triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

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babatriestina
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Re: triestini e trentini

Messaggio da babatriestina »

Percedol lo trovi fra gli stagni carsici.
Quanto all'andar per boschi e per monti, beh, sui abbiamo un topic apposito .
Ma per boschi più grandi o per veri monti, anche se noi i monticelli vicini li chiamiamo pomposamente monti: Monte Lanaro, Monte Concusso, Monta san Leonardo, Monte Coste.. , bisogna andare o in Slovenia ( la , ad esempio..) o sulle montagne che per noi sono vicine, Alpi e Prealpi Giulie, anch'esse in Friuli o in Slovenia. In un paio d'ore di macchina, la montagna è alla portata dei Triestini!


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mandi_
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Re: triestini e trentini

Messaggio da mandi_ »

Grazie Baba, luoghi bellissimi e così diversi dai miei...

Continuo con il raccontare a modo mio la guera mondial.

ESSERE PRIGIONIERI AUSTROUNGARICI
Nel 1914 un certo numero di italiani irredentisti delle zone appartenenti all’Impero Austro Ungarico semplicemente fecero la scelta di diventare Italiani a tutti gli effetti, passando il confine. Naturalmente, se catturati, rischiavano la corte marziale. Molti combatterono in seguito inquadrati con l’esercito Italiano .
Ma un enorme numero di persone ,per convinzione personale o per non mettere a rischio se stessi e le proprie famiglie partì per la guerra.
I soldati austroungarici italiani , scaraventati in Galizia, durante le sanguinose battaglie e le logoranti attese in trincea, pensavano ai motivi che avevano portato in quei luoghi a combattere giovani contadini, studenti, falegnami , dottori , padri di famiglia ecc. I pensieri erano diversi.
Alcuni credevano con fede all’imperatore Francesco Giuseppe e si sentivano austriaci di etnia italiana, altri si sentivano italiani sottomessi ad un imperatore austriaco. Tutti avranno odiato la guerra, temuto la morte e provato la nostalgia degli affetti lasciati, ma con sfumature diverse.
E fu così che durante la guerra ci furono posizioni differenti. Tra i sopravvissuti italiani a quell’inferno ci fu chi continuò a combattere, finchè fu preso prigioniero,ci fu chi ottenne medaglie al valore austriache; ci fu chi decise di disertare per salvare la pelle ed affidarsi ai Russi come prigioniero(lo fecero singole persone ma anche quasi interi battaglioni).
In questi giorni, conversando, ho raccolto le testimonianze di persone trentine che hanno avuto padri o nonni nella Grande guerra. Le racconto in breve:
“Io mi sono sempre “sentita” un po’ austriaca, perché mio padre, che fu mandato a combattere in Galizia,e fu fatto prigioniero, aveva sentimenti ed identità austriaci; non accettò bene l’annessione del Trentino all’Italia e mi ha trasmesso queste idee” L. A. 16/07/2010
“Mio padre,mio zio e mio nonno partirono per la Galizia.Mio padre era un tiratore scelto,ma decise di disertare , perché non ne poteva più di ammazzare la gente. Mio nonno e mio zio morirono in quelle terre in battaglia”.
A.S. 15/07/2010

Mio nonno invece fu tra quelli che partirono perché dovevano partire, assieme ai suoi due fratelli. I miei parenti tornarono tutti vivi e senza ferite gravi . Ha raccontato alla famiglia di essere stato preso prigioniero mentre era in trincea e di aver combattuto per diversi mesi. Mio nonno mi raccontò di essere contento di ritrovarsi Italiano e non più austroungarico.

COSA SUCCEDEVA AI SOLDATI QUANDO DIVENTAVANO PRIGIONIERI
“La mattina del 31 agosto 1914 eravamo dispersi in un bosco, perché avevamo perso la nostra Compagnia,ci sdraiammo a terra e ci addormentammo. Al risveglio cercammo aiuto in una fattoria e ci fermammo nell’orto. Il padrone di quell’orto ci disse di aver visto due cosacchi e noi ci nascondemmo. Egli ci disse che ci avrebbe avvisati al minimo pericolo e con queste parole partì. Ma invece ci ha traditi, e con noi anche la patria. Tornato nel pomeriggio, ci disse che potevamo andarcene sicuri, ma invece lungo la strada per Leopoli ci trovammo davanti ad un’ intera compagnia di Russi. Fu un momento terribile! Sparare era come dire siamo morti! Scappare non c’era più tempo! Darsi prigionieri? Neppure per sogno. Tutto, tutto passò per la mente in quel breve ma terribile istante. Visto che essi avanzavano senza far fuoco, vista l’impossibilità di difenderci,dovemmo darci prigionieri.
I russi ci condussero in mezzo alle loro truppe. Camminammo per due km, arrivammo vicino ad un acquartieramento russo,e fummo sistemati in una stalla, dove ricevemmo del pane e del buon brodo,poi passammo lì la notte. Viaggiammo quattro giorni in quella terra tutta inzuppata di sangue. Il 4 settembre arrivammo a Brodi,ultima città galiziana, a 54 km da Leopoli. Passammo da Semislani ed il 7 arrivammo a Kiev. Verso sera ripartimmo ed arrivammo il 12 settembre a Samara, sul fiume Volga.Il giorno 18 arrivammo ad Omsk, dove ricevemmo il “managgio”(pasto).In questa città si trovava il nostro campo di prigionia”

