ELUCUBRAZIONI DE UN POVARO VECIO VECETO

El SOLO e UNICO logo indove che se pol ciacolar de tuto cuel che pasa per la testa :-) ... a proprio ris'cio e pericolo ;-D
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Nona Picia
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Re: ELUCUBRAZIONI DE UN POVARO VECIO VECETO

Messaggio da Nona Picia »

:lol: :lol: :lol:


Ciao ciao
Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare,
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Ciancele
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Re: ELUCUBRAZIONI DE UN POVARO VECIO VECETO

Messaggio da Ciancele »

Cari amici, ogi son ‘ndà in internet parchè zercavo una informazion. Xe vignuda una dita che me ga fato che lori i xe sovenzionadi de una società americana e che se voio l’informazion devo dar el permeso che i mii dati i vegni trasferidi nei Stati Uniti d’America. Cosa volè che ve digo? Morirò sempio. :cpazz: :harhar_945:


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sono piccolo ma crescero
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Re: ELUCUBRAZIONI DE UN POVARO VECIO VECETO

Messaggio da sono piccolo ma crescero »

Penso che sia la conseguenza del GDPR, motivo per cui do mesi fa gavè dovù dirne che ieri d'acordo sul fato che tratemo i vostri dati e che se volevi ve podevi scancelar.

E, giuto per dirla tuta, se ve volè scancelar andè sul "Pannello controllo Utente (clic sul vostro nome in alto a destra), fe clic su "dati sulla privacy" dove vedè tuto quel che gavemo su de voi e, in fondo, trovè anche un link per scancelarve dal forum (ma solo se volè, no stelo far, scrivè piutosto qualcosa) ;-) :D).


Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: ELUCUBRAZIONI DE UN POVARO VECIO VECETO

Messaggio da Ciancele »

sono piccolo ma crescero ha scritto: mer 1 ago 2018, 5:57 Penso che sia la conseguenza del GDPR, motivo per cui do mesi fa gavè dovù dirne che ieri d'acordo sul fato che tratemo i vostri dati e che se volevi ve podevi scancelar.

E, giuto per dirla tuta, se ve volè scancelar andè sul "Pannello controllo Utente (clic sul vostro nome in alto a destra), fe clic su "dati sulla privacy" dove vedè tuto quel che gavemo su de voi e, in fondo, trovè anche un link per scancelarve dal forum (ma solo se volè, no stelo far, scrivè piutosto qualcosa) ;-) :D).
Caro Son Piccolo Ma Crescerò un buongiorno a te e grazie per l'informazione. Non credo che sia a causa di questa legge, poichè io volevo solo leggere una cosa da essi pubblicata. Non volevo iscrivermi. Diverse persone che hanno un proprio blog ti lasciano leggere, ma ti pregano di fare un mi piace o di dare un contributo. In questo caso il mio contributo era il mio consenso. A ricevere comunicazioni, alle quali non ho il minimo interesse. Una banca continuava ad offrirmi mutui. Molto interessanti, ma che avevano come lato negativo che dovevo risarcire i soldi. Ho scritto comunicando naturalmente la mia data di nascita e di non aver alcun rapporto di lavoro dipendente. Da allora mi lasciano in pace. :cheezy_298: :cheezy_298:


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babatriestina
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Re: ELUCUBRAZIONI DE UN POVARO VECIO VECETO

Messaggio da babatriestina »

adesso ti impestano con proposte assurde o per lo meno stupide, quando compro qualcosa mi arrivano successivamente proposte di comprarla di nuovo, come se il fatto di averla appena comprata ( che sia l'automobile, un materasso o altro) non voglia dire al contrario che per diversi anni non ne comprerò altri...
Noi non chiediamo nulla, siamo aperti alla lettura a tutti - salvo alcune pagine di indici- solo per gli iscritti, un bonus per la ricerca- e non ci facciamo nemmeno soldini con banner pubblicitari. perché allora non potremmo vantarci di non avere interessi economici, ma solo culturali


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Re: ELUCUBRAZIONI DE UN POVARO VECIO VECETO

Messaggio da Ciancele »

