Percorso per ipovedenti
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- AdlerTS
- cavalier del forum
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Percorso per ipovedenti
Tanto non ste dir ciechi perché non se pol più
Pareria che i sta alestindo un percorso a infrarossi per lassar che chi non vedi camini autonomo da Piaza Grande fin in Stazion. Bel.
Ma se uno non abita la, come el riva se non ga l'acompagnator ?
Me par una costosa opera de buonismo demagogico: coi stessi soldi i podeva inveze smussar tutti i scalini (barriere architettoniche) da Campo Marzio fin Rojan !
Pareria che i sta alestindo un percorso a infrarossi per lassar che chi non vedi camini autonomo da Piaza Grande fin in Stazion. Bel.
Ma se uno non abita la, come el riva se non ga l'acompagnator ?
Me par una costosa opera de buonismo demagogico: coi stessi soldi i podeva inveze smussar tutti i scalini (barriere architettoniche) da Campo Marzio fin Rojan !
vista cusì, te po aver ragion, ma la nostra aministrazion lavora in modo diverso, no orienata a tutelar i autoctoni, ma solo i turisti (che porta soldi pochi giorni a l'ano, al contrario de quei che sta qua che fa girar i soldi, quei pochi che xe, tuti e 365 giorni) e quindi un percorso dala stazion a piazza grande no xe del tuto asurdo....
Bye '73 de Roby.-
- cenerentola82
- ixolan
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- Iscritto il: mer 4 gen 2006, 13:14
- Località: Quel che resta de TRieST(e)
Da www.ilgazzettino.it del 10/1/6
Non vedenti, un sistema li aiuterà a girare la città
Turisti e cittadini non vedenti che vogliano girare per le vie di Trieste senza correre rischi avranno da oggi a disposizione un sistema informatico in grado di orientarne il percorso, primo esempio del genere in Europa.
«Si tratta - ha spiegato il sindaco del capoluogo giuliano, Roberto Dipiazza, inaugurando l'opera con l'assessore competente Giorgio Rossi - di un sistema collegato ad un telecomando portatile che capta segnali provenienti da trasmettitori posizionati sugli edifici cittadini».
Per ora l'area "coperta" va da Piazza Unità alla stazione centrale, ma in futuro è già previsto il suo prolungamento fino a Campo Marzio, lungo tutto il lungomare e, in prospettiva, un'estensione anche al resto della città.
L'impianto, costato al Comune 650 mila euro, è stato fornito da una ditta di Treviso e installato in collaborazione con l'Acegas-Aps. Nel giugno scorso un analogo sistema era stato inaugurato lungo un sentiero montano sul Carso triestino, tra Basovizza e la località slovena di Lipizza.
Non vedenti, un sistema li aiuterà a girare la città
Turisti e cittadini non vedenti che vogliano girare per le vie di Trieste senza correre rischi avranno da oggi a disposizione un sistema informatico in grado di orientarne il percorso, primo esempio del genere in Europa.
«Si tratta - ha spiegato il sindaco del capoluogo giuliano, Roberto Dipiazza, inaugurando l'opera con l'assessore competente Giorgio Rossi - di un sistema collegato ad un telecomando portatile che capta segnali provenienti da trasmettitori posizionati sugli edifici cittadini».
Per ora l'area "coperta" va da Piazza Unità alla stazione centrale, ma in futuro è già previsto il suo prolungamento fino a Campo Marzio, lungo tutto il lungomare e, in prospettiva, un'estensione anche al resto della città.
L'impianto, costato al Comune 650 mila euro, è stato fornito da una ditta di Treviso e installato in collaborazione con l'Acegas-Aps. Nel giugno scorso un analogo sistema era stato inaugurato lungo un sentiero montano sul Carso triestino, tra Basovizza e la località slovena di Lipizza.
