Stili nell'architettura triestina

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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

sono piccolo ma crescero ha scritto: Una domanda: di che epoca è la stazione marittima?
Umberto Nordio, 1926-1930

( praticamente gli stessi della stazione di Milano!)

Però c'erano sul molo dei magazzini preesistenti, per cui alcune finestre o inferriate che avevo notato una volta, sui lati esterni, possono essere di epoca anteriore.
Una foto di oggi della Marittima:
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il frontone coi bassorilievi di Asco
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un appoggio della macchina sui vetri della porta, e un cenno all'ingresso. l'arredo originario è andato perduto, comunque
( io comunque ho un ricordo abbastanza brutto del pianoterra, rientrando con la Vulcania dalla Grecia, anni 60, o era l'edificio poi demolito? io ricordo uno stanzone tipo deposito merci, e in mezzo noi con le valige ad aspettare di passar la dogana..)
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Una precisazione: non penso di fare una trattazione che elenchi tutti gli edifici di uno stile, questo si può fare a parte: io pensavo ai più significativi, alle somiglianze e differenze con altri.. alle varianti dello stile..


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Messaggio da 1382-1918 »

babatriestina ha scritto:ed ecco i portici dell'edificio di Piazza Oberdan che ospitava la Regione, e immagino che contenga ancora edifici regionali: ma la conclusione dei portici è degli anni '70..
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Non è in questa sede il consiglio regionale? C'è anche una targa quadrilingue all'ingresso.
Metà della parte più bassa, sulla destra nella foto, è stata costruita qualche anno fa, credo verso il 2003, prima c'era uno spazio vuoto adibito a parcheggio e si vedeva la parte posteriore dell'edificio della RAI. Ora è comunque rimasto parcheggio al piano terra.

---

Per la stazione marittima, se guardate il video dell'arrivo a Trieste delle salme dell'arciduca Francesco Ferdinando e di sua moglie Sofia nel 1914, sembrerebbe di vederla così com'è ora, ma naturalmente con il solo piano terra, mentre poi è stata sopraelevata ed hanno costruito la facciata anteriore, dando all'edificio un nuovo volto.


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1382-1918 ha scritto: Metà della parte più bassa, sulla destra nella foto, è stata costruita qualche anno fa, credo verso il 2003, prima c'era uno spazio vuoto adibito a parcheggio e si vedeva la parte posteriore dell'edificio della RAI. Ora è comunque rimasto parcheggio al piano terra.
lo spazio vuoto era il posto del Teatro Nuovo, dove feci i miei primi saggi di danza classica e vidi le Commedie di Sergio Tofano col Signor Bonaventura. Poi lo demolirono e per anni lasciarono lo spazio vuoto.