Co' 'sta caldana go trovà una soluzion. Vado a far finta de crompar de magnar e me sento (siedo) tacà (vicino) alla scansia (scaffale) col late e butiro (burro). I me vedi col baston e che zoto (zoppico, claudicante) e i me lasa in pase. I ga anca una specie de bareto (piccolo bar) con paserete (analcolici freddi) e sanduic (tramezzini) :clapping_213:


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Re: ELUCUBRAZIONI DE UN POVARO VECIO VECETO

Messaggio da Ciancele »

Io vorrei imparare un po‘ di contabilità aziendale e bilanci ed avrei bisogno di qualcuno, forumista o no, in grado di erudirmi.
Si tratta dello sciopero di piloti di una compagnia aerea e vorrei capire come si calcolano i costi e si formano i prezzi dei biglietti.
Voli a basso costo vs. voli con compagnie di bandiera. La differenza non è minima. Come mai? Il costo del biglietto è basso perché il personale è mal pagato. E sciopera. Moltissimi anni fa un tale diceva Pacta sunt servanda. Gli ho chiesto se questa frase lui se l’ha inventata o se esiste davvero. Mi ha spiegato che la frase esiste e significa che due persone che convengono un contratto sono tenute a rispettare le condizioni pattuite. E poi ha cominciato a dire che un contratto non può essere disdetto da una parte sola o solo in presenza di particolari condizioni. E che la altera pars (ripeto parole sue) può chiedere per vie legali il rispetto del contratto o una penale. Quindi niente sciopero. Mi ha spiegato inoltre che contratti di lavoro possono venir risolti con un determinato preavviso. Nessun contratto di lavoro prevede scioperi. Lui mi raccontava che, non essendo contento, si è licenziato ed ha cercato un altro datore di lavoro. Gli ho fatto presente che stava uscendo dal tema. Si è scusato e mi ha spiegato che un prezzo è composto da diversi elementi. Nel settore terziario, cioè dove si può dire si venda il tempo, il costo è composto dal tempo, cioè la persona che rappresenta questo tempo, dagli attrezzi impiegati, dai costi generali e dall’utile. Se gli attrezzi sono usati od usatissimi, costano meno di quelli nuovi e quindi anche gli ammortamenti sono inferiori. I costi generali sono affitto, personale, corrente, utile. Gli ho chiesto: Quindi il prezzo non dipende in special modo dal costo del personale? No, disse, dipende anche dall’utile voluto e dagli attrezzi. Non ho potuto che dargli ragione, perché anni fa esisteva, ma forse esiste ancora oggi, una ditta che noleggiava macchine usate a costi di gran lunga inferiori a quelli delle automobili nuove o più moderne.
Chi mi può dire se questo tale aveva ragione o non era bene informato? Non è urgentissimo.


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Re: ELUCUBRAZIONI DE UN POVARO VECIO VECETO

Messaggio da Ciancele »

Son Picolo Ma Creserò ga fato veder un articolo del giornal su l’omo de Neandertal a Sistiana e go leto estinzione per ibridazione. Spero de gaver copià giusto. Go pensà che anca i triestini e el dialeto i xe sparidi par ibridazione. L’homus tergestinus no xe sparì co’ xe rivà l’homus sapiens erectus, ma co’ sula strada del Teran xe rivai l’homus s’ciavetus e l’homus cabibus. Mi son una ibridazion de homus s’ciavetus con baba rozolensa. Disendenti de l’homus tergestinus se trova tanti in Australia. Cusì xe sparido anca el dialeto e a Trieste, andove che con la prima ibridazion se ga parlà una misianza (un misto) de grego e barese co’ l’acento furlan-giaponese, ogi se parla con neologismi taliani e mericani.


