Triestini in cronaca

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sono piccolo ma crescero
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Triestini in cronaca

Messaggio da sono piccolo ma crescero »

L'autorevole rivista "La Settimana Enigmistica", "la rivista che vanta innumerevoli tentativi d'imitazione", dedica il numero del 4 luglio 2019 a Leonardo Da Vinci e nel cruciverba di copertina, invece della foto di qualche attore più o meno famoso, mette il famoso autoritratto di Leonardo.

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Ma non è di questo che volevo parlare. A pagina 19, nella rubrica "Forse non tutti sanno che..." tra curiosità varie, racconta che un triestino, Giorgio Dendi, che per inciso è anche mio amico, ha fatto un quadrato magico molto particolare: È un quadrato di 16 numeri scritti in 4 righe e 4 colonne.

Per quadrato magico si intende una griglia quadrata con dei numeri all’interno, costruita in modo che in ogni riga orizzontale, in ogni colonna verticale, e talvolta anche nelle due diagonali principali, il totale dei numeri letti sia costante. Ma in questo si ha lo stesso totale (176) anche nelle quattro caselle centrali, nelle quattro caselle d’angolo, sommando i valori delle due caselle centrali della prima e dell’ultima riga, sommando i valori delle due caselle centrali della prima e dell’ultima colonna, oppure sommando i due valori vicini alla casella d’angolo in alto a destra con i due vicini all’angolo in basso a sinistra, oppure i due vicini alla casella d’angolo in alto a sinistra con i due vicini all’angolo in basso a destra. Non solo, ma tutto questo succede anche se disponiamo uno specchio o sopra o sotto o a destra o a sinistra dello schema, e leggiamo i nuovi numeri che si formano. Se poi capovolgiamo l’immagine oppure se guardiamo lo schema da dietro, in controluce, tutte le combinazioni si ripetono.

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Certo, non è la scoperta di un farmaco per la cura del cancro, ma è una bella curiosità ed un bel esercizio di testa; io non ci sarei mai riuscito.

La Settimana Enigmistica lo attribuisce a lui, lui mi dice che lo ha fatto con l'aiuto di un suo amico, Giuseppe Polone.


Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)

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