Nazario Sauro (dal vecio forum)

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Nazario Sauro (dal vecio forum)

Messaggio da rofizal »

Xe za un topic su Nazario Sauro, ma el xe bastanza incasinado, pien de OT, e... insoma, me par meio verzer uno novo per riportar i mesagi del vecio forum.

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Da Sergio
Inviato: Mer, 03 Nov 2004 05:07
Xe uno dei tanti eroi che vanta l'Italia. Vie, scole, piazze, intitolade a queste persone, alcune magari degne de tanto onore, altre forsi un poco meno.

Come go dito in un altro mesagio, de Nazario Sauro se gaveva parlado con dei amici alcuni giorni fa, e alora go voludo aprofondir le conoscenze, per cercar de capir mejo le robe.

Comincemo subito a riportar la version uficiale, quela presente sul sito dela Marina Militare http://www.marina.difesa.it/storia/movm ... VM420b.htm :
Nacque a Capodistria (Pola) il 20 settembre 1880. Irredentista dalmata, ancora in giovane età ebbe il comando di piccoli piroscafi con i quali percorse tutto l'Adriatico, impratichendosi particolarmente delle coste dalmate, delle rotte in stretti canali, sulle condizioni idrografiche e sulle vicissitudini meteorologiche di questo tratto di mare. Di origine italiana, allo scoppio del 1° conflitto mondiale si portò subito a Venezia, arruolandosi volontario nella Regia Marina dove ottenne il grado di Tenente di Vascello di complemento.

Nell'incarico di pilota imbarcò subito su Unità siluranti di superficie e subacquee ed in 14 mesi di intensa attività portò a compimento 60 missioni di guerra, delle quali alcune sono rimaste memorabili e leggendarie per il modo mirabile con il quale egli coadiuvò i comandanti delle varie unità partecipanti.

Il 30 luglio 1916 imbarcò sul sommergibile Pullino con il quale avrebbe dovuto effettuare una incursione su Fiume, ma l'unità, a causa della forte corrente e della fitta nebbia esistente nella zona, andò ad incagliarsi sullo scoglio dell'isolotto della Galiola.

Risultati vani tutti i tentativi di disincaglio, distrutti i cifrari di bordo e le apparecchiature e predisposta per l'autoaffondamento, l'unità fu abbandonata dall'equipaggio e Nazario Sauro, allontanatosi volontariamente da solo su un battellino, fu in seguito catturato dal cacciatorpediniere Satellit.

Tradotto a Pola e processato, fu condannato a morte mediante impiccagione. Alle ore 17.45 del 10 agosto 1916 egli salì il patibolo con sulle labbra il nome dell'Italia.
e ancora (http://www.giovaniveneziani.com/nazario.html)
NAZARIO SAURO
MEDAGLIA D'ORO AL VALORE MILITARE

Naque il 20 settembre 1880 a Capodistria. Marinaio impavido fin dall'adolescenza a vent'anni capitano di piccolo cabotaggio. Navigando l'Adriatico e il Carnaro ne indaga i porti i canali le correnti lungo le coste e tra le isole dell'Istria e della Dalmazia finì giù alle bocche di Cattaro.
Infiammato d'amore per l'Italia nella fede sicura di una prossima liberazione della sua terra dal giogo straniero egli fa tesoro di queste sue conoscenze con l'intento di servirsene a scopi bellici. Allo scoppio della guerra mondiale a Venezia tra i primi profughi giuliani a fare opera di propaganda interventista.
Nel Maggio del 1915 si arruola volontario nella R.Marina. Nell'incarico di pilota imbarcò subito su Unità siluranti di superficie e subacquee ed in 14 mesi di intensa attività portò a compimento 60 missioni di guerra, sfidando la forca austriaca, delle quali alcune sono rimaste memorabile leggendarie per il modo mirabile con il quale egli coadiuvò i comandanti delle varie unità partecipanti.
Per questi suoi meriti di guerra è fregiato nel giugno del 1916 della medaglia d'argento e promosso a tenente di vascello. Poco dopo ottiene di essere imbarcato sul sommergibile "Giacinto Pullino", il quale nella notte del 30 luglio esce dal porto di Venezia con l'obiettivo di silurare le opere di guerra nemiche nelle acque di Fiume. Ma già all'alba la nave giunta nel Carnaro s'incaglia sullo scoglio della Galiola nei paraggi delle isole Unite.

Risultati vani tutti i tentativi di disincaglio, distrutti i cifrari di bordo e le apparecchiature e predisposta per l'autoaffondamento, l'unità fu abbandonata dall'equipaggio e Nazario Sauro, allontanatosi volontariamente da solo su un battellino, fu in seguito catturato dal cacciatorpediniere Satellit.
Nazario Sauro con tutti i suoi compagni è fatto prigioniero, riconosciuto e tradotto davanti al tribunale militare di campo dell'Ammiragliato e del comando di porto di Pola il quale fungendo da giudizio statario lo condanna il 10 agosto 1916 alla pena di morte mediante capestro, dopo averlo crudelmente messo a confronto con la madre, fatta venire dai campi di deportazione dell'Austria interna. Il Ministero della Marina per onorare la memoria del martire gli assegnò la medaglia d'oro con la seguente motivazione:
"Dichiarata la guerra all'Austria venne subito ad arruolarsi sotto le nostre bandiere per dare il contributo del suo entusiasmo, della sua audacia ed abilità alla conquista della terra nella quale era nato e che anelava congiungersi all'Italia. Incurante del rischio al quale si esponeva, prese parte a numeroso ardite e difficili missioni navali di guerra, alla cui riuscita contribuì sempre efficacemente con la conoscenza pratica dei luoghi e dimostrando sempre coraggio animo intrepido e disprezzo dei pericoli. Fatto prigioniero, conscio della sorte che ormai lo attendeva, serbò fino all'ultimo contegno meravigliosamente sereno e col grido forte e ripetuto più volte dinanzi al carnefice di Viva l'Italia esalò l'anima nobilissima, dando impareggiabile esempio del più puro amore di Patria. Alto Adriatico
24 Maggio 1915- 10 agosto 1916
Qualche particolare in più se lo trova sul sito
http://malesia.interfree.it/documenti/nazariosauro.htm :
Discendente d'una famiglia di antichi coloni romani e suddito dell'imperatore Francesco Giuseppe per ragioni di confine, alla visita Nazario Sauro era stato riformato dai medici austriaci a causa di un difetto a un occhio. Ma potevano richiamarlo da un momento all'altro. Fuggito a Venezia con la famiglia prima dell'intervento italiano, s'era poi arruolato volontario in marina, dove dimostrò di vederci benissimo. In quattordici mesi, partecipò a sessanta mssioni di guerra. Per il tenente di vascello Sauro, il 30 luglio 1916, giunse l'ordine di imbarcarsi sul sommergibile Pullino. Ci andò di malavoglia. Era già stato altre volte sui sommergibili, ma non gl piacevano. Diceva che preferiva sentirsi il vento in faccia e vedere il nemico mentre lo colpiva. Quella sera, forse ebbe anche un presentimento e, prima di salire a bordo, passò da un amico al quale consegnò due lettere, una per i figli e l'altra per la moglie. Il Pullino era diretto a Fiume, col compito di penetrare nel porto e silurare un piroscafo. Verso mezzanotte imboccò il Quarnaro tra banchi di nebbia pesante. Secondo i dati della navigazione stimata, a quell'ora avrebbe dovuto trovarsi nel braccio d'acqua che divide le isole di Unie e Galiola. E infatti c'era, ma correnti irregolari lo portarono in secco su uno scoglio della Galiola. Il disincaglio fu tentato inutilmente. All'alba, distrutti armi e indumenti, l'equipaggio abbandonò il sommergibile per sfuggire alla cattura e s'allontanò su una barca a vela presa ai pescatori. Nazario Sauro, solo, s'imbarcò su un piccolo battello a remi, dirigendosi verso l'isola di Unie. Una nave austriaca lo scoprì prima che l'avesse raggiunta. Come tutti i volontari irredenti arruolati dall'Italia, Sauro aveva documenti falsi. Anche davanti al giudice militare, che l'interrogava sospettoso nel carcere di Pola, continuò ad affermare di chiamarsi Nicolò Sambo, nato a Venezia. Negò di essere Nazario Sauro anche dopo che una ventina di persone l'ebbero riconosciuto. «Non conosco questa signora», rispose quando nella cella fu accompagnata sua madre. Negò fino al momento in cui fu pronunciata la condanna a morte per capestro.
Eco alora che quel che i me contava sembra abastanza veritiero. Anzituto tuti rimarca la sua grande esperienza come capitano de barche che percoreva sempre le stese rote de l'Alto Adriatico, grande esperienza, ma dopo el finisi in una secca che tuti quei del posto i conoseva ben (me par che la gabi anche un altro nome che adeso no me ricordo).