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Re: ELUCUBRAZIONI DE UN POVARO VECIO VECETO

Messaggio da Ciancele »

Chi ga scoverto l‘America? E se conta che Pierin a scola, co’l maestro ghe ga domandà: Chi ha scoperto l’America?, lu el ga risposto pianzendo: No sono stato io, signor maestro. Co’ iero putel, in osmiza se contava la storia de Cristombo Calofaro prvo (primo) di Muja, dunque no genovese, che voleva sempre scoverzer qualcosa. El gaveva carte giografiche dapertuto. Anca su ninziol (lenzuolo). Baba ghe fa: Ma cos’ ti vol scoverzer ti. Lu ghe fa: Bon, scoverzi ti. E baba zerca e scoverzi che lu se la intendeva con fia di porziter che dava cagalumari (cetrioli), smerdanzane (melanzane) e sardine in oio di scatola. E kvando che je rivà in America vien indian e ghe domanda: Scusa, ti je ti Kristombo Kalofaro? E lu disi ja (sì). Indian se volta e ciama i ialtri indiani e disi: Fioi, vignì fora. Semo scoverti. Episodio tratto dalla biografia di Cristoforo Colombo, scrita in s’ciaveto (dialetto triestino con pronuncia slovena).


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Re: ELUCUBRAZIONI DE UN POVARO VECIO VECETO

Messaggio da babatriestina »

Ciancele ha scritto: ven 12 ott 2018, 9:10 cagalumari (cetrioli),
questa no la savevo perché mi li go sempre ciamai cucumeri e basta.
Però a proposito de più o meno sciaveto. me vien in mente un'espression che citava mia mama e che l a doveva gaver sentido de sua mama ( nissun altro in famiglia..) "Vis'ga vis'ga, luma luma" per dir Guarda! mai sentido?


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Re: ELUCUBRAZIONI DE UN POVARO VECIO VECETO

Messaggio da sono piccolo ma crescero »

Lumar per sbirciare xe anche sull'autorevole vocabolario de atrieste.eu ;-)


Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: ELUCUBRAZIONI DE UN POVARO VECIO VECETO

Messaggio da Ciancele »

babatriestina ha scritto: ven 12 ott 2018, 12:08
Ciancele ha scritto: ven 12 ott 2018, 9:10 cagalumari (cetrioli),
questa no la savevo perché mi li go sempre ciamai cucumeri e basta.
Però a proposito de più o meno sciaveto. me vien in mente un'espression che citava mia mama e che l a doveva gaver sentido de sua mama ( nissun altro in famiglia..) "Vis'ga vis'ga, luma luma" per dir Guarda! mai sentido?
Quel vis'ga no poso giurar de no gaverlo mai sentì. Lumar iera par noi rubare o, comunque, sottrarre.
Cagalumari iera un scherzo. Par cior in giro i s'ciaveti (gli abitanti del contado che storpiavano il triestino) diseimo siorpente (serpente), tantandruga (tartaruga), manfordita (ermafrodita) e, naturalmente, cagalumari e smerdanzane. La g dura (davanti a a, o, u) i la pronunciava come una aca espirada. E anca la negazion col genitivo: no ti ha (ga) di cvel.
OT: Baba, poso domandarte de scancelar el post che xe dopio? Grazie.


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Re: ELUCUBRAZIONI DE UN POVARO VECIO VECETO

Messaggio da Ciancele »

Fioi mii, iero del dotor. Son san. Ho passato la revisione annua. Son tornà a casa un poco stanco e son ‘ndà in paion. Là go comincià a pensar. Con quel che go inparà podaria ciapar una laurea. In medicina, con specialisazion in cardiologia, medicina interna e geriatria. Co’ me scrivè, dovè scriver a Dott. med. y.c. Ciancele. Me fazo mi la diagnosi e me dago anca le medicine.
Go pensà ai tanti veci veceti sensa laurea e go pensà cosa che saria se verzesi mi un ambulatorio online de consulenza geriatrica con telediagnosi. Come che me xe vignuda ‘sta idea? In porton go incontrà un mato, 89 ani, e ghe go dito che son san. Lu, el me fa, inveze el xe ‘sai malà. El ga problemi de zinoci, de equilibrio, insuficienza renale, diabete 2 e catarata. Mi, che son studià, ghe go dito: No, cici, anca ti te son san. Quel che te disi ti no xe malatie. Malatie xe robe che se pol guarir. Quel che te ga ti xe in parte variazioni struturali dovute a l’età e in parte efeti colaterali de pirole. Basta no cior più pirole e te pasa. Ma, el me fa, e quele robe che ciogo pirole? Ghe go spiegà che no se pol gaver tuto. Aut aut. Veramente go dito o una o l’altra. Lu no iera studià. Anca i tui problemi de equilibrio no xe malatia, xe presbiastasia, te ga una sindrome vertiginosa. El me ga vardà con oci compagni. E anca se te saria malà, dopo sie mesi de malatia te pasi de categoria. Te diventi cronico. No te son più malà, te son cronico. Te capisi? No so se el ga capì, ma el xe ‘ndà via tuto contento.
Son sicuro che comincerè a scasar la testa e dir: Ciancele se ga insognà de novo de ombrele.
Anca a mi me piasaria gaverme insognà. Purtropo xe la verità. No tuto, un poco me xe scampada la fantasia leteraria, ma el resto xe purtropo vero.


