Storia degli Ebrei triestini-parte seconda

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babatriestina
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Storia degli Ebrei triestini-parte seconda

Messaggio da babatriestina »

Direi di considerare il periodo del Settecento che va dal 1719 al 1785, chiusura formale del Ghetto. Lo considerano proprio come II periodo.
In realtà, pur essendovi il Ghetto, il periodo segna l'inizio delle fortune della classe superiore degli ebrei triestini, messisi in luce nel 1747 con la costituzione della loro Comunità, su base religiosa e di beneficenza.Comunità che comprendeva i più agiati, quelli che pagavano tasse, c'erano le famiglie Vita Leevi, Luzzatto, Parente, Porto, Cusin, Gentili, Treves, Stella , Morpurgo..
Nello stesso anno 1746 venne costruita la prima Scuola, cioè la prima Sinagoga pubblica, detta Scuola Piccola: era di rito tedesco, perchè allora la maggior parte della Comunità era di provenienza askhenazita. Buona parte degli arredi di tale edificio è conservata, assime a foto, nel Museo della Comunità Carlo e Vera Wagner: molti argenti rituali dell'epoca provengono da orafi veneziani del Settecento.
Comunque, già prima dell'apertura del Ghetto, Maria Teresa, assai benevola verso gli Ebrei triestini (dicono molto meno verso quelli praghesi, ma non so perchè..) concesse dapprima ( 1753) un decreto che consentiva ad alcune famiglie abbienti di risiedere nella Città nuova: i Caliman, Levi, Pincherle, e Cusin

Nel 1771 Maria Teresa concesse due famose patenti ( riconoscimento) alla Nazione Ebrea: alcune frasi:
..Accogliamo e prendiamo sotto gli auscpici della singolare Nostra Protezione, Grazia e Clemenza gli Ebrei già stabiliti o che si stabilissero in Trieste, come pure le loro mogli e figli [..]
Gli conferiamo la facoltà ibera liberissima di commerciare per Mare e per Terra e di piantare in Trieste Fabbriche..
[..]
Gli concediamo di professare la Religione ebraica, e di esercitare nella loro Sinagoga le funzioni, cerimonie r riti della medesima Religione [..]Dichiariamo che ne'giorni di Sabato, e in altri giorni festivi ebraici non posino gli ebrei esser forzati di agrire, procedere, rispondere..

Questa patente si conserva tuttora ed è stata salvata durante la seconda guerra mondiale grazie all'opera del Vescovo Santin, a cui era stata affidata.

A proposito del Museo Carlo e Vera Wagner, io credevo che vera Wagner fosse la figlia di Carlo, scomparsa prematuramente, invece è la moglie, così leggo: ecco comunque un'immagine inedita, degli anni '50 delle figlie dei Wagner. la più giovane delle quali, Gianna, è o è stata curatrice del museo. Dalla mia collezione privata ( il ginocchio in alto a sinistra, è mio.. :-D )
Immagine


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babatriestina
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Re: Storia degli Ebrei triestini-parte seconda

Messaggio da babatriestina »

Specifico, a scanso di equivoci, che la patente di Maria Teresa sopra citata è perfettamente analoga a quelle concesse ad altri gruppi religiosi insediatisi nel Settecento a Trieste, in cui in termine Nazione non ha nulla a che fare col nazionalismo, che a metà del settecento non era nemmeno immaginato, ma si riferiva a gruppi immigrati di cultura e soprattutto religione comune.


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Re: Storia degli Ebrei triestini-parte seconda

Messaggio da 1382-1918 »

Infatti la "Nazione" viene oggi purtroppo confusa con lo "Stato", ma sono due cose profondamente diverse. La Nazione non ha confini, lo Stato Sì.

Da wiki:
Una nazione è un complesso di persone che, avendo in comune caratteristiche quali la storia, la lingua, il territorio, la cultura, l'etnia, la politica, si identifica in una comune identità a cui essi sentono di appartenere legati da un sentimento di solidarietà. È questa coscienza di un'identità condivisa, questo sentimento di appartenenza a tale identità e di solidarietà che li lega, diffusi a livello di massa e non solo tra ristrette cerchie di persone, che rende una comunità etnica, culturale, politica una nazione.

