedettine con competente rendita, dirimpetto alle quali v'è un Collegio de Padri Gesuiti di Fabrica maestosa, con moderna ed ampia Chiesa di ottima Architettura. In questo a norma dell'Instituto della Religione s'esercitano le pubbliche Scuole, et inoltre uno di quei Sacerdoti, stipendiato dalla Regina di 500 annui fiorini e di tutti gli istrumenti necessari, insegna gratis la Geometria a qualunque giovane Austriaco disposto, et inclinato ad aprenderla. Per maggiore aletamento la Casa Regia soministra fiorini 100 all'anno per li primi due anni a cadaun giovane suddito che vuol applicarsi a quella scienza.

Da collà continuando a discendere si ariva al piano della Città che ha quattro Porte, nominate San Pietro, Cavana, Porto e de Capucini, tale appunto denominata questa dalla prossimità d'un convento di quella religione. Pocco più innanzi esistevi altro Covento dei Minori osservanti che sussistono di sole elemosine della Sagrestia.

Sul sentiero stesso vi sono i Padri di San Giovanni di Dio alla direzione di picciolo ospitale che accoglie i poveri infermi del paese, contiguo altro pio albergo per le donne avanzate in età, mantenuto a spese della Sovrana.

Di facciata a suddetti Luoghi sopra picciola Collina v'è l'ospizio e la chiesa di SS. Martiri, era offiziata da Padri Benedettini, da qualche tempo stati espulsi, fu affittato quel fondo a persona che tiene fabrica di cera, ma con poco successo per mancanza di capitali.

Altra Chiesa vi esiste titolata la Madonna del Mare, offiziata da religiosi di Lingua Schiava et Illirica. Una casa di correzione raccoglie uomini e donne vagabonde e oziose, rinserrate a forza et obbligate al lavoro con la sopraintendenza dei maestri periti in varie manifatture, da che deriva che un povero paese come questo, non sofre la molestia d'alcun Questuante per le chiese né per le contrade."

continua...


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Messaggio da rofizal »

continuando...

IL BORGO NUOVO

Passerò ora al Borgo nuovo stato il grand'oggetto del defunto Imperator Carlo VI che chiamò in seguito le aplicazioni dell'Imperatrice Regnante che anche adotòlo col nome di Città Teresiana.

Il fondo era tutto di saline di ragion de particolari che del 1730 acquistato dall'Imperatore fece sturarla con l'idea di formar un Piano su cui erigervi una nuova Città.

Per raggiunger l'effetto invitò e promise a chiunque volesse fabbricarvi, l'assegno gratuito di un fondo a piacere per dover dopo dieci anni pagar un carantano per pertica sul quantitativo di Terreno che gli fosse stato accordato. Li primi a coglier l'invito furon osti, fabri e Botari, seguitati poscia da più persone di diversa categoria che in deficenza di modo, con cui porsi in fabbrica, presero soldo a Censo e tante in progresso avanzarono le case stesse, che in oggi se ne contano 130 all'incirca, fra le quali molte di propria et assai nobile figura. La mancanza dell'acqua fu superata a Reggie spese con l'errezione di varie fontane sparse in più luoghi, quantunque venghi di rilevare che nei bolori dell'estate per lo più si penuria del tanto necessario requisito. In capo al Borgo stesso in confinazione del vecchio recinto fu eretta magnifica Dogana che serve d'alloggio anche a questo Comandante co: d'Hamilton, che per altro ha per destinazione il suo soggiorno in Castello.”

Ghe xe varie note del Curiel de cui gaveremo ocasion de parlar in seguito, ma poiché iera diversi interesadi ale dogane in Trieste, cito subito quel che disi a proposito dele dogane, che cioè la prima (Muda) la iera al posto della casa n.160 sull'angolo di via Crosada e dela Muda vecchia ma, risultando questa scomoda, el decreto del 29 novembre 1749 de Maria Teresa odinava la costruzion de un edificio quadrato e isolato nel logo dove ogi sorzi el Tergesteo. Tale edificio vinirà vendudo nel 1785 al Conte Antonio Cassis Faraone per 70.000 fiorini. E ancora che el 1° maggio 1791 viniva inaugurada la nova Dogana sule saline, che sarà poi demolida per costruir sul steso logo el Palazzo delle Poste.

Continuando:

“Sin da quando fu data mano alle pubbliche e private fabbriche, affluirono più di 2.000 persone, la maggior parte Veneti che impiegarono nei lavori delle medesime al cessar delle quali ripatriarono, ridotta presentemente la popolazione a 7 mila all'incirca compresi molti rifugiati ed artieri sudditi di V.V. E.E., che s'acquistano il pane col prezzo delle loro fatiche e respettive professioni.”