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Re: ELUCUBRAZIONI DE UN POVARO VECIO VECETO

Messaggio da Ciancele »

Un mesagio privato me ga dito che la mia teoria sule malatie xe interesante. Purtropo no xe teoria e par questo volevo sentir altre opinioni. Par esempio come che xe la situazion là de voi.
Qua se parla dei giovini veci e dei veci giovini. Un giovine vecio xe un che xe vecio ma no’l speta de morir. Un vecio giovine xe un vecio, ma forsi no tanto vecio, che ghe manca voia de far qualcosa. I giovini veci se movi, mostra interese par tante robe. I veci giovini par che i speti de morir. Ma giovine o vecio, in tuti do i casi i ani se pasai e i ga lasà segni più o meno gravi. Chi qua chi là. Più o meno tuti ga problemi de zinoci e i ghe meti le articolazioni artificiali, anca sule anche. Qualchedun dovaria meter zinoci novi, ma el xe tropo vecio e con problemi de alta presion. I dotori disi che se no vien pezo xe meio lasar cusì. Ma fa diol (provoca dolori). El pericolo no xe l’operazion, ma l’indormio (narcosi). I disi che‘l pol caminar, col baston o col rolator, anca se el senti dolori. Con l’età vien anca i problemi dele vertigini. Qualchedun ga solo dificoltà de star a gamba fasul (su una gamba sola), altri i se tombola, a musada. I disi che tutintun i se ga perso e i se ga trovà partera. I dotori dà pirole, per problemi de cuor. Tuta roba che ga efeti colaterali. Più bone xe le pirole più gravi xe i efeti. Efeti colaterali xe, par esempio, giramenti de testa, insuficenza renale, edemi ale gambe, catarata. Chi che ga mal de cuor, de solito alta presion, ghe vien anca la fibrilazione atriale. Questi veci no pol caminar (problemi di deambulazione) ma i pol guidar e i domanda un certificato de invalidità col relativo grado. Con almeno 80 se ciapà un permeso de posteggio solo par grandi disabili. Da 80 in su solo a chi xe amputà o paralitico. Con 70 un permeso de parchegiar anca in sosta vietata. Xe una zaia de gente che no camina ma strasina le gambe, sensa eser amputado o paralitico, ma i ghe dà solo un livelo de 60 e con 60 no se pol far gnente. Forsi gaver una riduzion dele tase, che no risolvi i problemi dela strada dal postegio ai negozi o ufici o dotori.
Per i dotori ‘sti qua i xe maladi e i ghe dà pirole o altra roba. Per l’aministrazion no, parchè tuti quei che ga ‘sta età i ga le stese robe o pezo.
In internet se pol leger articoli tipo facebook de gente dove i scrivi che i se farà taiar le gambe e dopo i ciaparà el permeso de postegio. Un ga scrito che l’aministrazion lo obliga a parchegiar in posti no permesi e che saria una specie de istigazion a cometer reati. El governo ga fato una lege e gà disposto un uficio a ocuparse de ‘sti permesi. Sicome che probabilmente i sa che monade che i ga scrito, i ga dito che i ufici devi atenersi ale disposizioni di lege, ma cum grano salis. Insoma i ghe pasà la monighela. Par questo se fa la domanda, che vien respinta, e se fa apelo. De solito el viene respinto e dopo se fa causa al tribunale sociale. La gente ga scrito che xe misure per garantire l’occupazione totale.
Come xe de voi? Esisti anca là questi problemi?
Xe solo par curiosità.
Mi no gavevo clanfa in matematica e fazo i conti. E come mi altra gente e gavemo trovà che con un poco de fortuna costa meno pagar le contravenzioni che meter soldi nei postegi. L’autosilo in stazion centrale costa 3,50 euro per ora iniziata. Venti minuti costa 3,50 e 61 minuti 7 euro. Nei punti bruti in cità costa 1 euro per 20 minuti.