Dal Diario di F. Matteotti (Trento)
“30 settembre 1915 – Siamo a oltre 600 verste da Kiev. Sosta di otto ore a Voronez. Ho udito suonare diversi pezzi da una banda russa che accompagnava alla stazione i soldati in partenza. 1-3 ottobre Si viaggia sempre attraverso la sterminata pianura russa. Verso sera arrivammo a Penza. A Penza i prigionieri di nazionalità italiana e slava vennero separati dai tedeschi e dai magiari.”
Dal Diario di G. Mondolfo(Gorizia)
“ Settembre 1915 - Una ventina di km prima di arrivare a Kiev, attraversammo dei campi trincerati, muniti di parecchie file di filo spinato, a difesa della città. Erano stati previdenti i russi per preparare simili difese, a quella distanza dalle frontiere. A loro le distanze non facevano paura, ed anch’io ormai camminavo senza stancarmi da mattina a sera….A Kiev eravamo entrati dalla parte delle colline,sulle quali stavano grandi caserme. La grande santa Russia era infine apparsa davanti ai nostri occhi.”
Dal Diario di E. Stanta( Trieste)
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I punti di smistamento più importanti per gli A. Ungarici catturati furono :
Kiev, sulla riva destra del fiume Dnepr(vino a tale città si trovavano i campi di Darnitsa e Voronez)per quanto riguardava il fronte orientale ; Mosca(dove i prigionieri venivano concentrati nel campo di NovoUgresk, nel quale si cominciava a stendere una sommaria registrazione in base alle varie nazionalità); Penza, che fu un importante nodo ferroviario, situato a nord est di Mosca, sul fiume Sura. Fu punto di transito per i prigionieri inviati nelle regioni più interne dal bacino del Volga alla Russia Asiatica.
Dvinsk era punto di smistamento al fronte nord occidentale.
Charcow si trovava a sud.

Dai punti di smistamento i prigionieri venivano avviati nei vari campi .In Russia e Siberia ci furono 156 campi conosciuti .I maggiori furono a Charchow, Omsk, Orlov, Tjumen, Jekaterimburg, Krasnojarsk ; Taskent e Samarcanda in Turkestan. Ai prigionieri, dopo qualche tempo fu data possibilità di spostarsi in altri luoghi ove fosse stato offerto loro del lavoro, per non morire di fame. Si dispersero così nello sterminato impero zarista,alloggiando in baracche, caserme dismesse o piccoli villaggi di contadini, muovendosi a piedi , su piccoli vapori o sulla Transiberiana.Fu un’ esperienza segnata dal gelo,dalla fame, dai pidocchi,dal tifo, ma anche da incontri culturali diversamente importanti. Già nel 1914 la Russia fu la prima nazione in assoluto a fare uso della “nazionalità” offrendo la cessione all’Italia dei prigionieri di guerra di etnia italiana nelle sue mani. Sarebbe stato un gesto di grande significato,che avrebbe potuto nello stesso momento far diminuire il numero di prigionieri in Russia. Non se ne fece nulla . Ancora, nei primi mesi del 1915, lo Zar propose per tre volte a Vittorio Emanuele di farsi carico dei prigionieri Italiani in Russia(fu riportato anche dal Corriere della sera del 29.5.1915) ma Roma accettò di prendere in mano la questione solo dopo il 24 maggio, decidendo di occuparsi solo dei prigionieri di lingua Italiana disposti a cambiare nazionalità (cioè i prigionieri ,che erano sudditi astroungarici avrebbero dovuto optare per l’Italia). Si formò invece la Commissione centrale di Patronato fuoriusciti adriatici e trentini e si ristabilirono così i contatti. Si cercò di riunire i prigionieri italiani in Russia in quattro zone : Tambov, Kiev, Mosca e soprattutto dal 1915 Kirsanov , che rappresentava la zona di riferimento, per poi riportare in Italia gli uomini. Non fu di certo però così semplice convincere i prigionieri a diventare a tutti gli effetti “Italiani” .
Racconta Matteotti da Omsk nel suo diario l’11 giugno 1915 :”Quando un ufficiale russo ci chiese :Chi vuole andare volontario in Italia a combattere contro l’Austria?Su 2000 uomini nessuno si mosse . Solo un triestino si offrì volontario. La richiesta rifatta il mese dopo, fu accolta da noi prigionieri con un solenne risata di disprezzo”.


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Re: triestini e trentini

Messaggio da mandi_ »

Dato che ho indicato luoghi dove venivano smistati i prigionieri austroungarici in Russia e Siberia, ho pensato di inserire una mappa, in cui si notano la transiberiana da Mosca a Wladivostok ed alcuni dei campi di prigionia indicati. In questa sterminata zona per la maggior parte gelida (d'inverno c'erano anche 40 gradi sotto zero) furono sparpagliati i nostri soldati prigionieri della Grande guerra. Spero che si veda tutto , adesso , dopo tanta fatica da parte mia, dato che ho cercato a lungo e non sono un'abile fotografa ed informatica. Altrimenti...chiedo aiuto!
A proposito, non sono indicati ben chiari i confini dei vari stati , ma è il massimo che sono in grado di fare . Ciao dalle mie montagne ai miei amici Triestini e non, sicuramente ...a mollo spero! Mandi
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MAPPA IMPERO ZARISTA : ma quanto grande era?Prima o dopo siberiana!
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Re: triestini e trentini

Messaggio da mandi_ »

Ho dimenticato di aggiungere che nella cartina si vede anche uno dei percorsi effettuati nei viaggi dopo il 1918, che descriverò in seguito. Mandi


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Re: triestini e trentini

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Continuo raccontando a modo mio la storia dei nostri prigionieri, aspettando sempre la vostra collaborazione...