[img]http://www.bandieredeipopoli.com/images/friuli_vg/animate/b_trieste120an.gif[/img][img]http://www.bandieredeipopoli.com/images/altripopoli/animate/b_austriaimp.120an.gif[/img]
Ormai la mia Patria comincia a Muja e finissi a Duin
Ormai la mia Patria comincia a Muja e finissi a Duin
- sum culex
- no montar in scagno
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- Iscritto il: ven 20 gen 2006, 15:45
- Località: Trieste - Rozzol
el sentiero Ressel
Sentiero Ressel
El parti de Basovizza e per adesso el riva sul confin cola Solvenia sula strada de Sesana passando tuto traverso i boschi. El xè assai bel e per adesso che el xè novo anche ben curà a parte un toco dove che xè un pochi de grembani e quei a cui el xè dedicà poderia intoparse, ma come che giustamente xè stà dito prima: come i riva lassù? D'altro canto xè anche giusto che se un xè con qualchedun che lo compagna el possi sentirse libero de caminar de solo e no sempre a brazeto! Metendome nei sui pani (come che posso nei mii limiti), penso che doveria esser una bela sodisfazion poder caminar per conto proprio, pur ciacolando con chi che lo ga portado fin là. Purtropo per adesso, almeno cussì i me ga dito, de telecomandi ghe ne xè assai pochi. Chi vivrà vedrà.
Ciao
sum culex
El parti de Basovizza e per adesso el riva sul confin cola Solvenia sula strada de Sesana passando tuto traverso i boschi. El xè assai bel e per adesso che el xè novo anche ben curà a parte un toco dove che xè un pochi de grembani e quei a cui el xè dedicà poderia intoparse, ma come che giustamente xè stà dito prima: come i riva lassù? D'altro canto xè anche giusto che se un xè con qualchedun che lo compagna el possi sentirse libero de caminar de solo e no sempre a brazeto! Metendome nei sui pani (come che posso nei mii limiti), penso che doveria esser una bela sodisfazion poder caminar per conto proprio, pur ciacolando con chi che lo ga portado fin là. Purtropo per adesso, almeno cussì i me ga dito, de telecomandi ghe ne xè assai pochi. Chi vivrà vedrà.
Ciao
sum culex
- AdlerTS
- cavalier del forum
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- Iscritto il: mar 27 dic 2005, 21:35
- Località: mail: adlerts[at]email.it
Lunedi' scorso prima cena al buio aperta al pubblico all'Istituto regionale Rittmeyer per i ciechi. La cena, servita, da non vedenti, coinvolgeva una trentina di persone decise a sensibilizzare il mondo dei vedenti alla condizione del disabile visivo.
Prima della cena, durata due ore, i partecipanti sono stati accompagnati in una stanza di compensazione. Alla fine sono state accese delle candele, per evitare lo choc della luce.
Il Rittmeyer intende calendarizzare cene analoghe, con frequenza bimensile, a partire dal prossimo settembre.
http://www.istitutorittmeyer.it/
Prima della cena, durata due ore, i partecipanti sono stati accompagnati in una stanza di compensazione. Alla fine sono state accese delle candele, per evitare lo choc della luce.
Il Rittmeyer intende calendarizzare cene analoghe, con frequenza bimensile, a partire dal prossimo settembre.
http://www.istitutorittmeyer.it/
Mal no far, paura no gaver.
Però me par che del 2006 a oggi....... no se gabi visto niente.macondo ha scritto:Orpo, sum culex, te dovevi proprio dir 'chi vivrá vedrá'?
Comunque no sta preocuparte. Andavo anni fa de un fisioterapista non vedente, che riussiva benissimo a dissimular el suo problema. El se moveva speditamente nel suo istituo e, solo se te savevi, te se inacorzevi ce no'l vedeva. Un vezzo che el gaveva, iera de usar spesso la parola "vedo", quando che te ghe contavi qualcossa.
[i]Liliana[/i]
- . - . -
[size=75][i]"Quando comincia una guerra, la prima vittima è la Verità.
Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
quelle dei vincitori, diventano Storia."
(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
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[size=75][i]"Quando comincia una guerra, la prima vittima è la Verità.
Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
quelle dei vincitori, diventano Storia."
(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
Gavevo pensado de andarghe, ma devi esser tropo coinvolgente.AdlerTS ha scritto:Lunedi' scorso prima cena al buio aperta al pubblico all'Istituto regionale Rittmeyer per i ciechi. La cena, servita, da non vedenti, coinvolgeva una trentina di persone decise a sensibilizzare il mondo dei vedenti alla condizione del disabile visivo.
Prima della cena, durata due ore, i partecipanti sono stati accompagnati in una stanza di compensazione. Alla fine sono state accese delle candele, per evitare lo choc della luce.
