gavè ricette triestine de condivider? volè parlar de roba che se magna e se bevi a Trieste? zerchè una ricetta che gavè dimenticado? e se ve sbrissa una non triestina.. ve perdonemo, se la xe bona!
sono piccolo ma crescero ha scritto:
Sono forse più rigido ancora di BT (che forse lo è ma non lo ha detto): crafen caldi e con la marmellata di albicocche.
Per riprendere la discussione dei primi post, lo strudel lo mangio sia caldo che freddo. Ci sono, però, alcuni dolci che preferisco fatti uno o anche due giorni prima: le crostate con base di pasta frolla ed i presniz. E tutto quello che ha la crema pasticcera che tiepida mi piace meno (assaggi obbligatori eseguiti per pulire la pentola dove è stata cotta ).
sulla marmellata dei crafen non avevo nemmeno potuto pensare che potesse essere diversa da quella di albicocche!
sarebbe come fare la Sacher senza quella di albicocche..
lo strudel adesso te lo propinano quasi sempre tepido.. perchè secondo me lo fanno rinvenire o più probabile scongelare nel microonde. ma mi va bene in entrambe le versioni calda e fredda. Del presniz non saprei decidere, tanto lo si fa sempre prima. Una sola ricetta conosco, che piaceva a mio padre, con l crema pasticcera calda, ed è la crema fritta, dolce che non faccio più da decenni: non so se l'ho riportato qua, si fa una crema pasticcera, abbastanza densa quindi forse con un po' più di farina del solito, la si stende sulla tavola ( adesso penso che userei un foglio di carta forno antiaderente) e la si lascia raffreddare alcune ore. Quando è ben fredda e consistente ( insomma, un po' come gli gnocchi alla romana di semolino) la si ritaglia a quadrati o rombi, la si impana ( farina, uovo, pangrattato) e si friggono i quadrati come frittelle. Ovviamente si serve calda. e spolverata di zucchero semolato. Molto tempo, per un dolce che non so quanto meriti.
Non faccio quasi mai crostate (troppo dolci con la marmellata ) ma ovviamente anche quelle forse le preferirei fredde.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
A veder tute ste bele robe, quando la mia baba me scazarà fora de casa, no so ancora deciderme se ghe dimanderò ospitalità a Baba Beta o a Nona Ivana.
Ma ve averto prima che mia mama la me dava del disluvià, che nel vocabolarietto noto nella accezione "dislubià": Sono io che ricordo male ?
Qual è la forma più corretta ? Ai puristi l'ardua sentenza.
Nel'atesa del responso me caverò la spiza e domani ghe domando.
Ma el suo triestin xe più vecio de quel de Ciancele e la dopra ancora ogni tanto parole che no go mai sentì!
restando in tema, i mii crostoli de ieri sera no ve li metto perchè xe sempre quei, ma ve metto una foto de crafen visti a Vienna, per mi i xe un fiadin eretici:
con cioccolata e con vaniglia!!
ieri su Facebook una signora ga postado una ricetta de crostoli de famiglia sua un poco diferente dela mia, ela metto due ovi e un turorlo, panna liquida ( no quela fissa de cusina) e vin bianco e farina quanto basta. la disi che i vien assai morbidi ma ocio che i se cusina subito!
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
Da noi i krapfen sono solo questi, mentre quello che fai tu, che non è frequente da noi, se non fatto in casa dalle varie forumeste pratiche lo chiamano Danubio! Forse perché si mangia per tradizione da quelle parti? Comprendendo tutto il versante spartiacque verso oriente verso quei mari là in mezzo!
Da noi, assomiglianti ai krapfen, ci sono le così dette Pesche, ma non di pasta lievitata, ma di pasta da ciambella, vengono farciti con crema e bagnati con alkermes (roso) e passati nello zucchero semolato.
Oppure, di tradizione dell'Italia Centrale i Bomboloni, ciambellottecol buco, fritte, farcite con crema.
Nota: anche qui nessuno pronuncia il pf, di certi sostantivi tedeschi, come anche la macchina da cucire Pfaff, che avevo anch'io, nessuno riesce a pronunciare esatto...sempre crafen...e paff, quindi o l'una o l'altra consonante, mai le due insieme!!
nonna ivana ha scritto:Da noi i krapfen sono solo questi, mentre quello che fai tu, che non è frequente da noi, se non fatto in casa dalle varie forumeste pratiche lo chiamano Danubio! Forse perché si mangia per tradizione da quelle parti?
Ho trovato di recente, ignoranza mia, che col termine danubio i buchteln sono noti almeno fino a Napoli. Penso anch'io che il nome derivi dal fatto che sono ricette di importazione dall'Austria. Esistono in due versioni, dolce e salata
La versione salata del danubio prevede la farcitura, invece che con marmellata, con prosciutto, provola, verdure, ecc. C'è anche un po' meno zucchero nella pasta.
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
I Krapfen con la ricetta di mia zia:
Krapfen ricetta della Melitta
300 gr di farina bene asciutta viene setacciata in una terrina previamente riscaldata e si fa in mezzo una fossetta.