Al fine di autodeterminare la propria esistenza, spesso la nazione aspira a diventare Stato, cioè a darsi un ordinamento giuridico che ne affermi la sovranità.


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Re: Storia degli Ebrei triestini-parte seconda

Messaggio da babatriestina »

Torno comunque a precisare, che il termine di Nazione nelle patenti di Maria Teresa si riferiva semplicemente alla comunità triestina di religione ebraica. Quindi non ad uno stato e nemmeno ad una Nazione nel senso moderno che hai riportato.
Sempre per evitare equivoci : la Nazione come la riporti tu da wiki, che non ha confini, nulla ha a che fare con la "nazione" degli ebrei triestini teresiani, che invece era un gruppetto ben delimitato. Tant'è vero che non sono affatto certa che tutti gli altri Ebrei dei possedimenti asburgici avessero le stesse concessioni: mi sa che gli Ebrei polacchi o galiziani contemporanei, tanto per fare un esempio, non venissero altrettanto ben trattati, ma se qualcuno ne sa di più, grazie!.
Siamo nella metà del Settecento, i Diritti dell'uomo non sono stati ancora proclamati, l'assolutismo illuminato concede a suo piacimento una serie di benefici a chi ritiene meritevoli ( o utili alla prosperità dello Stato). E le Nazioni devono ancora risvegliarsi...
Sembrano stupidaggini e pedanterie, ma se non si conoscono i significati al tempo in cui vengono usate, si possono ingenerare equivoci.


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Re: Storia degli Ebrei triestini-parte seconda

Messaggio da mandi_ »

Continua, Baba, è veramente interessante. Bravissima come sempre! Io a mio modo, non nel forum, potrò rapportare questa storia a quella dei diritti e della storia degli ebrei nella mia terra, che ebbe ad essere governata dalla stessa Maria Teresa .


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Re: Storia degli Ebrei triestini-parte seconda

Messaggio da babatriestina »

per capire il ternine di "nazione" fra virgolette, ricopio alcune parole dal catalogo di Maria Teresa e il Porto, una mostra triestina degli anni Ottanta:
Le "nazioni", come s'indicavano allora le comunità etnico-religiose, godettero di concessioni progressive e neppure identiche per ciascuna di esse, poichè era loro concesso di autodefinire l'organizzazione interna delle comunità, la possibilità di esercitare liberamente i propri culti, di edificare chiese, di comperare e possedere beni stabili, di acquistare i diritti di cittadinanza
la "nazione greca in origine comprendeva quanti seguivano il rito ortodosso, poi di due gruppi "illirici" e "greci" si divisero, poi le nazioni armena, protestanti: calvinista e luterana.
Dal medesimo catalogo trovo che nel 1758 c'erano a Trieste 221 Ebrei, mentre alla fine del secolo erano sui 900.
A questo contribuì , nel 1781 la Patente di tolleranza, di Giuseppe II, valida questa per tutti gli stati asburgici, in cui si eliminavano tutte le discriminazioni relative agli Ebrei e nel 1785 veniva abolito il Ghetto , seguita da un Editto di tolleranza del 1782. La Patente originale del 1781 sembra riguardasse le religioni cristiane non cattoliche e quella del 1782 gli ebrei.. venivano ammessi nelle scuola statali e nelle università; rovescio della medaglia, l'istruzione era in tedesco e non in yiddish..
Comunque alla fine del Settecento l'immigrazione ebraica a Trieste non era solo più askhenazita solo dalle province asburgiche, ma anche di rito sefardita, cosiddetto " rito spagnolo" di provenienza dal Levante, dal Veneto e dalle Marche: famiglie Camondo da Costantinopoli, Costantini, Curiel, Bolaffio, Coen Ara, Macchioro, Benporad, Jesurum, Vivante..
nel 1775 fecero demolire la prima Sinagoga del 1748 e fecero costruire dall'architetto Balzano un edificio in stile veneziano ( alla "Sansovina") detta la Scuola n 2 o Scuola grande che a piano terra aveva la Scuola spagnola o Scuola n 3 di rito sefardita. Altri testi la danno del 1798. Si trovava più o meno sul lato dell'attuale Questura che dà verso Piazza Vecchia.