KIRSANOV
Kirsanov si trovava nel distretto di Tambow, a dodici ore di Treno da Mosca. Era una cittadina sulla riva sinistra del fiume Worona, affluente del Don. La popolazione era di 12.000 abitanti. Le strade erano larghissime, le casette a un piano, di legno; camerate enormi, con giacigli a due piani, ove ogni uomo si ritagliava il suo posto; gli uomini dormivano su tavole nude, con il cappotto come cuscino. Recinti di palizzate; la torre alta del fuoco; nella piazza centrale, dove si faceva il mercato, si ergeva la cattedrale bianca, con i suoi sette palloni verdi delle cupole .I prigionieri furono ospitati in fabbricati, teatri, fabbriche, carceri, scuole, capannoni. Tra la gente mercanti dalla larga stambulina turchina, stivaloni al ginocchio, berretto di pelo;contadini barbuti ;qualche figura femminile che s’indovinava sotto le pellicce e gli scialli. Soldati che andavano e venivano. Silenzio sotto la neve, per mesi. C’era un piccolo ospedale, sulla collina. Sui letti serrati, i malati guardavano nel vuoto: c’erano undici tisici, molti tubercolotici, destinati a morire perchè senza medicine.
Questa era la condizione dei prigionieri, come fu descritta da Virgilio Gajda, per “La Stampa”in data 4 aprile 1916: "Da diciotto mesi gli uomini sono qui. Vengono in colonna, ragazzi e adulti, per compagnia, a prendere il rancio, che si distribuisce in una larga spianata sotto la neve. Si trascinano con fatica: molti zoppicano. Molti vestono ancora l’uniforme austriaca, ormai in brandelli. Passano compagnie di stracci. Quasi tutti hanno attraversato migliaia di verste, anche a piedi. Il rancio è: zuppa di cavolo acido mattina e sera; 800 g di pane nero;50 g di <<kascia>>sorta di polenta d’orzo; talvolta 25 g di carne o pesce bollito. Chi ha qualche kopeko può fare del the. Vedo visi pallidi, il berretto calato sulle orecchie, vedo sbattere a tratti le braccia, per il freddo. Si è stanchi: soli e lontani. Molti non hanno mai avuto notizie da casa. La gente li chiama “talianski” e prima diceva “avstriaci”. Qualcuno chiede giornali, libri…Molti scrivono sul loro block."

DELUSIONE

La via di rientro attraverso la Bulgaria era chiusa, dopo l’intervento in guerra di questo Stato. Restava quindi un’unica strada aperta, quella del trasporto partendo dal porto di Arcangelo, anch’esso chiuso per sei mesi dai ghiacci. Ogni giorno di ritardo aumentava i problemi, a causa dell’avvicinarsi della stagione dove il mar Bianco diventava ghiacciato.
13 agosto 1916: Finalmente 3000 prigionieri, in due scaglioni, lasciarono incredibilmente felici Kirsanov su un treno diretto ad Arcangelo, percorsero 2000 Km, passarono da Tambow a Mosca, ma a Volodga il 16 agosto il treno fu fermato senza dare giustificazione e rimandato indietro con ordine perentorio, tre giorni dopo la partenza. Delusi e furiosi, gli uomini furono informati che la nave del trasporto era in avaria. Furiosi, tolsero addobbi e ghirlande con cui avevano addobbato il treno. Avevano percorso tra andata e ritorno 2000 km inutili. A Kirsanov, oltre a tanti sorrisi di scherno, li attendeva la Missione Militare, con a capo il Colonnello Bassignano. Sarebbero ripartiti il 14 settembre 1916.

IL PRIMO VIAGGIO
“ Nei primi due giorni di navigazione il viaggio è lento, mentre di notte si sosta". Il terzo giorno, quando fummo usciti dalla zona minata e dal Mar Bianco, il piroscafo si avvia tutta velocità attraverso il mar di Barents, puntando prima verso nord ovest, finché entrato in pieno oceano, e raggiunto all’incirca il grado 73 di latitudine (per evitare i sottomarini), il vapore prese la direzione di Sud ovest. Il mare fu tranquillo, tranne due giorni di burrasca, dove era comandato di stare sopra coperta, col salvagente intorno alla vita.
La mattina del 2 ottobre, si avvistavano le isole danesi Far Oer, dove avvistavamo un vapore francese, che avvisò della presenza vicina di sottomarini. Perciò il viaggio per due giorni continuò in mezzo a mille precauzioni, con numerosi giri e rigiri. Il mattino del 3 ottobre si entrava nel Canale di Minch, tra le Isole Ebridi e la Scozia. Nel pomeriggio del quattro, dopo undici giorni di navigazione, giungemmo nella baia di Glasgow.La sera proseguimmo il viaggio in treno alla volta della Manica. Compimmo la traversata da Glasgow a Southamptonin 15 ore. A Oxford, durante una breve sosta, ci furono donate delle cartoline, mentre a Southampton, dove si giunse il giorno cinque, ognuno ricevette una maglia. La notte del 6 ottobre, con mare tempestoso, compimmo la traversata della Manica e il mattino sbarcammo a Cherbourg, in Normandia, su suolo Francese. Come Dio volle, accompagnati ovunque da manifestazioni di simpatia, attraversammo Caen, Le Mans, Tours, Vierzon, Bourges, Lione finché giungemmo il 9 ottobre a Modane, dove la colonia italiana ci porse il saluto d’Italia con distribuzione di fiori e cartoline ricordo con la scritta: Ai fratelli di Trento e Trieste la colonia italiana di Modane – porge il primo saluto – della Patria riconquistata. Verso il pomeriggio dello stesso giorno, il 9 ottobre 1916, arrivammo a Torino, dopo un viaggio di 8000 km e venticinque giorni. Fummo accolti nella stazione gremita di folla con enorme entusiasmo”.
IL SECONDO VIAGGIO
Da Glasgow il piroscafo Huntspeal, dopo aver deposto il carico, ritornò subito ad Arcangelo, per caricare gli altri optanti..
30 ottobre 1916: partenza da Arcangelo di un secondo contingente, di altri quarantacinque ufficiali e 1650 optanti.
Questi uomini arrivarono a Glasgow il 9 novembre. Dal 9 al 10 novembre attraversarono in ferrovia l’Inghilterra, giungendo al porto di Southampton sulla Manica. Traversata la Manica su Piroscafo Francese, approdarono a Cherbourg. Da lì il percorso avvenne in treno lungo la Francia per Le Mos-Tours_ Lione.
Il contingente arrivò a Torino il 15 novembre 1916 seguendo lo stesso itinerario del primo contingente di uomini.
Allegati
La cattedrale di Kirsanov
La cattedrale di Kirsanov
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KIRSANOV 1916
KIRSANOV 1916
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Re: triestini e trentini