Poi tanto eroe coragioso forsi nol iera, visto che, una volta caturado, nol ga avudo el coragio de dir chi che fosi, nemeno seguindo la solita prassi : nome e numero de matricola. Come a dir che co se trata de ucider i altri xe facile, ma co xe in zogo la propria vita.... xe un'altra roba.

Eh, la storia se lasa scriver, ma per fortuna ogi un poco de libertà ghe xe e alora perché no cercarse de farse una propria idea, senza condizionamenti e preconceti?



Da babatriestina
Inviato: Mer, 03 Nov 2004 07:57
Papà me contava che el iera bastanza amico de mio nono... per zerto el iera mariner.
Come che digo sempre, bisogna zercar de entrar nel clima de l'epoca, e domandarse perché tante persone se entusiasmava per una loro idea de l'Italia quela volta e cossa no ghe andava ben dela situazion come che la iera. Qualchedun disi no i saveva cossa che li aspetava, come che savemo noi col senno de 100 ani dopo!
Adesso xe facile dir, ciapado prigionier nome cognome e numero de matricola, che al massimo i te sera in cheba e po ti te fa difender de Amnesty internationa, la Croce Rossa, apelo sul Al Jazeera...
Ma là se saveva che se i te becava iera corda al colo, e nissun che te gavessi zercà de salvar, l'Italia no zerto.
Mi no posso assolutamente condanarlo se el ga zercado de no farse impicar.
Se confrontemo con adesso, ben, adesso molta gente vien ciapada in zerte guere e gueriglie per motivi de bori, se ve ricordè se ga dito istesso per italiani ciapai in Irak, eco, nel caso de Sauro no credo fussi una question de bori.
Che poi, se sa benissimo che le stesse persone, se la loro parte vinzi i xe eroi e se la loro parte perdi i xe teroristi.
Eco, de noi xe bel che ala fin xe finidi rispetadi tuti due, Francesco Baracca e Goffredo de Banfield (a proposito del qual, ogni tanto trovo scrito Gottfried, avendolo conossudo personalmente ve posso dir che el se ga sempre fato ciamar Jeffrey- mi de picia credevo che el se ciamassi Gèfri).



Da Kasteliz
Inviato: Mer, 03 Nov 2004 21:45
Inutile che ve conto cossa penso de Sauro, ognidun ga dirito de gaver le sue opinioni.

Mi ve conto solo cossa che xe scrito nei due unici documenti uficiali sula perdita del PULLINO, che se pol ancora trovar a l’Archivio de Stato a Roma. Niente altro xe più disponibile, gnanche i raporti dei ufficiai coinvolti, elencadi nela relazion qua soto.

Ma lo steso xe ‘bastanza per farve veder come che se riscrivi la Storia.

Ufficio del Capo di Stato Maggiore della Marina
Ispettorato dei sommergibili e dell’aviazione
Reparto VI
Roma, 8 luglio 1917
N.di protocollo 2309

Oggetto: Perdita del sommergibile "Pullino"

RISERVATISSIMO

A S.E. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA

Esaminati: il rapporto del tenente di vascello Ubaldo degli Uberti sulla perdita del sommergibile "Pullino", il rapporto del tenente di vascello Carlo Alberto Coraggio, ufficiale in 2a dello stesso sommergibile, il verbale dell’inchiesta eseguita dal capitano di fregata Cesare Vaccaneo sull’opera del tenente di vascello Coraggio, in occasione del suo ritorno dalla prigionia e la relazione del capitano di vascello Enrico Monelli sulle risultanze del rapporto del Comandante del "Pullino", questo Ispettorato ha l’onore di esprimere all’E.V. le proprie conclusioni sull’argomento.

1) Lo scarto nella rotta prefissa, che ha avuto come conseguenza l’incaglio del sommergibile "Pullino", dovuto verosimilmente a due cause: una velocità effettiva alquanto minore di quella stimata, sulla prima rotta 122° a partire dalla boa di P.Maestra, cosicché il punto d’accostata per la seconda rotta 75° è risultato più a NW di quello stabilito; l’effetto della corrente generale, che sul versante dalmato risale l’Adriatico con direzione media NW, sul terzo tratto di rotta (20°); gli effetti delle due cause si sommano.

Le rotte prescelte dal Comandante, rispondevano alla necessità di arrivare senza essere scoperti, all’imbocco del Quarnero. L’opportunità prospettata dal Comandante Bonelli di scegliere piuttosto il passaggio a ponente della Galiola non sembra giustificata, perché lo scarto nella direzione NW avrebbe portato verso i campi di mine che circondano Capo Promontore e dei quali non si conosce esattamente l’estensione. Sarebbe stato invece utile, come osservano lo stesso Comandante Monelli ed il Comandante Vaccaneo, di riconoscere meglio la costa di Unie per controllare più esattamente la posizione, prima di avventurarsi al Nord, e sostituire per breve tratto alla propulsione con motore a combustione quella elettrica a piccola velocità; però a queste osservazioni; che il Comandante stesso prevede nel suo rapporto, egli obbietta: che non poteva avvicinarsi troppo a Unie per non farsi scoprire dal rumore del motore a combustione; che dal vago avvistamento della costa di Unie il pilota Signor Sauro aveva ritenuto di poter dare garanzie sulla sicurezza della rotta seguita; e che le speciali esigenze della missione non consigliavano di intaccare la riserva di energia elettrica durante la traversata; queste obbiezioni sono tutte degne di considerazione.

Si conclude, nei riguardi della condotta di navigazione, che il Comandante del "Pullino", nell’intento principale di raggiungere l’obbiettivo della sua difficile missione, di sorpresa ed in completa efficienza, ha rinunciato scientemente a quelle precauzioni che in circostanze normali avrebbero dovuto essere adottate e che avrebbero probabilmente evitato o almeno reso meno grave l’incaglio.