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IL PORTO VECCHIO

Alla parte di mezzodì ove fu eretto il primo molo che non corrispose all'oggetto, vi sta un Lazzaretto deficiente per l'espurgo di quelli che potessero giungere da paese infetto, stata presa risoluzione come mi son fatto preggio d'umiliar in foglio 30 ottobre decorso, d'erigerne un altro a Porto Re ma per anco non fu dato il minimo principio all'esecuzione di tal'opera.

Sul primo molo indicato v'è una Piazza con Batteria per infilar la parte che riguarda la Valle di Muggia.

Pochi passi distante dal vecchio Mandracchio capace di contener 16 Tartanoni al più, fu piantato il Molo S. Carlo che passeggiandolo lo trovai lungo 150 passi andanti e della larghezza di 35, sembrando dai segnali piantati in mare per quanto l'occhio mio lasciò distinguermi che abbi ad esser prolungato altri passi cento ancora. Altri due Mandrachi o siano Canali interni vi sono nella Città nuova, stati escavati dal contumace Pirona. L'uno atto a ricoverar trenta Barcolami minuti, e l'altro 16 o 18 Legni di grossa portata.

In quanto al Porto la sua costituzione non può dirsi felice né sicura, giacchè è soggetto a gagliardi venti di Ponente Maistro, ma il più nemico che sia e che nuocer possa a Bastimenti ancorati è il vento Boreale che discendendo fiero e pesante dalle Valle pone a repentaglio i Legni grossi per esser il fondo grebanoso e perciò pocco buon tenitore.

Con tal oggetto fu costruito il molo San Carlo sperando ch'esso potesse bastare di meterli al coperto dalla parte più esposta, quando fossero ben ormeggiati e legati alle colone che stanno già piantate in debita distanza sul molo stesso, ma il fatto sta che talvolta la forza del vento facendo arar i Legni, li trasporta e pone spesso in cimento di cozzare nel molo e di trovar in quello più che la difesa una fatalissima offesa. Fra il molo suddetto e il vecchio mandrachio fu recentemente costruito un squero scoperto capace alla costruzione di grossa Nave, e sulla costiera stessa ve n'è un altro per il Barcolame minuto dirreto da Squeraroli e maestranze Rovignesi.”


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Messaggio da rofizal »

Qua finisi la descrizion del Monti e Curiel se meraviglia giustamente che no ghe sia nisun cenno ala Piaza Grande.

Vedemo adeso qualche nota de Curiel.

Convento delle Monache Benedettine
Le iera dete anche de San Cipriano, per via dela ciesa che iera acanto al convento, in via delle Monache 353, 354, 355, e che iera stada costruida nel 1458. Le verzerà dele scole normali tedesche per fanciulle el 1° marzo 1784, quando Giuseppe II che imponi de farlo o de scioglierse,

Collegio dei Padri Gesuiti
Iera stado fondado nel 1627 dal gesuita svevo Giuseppe Mezler e da quel gorizian Gregorio Salateo, banditi dala Boemia, su invito del Consiglio dei Quaranta. El diploma del 20 novembre 1636 de Ferdinando II ghe concedeva numerosi privilegi. Nel 1682 i consacra la ciesa del'Immacolata Concezione, ciamada comunemente “dei Gesuiti”. Nel 1781 el Colegio vien trasformado in caserma, poi in carcere.

Scuola Matematico-Nautica
Stabilida con decreto del 20 agosto 1753, la comprendeva due corsi teorico-pratici. Ala direzion iera el fiumano Padre Francesco Saverio Orlando dal 1754 al 1784, poi el triestin Padre Luigi da Capuano dal 1785 al 1795.

Le Porte di Trieste
Curile fa notar che le porte dela cità iera in realtà cinque, che diventa sei dopo la proclamazion del Porto franco:
  • porta di Riborgo, che iera stada demolida tra el 1750 e el 1786 (ghe xe discrdanza de date, una lapide riportava come data de demolizion el 1750)
    porta di Donota , demolida nel 1820 (anche qua una lapide la ricordava)
    porta del Porto, demolida nel 1838
    porta della Pescheria o del Pesce, nel largo di via Poroporella, demolida nel 1788
    porta di Cavana, al incrocio de via Cavana con via Felice Venezian, demolida nel 1776
    porta Nuova o di Vienna, quela costruida con el Porto franco, cusì ciamada perché de là partiva la strada che portava a Vienna
De fianco ala Porta di Cavana ghe iera il Convento dei Cappuccini (dove xe o iera la casa n.1004)

Convento dei Minori
Se trovava in quela che dopo se gaverà ciamado piazza degli Studi e chiudeva la via Cavana. Doveva eser tacada ala ciesa de San Francesco, nel 1774 ingrandida e dedicada ala B.V. Del Soccorso (la ciesa de Sant'Antonio vecchio).