Dal sito
http://www.triestebraica.it/ghetto
riporto una sua immagine:
Immagine
Ai primi dell'ottocento venne aggiunta un'ulteriore Scuola spagnola, la quarta, in corrispondenza dell'attuale Piazza Benco, detta Scuola Vivante dal nome dei fondatori i fratelli veneziani Aron e Leon Vivante fu Menahem. Questa nel 1828 venne trasferita poco lontano in via del Monte 3 ed è conservata tuttora nel Museo ebraico di via del Monte, , forse mutandola in rito askhenazita.
Questa "scuole" che sia ben chiaro erano edifici di culto fra il Settecento e l'Ottocento fecero fare da argentieri soprattutto veneti, bellissimi arredi di culto, ora visibili al Museo.
Nel 1796 la Comunità aveva invece aperto delle proprie scuole ebraiche, Talmùd Torà ossia Scuole Pie Normali in concorrenza con la statali di Giuseppe II.
Naturalmente, oltre ai personaggi famosi e arricchiti rimaneva pure una piccola popolazione molto più povera, che si dedicava alla rigatteria, al mestiere di "strazeriòl" in Ghetto..
nel frattempo altri, sempre nel Settecento, si dedicarono all'industria e commercio: i Camondo commerciavano con l'Oriente, i Basevi producevano candele di sego, i Cusin e i Finzi saponi; I Vivante avevano una compagnia di assicurazioni marittime, da Vienna giunse Joachim Hierschel la cui ditta di spedizioni venne riconosciuta come Hoffaktor imperiale da Maria Teresa.
Finisce il settecento, arrivano le varie occupazioni francesi.. e alla restaurazione nell'elenco dei sospetti bonapartisti si troveranno anche alcuni personaggi della Comunità.


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Re: Storia degli Ebrei triestini-parte seconda

Messaggio da babatriestina »

Parttiti i Francesi, la Restaurazione sembra che ripristinò alcune limitazioni all'azione degli ebrei, non so se solo triestini o per tutto l'impero, limitazioni che scomparirono solo con la costituzione del 1867. ( fonte: http://www.triestebraica.it/storia/5).
Comunque la Comunità prosperava e i personaggi più in vista si misero in luce nei commerci e soprattutto nelle assicurazioni. Diversi di loro vennero nominati baroni nell'ottocento.
Fra i fondatori ebrei delle Assicurazioni Generali nel 1831 ricordiamo: Giuseppe Lazzaro Morpurgo, nato a Gorizia nel 1759 e morto a Trieste nel 1835, Marco Parente, Caliman Minerbi. Alcuni di essi erano pure banchieri.
Altri si misero in luce in studi umanistici: fu studioso di ebraismo, il poeta Giuseppe Revere, con un'esperienza garibaldina alla difesa di Roma.
Nel1842 a fianco del nuovo cimitero di Sant'Anna cattolico venne creato il nuovo cimitero ebraico , anche se i resti dei defunti del vecchio cimitero che si estendeva da via del Monte verso il Castello vennero traslati solo nel 1909. vennero trasferite le lapidi degli antichi rabbini, ma altre sembra si trovino ora nel giardino al posto di parte dell'antico cimitero dietro il museo ebraico.
Altre lapidi andarono al Museo di storia ed arte e si trovano all'orto lapidario, le riposto:
Immagine


Immagine

Il Museo della Comunità è ricco di oggetti rituali provenienti dalle vecchie sinagoghe, a contiene alcuni argenti di metà ottocento, creati da argentieri triestini , immagini da una recente pubblicazione ( Archeografo triestino?)
Immagine
Queste opere d'arte furono esposte in una mostra anni fa sui Tesori d'arte delle comunità religiose triestine


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Re: Storia degli Ebrei triestini-parte seconda