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Re: ELUCUBRAZIONI DE UN POVARO VECIO VECETO

Messaggio da sono piccolo ma crescero »

Te sa Ciancele, ti te vivi in un posto dove, come diseva Lenin, se i dovesi far la rivoluzion i zercheria de no calpestar le aiole.

Qua in Italia le robe xe più o meno come che te disi ti, solo che la gente se rangia: pianta l'auto in seconda fila, la meti sul posto dei handicapai anche se no i ga el bolo, e se propio i vol far le robe ben ... i compra de un handicapà che no ga l'auto el bolo e i postegia tranquili.

Eco sugerisighe ai tui amministratori che i fazi come qua de noi: inveze de mandar i tubi in giro a piturar multe per sosta vietada, che i ghe fazi far altro e cusì sarè tuti tranquili. E se un telefona ai vigili per segnalar che un auto intriga ... dighe ai tubi che i fazi a meno de risponderghe. Bene vixit qui bene latuit, visse bene chi seppe starsene nascosto al momento opportuno.

P.S. Stemo sempre scherzando, ma no tropo.


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Re: ELUCUBRAZIONI DE UN POVARO VECIO VECETO

Messaggio da babatriestina »

De quei vece ti che incontro mi col baston in giro
, me par de poder dir che no I ga problemi de parcheggio perché no i ga machina. I va in bus o a pie vizin casa.


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Re: ELUCUBRAZIONI DE UN POVARO VECIO VECETO

Messaggio da Ciancele »

Ieri iero in cità e do de lori me ga domandà in inglese de una strada. Sicome che tra de lori i se parlava par talian, ghe go domandà se poso risponder anca mi par talian. I me ga dito: Ah, lei è di madrelingua italiana? Ogi me domando cosa che gavaria podù risponder. Mi digo sempre che le mie prime traduzioni le go fate a sie (sei) ani: triestin-talian. El mio maestro me spiegava che no se disi clanz ma viottolo, lucertola e no sariandola. Con sgaio el ga dovesto ‘renderse: merdapisagato (non lo so). Madrelingua? Parchè no padrelingua o meio ‘ncora nonalingua, anzi nonilingua? La prima volta che go visto mia mama gavevo sie ani, ‘ndavo za a scola e iero in ospedal. Me ricordo che una dona de sera in scuro (al buio) la me ga basà e la se ‘ndada via pianzendo. I me ga dito che iera mia mama. De mio papà go anca pochi ricordi de picio. El ‘ndava via che mi dormivo ‘ncora e el tornava che mi dormivo za. A casa iera i noni: mio nono e la matrigna de mio papà. Nono parlava più slavo (sloveno), nona più crvato (croato). Mio papà gaveva fato scole taliane. In slavo, croato e ungarese (ungherese) el saveva solo bestemar o forse qualche altra parola più normale che gaveva imparà de militar nella marina kuk. Par quel el mio triestin iera quel che se parlava quela volta a Trieste e no go mai sentì parole tipo scendere, salire, salita, discesa o arachidi. O no le esisteva o la gente del mio rion no le usava. No, el mio rion no iera né Galauca né Rena: iera San Vito. La strada più rente (vicina) de s’ciavi (sloveni) iera el Domio e quela de cabibi (meridionali) iera via Capuano. Con via Capuano ierimo sempre in stato beligerante. Noi tiraimo scoi (sassi) e lori i tirava fora u’cutiedde. Ta sfrege a facce (fonetico). Giraimo par via Tigor che iera neutrale, squasi sensa case. Solo dopo via Cereria vigniva case. Ogi se pol dir che el triestin no esisti, in cuius subiere locum un misto de grego e barese co’ l’acento furlan giaponese, e vien fora arachidi, scender, talon ecc.
No servi rabiarse. Chi che se rabia mori prima.