Ospedale dei Padri della Misericordia di San Giovanni di Dio (fate bene fratelli)
Iera un ospedale maschile ciamado di San Giusto, situato su l'area dele case n.1013, 1014, 1108, 1332, 1143, tra le vie San Giorgio, Cavana e Santi Martiri. Gaveva 14 leti per amalai e 8 per convalescenti. Ghe iera anche un ospedale per le donne, con 12 letti, sul logo dove ogi xe el palazzo vescovile; questo gaveva una cappella dedicada all'Annunziata che ghe dava el nome ala contrada.
Questi ospedai i sera con l'apertura de un ospedal più grande nel 1769, sul logo dove nel 1785 Giuseppe II farà costruir la caserma (da l'Italia ciamada Caserma Oberdan).

Borgo Giuseppino
El 24 maggio 1736 Carlo VI compera dai Monaci Benedettini l'Isola di San Giorgio, la chiesa e il convento dei Santi Martiri con i fondi adiacenti. Unidi ai fondi dei Cappuccini (abolidi nel 1785), dei Minoriti (abolidi nel 1788) e dei Frati della Misericordia (abolidi nel 1785) fornisi i tereni dove sorgi la nova cità dita Giuseppina.

Fabbrica di cera
Sorta dove iera l'ospizio e la ciesa dei Santi Martiri, se ciamava Fabbrica di cera ai SS Martiri, e la iera direta dal venezian Dom. Marchesi.

Chiesa della Madonna del Mare
Iera la ciesa dei villici, matiniuda da una confraternita de contadini e brighenti (facchini). La xe stada abolida e comprada nel 1786 da O. Bernardo Conti che al suo posto ga costruido do case (via Madonna del Mare n.1004 e 1009).

Usanze dela cità
Ale done de malaffare se usava taiarghe i cavei. I carceradi viniva impiagadi sopratuto nela pulizia dele strade.

Le saline
Le saline iera de proprietà principalmente de Antonio Civrani, Giov. Vito Bonomo, Gio. Filippo de Pickel e Giacomo Dolcetti. Le vien interade apianando el monte dito dela Fornace.

I bottari
I bottari se trasferisi nel novo Borgo Teresian perché i vien alontanadi dala cità (sarà stà el tropo rumor?). Nasi cusì la via dei Bottari che, dopo la costruzion dela ciesa greca nel 1786, diventa via San Nicolò.


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Messaggio da AdlerTS »

Carlo VI compera dai Monaci Benedettini l'Isola di San Giorgio, ... dove jera sta isola de S. Giorgio ? :roll:


Mal no far, paura no gaver.
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Messaggio da rofizal »

AdlerTS ha scritto:Carlo VI compera dai Monaci Benedettini l'Isola di San Giorgio, ... dove jera sta isola de S. Giorgio ? :roll:
Me lo son chiesto anche mi, tanto che pensavo el parlasi de Venezia, ma dale parole successive (e da tuto el contesto) sembra proprio che parli de Trieste.
Speravo che qualchedun de voi me podesi ciarir el fato. :wink:


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Messaggio da rofizal »

Go vardado su Wikipedia ( http://it.wikipedia.org/wiki/San_Giorgi ... re_(isola) ) e i disi che in effetti l'Isola di San Giorgio de Venezia
"Venne donata nel 982 dal doge Tribuno Memmo ad un monaco benedettino, Giovanni Morosini. Questi decise di bonificare l’area adiacente la chiesa per costruire un monastero (il monastero di San Giorgio Maggiore), di cui fu il primo abate."

Però i aggiungi che
"Durante il periodo napoleonico il monastero fu soppresso pressoché completamente"
quindi doveva ancora esister fino a quel periodo.
La cosa xe misteriosa (o ga fato confusion el Curiel)


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Messaggio da babatriestina »

e stavo anche mi per scriver Venezia.. po leggendo el contesto go dito Go stracapì


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Messaggio da rofizal »

Risolto! :-D (son mi che no ghe vedo :( :oops: ... ma xe scrito in picio)
El gaveva comprado "dai monaci benedettini dell'Isola di San Giorgio"

va beh... chiedo venia :wink:


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Messaggio da rofizal »

Per farme perdonar :wink: ve riporto (pari pari stavolta) quel che xe scrito a propositi del rifornimento d'acqua in cità:

"In seguito a rescritto del 29 novembre 1749 il tenente del genio Bonomo, su disegni del generale Bohn, riattivava l'antico acquedotto romano , distrutto dai Longobardi sul finire del secolo VI, che conduceva in città l'acqua che sorge nei pressi della cappella di S. Giovanni in Guardiella. Nel 1816 i condotti e canaletti di legno furono sostituiti con tubi di ferro. L'acquedotto alimentava tre fontane erette su disegno del Mazzoleni: quella della Piazza Grande (1751), quella del Nettuno in Piazza della Borsa (1752, demolita - vattel' a pesca perché - ai primi del giugno 1920) e quella col genietto fluviale in Piazza del Ponterosso (1753).
Ad attestare la penuria d'acqua è la casa n.15 di via S. Lazzaro; un'iscrizione ricorda che si dovette preparare la malta con l'aceto."