Il Rittmeyer intende calendarizzare cene analoghe, con frequenza bimensile, a partire dal prossimo settembre.
http://www.istitutorittmeyer.it/
[i]Liliana[/i]
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Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
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(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
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(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
- sono piccolo ma crescero
- cavalier del forum
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- Iscritto il: ven 11 mag 2007, 14:08
- Località: Trieste
Sicome 40 anni fa son sta malà ai oci, go un poca de paura de no veder.
Alora un giorno go volù cercar de capir cosa vol dir eser ciechi. Go ciolto un marciapie drito, senza cache de can (e qua già imbroiavo, perché lori no le pol veder) e senza gente.
Go serà i oci e go comincià a caminar. I primi tre o quatro pasi xe stadi facili e poi go fato sempre più fadiga; alzavo la gamba e no gavevo el coragio de sburtarla in avanti e go comincià a perder el coordinamento dei movimenti. A 10 pasi me ga ciapà el panico e go verto i oci (mi che poso).
Go notà che la stesa roba me nasi se camino nel coridoio de casa a scuro (7 metri). Per andar avanti devo tocar co la man el muro.
Alora un giorno go volù cercar de capir cosa vol dir eser ciechi. Go ciolto un marciapie drito, senza cache de can (e qua già imbroiavo, perché lori no le pol veder) e senza gente.
Go serà i oci e go comincià a caminar. I primi tre o quatro pasi xe stadi facili e poi go fato sempre più fadiga; alzavo la gamba e no gavevo el coragio de sburtarla in avanti e go comincià a perder el coordinamento dei movimenti. A 10 pasi me ga ciapà el panico e go verto i oci (mi che poso).
Go notà che la stesa roba me nasi se camino nel coridoio de casa a scuro (7 metri). Per andar avanti devo tocar co la man el muro.
- babatriestina
- senator
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- Iscritto il: dom 25 dic 2005, 19:29
- Località: Trieste, Borgo Teresiano
mi go condiviso i ultimi anni de mia nona che viveva in casa con noi e la iera deventada cieca. Quindi la go vista moverse in casa savendo dove che iera tutti i mobili, aiutarla a trovar in piatto la roba che ghe taiavo prima mi.. e ancora la ne diseva famme veder! che voleva dir Famme tocar.
Son restada in amirazion che mai la se ga lamentado e che la diseva Ringrazio ogni giorno Dio che posso scoltar la musica.
Son restada in amirazion che mai la se ga lamentado e che la diseva Ringrazio ogni giorno Dio che posso scoltar la musica.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
- Nona Picia
- cavalier del forum
- Messaggi: 10983
- Iscritto il: ven 20 gen 2006, 15:08
- Località: Trieste - Rozzol
Mia mama iera una ipovedente,ma non completamente cieca, a causa de una necrotizzazion della retina, ma la se ga portà drio sta situazion per anni fin che la xe mancada senza che chi che non la conoseva se acorzessi che la vedeva pochissimo. Ela ghe piaseva sai leger e fin che iera possibile la ga usà una grossa lente d'ingrandimento e dopo ghe legeva mio papà. Però la riusciva a moverse benissimo sia a casa che per strada fin che la ga podù andar de sola in giro e anche co gavemo cominciado a compagnarla noi fioi, la ga sempre savù coglier el momento de scender del marciapiede o girar canton senza sbagliar. Co la lavava i piatti la ripassava tuto con la man nuda per sentir se iera lisso o gaveva ancora sporco tacà e anche co la forbiva la polvere la man seguiva ala straza e cussì la ga tirà avanti tantissimi anni, perchè sta roba ghe xe successa co la iera sai giovine e ai sui tempi no iera rimedi per tante malatie.
Ciao ciao
Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare,
trova un minuto per ridere.
"MADRE TERESA"
"La Mama l’è talmen un tesor de valur che l’ha vorüda anche Noster Signur" .....
Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare,
trova un minuto per ridere.
"MADRE TERESA"
"La Mama l’è talmen un tesor de valur che l’ha vorüda anche Noster Signur" .....
Riporto col copia/incolla, nascondendo i nomi, un'esperienza fatta da alcune persone a Napoli:
Cari amici, ora che l'esperienza sta andando a buon fine e la tensione si sta trasformando in una grande soddisfazione mi fa piacere portarvi a conoscenza di una bella esperienza.