2) Avvenuto l’incaglio, non fu trascurato nessun mezzo per tentare il rimettere a galla il sommergibile, ma questo era montato sulla secca fino a fondali di 3 metri, mentre la pescagione era di m. 4,10; era quindi assolutamente impossibile che alcun tentativo, con mezzi propri riuscisse. Svanite le speranze di disincaglio, furono presi tutti i provvedimenti per inutilizzare il sommergibile…….. (lunga e dettagliata spiegazione dei tentativi di sabotaggio e del mancato autoaffondamento)

3) Nulla vi è da osservare sul mezzo tentato per evitare la cattura del personale; è stata disgraziata decisione quella del pilota Signor Sauro di voler allontanarsi da solo; meglio sarebbe stato se egli fosse rimasto con tutto l’equipaggio, assumendo la qualità di sottufficiale; la sua età non compatibile con la posizione di ufficiale in soprannumero per allenamento, la sua assoluta deficienza di cultura tecnica, constatata nell’interrogatorio al quale fu sottoposto, hanno determinato i sospetti che portarono poi alla sua triste fine.

4) In conclusione questo Ispettorato ritiene che al Comandante degli Uberti non possa farsi alcun grave appunto per la perdita del "Pullino" salvo le osservazioni indicate al n.1, sui criteri adottati per imboccare il Quarnero; dopo l’incaglio ha fatto quanto era in suo potere per renderne le conseguenze meno gravi, tentando dapprima il disincaglio, poi inutilizzando, per quanto era possibile, la sua nave, infine tentando di fuggire con tutto l’equipaggio alla cattura.

L’ufficiale in 2a tenente di vascello Coraggio Carlo Alberto, per voler compiere la difficile missione, ha tenuto nascosto al suo Comandante una punta d’ernia , della quale soffriva e che fu poi operata nel campo di Mathausen; ha dato poi al Comandante la più efficace coadiuvazione in tutte le operazioni che seguirono all’incaglio, ed è ritornato dalla prigionia con animo deliberato a riprendere subito il servizio di guerra; per il suo elevato sentimento del dovere merita encomio.
Il 2° capo meccanico Nanni Arturo ed il ff 2° capo operaio Cuneo Francesco, per le ragioni indicate nel rapporto del Comandante degli Uberti e confermate dall’ufficiale in 2a Signor Coraggio, si ritengono meritevoli d’essere proposti per un encomio solenne. Essi sono tuttora prigionieri.

IL CONTRAMMIRAGLIO
(firma illeggibile)




S.M.S. "SATELLIT"
Reg.N. :203

Cattura di un Ufficiale Italiano

All’ I. e R. Comando della Difesa Marittima – P O L A

31 luglio 1916

Partecipo all’I. e R. Comando della Difesa Marittima che alle 7 a.m. del 31 corrente ho ricevuto dal Faro di Porer la notizia che una torpediniera ed un sottomarino si trovavano presso Galiola.

Poco dopo fu intercettato un dispaccio della torpediniera che il sottomarino si era incagliato presso la Galiola.

Mi recai a Galiola dove fui informato che il sottomarino era stato abbandonato, che l’equipaggio era fuggito su due barche e che la torpediniera "4" le inseguiva.

Feci rotta a 230° e dopo circa 3 ¼ miglia fu scoperta una piccola barca dal sottocapo timoniere Stefano Leib.

In essa si trovava , sotto una tela cerata, un ufficiale italiano. Al momento di essere arrestato, gettò da bordo un piccolo involto verde , che subito affondò.

Io rilevai la località con un galleggiante. Poiché l’ufficiale appariva malato e leggermente ferito alla faccia, fu preso a bordo e la barca caricata a bordo.

Quivi prosegui la rotta. Quando la barca a vela fu avvistata era già a rimorchio della torpediniera "4".

Tornai di nuovo verso Galiola e consegnai alle guardie del faro la barca. La nave "MAGNET" e la torpedineira "6" erano già arrivate.

All’arrivo della nave "TRABANT" partii per Pola, accompagnai dietro ordine dato a mezzo di segnalazione la S.M.S. "STERCULE" verso Galiola, ritornai verso Pola colla torpediniera "7" consegnai il prigioniero non ché gli oggetti rinvenuti dalla scorta.

L’Ufficiale Italiano dichiarò di essere il primo ufficiale del sottomarino e di chiamarsi Nicolò Sambo.

f.to Steinhart
Capitano di Fregata

Secondo informazioni del Capo di Stato Maggiore dell’Ammiragliato del porto e della difesa marittima, il pacchetto si trova a 48 metri di profondità, in mezzo alla mota, e non si può recuperare. S.E. ordinava che le ricerche non si devono fare, perché non si avrebbe nessun risultato.
2/8
f.to
Neumann

(questa devi eser una traduzion fata per el Stato Magior italian)


Nebia e corenti strane citade nele agiografie:

L’unica corente iera quela "generale, che sul versante dalmato risale l’Adriatico con direzione media NW" arcinota a tuti i naviganti de ieri e de ogi, meno che al Comandante del sotomarin e del suo Signor pilota Sauro.

Nebia gnanche, perché la relazion no la cita e anche perché Sauro gaveva riconosù tanto ben la costa de Unie de garantirghe al Comandante che come che el ‘ndava el ‘ndava ben (ma sui scoi).

Date le risultanze de l’inchiesta mi calcolo che per asurdo, se l’Austria fusi stada più furba, inveze de crear un Martire, a Sauro i ghe gavesi dovù prima dar la medaia de Maria Teresa e dopo tornarghelo ai Italiani con tanti ringraziamenti per eser stà parte importante ne l’eliminar un Regio Sommergibile. Probabilmente in Italia el gaveria dovù dar più de una spiegazion, visto che el gaveva fama de eser espertisimo dei nostri mari.

Fazo notar che ala fine dela relazion, i proponi encomi a un uficial e a due marinai, a Sauro, a parte la "triste fine", nela Regia Marina del 1917, no solo nisun se sognava de proporghe una medaia, ma gnanche un encomio.

No go prove documentarie per dimostrar quel che go sentì dir in Marina, ma par che l’equipagio del sotomarin no lo gavesi volù con lori, e xe per questo che el iera solo in quela barcheta e che che i lo gavesi anche un poco maltratà, infati l’uficial austriaco el nota che "l’ufficiale appariva malato e leggermente ferito alla faccia". A meno che nol sia finì a musada saltando nel caicio.

Solo dopo, per alimentar el patriottismo, questo discendente de "coloni romani" i lo fa tenente di vascello (nela relazion el xe solo e sempre "pilota", anzi i disi che proprio nol podeva eser un uficial, per vari motivi), e i ghe dà la medaia de oro.

Torno a dir, se l’Austria fusi stada più lungimirante, de Sauro nisun se ricorderia più.

Me par che la Baba, per quanto riguarda Oberdank, la sia dela stesa opinion…

No so chi che la ga dita, ma a mi me piasi asai ‘sta frase:

"Felice il popolo che non ha bisogno di eroi"


(continua...)