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1382-1918 ha scritto:--

Per la stazione marittima, se guardate il video dell'arrivo a Trieste delle salme dell'arciduca Francesco Ferdinando e di sua moglie Sofia nel 1914, sembrerebbe di vederla così com'è ora, ma naturalmente con il solo piano terra, mentre poi è stata sopraelevata ed hanno costruito la facciata anteriore, dando all'edificio un nuovo volto.
Trieste, 1918-1954 guida all'architettura:
Sull'area del molo, occupato dai magazzini 41 e 42, tra il 1926 e il 1928 viene elaborato da Umberto Nordio un progetto che prevede la parziale demolizione dell'hangar 41 e la conservazione del hangar 42 ( tuttora esistente) Il nuovo corpo di fabbrica utilizza le fondazioni consolidate dell'hangar 41
da qualche parte dovrei avere una foto di una finestra o un'inferriata,vagamente liberty, ma questa foto, di alcuni anni fa in un giorno di bora, mostra la parte posteriore della Marittima: ho evidenziato dove si legge ancora la scritta hangar 42
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Quello che mi sembra comunque certo, è che dall'inizio dell'accettazione dell'architettura moderna, variante per variante, spariscono progressivamente e almeno finora non sono ricomparse tutte le ornamentazioni degli edifici: non vedremo più timpani triangolari sulle finestre, colonne o semicolonne con adornati capitelli, facce femminili o leoni ruggenti, cariatidi sparse ... per la generale accettazione del principio che la bellezza ste nelle forme, nell'armonia, nella qualità dei materiali, oppure nell'adattamento delle forme all'utilità dell'edificio. Il postmoderno accetterà maggiori varietà, ma le ornamentazioni rimarranno modeste, negli edifici pubblici i di particolari enti qualche logo, nell'edilizia privata quasi nulla: a nessuno interessava la casa con la statua sul balcone, anche perchè ormai tale decorazione non era quasi mai opera di scultori singoli, ma lavoro industriale spesso fatto in serie e in materiale non pregiato ( pietra ricostituita) Eccezione : il leone di Carà sulla facciata della casa RAS ( quello che ora è smontato a pezzi in un cortile..).
Prima di passare all'edilizia privata, vanno considerate quelle che sono le più discusse realizzazioni durante il ventennio, cioè l'area fra piazza della Borsa e il teatro romano, soprattutto perchè conosciute come "sventramenti" di una parte della città ancora antica , ancorchè molto degradata. Potremmo però distinguere il lato architettonico dal lato urbanistico...
le nuove amministrazioni italiane ( e se non erro ci fu una continuità iniziale nell'amministrazione comunale, attraverso il podestà Valerio) e il regime fascista successivo vollero creare una nuova viabilità: piazza della Caserma vide gli edifici anzidetti e poi vedremo la parte residenziale vicina al tribunale, ma là era una ex caserma, che in città non aveva molto senso, e quindi si trattava di creare dal nuovo. Fu creato il lungo asse di scorrimento tuttora funzionante dalla stazione, attraverso via Ghega, via Carducci, Barriera ( con allargamenti e demolizioni, viale D'Annunzio (Sonnino, dicevano i miei vecchi), Piazza Foraggi ( allora dedicata ai Caduti fascisti) e la galleria di Montebello, e poi avevano previsto un secondo asse che sempre dalla zona Stazione , per via Roma ( ovviamente ribattezzata tale ) passasse davanti al riscavato Teatro Romano e continuasse poi, allargata, attraverso cavano.. non so fin dove: una specie di via dei fori imperiali in versione triestina, per fortuna si fermarono prima di Cavana.
Che una buona parte di Cittavecchia fosse assai degradata e non igienica, è sicuro, e già le ultime amministrazioni ottocentesche avevano iniziato progetti di piani di risanamento, ma certamente allora l'idea di un recupero filologico era del tutto estraneo alla mentalità. Sono andate perse casupole, ma anche edifici più interessanti, la vecchia Sinagoga ( magari sostituita dalla grande nuova di Berlam) la piccola Cappella Corti... molti frammenti dei quali sono visibili all'Orto lapidario. Si salvò fortunosamente Casa Bartoli di Fabiani.. il tutto per creare un distretto abitativo- amministrativo, con in primo luogo, vistosissimo, il palazzo delel Generali con la Galleria Protti, il palazzo del Banco di Napoli, il grattacielo di Largo Riborgo , gli edifici amministrativi dietro il comune ( quello di Largo Granatieri, per capirci, fotografato prima) e sopratutto quello che doveva essere nelle loro intenzioni il culmine, la Casa del Fascio. Che come tale poco durò, visto che fu terminata del 1942 8)
Ospitò successivamente il quartier Generale del Governo Militare Alleato ed infine la Questura.
Per il primo palazzo (1935-1939. costituito in realtà di due palazzi) venne chiamato l'allora famoso architetto Marcello Piacentini, che usò uno stile detto neoclassico semplificato, una via di mezzo fra il neoclassico ed il moderno razionale
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[url=http://www.imagestime.com/show.php/3954 ... 2.jpg.html]ImmagineImmagine
con uso quasi totale della pietra bianca, la stessa (?) del castello di Miramare e della Torre del Lloyd .., anche se in origine alcune parti erano previste in materiale diverso, litoceramica.