Questo inverno in un colloquio con la professoressa xxx, docente di igiene veterinaria presso la Facoltà di Veterinaria dell'Università Federico II di Napoli, nonché studiosa di pet therapy, abbiamo cominciato a discutere di come il bird-watching urbano potesse essere utilizzato a fini terapeutici.
Le ho proposto di provare a lavorare con i ciechi tenendo presente di come questi abbiano un udito particolarmente sviluppato, e quanto possano essere faiclitati quindi nell'imparare a riconoscere i canti degli uccelli e scoprire, pertanto, la meravigliosa biodiversità ornitologica che si nasconde in un bosco, in una palude, ecc.
Su questa idea abbiamo lavorato insieme all'Unione Italiana Ciechi, dove peraltro presta il servizio civile yyy, una laureanda in veterinaria della professoressa, e abbiamo cominciato a delineare i contorni per metterla in pratica.
Due erano gli aspetti su cui intendevamo operare: in primo luogo verificare la crescita dell'autostima in ragazzi ciechi o ipovedenti nell'apprendere la capacità nel riconoscimento dei canti, nello scopire questa nuova realtà e avvertire che le loro doti acustiche potessero essere utili all'ornitologia, e in secondo luogo verificare quanto davvero essi siano in grado di riconoscere bene, e forse meglio di un normovedente, i canti degli uccelli.
L'intenzione era ed è quella di avviare con il prossimo anno scolastico un progetto ben articolato. Prima di partire però volevamo operare un test sulla fattibilità del progetto. Abbiamo scelto un antico istituto professionale per ciechi di Napoli - l'Istituto Colosimo - e d'intesa con l'Unione Italiana Ciechi e la Preside della scuola abbiamo tenuto, zzz ed io, due lezioni frontali in cui ad alcuni ragazzi (una decina di una fascia di età compresa tra i 17 e i 22 anni) abbiamo spiegato il perché, il come, il quando e altro sul canto degli uccelli e abbiamo fatto ascoltare i versi di una ventina di specie (quelle rinvenibili in primavera nel Parco pubblico del Bosco di Capodimonte).
yyy ha fatto esercitare i ragazzi nell'ascolto dei canti attraverso un CD.
Una equipe di psicologi ha somministrato ai ragazzi test individuali prima e dopo le lezioni per studiarne la reazione. Questi primi risultati sono stati più che lusinghieri.
Questa mattina abbiamo organizzato la prima esercitazione sul campo, nel bosco di Capodimonte. zzz ed io abbiamo illustrato i canti e abbiamo organizzato stazioni di ascolto per verificare se riuscivano a riconoscere i canti che erano stati fatti ascoltare loro in questi giorni e se riuscivano a contare quanti individui li emettevano.
I risultati sono stati fantastici! I ragazzi, peraltro fortemente motivati e interessati, hanno riconosciuto alla perfezione i canti, in alcuni casi ci hanno anticipato nell'ascolto e hanno contato alla perfezione il numero di individui nei vari punti di ascolto. Dirò di più, in qualche caso zzz ed io ci siamo trovati ad aver contato un individuo in meno di Scricciolo o di Capinera, ma, francamente, non sappiamo se avevamo ragione noi, o loro!!!.
A dimostrazione di ciò anche la riposta delle tre veterinarie che ci accompagnavano, anch'esse impegnate in questo corso per il riconosicmento dei canti, ma decisamente più lente nell'individuarli sul campo e nel distinguere il numero di individui.
Addirittura ci sono due ragazzi bravissimi che vorremmo cominciare a portare con noi per continuare a farli esercitare e farli diventare veri esperti (più di noi sicuramente!).
Si farà un'altra uscita, sempre al Bosco di Capodimonte, e poi si tireranno le fila e si deciderà se organizzare l'esperienza il prossimo anno.
Ma Vi posso anticipare che l'entusiasmo, la concentarzione, la gioia, la simpatia dei ragazzi che hanno partecipato è stata talmente forte, commovente e coinvolgente che non ci sono dubbi sul fatto che continueremo.
E' un'esperienza davvero fantastica e coinvolgente di cui volevo rendervi partecipi come condivisori di una passione, che da questo si vorrebbe appannaggio non solo dei normovedenti, ma anche di altri esseri umani in cui prevalgono altri sensi. Gli uccelli sono belli anche per questo.
Cari amici, ora che l'esperienza sta andando a buon fine e la tensione si sta trasformando in una grande soddisfazione mi fa piacere portarvi a conoscenza di una bella esperienza.