Messaggio da babatriestina »

un'altra corona, queste non sono più di argentieri veneziani, ma triestini
Immagine

le famiglie più in vista, già nella prima metà dell'ottocento, si fecero costruire i loro palazzi nella città teresiana e giuseppina:
palazzo Hierschel in Corso ( già postato) 1833
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( molto modificato con la creazione della Galleria Rossoni a pianterreno
1825, casa Hierschel Lenardo ( o anche Hierschel De Minerbi ??)
sul Canal grande
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Re: Storia degli Ebrei triestini-parte seconda

Messaggio da babatriestina »

i fratelli Felice e Vitale Vivante, giunti da Mantova, si fecero costruire diversi edifici:
la casa del caffè Tommaseo, neoclassica
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e sempre della famiglia, una in Piazza Benco e , rifatto nel tardo Ottocento, il

i Morpurgo fecero costruire il palazzo Morpurgo di fronte, ora sede della Biblioteca Statale.
Di altri Morpurgo, il palazzo Morpurgo , di fine Ottocento, in via Imbriani, ora adibito a museo che mostra una casa dell'alta borghesia tardaotocentesca.
Per gli assicuratori, la targa su un palazzo in largo barriera ricorda Marco Besso:
Immagine

Naturalmente, non tutti erano così ricchi sfondati, vi era un ceto medio ed una classe assai più povera, per la quale i gruppi più abbienti organizzarono associazioni di beneficenza.

Dopo la costituzione del 1867 vi furono diversi arrivi a Trieste da parte di ebrei di tutto l'impero, mentre nel 1881 vi fu l'arrivo di un gruppo particolare ( scopre questa storia per la prima volta) di un migliaio di ebrei Corfioti, accusati di omicidio rituale e perseguitati, di tradizioni veneziane, visto che Corfù era stata veneziana per molti anni.
A Trieste poi non si manifestava quell'antisemitismo di fine secolo che si vide in Francia ai tempi dell'Affare Dreyfus o nella Vienna del borgomastro Lueger.
Fu così che verso la fine dell'ottocento la Comunità era diventata cosmopolita, di riti diversi, e ben inserita nella città. Forse anche troppo, per la Comunità in senso stretto..


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Re: Storia degli Ebrei triestini-parte seconda

Messaggio da babatriestina »

la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento portano ad una grande prosperità della parte più in vista della Comunità, la loro partecipazione sempre maggiore alla vita della città, fino a culminare con la costruzione nel 1912 della grande , per la quale cercheranno di trovare un culto che sintetizzi i due riti, askhenazita e sefardita. In realtà, ho trovato spiegazioni non chiare su quanto la Sinagoga grande, che sostituì le 4 precedenti, applicò sintesi, comunque alcuni irriducibili (fra cui il professor Sabbadini, del dante) insistettero per il rito sefardita.. Però..l'integrazione nella società triestina fu per alcuni anche maggiore del previsto, perchè vi furono allontanamento dalla Comunità. Uscite, conversioni, abbandoni, ricordano che ad un certo punto l'aspetto religioso mutò: però una trattazione che si occupasse solo di coloro che rimasero ortodossamente nella Comunità, trascurerebbe tanti personaggi importanti, che pur non essendo praticanti, vi sono nati o vi sono rimasti legati culturalmente. Per non parlare del novecento, in cui ricordo di aver letto questa frase, adesso mi sfugge l'autore "io non mi ricordavo nemmeno di essere ebreo, ma il signor Hitler me lo ha purtroppo ricordato", per cui vi fu un ravvicinamento se non altro morale.
Per un teodoro Mayer, fondatore del Piccolo, rimasto nella comunità , ne era uscito Felice Venezian
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uno dei capi del partito liberalnazionale. Ignoro la posizione religiosa degli altri due cugini Venezian, zio e nipote, Giacomo entrambi, uno garibaldino morto nella difesa di Roma del 49 e l'altro volontario morto nel 1915.
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Faceva parte della comunità il socialista Angelo Vivante, ma non Ettore Schmitz, alias Italo Svevo
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il che però non risparmiò l'allontanamento del suo busto dal giardin Pubblico al momento dell'applicazione delle leggi razziali.
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Re: Storia degli Ebrei triestini-parte seconda

Messaggio da babatriestina »