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Messaggio da rofizal »

Me iero dimenticado de meter la foto del documento che gaveva inviado Kasteliz.
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Messaggio da rofizal »

(continuazione)


Da dalmatian39
Inviato: Gio, 04 Nov 2004 15:00
....nato a Capodostria...., irredentista dalmato....
bel, a dimostrazion che no i ga la minima conoscenza su Trieste, Istria o Dalmazia.
Come volevasi dimostrare!


Da babatriestina
Inviato: Gio, 04 Nov 2004 15:19
Che mi sapio, se ben me ricordo quel che me diseva papà, el comandava un batelin de linea Trieste-Capodistria, una specie de Dionea sarà stado.
Savè qualcossa de più?


Da Ursus
Inviato: Gio, 04 Nov 2004 16:47
Mio nono me ga dito che lo gaveva conosudo anche lui. Ma no me par che el jera visto tanto come eroe in quei giorni. I Capodistriani i jera gente pratica anche quela volta.


Da Kasteliz
Inviato: Ven, 05 Nov 2004 23:38
babatriestina ha scritto: che mi sapio, se ben me ricordo quel che me diseva papà, el comandava un batelin de linea Trieste-Capodistria, una specie de Dionea sarà stado.
Savè qualcossa de più?
El navigava per la "Capodistriana", che la gaveva più de un vaporeto.


Da Sergio
Inviato: Lun, 10 Gen 2005 05:11
Per concluder el discorso su Sauro, eco i documenti de parte austriaca.

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Verbale del dibattimento

La Corte Marziale risulta così costituita:
Presidente: I. e R. Capitano di fregata Massimiliano Burstyn;
Direttore del dibattimento: I. e R. auditore magg. Giuseppe Kahler; Assistenti: I. e R. tenente di vascello Pellizzoni Schwendtner - I. e R. tenente di vascello Max Jvancich - I. e R. tenente di fregata Alberto Zvaratti;
Cancelliere : I. e R. sottotenente auditore Bogdan Mogorovich ;
Interprete della lingua italiana: I. e R. sottotenente auditore dott. Giovanni
Bastianich ;
Accusatore: I. e R. capitano auditore Giorgio Bach;
Difensore: I. e R. sottotenente auditore dott. Giuseppe Takacs;
Fiduciari: nessuno.

Prima di cominciare il dibattimento il dirigente I. e R. Maggiore auditore Kalher dichiara che il Tribunale di guerra è composto legalmente e che le persone che sono state designate come Giudici e come Cancelliere sono presenti. Poscia rivolge ai membri del Tribunale di guerra, al cancelliere, all'accusatore, all'accusato la domanda se vi sia alcun motivo di esclusione o di rifiuto verso alcuno dei membri del Tribunale.

Nessuno muove opposizione. Il Presidente Comandante apre la discussione.

Si procede all'interrogatorio dell'accusato che dichiara:

"Mi chiamo Niccolò Sambo : sono nato in Venezia il 4 ottobre 1879 colà dimorante, senza confessione, celibe, figlio del defunto Giovanni e della vivente Antonietta nata Bianchini, capitano marittimo di lungo corso, richiamato come sottotenente di vascello di complemento, attualmente tenente di vascello nella Regia Marina da guerra italiana, richiamato allo scoppio della guerra fra Austria e Serbia".

Il dirigente il dibattimento ammonisce l'accusato di prestare attenzione alla accusa che è portata a suo carico. Quindi passa alla prestazione del giuramento dei giudici dirigendo loro la consueta formula: Giurano a Dio onnipotente e onnisciente di compiere fedelmente il dovere di giudici e di dare i loro voti secondo la migliore scienza e coscienza?

I giudici prestano giuramento a cominciare dal Presidente colle parole "Lo giuro: così Dio mi assista".

Vengono chiamate le persone citate al dibattimento come testimoni e parti. A tutti l'auditore Kahler ricorda la santità del giuramento prestato o che presteranno, e li invita a recarsi nella stanza loro assegnata, e di non abbandonarla senza suo permesso ed ammonisce l'interprete di tradurre fedelmente e scrupolosamente.

Delle persone citate soltanto Maria Sauro non risponde all'appello, perché indisposta.

Dopo che i testimoni ed i periti si sono allontanati il dirigente il dibattimento fa iniziare dall'accusatore la discussione dei fatti che vengono imputati.

S'interroga quindi l'accusato su questi fatti: egli risponde che non è colpevole.

Il Dirigente il dibattimento avverte l'imputato che egli ha diritto di contrapporre all'accusa l'esposizione delle circostanze relative all'imputazione : di contrapporre ad ogni prova le sue osservazioni, e che può di nuovo presentare le sue giustificazioni nel corso dell'attuale dibattimento pur avendole già presentate in istruttoria qualora non siano state prese in considerazione allo scopo di completare i mezzi di prova e che può anche produrre nuove prove.

Al che l'accusato dichiara:

"Ho la coscienza di non aver compiuto alcun delitto. Io sono ufficiale italiano : come tale sono stato catturato e trattato. Alle singole domande non voglio rispondere."

Segue l' interrogatorio :

- Perché si allontanava da solo in una piccola barca?
- Non voglio rispondere.
- Che cosa ha lanciato da bordo della barca?
- Ho lanciato la mia bandiera, la bandiera italiana.
- Perché non ha firmato la ricevuta delle sue competenze mentre gli altri lo hanno fatto?
- Su ciò non voglio rispondere: ciò che gli altri hanno fatto non mi riguarda.
- Che cosa fa suo padre?
- Non voglio rispondere.
- Che scuola ha frequentato?
- Non voglio rispondere.
- Perché ha affrettato la partenza della barca?
- Non voglio rispondere.

Vengono lette e tradotte le risposte date precedentemente e gli viene fatto osservare che ad alcune delle domande rivoltegli oggi, egli ha nell'interrogatorio risposto.

L'accusato dichiara:

"lo ero allora in uno stato di eccitazione psichica e rilevo che dal giorno della mia cattura, fino ad oggi, ho sofferto tutte le forme della moderna tortura. Se il mio primo interrogatorio abbia valore o no, non so: ho l'ordine formale di non rispondere, e questo voglio sempre eseguire. Quanto potevo dire I' ho già detto."
"Io non son identico coll'accusato Nazario Sauro di Capo d' Istria".

Si procede all'interrogatorio dei testimoni e dei periti.

La madre sola dichiara di non riconoscerlo.

Il cancelliere da quindi lettura degli atti processuali e nel corso di questi si richiedono spiegazioni all'accusato.

Alla domanda in che qualità fosse imbarcato nel sottomarino, rifiuta di rispondere. Rifiuta di rispondere alla domanda circa il numero delle missioni del sottomarino alle quali egli ha partecipato.

Gli ultimi testi sono il comandante delle carceri capitano di corvetta Trevan ed il capo carceriere van Ozegovich i quali depongono sul contegno tenuto dal prigioniero, sul rifiuto che egli oppose di firmare i registri o di scrivere ai propri parenti.

Poiché dalla parte non viene fatta nessuna altra richiesta il Presidente dichiara che è chiusa la produzione della prova e dà la parola all'accusatore.

Questi svolse la sua accusa basandosi sui resultati della esibizione della prova e fonda la sua proposta sulla colpa e sulla pena in base ai paragrafi 58 e 259b del Codice Militare.

Tutto questo viene tradotto all'accusato che dichiara di non volersi difendere ed aggiunge : "Ho compiuto la mia missione secondo l'ordine ricevuto e la compirò fino alla morte !".