Messaggio da mandi_ »

Riporto con commozione le parole tratte dal diario di un prigioniero di Kirsanov:

"Speranze? Oh si ancora e sempre per voi che Colui che risorse come oggi, vorrà salvare nella strage immensa che pervase il mondo. Sperare di tornare a te, o amata, a voi figlioli dell’anima per darvi i miei baci più ardenti, le mie forze, il mio sangue, tutto me stesso, fino all’anima mia, per ricostruire più bella quell’esistenza, che, fu minacciata e prevalse, che si sostenne nel corso tremendo.
Oh come saranno cari quei giorni nuovi, quella vita rinnovata e fatta più bella dalle sofferenze patite.
Speranza oggi e sempre, per te, o mia, per i dolci bambini belli, che formeranno la nostra consolazione, anche allora che noi, vecchi stanchi e gravati, trascineremo appoggiandoci a loro, sangue del nostro sangue, brani dell’anima nostra ringiovaniti."



QUESTO SOLDATO E'RIUSCITO A TORNARE A CASA, PER FORTUNA. Aveva lasciato soli una moglie e dei figli. Molte mogli, figli , genitori, amici non hanno rivisto più le loro famiglie....


Ma ecco la foto della nave che riportò a casa questo uomo sofferente, ma che aveva ancora speranze... La SPERANZA a volte aiuta a vivere un pò meglio, anche nella notte più nera.

Era il piroscafo HUNSTSPILL (Squillo di caccia); questo piroscafo era stato costruito nel 1903 col nome di Barone Korber per conto del Lloyd Triestino. Aveva una stazza di 5000 tonnellate. Fu sequestrata dagli Inglesi nel corso della guerra. Non so chi fosse il "Barone Korber"
Allegati
PIROSCAFO PIROSCAFO HUNTSPEAL(prima portava bandiera Austriaca e si PIROSCAFO HUNSTSPILL , che si chiamava “Barone Koerber” ; apparteneva alla Lloyd austriaca di Trieste e  poi fu sequestrato dagli Inglesi.
PIROSCAFO PIROSCAFO HUNTSPEAL(prima portava bandiera Austriaca e si PIROSCAFO HUNSTSPILL , che si chiamava “Barone Koerber” ; apparteneva alla Lloyd austriaca di Trieste e poi fu sequestrato dagli Inglesi.
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Re: triestini e trentini

Messaggio da mandi_ »

ANCORA DIARI DA KIRSANOV. Lettere e Diari irredentisti e non. Alcuni tra i tanti che ho letto.

Naturalmente, quando i prigionieri si recavano con mezzi di fortuna a Kirsanov, era soprattutto perché intendevano trovare un aiuto per tornare a casa loro. Non tutti ebbero la possibilità di essere riportati per la via di Arcangelo, pur avendo optato per l’Italia.
Non so se mio nonno se passò da Kirsanov, anzi non credo. Molti non l’hanno fatto per convinzione o per diffidenza o per paura. Ho letto recentemente “La borsa di cuoio- Il ritorno a casa del cadetto Francovic”. Questo è un bel libro(già citato nel forum),scritto se non erro dal nipote di questo cadetto,ricostruendo le vicende del nonno con documenti veri e memorie orali. Il cadetto Francovic passò da Kirsanov, ma poi fu inviato lungo la Transiberiana in Siberia. Mi sono piaciuti del libro soprattutto lo sforzo rispettoso del nipote di ricostruire la storia del nonno, ma anche l’ impostazione né troppo irredentista, né troppo austriacante. Il libro non è più in mio possesso(prestito interbibliotecario), perciò vado a memoria. Ad un certo punto il soldato ritorna alla sua Gorizia e pensa che una mela sia lo stesso frutto anche se viene pronunciato in varie lingue. Forse con una punta di amarezza, soprattutto vedendo la sua città in macerie .

MAGGIO 1915 (dal Diario di G. Goina di Pirano)
“….Finalmente si parlava per la partenza. Ho ricevuto un po’ di soldi da casa e si va a Kirsanov. E’ settembre, finalmente si parte col treno, contenti, con la fanfara e cantando canzoni italiane. Viva l’Italia.Tanti giorni in treno e finalmente si arriva a Porto Arcangelo, si saluta la sorta russa e si va a bordo di un piroscafo. Tanti giorni di mare brutto e molto pericolo dei siluri tedeschi , ma è andata bene anche questa…”
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Kirsanov,8/4 /1917(Lettera di A. Cosiansich, nato a Trieste nel 1890, ai genitori.)
“Carissimi
È notte tarda. Lo spettacolo è finito. Lo spettacolo? Sì, perché abbiamo allestito oggi, festa di Pasqua, un teatrino e in 10-12 abbiamo dato una serata di varietà per divertirci e per divertire gli altri 40 camerati, che ci facevano da pubblico. Abbiamo ottenuto un successone. Il programma era anche tale. Qui alcuni numeri dello stesso : Tango-Concerto di violino-Aria per tenore - Duello- Trasformista- orchestrina..I travestimenti, a base di carta,stracci, ovatta)furono riuscitissimi,tanto che i due camerati- donna erano corteggiatissimi. Tutti si facevano in quattro per ottenere un loro sorriso…
…Ciò che contribuì a render allegra la festa si fu la generale convinzione che la Pace è alle porte.
"