Una parte dei personaggi più conosciuti, verso la fine dell'ottocento, aderì al partito liberal nazionale e/o all'irredentismo, in particolare Felice Venezian e Teodoro Mayer, il direttore del Piccolo. Una delle possibili motivazioni dicono fosse la paura di un estendersi a Trieste di un antisemitismo austriaco-viennese, a cui forse non era estranea la chiesa cattolica austriaca, e una maggior fiducia nell'Italia di allora, laica in cui speravano di non trovare antisemitismo ( allora!!!). Ma non c'era una comune scelta, tant'è vero che vi furono decisioni separate nelle varie famiglie, troveremo un Angelo Vivante socialista e antirredentista, un padre Brunner lealista verso al Dinastia rattristatissimo per il figlio Guido volontario e morto per l'italia. Stesso contrasto generazionale era avvenuto anni prima fra padre e figlio della famiglia .

Sempre già nell'ottocento, aveva aperto una pasticceria la famiglia ebraica Eppinger, che in origine produceva pure dolci kashèr. leggo che per la festa del Purim, fra febbraio e marzo, faceva un dolce tuttora reperibile nel locale, il "montino". Lo scopro appena adesso e spero di saperne di più.
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Ovviamente, quello che i miei vecchi chiamavano ancora Eppinger è la Bomboniera, nome che assunse quando la famiglia Eppinger dovette lasciare il locale ai tempi delle leggi razziali ed il nome venne cambiato:
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Il marchio è stato ripreso, ma non credo che abbia più nulla a che fare con la famiglia.. tant'è vero che si legge:
Era il lontano 1848 quando la famiglia Eppinger, emigrata dall'Ungheria, iniziò ad esercitare l'arte della pasticceria a Trieste sfornando torte, pasticcini e praline. Quell'antica tradizione oggi, si rinnova grazie allo spirito di due giovani imprenditori, Sebastiano Scaggiante, un amore per i dolci ereditato dal papà pasticcere, e Fabio Bisulli, lunga esperienza nel settore maturata anche a bordo delle navi da crociera. La loro società, "Al Bom Bom snc" ha recuperato lo storico marchio Eppinger che rischiava di scomparire. Ora i due marchi Eppinger e Bom Bom si sviluppano nel nuovo stabilimento di 4, v. Muggia nella zona industriale, per produrre 2 linee: prodotti tradizionali da forno e pasticceria fresca.
e nemmeno , sembrerebbe, con la Bomboniera.


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Re: Storia degli Ebrei triestini-parte seconda

Messaggio da babatriestina »

babatriestina ha scritto: Il Museo della Comunità è ricco di oggetti rituali provenienti dalle vecchie sinagoghe, a contiene alcuni argenti di metà ottocento, creati da argentieri triestini , immagini da una recente pubblicazione ( Archeografo triestino?)
dal vero, approfittando della Giornata della cultura ebraica
Atarah ( corona aperta)
Immagine
Argentiere Sansone Schiff di Mannheim, Trieste 1856: stile storicistico
altra Atarah:

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Ancona, 1798-1810 argentiere Vincenzo Ruzzoli di Ancona

una terza:
Immagine
donata nel 1715 da alcuni Morpurgo. Argentiere veneziano stile tardo barocco.


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Re: Storia degli Ebrei triestini-parte seconda

Messaggio da babatriestina »

un dettaglio, con le Tavole della Legge:
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Piastre ornamentali
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una curiosa piastra ornamentale, che sono certa che piacerà ad alcuni forumisti:
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Re: Storia degli Ebrei triestini-parte seconda

Messaggio da babatriestina »

gli armadi della sala
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la spiegazione
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altri oggetti rituali, calici ed uno scialle da preghiera ( 1851)
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Re: Storia degli Ebrei triestini-parte seconda

Messaggio da Nona Picia »

Molto bello e interessante!