Prende quindi la parola il difensore di ufficio sottotenente auditore Takacs per dimostrare che la prova della identità dell'accusato Nazario Sauro non si può dire assolutamente raggiunta e prega quindi il Tribunale perché non voglia, senza tale certezza, condannare il regnicolo italiano Niccolò Sambo.

Il Presidente dichiara chiusa la discussione; e fa allontanare l'accusato: quindi la Corte si ritira nella camera delle deliberazioni per la sentenza.
La Corte rientra alle 17.30 nella sala di udienza. L'accusato è fatto rientrare ed il dirigente comunica all'imputato la sentenza coi motivi.
Dopo la lettura della sentenza il Presidente partecipa all'accusato che egli non ha alcun mezzo giuridico contro la sentenza del Tribunale di guerra, che una sua domanda di grazia da chicchessia presentata non avrebbe alcun effetto dilatorio, che gli viene assegnato un sacerdote, che può parlare ai suoi congiunti e che la sentenza deve essere eseguita dopo due ore, alle 19,45.

****

La sentenza della quale si era già ottenuta la conferma dall' I. e R. Ammiraglio cav. Eugenio Chmelarz resulta presa a unanimità. Dice il
Protocollo delle deliberazioni
C. Z. K. 1155-16.

Tribunale del' I. e R. Ammiragliato di porto e del Comando del porto di guerra in Pola del 10 agosto 1916.

Processo contro Nazario Sauro per crimine d'alto tradimento ai sensi del paragrafo 58 del cod. militare.

Presenti: (seguono i nomi dei componenti il Tribunale di guerra).

Questione del delitto.

Perché malgrado la sudditanza austriaca si arruolò come combattente nella marina da guerra italiana nemica ed in tale qualità ha il 30 luglio 1916 partecipato ad una operazione d'un sottomarino italiano diretta contro le coste patrie nel golfo di Fiume, cosicché ha direttamente cooperato ad una impresa che mirava a far sorgere ed accrescere un pericolo per lo Stato dall'estero.

La questione del delitto viene affermata alla unanimità.

La questione della pena : morte mediante capestro : viene affermata all'unanimità.

Chiuso e firmato.

Il Presidente: Max Burstyn, I. e R. capitano di fregata;
Il Dirigente il dibattimento: Giuseppe Kahler, maggiore auditore.
Il Cancelliere: Bogdan Mogorovich, sottotenente auditore.



LA SENTENZA
Tribunale dell' I. e R. Ammiragliato di porto e del Comando del porto di guerra di Pola.
C. Z. K. 1155-16.

In nome di S. M. l'Imperatore d'Austria e Re Apostolico di Ungheria.
Il Tribunale di guerra dell' I. e R. Ammiragliato di porto e del comando del porto di guerra di Pola, composto :
dell' I. e R. capitano di fregata Massimiliano Burstyn quale presidente ;
dell' I. e R. maggiore auditore Giuseppe Kahler, quale dirigente del dibattimento.
dell' I. e R. sottotenente auditore Bodgan Mogorovich quale protocollista; dell'I. e R. capitano auditore Giorgio Bach quale accusatore;
dell' I. e R. sottotenente auditore dottor Giuseppe Takacs

ha pronunziato in base all'atto d'accusa del 10 agosto 1916 C. Z. K. 1155.16 per il crimine d'alto tradimento ai sensi dell'articolo 58 e del Codice penale la seguente

Sentenza contro Nazario Sauro

il quale, nato nel 1880 a Capo d'Istria e quivi domiciliato con 5 figli, capitano di cabotaggio, è "colpevole" del fatto che, come suddito austriaco, è entrato quale combattente nella marina da guerra italiana e che in tale qualità ha preso parte il 30 luglio 1916 ad una operazione contro la costa nazionale eseguita dal sommergibile italiano "Giacinto Pullino" e che in tal modo egli ha necessariamente cooperato ad un tentativo di distacco di una parte integrante del complesso statale e dell'unità territoriale dell'impero austriaco, operazione che era intesa ad arrecare e ad accrescere dal di fuori un pericolo per lo Stato.

In tal modo egli ha commesso il crimine "d'alto tradimento" ai sensi dell'art. 58 cod. penale, ed a tenore dell'art. 59, b. 1° capoverso del codice penale e dell'art. 444, 20 capoverso del regolamento di procedura penale e del capo 2° delle ordinanze generali per il diritto statario dell'esercito in campo (Ordinanza dell' I. e R. Comando Supremo del 16 marzo 1915 numero di prot. 32183) viene "condannato a morte mediante capestro".

MOTIVAZIONE

Il procedimento del Tribunale di guerra è giustificato in questo caso, perché questo procedimento per il reato di alto tradimento nella giurisdizione del Comandante del porto di guerra di Pola fu notificato a mezzo di affissione pubblica il 26 maggio 1915, fu pubblicato prima della consumazione del reato e fu minacciata in tal caso la pena di morte.

La notificazione del diritto statario fu eseguita dall' I. e R. Luogotenenza del territorio del Litorale nello stesso modo il 29 maggio 1915.

In seguito all'articolo 1° dell'Editto Imperiale del 25 luglio 1914 R. G. Bl. n. 156 fu trasferita al Tribunale penale territoriale la facoltà di giudizio penale sulle persone civili le quali, dopo l'entrata in vigore di questa ordinanza nella zona di giurisdizione militare della quale fosse stata ordinata la mobilitazione, si fossero rese colpevoli dei reati contenuti nell'art. 2° di questa ordinanza, e fu stabilito che, in via eccezionale, i Tribunali delle forze annate in comune dovessero sostituirsi ai Tribunali penali territoriali nei casi che la costituzione di questi non fosse possibile. Poiché l' I. e R. Milizia territoriale non era in condizione di fornire il personale necessario per l'intero procedimento, così risulta giustificato il procedimento innanzi al tribunale di guerra dell' I. e R. Ammiragliato portuale.