Il primo diario è molto sintetico e raccontato a posteriori ad una nipote. Ci sono persone che hanno scritto solo delle date e dei luoghi. Informazioni preziose, comunque. La lettera di Cosiancich è allegra ed ottimista. Qui la SPERANZA è molto presente. Speranza in un futuro migliore e in una pace vicina. Trattandosi di una lettera, si cerca di trasmettere informazioni leggere,in modo che chi legge (i genitori) non abbiano troppo da preoccuparsi. Ma la lettera ci fa capire che i prigionieri ,per sfuggire al tedio della lunga attesa, ed all’ansia, ed alla tragicità della detenzione(descritti nel precedente post nel Diario di Molignoni, trentino,e negli articoli del giornalista Gayda)cercano di reagire, trovando modo di creare piccoli divertimenti e stimoli intellettuali. Il discorso del riferimento ai camerati travestiti da donna fa percepire la voglia di burla, ma anche la nostalgia delle donne che li aspettano a casa o sono state sfollate lontano. E la nostalgia per i tempi della vita normale dei tempi passati. Consialich si offrì per la guerra volontario nel 1914, frequentò la Scuola allievi ufficiali di Graz e nel gennaio 1916 fu inserito nel 59° reggimento fanteria, fu fatto prigioniero dai Russi, fu internato a Shatzkj, poi a Kirsanov, ma non fu rimandato in Italia come pensava. Finì in Siberia e ritornò a Trieste nel 1919 sul piroscafo Roma.


(Dal Diario di G. Passerini, trentino.)
30 luglio 1917 Kirsanov
Attesa snervante in un ambiente che diviene intollerabile – si mangia male e peggio si dorme- il tempo passa e la rivoluzione, il disordine aumentano. Come si finirà?
27 agosto 1917
Vedo la più bella slava del mondo – per due minuti sono sul punto di creder in un <<massimo fattor>>.
11 ottobre 1917 ore 11.30
Si parte da Kirsanov per Arcangelo. Parto senza gioia al presentimento che non si avrebbe lasciata la Russia.
15 ottobre 1917, Vologda
Non si prosegue. Il piroscafo è partito.
15 ottobre 1917-22 dicembre 1917, Vologda
Fame – freddo- senza indumenti- Caporetto- Kerenski fugge- la pace di Brest-Litowsk è prossima- tutto crolla- l’anarchia è al colmo- le comunicazioni ferroviarie cominciano ad esser interrotte –Arcangelo è gelato- gli Alleati non riconoscono Lenin e Trosky e le relazioni sono interrotte.


Questo Diario è quello di un uomo sensibile, sofferente, disilluso dagli eventi. Sembra quasi una sintesi di guerra, ma molto acuta. E l’uomo trova anche,a 23 anni, (partì per il fronte che aveva solo 20 anni)il pensiero fuggevole , due minuti soltanto, di ammirare una bella donna .
Concludo con una delle lettere di un padre,trentino, alla figlia, nata dopo la sua partenza per la guerra. Su una delle lettere, la terza figlia, nata dopo il ritorno in Italia del padre nel 1916 e la successiva morte dello stesso nel 1922, scrisse un piccolo testo in suo ricordo.

DAL DIARIO DI I. SIMONETTI, nato nel 1883

“Kirsanov li febrajo 1916
Mia cara figliolina
Benche non tio ancor vista ne conosiuta giornalmente io ti ricordo: penso alla tua tenerezza, rivolgo lo scuardo ai critici tempi che trovasti e che ancor percori: Si la memoria di tali cose ala tua nasita non sarà smarite. Per me sei lo specchio del mattino e non ti deporò fin che il sogno mi sovrasta…
Sii sempre allegra e rivolgi i tuoi verdi sorisi a mama, non lasiarla avilirsi. Oserva cara mia filiolina quanto tinpongo e sii colle tue braccioline aperte per quanto prima restringer tuo caro pappà Isidoro”

“Mio papà nella Russia e nella guerra ha scritto che si stava male e si mangiava male, ora non più a casa sua è. Io volio sempre ricordare la cara memoria del mio babbo. Lo so anche io poverino che pativa. Io so come mangiava assai male. Quando eravamo profughi che mi veniva in mente come si stava male. Se bene ero piccina mi ricordavo,adesso siamo come i signori”




LEGGENDO QUESTI DIARI, HO COMPRESO UN POCO ANCHE UN PEZZETTO DEL CUORE DEGLI UOMINI (ESSERI A VOLTE MISTERIOSI PER IL MONDO FEMMINILE) : L'AMORE PER LA FAMIGLIA, LA SPERANZA, LA TENEREZZA,GLI IDEALI,IL CORAGGIO, LA PAURA, LA NOSTALGIA, LA VOGLIA DI INNAMORARSI E DI DIVERTIRSI NONOSTANTE LE DIFFICOLTA' PIU' GRANDI.

Mandi


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Re: triestini e trentini

Messaggio da babatriestina »

mandi_ ha scritto:
Era il piroscafo HUNSTSPILL (Squillo di caccia); questo piroscafo era stato costruito nel 1903 col nome di Barone Korber per conto del Lloyd Triestino. Aveva una stazza di 5000 tonnellate. Fu sequestrata dagli Inglesi nel corso della guerra. Non so chi fosse il "Barone Korber"
il nome barone Korber rievoca in me qualche eco come se lo avessi già letto.. sono certa che gli esperti di navi e di impero austroungarico sapranno dirti di più.
Grazie per questi diari che ci portano in luoghi così lontani nel tempo e nello spazio.


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Re: triestini e trentini

Messaggio da serlilian »

mandi_ ha scritto: ....
Era il piroscafo HUNSTSPILL (Squillo di caccia); questo piroscafo era stato costruito nel 1903 col nome di Barone Korber per conto del Lloyd Triestino. Aveva una stazza di 5000 tonnellate. Fu sequestrata dagli Inglesi nel corso della guerra. Non so chi fosse il "Barone Korber"
non Korber, ma Körber, che si scrive Koerber quando non si ha a disposizione la lettera "o" con l'umlaut (i due puntini sopra che la fanno pronunciare come l' "eu" francese).
In rete ho trovato un Ernst von Koerber, nato a Trento:
http://it.wikipedia.org/wiki/Ernest_von_Koerber


[i]Liliana[/i]
- . - . -
[size=75][i]"Quando comincia una guerra, la prima vittima è la Verità.
Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
quelle dei vincitori, diventano Storia."
(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
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Re: triestini e trentini

Messaggio da babatriestina »

sa anche a me che si trattasse di questo..
curioso comunque che si dedicasse una nave ad un personaggio vivente..la nave era del 1903 e lui morì nel 1916; al di là ovviamente della famiglia imperiale. Io credevo che si dedicassero a personaggi del passato..