Questo inverno in un colloquio con la professoressa xxx, docente di igiene veterinaria presso la Facoltà di Veterinaria dell'Università Federico II di Napoli, nonché studiosa di pet therapy, abbiamo cominciato a discutere di come il bird-watching urbano potesse essere utilizzato a fini terapeutici.
Le ho proposto di provare a lavorare con i ciechi tenendo presente di come questi abbiano un udito particolarmente sviluppato, e quanto possano essere faiclitati quindi nell'imparare a riconoscere i canti degli uccelli e scoprire, pertanto, la meravigliosa biodiversità ornitologica che si nasconde in un bosco, in una palude, ecc.
Su questa idea abbiamo lavorato insieme all'Unione Italiana Ciechi, dove peraltro presta il servizio civile yyy, una laureanda in veterinaria della professoressa, e abbiamo cominciato a delineare i contorni per metterla in pratica.
Due erano gli aspetti su cui intendevamo operare: in primo luogo verificare la crescita dell'autostima in ragazzi ciechi o ipovedenti nell'apprendere la capacità nel riconoscimento dei canti, nello scopire questa nuova realtà e avvertire che le loro doti acustiche potessero essere utili all'ornitologia, e in secondo luogo verificare quanto davvero essi siano in grado di riconoscere bene, e forse meglio di un normovedente, i canti degli uccelli.
L'intenzione era ed è quella di avviare con il prossimo anno scolastico un progetto ben articolato. Prima di partire però volevamo operare un test sulla fattibilità del progetto. Abbiamo scelto un antico istituto professionale per ciechi di Napoli - l'Istituto Colosimo - e d'intesa con l'Unione Italiana Ciechi e la Preside della scuola abbiamo tenuto, zzz ed io, due lezioni frontali in cui ad alcuni ragazzi (una decina di una fascia di età compresa tra i 17 e i 22 anni) abbiamo spiegato il perché, il come, il quando e altro sul canto degli uccelli e abbiamo fatto ascoltare i versi di una ventina di specie (quelle rinvenibili in primavera nel Parco pubblico del Bosco di Capodimonte).
yyy ha fatto esercitare i ragazzi nell'ascolto dei canti attraverso un CD.
Una equipe di psicologi ha somministrato ai ragazzi test individuali prima e dopo le lezioni per studiarne la reazione. Questi primi risultati sono stati più che lusinghieri.
Questa mattina abbiamo organizzato la prima esercitazione sul campo, nel bosco di Capodimonte. zzz ed io abbiamo illustrato i canti e abbiamo organizzato stazioni di ascolto per verificare se riuscivano a riconoscere i canti che erano stati fatti ascoltare loro in questi giorni e se riuscivano a contare quanti individui li emettevano.
I risultati sono stati fantastici! I ragazzi, peraltro fortemente motivati e interessati, hanno riconosciuto alla perfezione i canti, in alcuni casi ci hanno anticipato nell'ascolto e hanno contato alla perfezione il numero di individui nei vari punti di ascolto. Dirò di più, in qualche caso zzz ed io ci siamo trovati ad aver contato un individuo in meno di Scricciolo o di Capinera, ma, francamente, non sappiamo se avevamo ragione noi, o loro!!!.
A dimostrazione di ciò anche la riposta delle tre veterinarie che ci accompagnavano, anch'esse impegnate in questo corso per il riconosicmento dei canti, ma decisamente più lente nell'individuarli sul campo e nel distinguere il numero di individui.
Addirittura ci sono due ragazzi bravissimi che vorremmo cominciare a portare con noi per continuare a farli esercitare e farli diventare veri esperti (più di noi sicuramente!).
Si farà un'altra uscita, sempre al Bosco di Capodimonte, e poi si tireranno le fila e si deciderà se organizzare l'esperienza il prossimo anno.
Ma Vi posso anticipare che l'entusiasmo, la concentarzione, la gioia, la simpatia dei ragazzi che hanno partecipato è stata talmente forte, commovente e coinvolgente che non ci sono dubbi sul fatto che continueremo.
E' un'esperienza davvero fantastica e coinvolgente di cui volevo rendervi partecipi come condivisori di una passione, che da questo si vorrebbe appannaggio non solo dei normovedenti, ma anche di altri esseri umani in cui prevalgono altri sensi. Gli uccelli sono belli anche per questo.
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