Dopo i resultati dell'istruttoria preparatoria e del procedimento principale, è fuori dubbio che l'accusato si trovava il 31 luglio corrente anno sul sommergibile italiano "Giacinto Pullino" incagliato presso Galiola, e che dopo l'incaglio egli, da solo, in un piccolo battello appartenente a quei guardiani del faro, d'accordo col comandante, abbia tentata la fuga mentre questi ed inoltre il 2° ufficiale ed il resto dell'equipaggio composto di 18 uomini dopo tre quarti d'ora tentarono di guadagnare il largo alla vela. Quando il piccolo battello fu trovato dall' I. e R. nave "Satellit" a tre miglia e mezzo a Sud-Ovest della Galiola, si trovava nel medesimo l'accusato che indossava l'uniforme di ufficiale di marina italiana (tenente di vascello) e che all'atto della cattura gettò fuori bordo un piccolo pacchetto verde. Egli si qualificò per Niccolò Sambo ed asserì di essere il primo ufficiale del sommergibile incagliato. Egli fu portato a bordo dell' I. e R. nave "Satellit" la quale quindi si diresse verso un veliero che era stato avvistato, il quale, come si poté constatare, dopo un adeguato avvicinamento, si trovava già a rimorchio dell' I. e R. Torpediniera 4. In questo veliero si trovava il resto dell'equipaggio del sommergibile italiano. Nell' interrogatorio extra procedurale l'accusato esseri di essere nato nell'anno 1878 a Venezia, di avere intrapreso la carriera dell'ufficiale di marina militare, e di esser poi passato in seguito alla marina mercantile. Poiché nel suo contegno e nei suoi movimenti egli non si comportava come un ufficiale del servizio attivo e poiché del tutto solo egli aveva preso la fuga, nacque il sospetto che potesse essere un suddito austriaco che fosse entrato nell'armata italiana per combattere la propria patria con le armi alla mano. Effettivamente poco dopo l'aggiunto di porto Josef Zacevich e il pilota Antonio Pozzetto del capitanato del porto di Pola lo riconobbero come il capitano di cabotaggio Nazario Sauro da Capo d'Istria, il quale, secondo comunicazioni ottenute telegraficamente dal Capitanato distrettuale di Capo d'lstria, si era rifugiato in Italia, nell'agosto del 1914 e che viene indicato come un agitatore dagli intendimenti antidinastici ed irredentistici. Egli si rese sospetto anche durante il suo internamento nelle carceri di marina di Pola per il fatto che nonostante gli inviti del comandante delle carceri di marina, capitano di corvetta, Karl Trevani e del capo carceriere Stefan v. Ozegovic perché egli desse comunicazioni ai suoi famigliari della sua prigionia, come fecero molto volentieri tutti quanti i suoi compagni prigionieri, egli si rifiutò a tale sollecitazione, e si preoccupò di evitare di dare mai la sua firma. In occasione dell'interrogatorio dell'equipaggio del sommergibile italiano il comandante, capitano di corvetta Ubaldo degli Uberti, asserì che l'accusato era venuto a bordo per propria istruzione e che non era suo sott'ordine.

A bordo egli era generalmente chiamato Sambo di nome. Quando dopo l'incaglio, egli lo pregò ripetutamente di lasciarlo fuggire da solo, gli dette il permesso, quantunque non avesse grande fiducia in tale progetto. Il secondo ufficiale tenente di vascello Carlo Alberto Coraggio, asserisce di conoscere l'accusato da circa due mesi, ma che non ebbe affatto l'occasione di venire in intimi rapporti con lui a Venezia. Secondo le indicazioni di Federico Margarelli (elettricista scelto) fu notato dall'equipaggio che, alla partenza si trovavano a bordo tre ufficiali, mentre la tabella prescritta ne comporta solo due, e si trovò la spiegazione con l'ipotesi che il soprannumerario prendesse parte per propria istruzione, per assumere più tardi un comando. Dalle dichiarazioni di questo testimonio come pure del macchinista di 1a classe Catello Rega, del macchinista di 2.a classe Giovanni Arseni, dell'elettricista Pasquale Gaeta, del sottufficiale macchinista Francesco Cucco, e del torpediniere Giuseppe Manile, l'accusato ha preso parte a due azioni sul sommergibile "Giacinto Pullino". Il macchinista Arseni lo vide spesse volte in compagnia di ufficiali nell'Arsenale di Venezia. Il sottufficiale elettricista Federico Savarese lo vide spesso a Venezia disimpegnare servizi da ufficiale. Nel numero 22 del "Giornale d'Italia" del 22 novembre 1915, in occasione di una intervista relativa ad una disgrazia della nave "Varese", causata da torpedini nell'acqua di Pola, tra l'altro viene prospettato quanto segue: Il capitano Sauro di Capo d'Istria, un competente tecnico in questioni marittime, fu richiesto dal corrispondente del citato giornale circa la sua opinione, e l'ha espressa nel senso che la navigazione del mare Adriatico è di frequente resa difficile da tempi cattivi, e che le navi sono costrette a tenersi sotto la costa dalmata. L' intervista finisce con le parole: "Questa nuova disgrazia marittima dimostra come il possesso della costa occidentale sia assolutamente necessario anche per l'ordinaria navigazione mercantile. Fintantoché l'Italia non possederà la costa opposta, essa si troverà nel "mare nostrum" in una posizione subordinata nei riguardi marittimi commerciali".

Poiché il periodo finale è riportato nel giornale - tra virgolette - esso rappresenta certamente l'opinione del tecnico Sauro, il quale senza dubbio è identico con l'accusato.

Sia durante la procedura degli interrogatori preliminari, come pure durante la procedura principale, l'accusato mantiene ostinatamente l'affermazione che egli è italiano regnicolo e non identico col capitano Sauro Nazario. Nella istruttoria preparatoria egli viene sostenuto in questo contegno solamente dalla madre Anna Sauro, nata Depangher, e dalla sorella Maria Sauro che tentano di disconoscerlo, mentre nella procedura principale ciò avviene solamente per parte della prima e non essendo per causa di malattia la sorella Maria Sauro, comparsa alla discussione principale. Al contrario il suo cognato, sorvegliante superiore di Finanza, Luigi Steffé ha riconosciuto lui come il capitano Nazario Sauro da Capo d'Istria e la Anna Sauro, nata Depangher come sua madre, ed ha asserito che egli era andato in Italia nell'agosto o settembre 1914 e che sua moglie, sorella del testimonio Steffé, lo aveva seguito due mesi prima dello scoppio della guerra. Egli asserisce inoltre che l'accusato ha un difetto ad un occhio e che quindi in tutte le chiamate al servizio militare fu riconosciuto non idoneo. Il capitano medico, dott Friedrich Grover, interrogato come perito, constatò all'occhio una cicatrice della cornea, grande quanto una capocchia di spillo, alla quale è aderente l'orlo inferiore della pupilla, della superficie delI'iride. Questa alterazione patologica dell'occhio sarebbe riconoscibile anche per un profano ad una distanza alla quale si osservano generalmente gli oggetti. I testimoni interrogati, cadetto di marina della riserva Peter Debellich, tenente di vascello Oskar Camus, cadetto di marina della riserva, Franz Demori, cadetto di marina della riserva, Peter Car, ispettore superiore della Finanza, Adolfo Galles, aggiunto di porto Stefan Vucokic, capitano del Lloyd Anton Battistin, pilota di porto Matteo Brazzanovich, pilota di porto Anton Pozzetto e Peter Degrassi, marinaio di seconda classe Costantino Nikalisin, conduttore Marco Poletti, capitano di cabotaggio Albert Fumolo, macchinista Alois Prencich, pilota Andreas Colucci affermano in modo sicuro che l'asserito Niccolò Sambo è identico col capitano Nazario Sauro di Capo d'Istria. Gli altri testimoni interrogati e cioè il fabbro Nazario Dobrigna, il marinaio di 1a classe Johann Budica, l'operaio militare Johann Schiavon, il fuochista scelto Peter Dellavalle, il meccanico di seconda classe Peter Minka, il capitano Josef Riccobon, il caporale Wilhelm Urbanar, il marinaio di seconda classe Bartolomaus Perini, Jacob ed Elias Verzier, riconoscono sia l'accusato come pure la sua madre Anna Sauro e suo cognato il sorvegliante superiore di finanza Steffé. A ragione di queste numerose e sicure testimonianze è fuori dubbio che l'accusato è identico col capitano Nazario Sauro da Capo d'Istria il quale, secondo il foglio di battesimo è nato a Capo d'Istria il 20 settembre 1880 ed il di cui padre si chiama Jacob e la di lui madre Anna, nata Depangher. Secondo il foglio domiciliare emesso dall'ufficio comunale di Capo d'Istria del 4 agosto 1916 egli è domiciliato a Capo d'Istria.

