Dopo la fine dela guerra

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1382-1918
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Triestini internati a Cuba all'inizio del 1919

Messaggio da 1382-1918 »

Trovo in rete questo testo sul sito www.prassi.cnr.it
Agli inizi del 1919, alcuni marinai nativi di Trieste, Aquileia ed altre zone redente, situate entro la linea di occupazione italiana fissata dall'Armistizio del 3 novembre 1918 con l'Austria-Ungheria, venivano internati a L'Avana come prigionieri di guerra, perché ritenuti cittadini austriaci, nonostante il possesso di documenti rilasciati dalla Legazione d'Italia a Cuba, che attestavano la nazionalità italiana. Il 21 gennaio 1919, il Ministro d'Italia a L'Avana, Carrara, inviava una nota di protesta al Segretario di Stato cubano, Desvernine y Galdós, nella quale dichiarava che l'arresto dei cittadini italiani era stato compiuto

«En violation des principes les plus respectés du Droit de Gens».
(Carrara a Desvernine y Galdós, L'Avana, 21 gennaio 1919, ASE, P 1919-30, 972)

Il giorno dopo, Desvernine y Galdós replicava che il suo Governo non aveva violato alcun principio di diritto internazionale nel procedere ad un accertamento della nazionalità dei prigionieri austriaci internati. Carrara faceva seguire una nuova nota di protesta, nella quale precisava che

«Toute heure de retard dans la libération des prisonniers de guerre Italiens à Cuba est un vrai acte de guerre contre l'Italie. Voilà ma justification. Quant à la nécessité de renfermer quelqu'un en prison à La Havane pour vérifier à Rome sa nationalité, j'avoue de ne pas arriver à la comprendre. Evidemment le Gouvernement Cubain ignore que les prisonniers dont il s'agit ont des passeports et des certificats de nationalité Italiens. Jusqu'à preuve de faux, le Gouvernement Cubain n'a pas le droit de douter de leur légitimité: le simple doute consituerait un outrage de plus».
(Carrara a Desvernine y Galdós, L'Avana, 22 gennaio 1919, ibidem)

Sulla questione si esprimeva anche, in un telegramma inviato il 22 gennaio 1919 all'Ambasciatore italiano a Washington, Macchi di Cellere, il Sottosegretario agli Esteri, Borsarelli, per il quale

«Anche in guerra guerreggiata trattamento come prigionieri guerra non dovrebbe aver luogo che alle condizioni indicate art. 1 undecima Convenzione Aja. In ogni caso Austria-Ungheria non è più in grado dare protezione a queste persone e finché trattasi di nativi terre occupate entro linea armistizio nostre autorità hanno titolo dare loro documenti di viaggio. Nel caso speciale non esitiamo però domandare che Governi Associati trattino tali persone come trattano regnicoli quando sono muniti documenti personali da noi rilasciati».
(Borsarelli a Macchi di Cellere, Roma, 22 gennaio 1919, h. 17.00, ibidem)

Ma il tenore delle note inviate da Carrara al Governo cubano veniva da questo considerato inammissibile. Infatti, il 27 gennaio 1919, il Ministro di Cuba a Roma, Martin Rivero, trasmetteva una nota al Ministro degli Esteri italiano, Sonnino, nella quale, dopo aver comunicato che Carrara era considerato persona non grata, così continuava:

«Autorizo a Usted para que dé seguridades al Gobierno de Italia, que el de Cuba no tiene el menor empeño en retener prisioneros a esos austriacos, y que lo único que desea es conocer, por medio de la investigación que está practicando, la condición de esas personas para la resolución que sea procedente. Al propio tiempo puede asegurarle que en este caso, como en todo otro que pueda occurrir respecto de Italia, el Gobierno cubano no tiene otro deseo que el de proceder en armonia con la sincera amistad que se profesa por todos aquí al Pueblo y al Gobierno italianos».
(Martin Rivero a Sonnino, Roma, 27 gennaio 1919, ibidem)

Lo stesso giorno, Sonnino inviava a Martin Rivero la seguente Nota Verbale:

«Il Regio Ministero non possiede particolari in proposito. Esso si limita [...] ad osservare che secondo i principi del diritto internazionale nella materia, quali risultano dalla stessa XI Convenzione dell'Aja non sembrerebbe che tali persone abbiano ad essere nell'attuale situazione trattati quali prigionieri di guerra, e formula la domanda che il Governo Cubano in considerazione del fatto che si tratta di oriundi delle terre italiane redente ai quali la Legazione Italiana in Cuba ha rilasciato documenti che ne accertano l'identità e l'appartenenza a quelle terre voglia far loro lo stesso trattamento degli italiani regnicoli, e lasciarli liberi di rimpatriare».
(Sonnino a Martin Rivero, Roma, 27 gennaio 1919, ibidem)

La vicenda si concludeva il 13 febbraio 1919 con la liberazione dei marinai internati.


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rofizal
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Messaggio da rofizal »

Interesante. Val la pena ricordar che iera a quei tempi Presidente de Cuba Mario García Menocal, presidente apunto dal 1913 al 1917 e dal 1917 al 1921.


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rofizal
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Messaggio da rofizal »

Meto ancora do informazioni che trovo su Wikipedia inglese:

Mario García Menocal iera un avvocato a capo del partito conservatore; el suo governo gaveva dichiarado guera ala Germania el 7 aprile 1917, un giorno dopo i Stati Uniti, probabilmente pre ricever aiuti da lori.

Gaveva partecipado anche ale elezioni presidenziali del 1924 e tentado una rivoluzion nel 1931. Dopo el xe andado in esilio nei USA per cinque anni, dopo i quali el xe ritornado a Cuba per tentar de novo la corsa ala presidenza nel 1936.

Se lo trova anche su Wikipedia spagnolo ma no xe sai roba.

Altre fonti:
latinamericanstudies
Columbia Encyclopedia dove i lo ricorda anche come un capo dela guera de indipendenza contro la Spagna (1895) ma, come altre fonti, i disi che el suo governo iera coroto
Answer.com

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