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Re: triestini e trentini

Messaggio da serlilian »

Non so se hai già citato questo passo:

"... Un grande piroscafo era accostato alla banchina; ed ecco che i triestini ravvisano subito in esso un conoscente: era un piroscafo del Lloyd Triestino, il Koerber(*), sul quale qualcuno di loro aveva lavorato o col quale aveva navigato. L'Austria ci offriva il mezzo per il rimpatrio; veramente troppa cortesia! Anche esso era dunque prigioniero di guerra. Era stato sequestrato all'inizio delle ostilità nel porto di Alessandria e aveva cambiato il nome dell'uomo di Stato austriaco in quello inglese di «Huntspiel»..."

da : Il diario di Silvio Viezzoli
Diario di un trentino soldato di sua maestà l'Imperatore d'Austria
2a parte "Kirsanoff il ritorno"
http://digilander.libero.it/lacorsainfi ... zzoli1.htm
. . . . .
però bisogna dire che c'è qualche imprecisione:
(*) Il piroscafo si chiamava Körber quando apparteneva al Lloyd Austriaco, dal 1904 al 1914, quando fu catturato ad Alessandria dagli inglesi, che lo chiamarono Huntspill. Nel 1921 tornò al Lloyd, ormai Triestino, che lo rinominò Asia.


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Re: triestini e trentini

Messaggio da serlilian »

babatriestina ha scritto: ...
curioso comunque che si dedicasse una nave ad un personaggio vivente..la nave era del 1903 e lui morì nel 1916...
Infatti. Per questo non sono certa che si tratti proprio di lui, magari era un suo parente, morto precedentemennte.
In rete non trovo niente di più preciso.
Dovrò compulsare i miei "sacri" testi. 8) :lol:


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Re: triestini e trentini

Messaggio da babatriestina »

anche per il nome inglese, mi piacerebbe sapere la grafia corretta
Huntspill, HUNSTSPILL, HUNTSPEAL ???


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Re: triestini e trentini

Messaggio da serlilian »

babatriestina ha scritto:anche per il nome inglese, mi piacerebbe sapere la grafia corretta
Huntspill, HUNSTSPILL, HUNTSPEAL ???
Infatti.

Il più probabile è il primo, anche se non capisco cosa significhi la parola composta.
hunt = caccia, cacciatori
spill = 1. spargimento, caduta, capitombolo
2. legnetto, carta arrotolata (per accendere pipe, ecc.)

hunst e speal ... non esistono sul dizionario compatto inglese-italiano Garzanti. :'-(
... ma sono molti i vocaboli che non ci trovo.


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Re: triestini e trentini

Messaggio da serlilian »

KOERBER / HUNTSPILL / ASIA 1904
5,423 gross tons, 400ft x 49ft, twin screw, speed 14 knots. Built 1904 by Lloyd Austriaco, Trieste, Austria as the KOERBER for their own company. In Aug.1914 she was seized by Britain at Alexandria and renamed HUNTSPILL in 1915. Operated by the British Government as a troopship and in 1917 management was passed to Union Castle Mail SS Co. 1920 managed by Anchor Line, then by British India S.N. Co., all for the British Government. In 1921 she was sold to Lloyd Triestino, Trieste which by then was part of Italy and renamed ASIA. 1933 scrapped at Monfalcone, Italy. [Register of Merchant Ships Completed in 1904 by Starke / Schell]

da http://www.theshipslist.com/ships/descr ... hipsK.html

traducendo velocemente...
(salto le misure inglesi perchè non so a cosa corrispondano nel sistema metrico decimale.)
... doppia elica, velocità 14 nodi. Costruita nel 1904 dal Lloyd Austriaco, Trieste, Austria, come il Koerber, per la sua Compagnai. Nelll'agosto 1914 fu catturata dai britannici ad Alessandria e rinominata Huntspill nel 1915. Fu utilizzata dal Governo britannico come trasporto truppe e nel 1917 assegnata alla Compagnia di navigazione Union Castle Mail SS Co., nel 1920 all'Anchor Line e poi alla Compagnia British India S.N. Co., sempre per il Governo britannico. Nel 1921 fu venduta al Lloyd Triestino, Trieste, che da allora faceva parte dell'Italia, e rinominata Asia. Demolita nel 1933 a Monfalcone.


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Re: triestini e trentini

Messaggio da mandi_ »

Bravissime ! Non ricordavo che anche il Viezzoli citava il piroscafo, però ricordavo che il Koerber fosse un ministro austriaco. Il piroscafo è stato citato in molti libri con nomi diversi : Koerber, Korber con l'umlaut. Poi ho trovato sempre in vari libri scritto Huntspiel o Huntspill. Non conoscendo l'inglese ho riportato la traduzione del nome che accompagnava l'immagine. Interessante anche la figura del ministro Koerber, per quel che ci dice Wiki del suo tempo. Perchè mai non sarà andato d'accordo con Carlo I ?Non l'ho capito.


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Re: triestini e trentini

Messaggio da AdlerTS »

mandi_ ha scritto: aspettando sempre la vostra collaborazione....
Mandi_, leggo con piacere queste memorie, ma purtroppo non ho modo di aggiungervi niente ! Stai facendo un ottimo lavoro :-D


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Re: triestini e trentini

Messaggio da mandi_ »

Tante grazie per l'incoraggiamento che mi date !

RIASSUMENDO
I TRE VIAGGI :


1) – PIROSCAFO BARONE KÖRBER :33 ufficiali e 1665 irredenti.