Non può quindi esistere alcun dubbio circa l'identità dell'accusato. Lo scopo del movimento irredentistico è notoriamente diretto al distacco di alcune regioni della Monarchia. Poiché ora l'accusato si dimostrò un attivo propugnatore di questi progetti, tenne a Venezia dei discorsi di agitazione contro la monarchia ed inoltre partecipò direttamente alla lotta contro la sua patria col fatto che prese parte a due azioni del sommergibile "Giacinto Pullino", egli ha cooperato necessariamente ad una operazione che era diretta al distacco di una parte integrante del complesso statale e dell'unione territoriale, operazione che era intesa ad arrecare e ad accrescere un pericolo dal di fuori per lo Stato. Questo contegno determina il reato di alto tradimento a tenore dell'articolo 58 c. del Codice Penale e in conformità dell'articolo 2 delle disposizioni generali per l'esercito in campo, d'accordo con l'articolo 59 b primo capoverso del Codice Penale è da punirsi con la morte mediante capestro. Nella valutazione del reato risulta come aggravante la consumazione in tempo di guerra, e il fatto che egli cooperò colle parole e con l'azione alla guerra contro la monarchia. Secondo quanto precede la sentenza è giustificata.

Il protocollista: f. Mogorovich I. e R. primotenente auditore.
Il dirigente: f. Kahler I. e R. maggiore auditore.
Il Presidente : Burstyn I. e R. capitano di fregata.

Questa sentenza viene confermata ed è da eseguirsi.

Pola, 10 agosto 1916.

I. e R. Ammiraglio: f.to Chmelarz cav. Eugenio.

La presente sentenza con la clausola di esecuzione fu comunicata pubblicamente all'accusato a ore 5,45 p. m. e a costui notificate le disposizioni del paragrafo 446 comma 20 e 30 del Regolamento Procedurale Penale Militare. Pola, 10 agosto 1916.

f.to Kahler I. e R. maggiore auditore.

La sentenza fu eseguita a ore 7.45 p. m.

f.to Kahler I. e R. maggiore auditore.


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(fonte : "Contributo dei Volontari giuliani fiumani e dalmati alla Geurra di Redenzione 1915-1918, Milano 1968)


********** FINE ***************


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Messaggio da AdlerTS »

Grazie Rof,

'sto argomento me lo ricordavo ben, xe sai interessante. :-D


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Re: Nazario Sauro (dal vecio forum)

Messaggio da AdlerTS »

Leggendo sempre La guerra marittima dell'Austria Ungheria go trovado una chicca che pol far riferimento al suo ocio polin
rofizal ha scritto:alla visita di leva Nazario Sauro era stato riformato dai medici austriaci a causa di un difetto a un occhio.
Testualmente scrivi:

" Nella notte dal 27 al 28 maggio 1916, la torpediniera italiana 24 OS, pilotata dal capitano mercantile Nazario Sauro, irruppe nel porto di trieste, ma venne avvistata e cannoneggiata. I due siluri, lanciati dalla 24 OS colpirono il molo che era stato preso per una grande nave"

:roflmao_155: :roflmao_155: :roflmao_155:


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Re: Nazario Sauro (dal vecio forum)

Messaggio da babatriestina »

AdlerTS ha scritto:. I due siluri, lanciati dalla 24 OS colpirono il molo che era stato preso per una grande nave"[/i]

:roflmao_155: :roflmao_155: :roflmao_155:
Mi no son esperta de guerra sottomarina, ma me par che a quei tempi iera i primi sottomarini e no credo che i fossi sofisticai come i successivi, te domando:
1 xe stado el solo caso de obiettivo sbagliado durante la guerra?
2 el iera de solo, che par che te ghe attribuissi al problema de vista de Sauro? no iera nissun altro nel sottomarin?

per le ridade, vista la conclusion... :? :? :?

mi in tutto questo vedo: da parte italiana, un tentativo de addossar a un morto la responsabilità della perdita del sommergibile, per scarigar la responsabilità dei altri.
da parte austriaca, l'applicazion dela solita impiccagion e la scena de ciamar la mama de Sauro in modo de farlo impiccar sula testimonianza de sua mama. Nissun che ga un pensierin per sta povera donna, che la rivedi el fio e la devi taser e far finta de no riconosserlo nel vano tentativo de salvarghe la vita? par un romanzo strappalagrime del ottocento, e inveze xe verità...


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Re: Nazario Sauro (dal vecio forum)

Messaggio da rofizal »

AdlerTS ha scritto:" Nella notte dal 27 al 28 maggio 1916, la torpediniera italiana 24 OS, pilotata dal capitano mercantile Nazario Sauro, irruppe nel porto di trieste, ma venne avvistata e cannoneggiata. I due siluri, lanciati dalla 24 OS colpirono il molo che era stato preso per una grande nave"
Ma non è finita qui! :wink:
Da quel che go trovado sembra (uso sempre el condizionale) che el capitano dela torpediniera iera el Tenente di Vascello Manfredi Gravina conte di Ramacca, e che per la "gloriosa" azione i ghe ga dado al Gravina una medaglia d'argento al valor militare. Dopotuto nol gaveva danegiado solo el molo ma anche... dei depositi de carbon. :wink:

Per Betta inveze meto una foto de una torpediniera dela prima guera, cusì la se rendi cont che iera dificile che la se imergesi.... a meno che no la fusi afondada! :lol:

Immagine


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Re: Nazario Sauro (dal vecio forum)

Messaggio da rofizal »

babatriestina ha scritto:Mi no son esperta de guerra sottomarina, ma me par che a quei tempi iera i primi sottomarini e no credo che i fossi sofisticai come i successivi, te domando:
2 el iera de solo, che par che te ghe attribuissi al problema de vista de Sauro? no iera nissun altro nel sottomarin?
Eco, te completo col solito Wikipedia:
Una torpediniera è una nave relativamente piccola e veloce progettata per lanciare siluri contro navi di superficie di dimensioni maggiori. Fu creata per contrastare le corazzate e altre navi grandi, pesanti e potentemente armate sfruttando la sua maggiore velocità ed agilità.
La definizion in realtà no xe precisa, dobesi eser:
"progettata per lanciare siluri contro navi di superficie di dimensioni maggiori oppure moli" :lol: :lol: :lol:


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Re: Nazario Sauro (dal vecio forum)

Messaggio da babatriestina »

rofizal ha scritto: Per Betta inveze meto una foto de una torpediniera dela prima guera, cusì la se rendi cont che iera dificile che la se imergesi.... a meno che no la fusi afondada! :lol:
perdincibacco! go missiado la torpediniera 24 OS col sommergibile Pullino!! :-D :oops: :-D
e po, a forza de sentir parlar sempre dela guerra sottomarina dela prima guerra, me dimenticavo che i siluri i li podeva mandar anche de superficie...