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Re: ELUCUBRAZIONI DE UN POVARO VECIO VECETO

Messaggio da Ciancele »

Ogi son poetico. Me go sveià prima dele sete. El sol me ga sveià. In tai oci. Me go alzà e me go fato una sbiceta (un bel caffè) che go bevù sul pergolo. Iera cusì bel che me go fato una seconda scudeleta (tazzina). Aguro a tuti de gaver inscomincià la giornata in tun modo cusì calmo e pacifico. E aguro anca che la giornada continui cusì. Un bel ventisel me carezava e me xe vignù de pensar a iero dopopranzo. Ieri dopopranzo xe vignù zo un slavazon, un negon che no ve conto. Con vento, no ventisel, lampi e toni o, come che disemo noi, toni e pepi. Se disi che qualcosa conia, impronta, la vita. Mi credo che sia stade do robe, anzi do de lori. Angiolo Silvio Novaro e D’Anunzio. San Francesco e el lupo e la piogia intel pineto no go podesto dismentigar. Ieri, col piovon, sicome che iero solo in mudande, me go involtizà (mi sono avvolto) in tuna coverta e la sedia in camera, parchè el vento sburtava la piova nel pergolo e me bagnava. E vardavo la piova che vigniva zo. Una botilia de roba bianca per uso interno, per os, come che i disi in farmacia, completava el quadro. Come mai che go ‘sta pasion par la piova? Go leto che Giove fazeva quele robe con tante babe. No sarò par caso fio de Giove? Se i me domanda, devo dir di o fu Juppiter Pluvius Tonans? No so. Come tradur quel tonans? In triestin savaria, ma forsi no ga gnente de far coi fasoi. Cambio posto e vado in cusina, a netar i sparisi par mezogiorno. Sani.


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Re: ELUCUBRAZIONI DE UN POVARO VECIO VECETO

Messaggio da Ciancele »

Mio fio iera in ferie in Italia e de Siena el me ga scarigà su fio che lo dovemo tignir par una setimana. Credendo de farme un piazer el me ga portà de là un poco de salame e parsuto. A caval donato no se guarda in boca. No steme stracapir. Sui pacheti iera scrito parsuto e salame de pur porco e no so cosa centra el caval, ma carne de porco ga de solito un gusto più bon. Par quel ghe go dito de crompar el parsuto tra Opcina e Visogliano e inveze de salame qualche luganiga a Opcina. Le osmize dela strada del vin le xe famose pal parsuto. Go leto che anca Napoleone, co’l xe vignù a Trieste, el fazeva ogni tanto un scampon a magnar un sanduic de crudo. Se pol dirghe de tuto, ma no m... El mandava ogni giorno el suo aiutante de campo a cior una de crudo e el se meravigliava che duri tanto. El fato xe che l’aiutante tornava indrio par Proseco e andove che iera tante sorele el trincava un taieto de bianco, el fazeva quele robe con qualche sorela e a Napoleone el ghe contava che iera xempre un mucio de gente e che bisognava far la fila. Come in guera. Se gavesi anca mi un aiutante con proprio rioplan, lo mandaria ogni giorno a ciorme parsuto o salame furlan a Opcina o Sgonico : un’ora andata e un’ora ritorno a velocità ipersonica. Ara, me contentasi anca de ogni secondo giorno. ;--D
Ultima modifica di Ciancele il ven 2 ago 2019, 18:16, modificato 2 volte in totale.


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Re: ELUCUBRAZIONI DE UN POVARO VECIO VECETO

Messaggio da babatriestina »

mi però el persuto lo preferisso de san Daniel. o anche Parma o Sauris: In Toscana ghe vol quei salami tipo finocchiona, o i tartufai ma xe za più Umbria, no per gnente ale porzinerie i ghe disi norcinerie, de Norcia.
E a Trieste preferisso el coto in crosta . Caldo, taiado a man. Solo che ancora no go deciso se el me piasi de più con senape o con cren. E con pan de segala.


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