ITINERARIO

- 24 settembre 1916 : Partenza dal porto di Arcangelo del primo scaglione di ex prigionieri.
- 3 ottobre 1916 : Arrivo a Glasgow . . Ritorno del piroscafo ad Arcangelo.
- 5 ottobre 1916 :Arrivo al porto di Southampton.
-6 ottobre 1916 : Attraversamento della Manica.
- 9 ottobre 1916 : Arrivo a Torino.

2) --PIROSCAFO BARONE KÖRBER : 45 ufficiali e 1620 irredenti .

ITINERARIO

-31 ottobre 1916 : Partenza dal porto di Arcangelo del secondo scaglione.

-9 novembre 1916 : Arrivo a Glasgow.

-15 novembre 1916 : arrivo a Torino.


PIROSCAFO MEDIE ( Francese): 21 ufficiali e 664 ex prigionieri . Insieme ad essi partirono 400 ex prigionieri austroungarici dell’Alsazia Lorena partenti per la Francia.

ITINERARIO
-Novembre 1916 Partenza dal porto di Arcangelo di un terzo scaglione di 21 ufficiali e 644 optanti , ai comandi del magg. Manera.

-Arrivo a Glasgow

-Arrivo al porto di Southampton.

-Sbarco a a Brest (Bretagna)

-Arrivo a Torino

- 19 novembre 1916 :Arrivo a Milano.



Ricordo che Silvio Viezzoli è partito con il primo scaglione, dando una magnifica descrizione della sua prigionia in Russia , del suo arrivo a Kirsanov e del viaggio effettuato. Del primo scaglione, si arruolarono nell’esercito italiano tutti gli ufficiali e trecento uomini su 1665.

Già da prima dell’inizio dell’entrata in guerra dell’Italia, si era stabilita un’ intesa tra gli Alleati. In particolare si era stabilita a Pietrogrado una Missione Militare Italiana . Ci fu anche uno scambio di relative ambasciate : una russa in Italia, a Roma; una Italiana a Pietrogrado (ora San Pietroburgo). La Missione Militare doveva occuparsi della propaganda, della conoscenza delle strategie di guerra russe ecc. Molte informazioni venivano ricavate anche dai prigionieri (movimento e consistenza dei Battaglioni di competenza, umore delle truppe ecc.).Naturalmente la Missione doveva occuparsi anche di gestire in qualche modo la questione “rientro eventuale ” di tali prigionieri di etnia italiana, cercando di convincerli ad optare, dopo l’entrata in guerra .
C’è da rilevare una disorganizzazione da parte della Missione militare italiana, che malgrado l’approvazione del Governo russo alle partenze dei prigionieri, non riuscì a coordinare le partenze degli optanti per l’Italia in modo adeguato. Arcangelo era un delle poche città con un porto sul mar Bianco accessibile alle navi, ma tale mare era ghiacciato per molti mesi. Il tempismo degli imbarchi era indispensabile. Ma ad esempio, come racconta il Viezzoli, Il convoglio con cui partì il primo scaglione,carico di uomini in festa per la partenza,senza spiegazioni, fu fermato e fatto retrocedere. E gli uomini tornarono delusi, scherniti persino da quelli che li avevano diffidati dal partire. Il ritardo nell’organizzare i viaggi era sempre più evidente. Molti uomini nell’attesa , morirono di tifo o per malattie connesse al freddo tremendo.
Inoltre il porto di Arcangelo era pieno di navi ,ma quelle disponibili per gli Italiani, sembravano non esserci. C’erano invece navi inglesi e francesi, ( EMTALI, TZAR, TZARITZA, DWINSK)che ovviamente si preoccupavano dei loro rimbarchi.
Per ritornare in Italia, gli uomini dovevano firmare un foglio di richiesta di appartenere allo Stato Italiano e sostenere un colloquio . Ogni ex prigioniero aveva in tasca un documento che comprovava il suo status.

Comunque più sopra, ho indicato il mezzo navale con cui fu imbarcato il terzo scaglione : si trattava del PIROSCAFO FRANCESE MEDIE o MEDEE (di cui non ho trovato la foto).

Nel gennaio 1918 riuscì a partire fortunosamente anche il PIROSCAFO JAROSLAV , trasportando un carico di 600 prigionieri provenienti dalla Romania.

E in conclusione, molti ne rientrarono tra il 1916 e il 17, ma moltissimi rimasero nella grande madre Russia .

Ciao a tutti da Mandi


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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da AdlerTS »

Mi sono permesso di modificare il titolo del topic, così da attirare maggiormente l'attenzione di altre persone interessate all'argomento.


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Re: triestini e trentini - rimpatrio dopo la guerra

Messaggio da mandi_ »

IL VIAGGIO ...ALL'INDIETRO NEL TEMPO.

Ciao a tutti
Ho trovato un censimento del 1910, con relative notizie informative. Questo documento è riportato dal “Bollettino dell’Emigrazione Adriatica e trentina”, che era la rivista dell’Associazione E.A.T durante la prima guerra mondiale. La pagina della rivista è datata :Roma, 15 settembre 1916. Ad onor del vero, ho qualche dubbio tra le date 1916 o 1918 in quanto nel documento l’ultima cifra della data potrebbe essere un 6 o un 8. La riproduzione digitale del documento non è chiara. Ma trattandosi di una rivista costituita da fogli successivi, con pagine numerate,ed essendo la pagina successiva a questa datata chiaramente 1916, io propendo per l’anno 1916. La data mi pare corretta anche per via dei riferimenti storici. La rivista usa toni e linguaggio irredentisti.
Io trascrivo pari pari, quindi se le città adesso hanno nomi , regioni , appartenenze diverse ….questa è la Storia…. Tornando indietro di qualche secolo, le divisioni territoriali e i dati sarebbero ancora diversi,rispetto alla data della rivista. In futuro chissà… Speriamo che non ci siano altre guerre e altri morti per modificare dei dati e delle appartenenze.
Il documento è scritto in Italiano. Sapevo del censimento del 1910, so che esiste in Archivio , ma non l’ho mai visto. Questo ,ripeto, è quello che ho trovato sulla rivista. A me interessa come statistica. Anzi gradirei se qualcuno mi desse spiegazioni plausibili.
Ecco la trascrizione; eventuali errori aritmetici non sono miei !
Mandi