Ma voi savè anche chi ga tirado i siluri dela 24 OS? el pilota Sauro? el capitano Gravina o iera un addetto ai siluri? e come che iera le diottrie dei altri do e che tipo de ociai che i gaveva? :-D :-D :-D

e.. el carbon ga miga ciapado fogo???

e...conteme che mi no so... i siluri tirai delle torpediniere AU ( se i le gaveva e i le ga mai doprade) fazeva sempre centro? perchè i gaveva ociai de più bona qualità? perchè i iera più esercitai nel tiro a segno?

ve domando tuta sta roba, perchè mi, nei libro che go letto sula prima guerra mondial, de quel che xe nato in Adriatico no go trovado quasi gnente.
Colgo inveze l'occasion per raccomandarve de contarne ben la storia della rivolta dela flotta a Cattaro, che la go sempre sentida nominar ma no so ben come che la xe stada.


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Messaggio da rofizal »

Son restio a scriver de novo in questa sezion. Le discusioni acese che speso nasi no incoragia certo. Faria notar che za no xe presenti sul forum sezioni dedicade ai anni dopo el 1918, che poi no se rivi a parlar senza scontrarse (o quasi, visto che speso se trata solo de scontri scherzosi, anche se qualchedun pol fraintender) nianche de robe de quasi un secolo fa no xe el masimo. Scusè la premesa, ma scrivo sui forum per rilasarme. Mentre son disposto a entrar in discusioni serie anche se con tesi contraposte (me par anche logico che no tuti gabi le stese idee), e poso anche divertirme a scontri scherzosi come se usa tra amici (e unicamente questo iera el mio punto de vista e me sembra no sia stado capido), quando le robe comincia a diventar (come ga dito qualchedun) "brute pieghe con atachi personali tra forumisti", no me diverto più.

Me limito perciò a riportar testualmente quanto scrito sul libro de Peter Jung che a sua volta riprendi da quel de Koudelka. No agiungerò comenti. Se anche cusì vien fora "barufe", la prosima volta scrivo solo sul mio forum, anche se al momento xe poco frequentado.
...un gruppo di piccole unità guidate con piglio risoluto avrebbe potuto causare ogni sorta di danni, senza che noi potessimo seriamente contrastarlo.

In gennaio [1916] una torpediniera italiana, approfittando della nebbia nei bassi fondali di Muggia, aveva affondato l'imbarcazione a motore "Leni", che serviva alla pesca militare. Il nemico [gli italiani] aveva fatto prigioniero il pilota dell'imbarcazione, che nella vita civile era un pilota del porto di Muggia, dopo che un proiettile gli ebbe staccato un braccio.

Il 27 maggio [1916], un'altra torpediniera italiana penetrò di notte nel porto di Trieste. Era guidata dal capitano della marina mercantile Nazario Sauro, già appartenente alla marina austriaca. Quando fu riconosciuto, chiamato e colpito dalla sentinella della caserma della marina situata sul Molo Teresa, Sauro lanciò in risposta un siluro. Questo era diretto contro un grande piroscafo tedesco ormeggiato al Molo Giuseppina, ma colpì invece il molo con il deposito di carbone della stazione dei siluranti e lo fece crollare. Come unica possibilità di difesa la valorosa sentinella aveva solo il suo fucile!
Xe interesante dar la situazion dele difese costiere da parte austriaca.

Uno sbarramento di mine nel golfo di Trieste

Tra Sistiana e il porto del Quieto:
- due cannoni da 150mm, posti "nella penisola di Muggia"
- un cannone Hotchkiss da 47mm (precedentemente in dotazione ai doganieri della stazione marittima) posto nella zona di Pirano

In seguito si aggiunsero:
- due cannoni a tiro rapido da 47mm
- una batteria antiaerea da 4 cannoncini da 90mm

Le postazioni venivano spesso spostate per ingannare il nemico sul numero di mezzi a disposizione.

All'inizio del 1916 si aggiunse una piccola flotta lagunare, chiamata Aquädukt, per la difesa costiera.

Nel corso del 1916 ulteriori aggiunte:
- alcuni cannoni da 70mm
- due L50 da 90mm posti uno a Pirano e l'altro sopra il parco di Miramare
- due cannoni da 190mm (già dell'incrociatore corazzato SMS Kaiserin und Königin Maria Theresia), posto uno a Punta Salvore e l'altro sopra Grignano


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Messaggio da bilo »

dalla sentenza:
"....Non può quindi esistere alcun dubbio circa l'identità dell'accusato. Lo scopo del movimento irredentistico è notoriamente diretto al distacco di alcune regioni della Monarchia. Poiché ora l'accusato si dimostrò un attivo propugnatore di questi progetti, tenne a Venezia dei discorsi di agitazione contro la monarchia ed inoltre partecipò direttamente alla lotta contro la sua patria col fatto che prese parte a due azioni del sommergibile "Giacinto Pullino", egli ha cooperato necessariamente ad una operazione che era diretta al distacco di una parte integrante del complesso statale e dell'unione territoriale, operazione che era intesa ad arrecare e ad accrescere un pericolo dal di fuori per lo Stato...."

quindi giusto ricordarlo, per chi che xe e se senti italian, come un eroe.
Per i altri... pazienza.... ma ghe ricordo che no xe sta l'unico "suddito" del l'impero ordinato che ga operado al "distacco di alcune regioni della Monarchia. Anche nella stessa Ungheria, in Boemia, come in tanti paesi "sudditi" dell'impero ordinato e poco contenti de esser apunto "sudditi".
eroi o delinquenti ? mah , vedè voi....


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Messaggio da 1382-1918 »

No se pol generalizzar, bisogna giudicar il singolo caso.
Per mi certi pol anche eser eroi, rivo a capirli, anche se i xe andai col nemico che ne ga aggredido, però questo no xe de sicuro el caso de Sauro.

Il termine "sudditi" iera usado comunemente per indicar quel che ogi se ciama "cittadinanza", per cui no xe de far ironia su questo.


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Messaggio da bilo »

1382-1918 ha scritto:No se pol generalizzar, bisogna giudicar il singolo caso.
Per mi certi pol anche eser eroi, rivo a capirli, anche se i xe andai col nemico che ne ga aggredido, però questo no xe de sicuro el caso de Sauro.

Il termine "sudditi" iera usado comunemente per indicar quel che ogi se ciama "cittadinanza", per cui no xe de far ironia su questo.

scusa ma insisto, ogi semo citadini, quela volta i iera SUDITI, tanto de più se te ieri italian, croato, boemo ...e vara ti, anche ungherese, che anche quei no iera tuto sto contenti.
Per far un esempio de quei che gaveva la sazia dela felix a Praga ghe xe un monumento che ricorda tuti i popoli che ga combatudo contro "povero nostro franz" ... persin un fante italian xe tra i bronzi.
cmq, che tempi...che ridade... poveri quei che ghe ga lassà la vita piutosto, per l'imperator o per i re (no ga tropa importanza).
ala fine de sto Nazario no go capido cossa che se gaveria voludo. El se sintiva italian, el ga combatù dala parte che el se sintiva de esser, el xe morto per questo. A Trieste se sa che ghe se diversi del "viva l'A" ma anche tanti del "..e po bon !" e ogni dun troverà de dir del l'altro e dei sui simboli. No credo che a farghe un altro processo a Nazario ghe tiremo fora qualcossa de bon. Mi diria che un impero come quel no stava più in pie e gaveva fato el suo tempo, el problema xe che dopo, i popoli che se ga risveglià nei sui sentimenti nazionali ga pensà ben (!) de lignarse ala grande.... ma questa xe za un altra storia... alo alo siora nina che el sol magna le ore....


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