A parte, si frullano in una scodella: 1 uovo intero, 3 tuorli, 2 cucchiaini di pama acida, circa 6 cucchiai di latte tiepido. 70 gr di burro liquefatto e tiepido, un apresa di sale, un piccolo cucchiaino di zucchero si versa poi 20 gr di lieviro ( sciolto bene con altte tiepido) nella fossetta e si batte tutto insieme sì da formare una pasta abbastanza salda.
Quando la pasta si stacca dal cucchiaio di legno e si formano alla sue superficie bolle, si copre con un panno riscaldatp e si lascia lievitare in un posto tiepido.
Quando è lievitato( la pasta deve aumentare di metà) si versa su una tavola tiepida lievemente infarinata all'altezza di un dito, si tagliano le rondelle con un bicchiereo con l'apposito tagliapasta) e si mette in mezzo ad ogni krapfen ½ cucchiaino di marmellata di albicocche, si mette sopra un secondo krapfen, badando che la parte infarinata venga messa in alto e non sulla marmellata perché la farina impedisce l'attaccamento, e si pigis un po' tutto intorno col dito, perché la marmellata nonf uoriesca e ancora uan volta col bicchiere o col tagliapasta infarinato lievemente, perché la forma sia perfetta, così fino alla fine della pasta. Si mettono i krapfen su una servietta infarinata, si coprpno con un panno tiepido e si lasciano ancora uan volta lievitare.
In una casseruola o padella si mette tanto olio che possano nuotare bene, mettete dentro i karpfen capovolti, coperti col coperchio. Dopo un poco dorati che siano da uan parte, voltarli e friggerli scoperti.
Finita uan padella, aggiungere olio in modo che sia costante due dita di altezza, scaldare e seguitarea friggere. In questo modo i krapfen risultano con un cerchio chiaro in giro. Sgrassati su carta assorbente cospargere di zucchero vanigliato.
Buona riuscita e buon appetito!
Krapfen di zia Melitta 2
2 dk di lievito vengono sciolti con un po' di latte tieido e mescolati con un po' di farina. Si lascia lievitare in luogo caldo. Frattanto si prende ½ litro di latte tiepido, 4 cucchiai di panna, vi si sciolgono 10 deca di burro 20 zollette di zucchero, ed un po' di sale. Si versa il tutto su ¾ di chilo di farina vi si aggiunge il lievito e 4 uova intere, si lavora la pasta fortemente fino a che fa le bolle. A si copre con una panno e la si lascia lievitare in un luogo caldo. Quando la pasta è abbastanza levata, la si versa sulla tavola da lasagne riscaldata, e cosparsa di farina, con la spianatoia la si spiana e poi si tagliano le forme per i krapfen, Si mette un po'd i marmellata e si c hiude.
Nella padella ove si friggono i krpfen, questi vengono messi con la parte superiore di sotto. Poi si voltano da soli.
Krapfen di zia Melitta n 2
17” kg farina, 8 tuotli d'uovo,1 cucchiaio di zucchero. ¼ kg burro, 1/$ scarso di latte, 3 cucchiai di lievito. Si intiepidisce il latte, vi si sbriciola il burro, si uniscono i tuorili, lo zucchero ed il lievito. Si mescola il tutto con la farina riscaldata, si mescola fortemente ( sbatte) sino a che il pastone si stacca dal cucchiaio. Si lascia lievitare, si spiana la pasta all'altezza di un dito, si tagliano le forme e si frigge.
Ho fatto oggi la ricetta n 1 della zia, pasta morbidissima, ma come mi succede quasi sempre, si son aperti friggendo. Devo milgiorare la tecnica della cippia di dischetti con la marmellata dentro. Ovviamnete c'è sempre il trucchetto di aggiungerla dopo con la siringa come fanno nelle pasticcerie
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babatriestina ha scritto:Ho fatto oggi la ricetta n 1 della zia, pasta morbidissima, ma come mi succede quasi sempre, si son aperti friggendo. Devo milgiorare la tecnica della cippia di dischetti con la marmellata dentro. Ovviamnete c'è sempre il trucchetto di aggiungerla dopo con la siringa come fanno nelle pasticcerie
Per i buchteln ho ottenuto risultati dignitosi, senza far uscire la marmellata con questo metodo: compero marmellata setacciata, piuttosto compatta (di solito non è di grande qualità; le marmellate migliori hanno la frutta a pezzi e sono un poco liquide; se ricordo bene ho preso marmellata coop), la lascio fuori dal frigo il giorno prima in modo da averla a temperatura ambiente, e la metto con un cucchiaino. Mi resta raccolta e non esce (ma l'ambiente operativo è diverso: forno vs frittura). Una volta prendevo la marmellata e la frullavo per conto mio; questo la rendeva più liquida perché credo che la pectina che mettono nelle marmellate sia tissotropa e frullata tende a liquefarsi.