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La galleria, di cui vediamo un ingresso
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è decorata con affreschi murali di Carlo Sbisà, ricoperti da vetri per cui difficilissimi da fotografare, all'interno è squadrata
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e non mancano, nei contrasti fra bianco e cornice di marmo nero, richiami all'art déco
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il prospetto verso il Corso
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l'angolo con Largo riborgo
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e l'edificio del banco di Napoli, che gli fa eco, ma fa ricorso a marmi grigi ed aggiunge un porticato dal lato del Corso.
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l'uscita della galleria, il palazzo del Bancodi Napoli ed il "grattacielo di Largo Riborgo- Nordio, 1935 -37 ( Casa Opiglia-Cernitz)
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Vi sembrano ingombranti e maledite le "opere del regime"? :-D :-D :-D
negli anni Cinquanta poco più in là crearono questi 8) 8) 8)
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Palazzo INAIL e Palazzo degli Anagrafi
:-D :-D :-D :-D


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Un'occhiata ad uno degli edifici più discussi, l'attuale Questura, nata come Casa del fascio ( per pco..) e sede dell'amministrazione del governo Militare Alleato. Notare al suo interno la presenza di un Auditorium, che per alcunia nni, anche ristrutturato, ospitò pure la stagione di prosa prima del restauro del rossetti e che da allora è abbandonato, perchè nel rifarlo.. non erano in accordo con le successive norme antincendio ( nessuno ha mai pensato di rimetterlo in funzione..)
Diversi progetti furono presentati, fra cui uno di Umberto Nordio, che non fu prescelto: L'edificio doveva avere una forma leggermente curvilinea per adattarsi alla strada, essre una specie di risposta al riscavato teatro romano, e dare il tono a quella che si prospettava come un'arteria della nuova viabilità cittadina. l'edificio rivestito in pietra bianca forse risente già del clima di preguerra o per l meno di senso di assedio , visto che ha un po' l'aspetto di un forte ( o castello) con 4 sporgenze agli angoli tipo torre.
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stile? razionale.. non c'è un bassorilievo, una decorazione.. liscio, squadrato, bianco accecante..

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Ultima modifica di babatriestina il sab 5 set 2009, 14:24, modificato 1 volta in totale.


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Altro edificio amministrativo dell'epoca, l'Idroscalo.
Per i tempi in cui c'erano collegamente frequenti anche con idrovolanti..
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la posizione è stata scelta per averne l'imboccatura al riparo dalla bora
Il lato mare:
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di notte
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avrebbe l'aria di un qualsiasi edificio razionale anni 50, se non ne tradissero l'epoca, a mio modesto parere, le sue statue agli estremi angoli, che hanno del gigantismo e del "muscoloso" dell'epoca ( Franco Asco )
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a fianco, la casa fascista del lavoratore portuale , per ironia della sorte, ospita il teatro Miela Reina, ed è diventato uno dei santuari della cultura di sinistra
Stile, razionale, ma meno squadrato dell'idroscalo, ancora con la balaustra in alto...
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Una nota tecnica, che non conoscevo e che ho letto sulle pubblicazioni dedicate al riguardo, è che per l'uso del cemento armato ci furono dei rallentamenti dovuti dapprima alle restrizioni dell'autarchia che riducevano i materiali utilizzabili, e poi a una disposizione del GMA che imponeva l'uso di materiali del luogo, Non conosco bene il testo della norma, ma sembra spiegare l'adozione di forme moderne solo molto più tardi.