Ciao ciao
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trova un minuto per ridere.
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Re: Storia degli Ebrei triestini-parte seconda

Messaggio da babatriestina »

Ringraziamo anche la giornata della cultura ebraica capitata giusto a pallino..
bene, fra la fine dell'ottocento e di primi decenni del Novecento, la comunità, fra coloro che vi sono rimasti e coloro che ne sono usciti dal punto di vista religioso o associativo, diede luogo ad un mix culturale che lascia indubbiamente il segno nella cultura triestina:
vengono da tale ambiente scrittori come Svevo e Saba, Carlo Michelstaedter (che era per l a precisione goriziano), Angelo Vivante, Guido e il figlio Giorgio Voghera..
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o il medico Edoardo Weiss
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Nato nel 1889 da Fortunata Iacchia e Ignazio Weiss che aveva una ditta di spremitura di oli, fu discepolo di Freud a Vienna. Fu psicanalista di Saba.
Per la erti figurative, ricordiamo, ,anche lui in cura di Weiss, ( di nome Federico Pollak),Isidoro Gruenhut.. tutti autori che meritano un post particolareggiato e che si vedono al Museo Revoltella

Un quadro di Nathan al Museo Revoltella ( dal sito del Museo: http://www.museorevoltella.it/index.php)
http://www.museorevoltella.it/mostrafot ... d=37&dim=1
un ritratto di Parin, sempre dal sito del Revoltella:
http://www.museorevoltella.it/mostrafot ... d=89&dim=1
uno di Grunhut, sempre dal sito del Museo
http://www.museorevoltella.it/mostrafot ... d=63&dim=1


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Re: Storia degli Ebrei triestini-parte seconda

Messaggio da mandi_ »

---Una strana bottega d'antiquario
s'apre, a Trieste, in una via secreta.
D'antiche legature un oro vario
l'occhio per gli scaffali errante allieta.

Vive in quell'aria tranquillo un poeta.
Dei morti in quel vivente lapidario
la sua opera compie, onesta e lieta,
d'Amor pensoso, ignoto e solitario.

Morir spezzato dal chiuso fervore
vorrebbe un giorno; sulle amate carte
chiudere gli occhi che han veduto tanto.

E quel che del suo tempo restò fuore
e del suo spazio, ancor più bello l'arte
gli pinse, ancor più dolce gli fe' il canto.

Umberto Saba

Un grande grande poeta...


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Re: Storia degli Ebrei triestini-parte seconda

Messaggio da babatriestina »

proseguo qua l'argomento, per continuità, anche se sfondiamo cronologicamente:
i primi decenni del Novecento, Austria Ungheria o Italia che fossero, furono un periodo di crescita ( vedi i post precedente) per la comunità, negli anni Trenta il porto di Trieste fu pure un porto d'imbarco per tanti sionisti europei che si imbarcavano per l'allora Palestina sotto mandato britannico, tanto da attribuire a Trieste il nome di porta di Sion:
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sulla facciata dell'edificio che ospita la Comunità, sui cui è presente pure questa targa, dell'anno 1929:
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E' stata dedicata anni fa una mostra a tale attività:
ne riporto una piccola copertina di un opuscoletto
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Le navi principali di tali rotte erano del Lloyd Triestino, in particolare le navi: Palestina, Tel Aviv, Galilea ( ex Pilsna), Gerusalemme, Cesarea.
Un'immagine di uno dei più noti comandanti, il capitan Umberto Steindler, fotografato sulla nave del Lloyd Italia, linea per la Palestina, anno 1934:
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Re: Storia degli Ebrei triestini-parte seconda

Messaggio da macondo »

babatriestina ha scritto: sulla facciata dell'edificio che ospita la Comunità, sui cui è presente pure questa targa, dell'anno 1929:
E dove saria l'edificio in question?


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Re: Storia degli Ebrei triestini-parte seconda

Messaggio da mandi_ »

Le navi principali di tali rotte erano del Lloyd Triestino, in particolare le navi: Palestina, Tel Aviv, Galilea ( ex Pilsna), Gerusalemme, Cesarea.
Altre navi del Lloyd Triestino, per fortuna, che non servirono solo per fare la guerra .

Ne ho trovate alcune in questo sito :

http://www.prevato.it/giornalenautico/05.php

ed anche in altri siti interessanti per l'argomento, collegando le parole: nave- palestina-Lloyd Triestino.

Brava Baba!


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