Quando si mangiano si vede che la marmellata si è isolata dal resto della pasta per cui, secondo me, l'iniezione di marmellata (un poco più liquida in questo caso) una volta cotti non solo è più semplice, ma dà anche un risultato complessivamente migliore (ma nei buchteln che sono uno attaccato all'altro e si staccano quando si mangiano, non si può fare).
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
il discorso dei Buchtel è completamente diverso, e molto spesso difatti ripiegavo su quelli. Perchè i Buchtel si fanno in forno, attaccati uno all'altro. Mentre i crapfen si friggono uno ad uno e si girano (anche da soli, confermo) mentre friggono. Il punto non è la marmellata la sua consistenza o la temperatura, ma il riattaccarsi dei due dischi, che friggendo scivolano l'uno sull'altro finoa separarsi.
Fra l'altro, per i Buchtel non si usano due dischi, ma un rettangolo che si ripiega sopra la marmellata, almeno così ho trovato nelle ricette ed ho sempre fatto. Mi dicono occhio alla farina e di ripassare i bordi col dito umido di cqua, latte o chiara d'uovo. E' proprio questo problema, che mi aveva fatto abbandonare i krapfen per passare ai Buchtel.Ma Carnevale chiama krapfen e posso assicurarvi che avevano un sapore ben diverso da quelli comprati..
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
babatriestina ha scritto: ..... Ma Carnevale chiama krapfen e posso assicurarvi che avevano un sapore ben diverso da quelli comprati.
Anca qua a Carneval xe crafen (OT: La "pf" par che sia grave de pronunciar anca par gnoco, parchè, almeno in dialeto, la p vien magnada) e no poso che confermar che quei fati in casa i xe più meio.
Ma la tua putela li fa ben? o te li sa far ti? o.. xe quei fati in casa de amici?
dei mii amici, tuti bravi de cusinar, ma nissun che ga osado farli in casa..fritole, crostoli a biondodio, ma crafen no...
una volta li go fati no so come, decenti, per una festa de carneval a casa mia , sarà passai quasi 40 anni e ancora qualchedun se li ricorda..
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babatriestina ha scritto: Ma la tua putela li fa ben? o te li sa far ti? o.. xe quei fati in casa de amici?
dei mii amici, tuti bravi de cusinar, ma nissun che ga osado farli in casa..fritole, crostoli a biondodio, ma crafen no...
Una volta li go fati no so come, decenti, per una festa de carneval a casa mia , sarà passai quasi 40 anni e ancora qualchedun se li ricorda..
Par via del mal de panza?
Scusa. Me xe scampà.
No, li fa la putela. Però no i vien alti come quei de fabrica, pintosto come fritole. Se pol farli anca come crafen. Marmelata de armelini (albicocche). Però co magno quei de fabrica, magno al masimo do. Co magno quei fati in casa anca zinque (che saria tre o quatro de fabrica come quantitativo). El problema xe che, almeno mi, no poso magnar tanti crafen parchè ingosa (riempiono lo stomaco). E bisogna bever almeno tre scudele de cafè par parar zo (digerire). Buchtel se fa anca qua. Mi fazo fritole e crostoli.
Mi una volta volevo far crafen secondo la riceta dela cusina triestina. Me xe vignù fora una pastela come per fritole e in efeti fritole go fato! Col gusto bonissimo de crafen...
Ciao ciao
Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare,
trova un minuto per ridere.
"MADRE TERESA"
"La Mama l’è talmen un tesor de valur che l’ha vorüda anche Noster Signur" .....
Dosi della cucina triestina, ma con un accorgimento: dopo lievitata la prima volta- il solo cubetto di lievito con latte zucchero e poca farina. ho messo tutti gli altri ingredienti ( meno limone e sale che non mi piacciono e meno zucchero) assieme, impastando con l'impastatrice dello sbattitore a mano, per una decina di minuti e poi ho messo il tutto nella macchina del pane, programma dough. Dopo un'ora e mezza era perfettamente lievitata, e stavolta niente doppio disco! solo tagliati i tondelli ( piccoli) e fritti in olio non troppo caldo. E si giravano da soli.. Son venuti come nuvolette! la marmellata.. per quelli appena fritti l'abbiamo aggiunta a cucchiaini sopra e per quelli freddi del giorno dopo messa con la siringa e poi scaldati in microonde! non tutti erano perfetti ( irregolari quelli coi ritagli) ma de un bon, d e un bon...
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
babatriestina ha scritto:Riprendo questo post, un mix di crafen frittole e crostoli, per farvi vedere ( virtualmente!) i miei crostoli per stasera, richiesti dagli amici per Capodanno:
l'impasto non ancora omogeneo, lo doventerà passando per i rulli della macchinetta della pasta
vengono tagliati con la rondella di casa, che credo sia più vecchia di me, io li taglio a losanghe irregolari
preparo la vecchia padella nera dei fritti, di ferro, con olio di arachide, deve essere caldo, ma non troppo per ottenere un bel colore dorato
eco qua per Ciancele una volta che go fotografado come che go fato..
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)