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Prima di passare all'edilizia privata, ricordo un edificio assia poco noto e che per la sua forma spoglia e moderna non si accorda per nulla al vistoso "neoclassico semplificato" dei trionfali edifici del centro città, tanto che ad una prima vista , nulla lo farebbe datare al 1934-1935: è una scuola materna-elementare in via Veronese, di fronte al grandioso edificio del da Vinci:
nasce come scuola materna Maria Cristina di Savoia, che sarebbe la seconda figlia del duca d'Aosta che viveva a Miramare, nata appunto in quegli anni a Trieste ( per gli appassionati di araldica, ha sposate un principe di Borbone Sicilia) Curiosamente, non dedicato alla più nota Maria Cristina di Savoia, in odor di santità, che fu la prima moglie di Ferdinando II delle Due Sicilie ( Re Bomba) e madre dell'ultimo re Francesco II Franceschiello
Bene, dopo la digressione storico-dedicatoria, l'edificio è opera del solito Umberto Nordio
( e scusate le immagini non eccezionali, sono passata in una giornata di poco traffico ma in ora di controluce)

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anche qua, facciata curvilinea sia per la moda di allora, sia aper adattarsi alla via, sia per adattarsi alla bora
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La targa alquanto sbiadita sulla facciata dell'edificio ci ricorda che la nemesi storica ha colpito ancora e la dedica è passata ad uno dei più illustri martiri del fascismo, Giacomo Matteotti
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Te ga nolegiado un elicottero per le foto dall'alto ? ;-D


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AdlerTS ha scritto:Te ga nolegiado un elicottero per le foto dall'alto ? ;-D
Son in bone col Circolo Generali, terrazza del grattacielo Aedes. Co go occasion de andar, de solito per la Barcolana, porto la macchina fotografica col zoom più longo :-D e no fotografo solo che barche :wink:
la prima volta me ga colpido la posizion..


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Qualche nota a margine.. cercando dell'altro su Wikipedia mi è passata sotto gli occhi questa chiesa, che mi ha rimandato ( siamo allo stesso periodo) col pensiero alla Stazione di Campo Marzio ( tranne ovviamente la cupola), così adesso ogni volta che vedrò la stazione ci farò un pensiero: la conoscete?
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sapete dirmi dove si trova? :-D

per il riconoscimento degli stili, devo dire che ci sia una certa divergenza diffusa nelle opinioni. Leggevo la guida di Trieste di Laura Ruaro, indiscussa autorità artistica, che nelle prime pagine del suo libro fa pure una succinta storia dell'architettura triestina, peccato che il XX secolo lo riassume in poche righe.. bene lei questa casa di via Trento la definisce "arieggia un estremo liberty" forse per i balconi, ma per me... è un edificio che dichiara esplicitamente il suo fascismo: chissà chi erano i committenti
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poco oltre, di fronte, il palazzo che ospita la Banca d'Italia, di un neorinascimento dal pesantissimo bugnato rustico, come lo classifichiamo? eclettico? iniziato come Banca Austro-Ungarica e concluso nel 1922 come banca d'Italia, Berlam e altri? stile "austriaco" o stile "italiano"? :-D questo è uno dei motivi, come per il tribunale, per cui evito di far troppi riferimenti nazionali: per il Tribunale, poi, finito nel ventennio, ma..
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questa l'ho fotografata a Vienna! e ci ho trovato un'aria familiare..
d'altronde banche ed edifici pubblici erano tutti molto simili, questa è la banca d'Italia a Roma :-D ( foto Wikipedia)
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bene, tornando alla Banca d'Italia, non è più architettura, ma scultura, ma vista la posizione ( credo che lo abbia già fotografato Sum) mi sa che sia proprio degli anni trenta, se qualcuno ne sa l'autore
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L'immagine immagino si rifaccia al solito Mercurio, presente nei palazzi triestini, simbolo di commercio, ricchezza e anche.. dio dei ladri! ( chissà perchè lo mettono su una banca :wink: ), ma la schematizzazione, l'aspetto stilizzato fa pensare agli anni Venti, Trenta; o era già nell'aria prima della guerra?


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Aggiungo una nota: dopo gli anni venti, lasciato perdere lo stucco e la falsapietra, alle pietre e marmi nostrani o classici si aggiunge molto spesso il rivestimento in travertino
da wiki inglese;
Travertine is one of the most frequently used stones in modern architecture, and is commonly seen as façade material, wall cladding, and flooring.


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