"I PRINCIPALI COMUNI DELLE NOSTRE REGIONI

Ecco i nomi dei principali comuni della Venezia Tridentina, della Venezia Giulia e della Dalmazia, disposti, regione per regione, secondo l’importanza delle loro popolazioni. I dati statistici sono desunti dall’ultimo censimento austriaco del 31 dicembre 1910, che però è stato pubblicato soltanto ora dalla Commissione centrale di statistica a Vienna. E pertanto queste indicazioni non sono ancora generalmente conosciute. Solo per due o tre luoghi della Regione Giulia che con Fiume appartengono al Regno di Ungheria, non abbiamo potuto dare i dati dell’ultimo censimento.
Distinguiamo con carattere grassetto i nomi delle città, con asterisco i luoghi già occupati dalle nostre truppe. Dopo il nome diamo la cifra totale degli abitanti, quindi tra parentesi la popolazione del centro urbano e della frazione principale; e per i centri che hanno sobborghi, indichiamo anche gli abitanti dei sobborghi.

VENEZIA TRIDENTINA

TRENTO, 30049 ( città 27333 – suburbio 2716)
BOLZANO,24196 (senza il sobborgo occidentale di Gries -ab. 6289 - che è comune autonomo)
ROVERETO, 11618(città 10949 – sobborghi 669)
MERANO,11508 (senza i sobborghi di Maja inferiore – ab 6708 – e Maja superiore –ab. 4197 – che sono comuni autonomi.)
RIVA, 9224 (5113)
LEVICO, 6682(4697)
BRESSANNONE ,6545
GRIES, 6298
*ALA,5800 (3216)
*BORGO VALSUGANA,5090(4390)
MEZZOLOMBARDO,4906
*MORI,4581(1536)
ARCO,4594(2489)
FOLGARIA,4156(961)
LANA,4100(3984)
PERGINE,4010 (2882)
*CANAL SAN BOVO,3883(815)
*AMPEZZO,3691,(Cortina d’ Ampezzo 963)
LAVIS,3645(2472)
RONCEGNO,3566(1202)
PREDAZZO,3488
BRUNICO,3288
CAVALESE, 3265(2538)
CLES ,3165(2601)
MEZZACORONA,2756 (2744)
EGNA,2325(1913)
*STRIGNO,2970 (1854)
TIONE,2075
FONDO,2002
STERZENO,1858
*STORO,1724
CEMBRA,1681
SILANDRO,1443
MALÈ,1438
*CONDINO,1437
MALLES,1076
STENICO ,892
VEZZANO,845
FIERA DI PRIMIERO,796
GLORENZA,710
CHIUSA DELL’ISARCO,705

VENEZIA GIULIA


TRIESTE,229.510 (Città 160998,compresa la guarnigione e senza 1240 censiti a bordo delle navi – suburbio, tredici frazioni,59547 – Altipiano, con 11 frazioni,8870)
POLA,70948(58562)
FIUME,49806 (compreso il territorio, suddiviso in tre frazioni e senza i sobborghi di Sussag – ab. 811- e Tersatto –ab. 1017 – comuni autonomi facenti parte integrante della Croazia)
*GORIZIA, 30995 (Città 9717 – Sobborghi,in numero di dodici,18636 – guarnigione, 2642
CASTUA,20508(646)
PISINO, 17697 (4263)
PINGUENTO,16957 (516)
PIRANO, 15210(7379)
PARENZO,15210(4263)
ROVIGNO,12828
CAPODISTRIA,12818( 8993)
ALBONA,12098(Città 1133- suburbio 1056)
MUGGIA, 11578(5487)
DIGNARO,10785 (8087)
ISOLA, 8461 (6101)
LUSSINPICCOLO,8690 (5580)
MOSCHIENIZZO,3164 (203
*CERVIGNANO,3078
VERBENICO,2940
*AQUILEJA, 2634(969)
LUSSINGRANDE, 2463 (969)
COMENO,2814 (861)
CANALE,2279
CITTANOVA,2275
OSSERO,2245
VIPPACCO,1426
AIDÙSSINA,910
BISTERZA,876
SANOSECCHIA,844
MALBORGHETTO,781
OLISA,660 CHERSO, 8162 (4192)
*MONFALCONE,8183 (Città 6460) – Suburbio 676
*CASTELNUOVO DEL CARSO,7294 (599)
BUJE,7181 (3170)
*CORMÒNS, 6792(4166)
VOLOSCA – ABBAZIA, 6552
MONTONA,6276 (1371)
IDRIA,6094
UMAGO,6092 (3219)
CIRCHINA,6046 (1061)
PORTOLE 5990 (3871)
GIMINO,5713 (5169)
FLANONA, 5683 (1663)
VISIGNANO,5089 (2009)
ORSERA,4991 (1709)
*GRADO,4791
TOLMINO,4698 (1016)
VISINADA, 4453 (2871)
GRADISCA,4420 (1658)
ANTIGNANA,4453 (1745)
LAURANA,4191
BARBANA,4108
DOBRIGNO,4046 (464)
GRISIGNANA,4028 (1658)
POSTUMIA,3868 (1986)
CANFANARO,3795 (819)
CIRCONICO,8797 (1468)
CASTELMUSCHIO,2242
VEGLIA,2196 (1778)
SESANA,2069
PLEZZO,2044
BECCARI,2002
SANTACROCE,1809

Ho anche la terza parte del documento, che titola : Dalmazia. La potrei scrivere in seguito...

ORA VI INVIO UNA FOTO DI TRENTO DEL 1910. E TRIESTE?







MAH!
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