E poi una nota che ricorda come il conte Nicolò d'Hamilton, primo presidente di Trieste, fosse stato il primo a dimorare in città.


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Messaggio da babatriestina »

rofizal ha scritto: quella del Nettuno in Piazza della Borsa (1752, demolita - vattel' a pesca perché - ai primi del giugno 1920) .
per trasferirla nel 1951 in Piazza Venezia fin a un per de settimane fa.. :-D con un poca de pazienza , te la rivederà più o meno al suo vecio posto!


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Messaggio da AdlerTS »

rofizal ha scritto: Il fondo era tutto di saline di ragion de particolari che del 1730 acquistato dall'Imperatore fece sturarla con l'idea di formar un Piano su cui erigervi una nuova Città.
Una curiosità dal Kandler : el borgo teresian, una volta borgo delle saline, iera stado appunto costituido originariamente già da Carlo VI nel 1736, che decidi che su questo distretto camerale el Magistrato della città de Trieste non gaverà nessuna giurisdizion.
Sotto Maria Teresa, nel 1749, el Comun decidi de comprar el borgo sfruttando el fatto che el ghe gaveva prestado 20.000 fiorini all'Erario Imperiale: rinunciando al credito, questa zona xe rientrada nella sfera delle competenze cittadine.


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Messaggio da babatriestina »

AdlerTS ha scritto:Sotto Maria Teresa, nel 1749, el Comun decidi de comprar el borgo sfruttando el fatto che el ghe gaveva prestado 20.000 fiorini all'Erario Imperiale: rinunciando al credito, questa zona xe rientrada nella sfera delle competenze cittadine.
più o meno el discorso de alcuni secoli prima, co el Comun de Trieste comprava i diritti dei vescovi-conti, che iera sempre indebitai . Nissuna novità che el governo gabi sempre debiti. Novità inveze che el Comun gavessi bori per comprar, e sì che no i se fazeva ancora i bori cole multe, el ICI e la TARSU: chissà come che i tirava fora i bori , vedi in sto caso i ventimila fiorini prestai. :-D :-D :-D :-D


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Re: Trieste nel '700

Messaggio da jacum »

rofizal ha scritto: Al che il Curiel notava come l'anagrafe del 20 aprile 1758 indicava:
Città vecchia case 538 e persone 5.051
Città nuova case 92 e persone 1.373.

5051/538=9.4 persone per abitazione
1373/92=14.9 persone per abitazione

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Re: Trieste nel '700

Messaggio da babatriestina »

jacum ha scritto:
rofizal ha scritto: Al che il Curiel notava come l'anagrafe del 20 aprile 1758 indicava:
Città vecchia case 538 e persone 5.051
Città nuova case 92 e persone 1.373.

5051/538=9.4 persone per abitazione
1373/92=14.9 persone per abitazione

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curioso, no, che pareria più densamente popolada la città nova dela vecia? immagino che se tratti de case, più che quartieri, per cui le case della città nova iera più grandi e con più piani, e quindi tegniva più persone.


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Re: Trieste nel '700

Messaggio da sono piccolo ma crescero »

Leggendo la parte finale del libro di V. Scussa, quella scritta direttamente da Kandler, alla pagina 199 dove parla dei nomi leggendari e storici della città, trovo questa sua nota finale che per me è molto significativa del clima che si doveva respirare in città all'epoca di Maria Teresa.
Pietro Kandler ha scritto:Alla fondazione dell'Emporio, i novelli volevano, in odio alla città, che ne fosse cangiato il nome, il che poi non avvenne — perché la città Teresiana non è che un Rione, al pari della Gioseffiana, o della Franceschiana tutte compreso nel nome di Trieste.

Ciò è certo che in nessuna inscrizione, in nessun diploma o rotolo, o documento, neppure nei privati, mai altro nome sta scritto che quello di Trieste.
Riporto la fotocopia del testo, casomai mi fossero sfuggiti degli errori di decodifica da parte dell'OCR.

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Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Trieste nel '700

Messaggio da babatriestina »

Dalla famosa serie delle piantine ottocentesche di Kandler, che ricostruisce nell'Ottocento la città nelle varie epoche, questa è la città da poco dichiarata Porto Franco, ai tempi di Carlo VI

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ci sono ancora l e mura, un po' di saline, un arsenale da guerra e non è nemmeno affondata la san Carlo che darà nome al molo


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