Trieste e la scienza

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Re: Trieste e la scienza

Messaggio da babatriestina »

sono piccolo ma crescero ha scritto: ven 16 ott 2020, 10:21 Mah, se lo scopo è quello di individuare forme precoci e piccolissime, solo con uno screening di massa lo puoi fare.

la richiesta era giunta negli anni ì90 dal prof Dalla Palma, radiologo, e dal prof Castelli, fisico ( che ricordo con simpatia avendolo avuto ai tempi del mio esami dei Fisica I ) ed era attivo negli anni 2005-6 e sembra che risparmiasse la necessità di biopsie successive. Il programma però permise pure di fare radiografie sofisticate perfino a :. violini settecenteschi, un Guadagnini.


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Re: Trieste e la scienza

Messaggio da sono piccolo ma crescero »

babatriestina ha scritto: ven 16 ott 2020, 12:45
sono piccolo ma crescero ha scritto: ven 16 ott 2020, 10:21
Cambio discorso: perché ti lascia perplessa la barca della Sissa? Il motto che hanno è "Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza". Non mi pare che la nave ci stia male.
perché quella nave , presa da un vaso greco, non dovrebbe rappresentare Ulisse.ero in dubbio fra Arione, o Dioniso..
ecco qua l'0ho fotografato e pure postato in forum, è una famosa coppa greca esposta all'Antikensammlung di Monaco, rappresenta Dioniso ed è di Exekias ( c'è chi lo spaccia per nave pirata etrusca, sul web..)
Mah io la vedo come un simbolo, lo strumento che un antico greco usa, secondo Dante, per navigare verso l'ignoto e la navigazione verso l'ignoto è lo scopo della ricerca scientifica.


Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Trieste e la scienza

Messaggio da babatriestina »

perché non sei tanto legato alla coppa di Exekias coi suoi delfini e grappoli. e quindi Dioniso che a me viene spontaneo. C'è un'altra coppa con Ulisse e le Sirene... non è detto che tutte le navi greche siano quella di Ulisse. Insomma, citano Dante e Ulisse e ci mettono Dioniso.


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Re: Trieste e la scienza

Messaggio da sono piccolo ma crescero »

Però non puoi mettere come simbolo dell'attività di ricerca una sirena! A meno che anche là non ci sia una nave...


Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
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Re: Trieste e la scienza

Messaggio da babatriestina »

sono piccolo ma crescero ha scritto: sab 17 ott 2020, 6:52 Però non puoi mettere come simbolo dell'attività di ricerca una sirena! A meno che anche là non ci sia una nave...
pensavo che ti ricordassi che nell'Odissea Ulisse si fa legare all'albero della nave per poter sentire il canto delle Sirene. Gli altri hanno tutti le orecchie tappate, ma lui per la sua curiosità di sapere le lascia libere, ma per prudenza si fa legare all'albero della nave, che le sirene non gli diano consigli assurdi.. Il vaso era riprodotto nel mio libro di scuola con l'Odissea, Dovrebbe essere al British museum, ma non lo ricordo forse non era esposto
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Re: Trieste e la scienza

Messaggio da sono piccolo ma crescero »

babatriestina ha scritto: sab 17 ott 2020, 7:53
sono piccolo ma crescero ha scritto: sab 17 ott 2020, 6:52 Però non puoi mettere come simbolo dell'attività di ricerca una sirena! A meno che anche là non ci sia una nave...
pensavo che ti ricordassi che nell'Odissea Ulisse si fa legare all'albero della nave per poter sentire il canto delle Sirene. Gli altri hanno tutti le orecchie tappate, ma lui per la sua curiosità di sapere le lascia libere, ma per prudenza si fa legare all'albero della nave, che le sirene non gli diano consigli assurdi.. Il vaso era riprodotto nel mio libro di scuola con l'Odissea, Dovrebbe essere al British museum, ma non lo ricordo forse non era esposto
Ricordo benissimo che Ulisse si fa legare all'albero della nave, ma il ricercatore non vuole essere legato nella sua ricerca: pensa a Galileo ...


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Re: Trieste e la scienza

Messaggio da babatriestina »

Ma Ulisse si fa legare non per essere bloccato nella sua ricerca, al contrario vuole saper tutto , incluso il canto delle sirene, ma non vuole esser sviato da illusioni che sa a priori essere false.. Poi possiamo chiederci quanto l'Ulisse dantesco- della ben nota citazione e che fa riferimento al suo viaggio a occidente. di cui nella mitologia c'è assai poco, sia congruente con quello omerico. A volte ho l'impressione che, grazie all'eliminazione della lettura dei poemi omerici alle medie, ormai l'Ulisse dantesco sia più noto di quello omerico, almeno nella conoscenza popolare italiana. Direi che l'episodio delle Sirene sia proprio l'episodio omerico che più mostra la volontà di Odisseo di conoscere di più, a qualsiasi costo. E non di navigare allegramente sotto un a pergola d'uva come il Dioniso di Exekias...


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Re: Trieste e la scienza

Messaggio da babatriestina »

Sono stata per la prima volta a visitare il museo dell’Immaginario scientifico, in Porto vecchio, nel solito Magazzino 26. A pagamento. Museo divulgativo apprezzato da bambini e genitori, metterò altre foto, intanto scopro uno scienziato del tutto ignoto a me finora, e pure matematico:

Carlo Morelli
Immagine
Carlo Morelli
Professore emerito di Geofisica applicata dell'Università di Trieste
(deceduto il 30 dicembre 2007)
- s.c. 26 maggio 1967, s.e. 8 novembre 1992, s.e.s.1 settembre 2007

Nato a Trieste il 10 ottobre 1917, laureato in Matematica e Fisica alla Scuola Normale di Pisa (1940), Libero docente in Fisica Terrestre (1948), dal 1953 all'Università di Bari come straordinario di Geodesia, ordinario di Fisica Terrestre (1956), direttore del nuovo Istituto di Geodesia e Geofisica (1956-63), Preside della Facoltà di Scienze (1962-63). Nel 1963 ritorna a Trieste come titolare della cattedra di Geofisica applicata nella Facoltà di Ingegneria, fonda (1966) e dirige, sino al ritiro (1992), l'Istituto di Miniere e Geofisica applicata ed è nominato emerito (1993). Socio dell'Accademia Nazionale dei Lincei (1946), dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti (1967) e di altre istituzioni culturali. Vincitore del premio Baratta dell'Accademia d'Italia (1941), medaglia d'oro del Ministro della Pubblica Istruzione (1975), medaglia "Emil Wieckert" della Società Geofisica Tedesca (1988), premio dell'Associazione Mineraria Subalpina di Torino (1990), laurea honoris causa in Scienze Geologiche dell'Università di Padova (2004).
Carlo Morelli si è distinto non solo per l'attività scientifica personale di alto rilievo (oltre 300 pubblicazioni), ma anche e soprattutto per le straordinarie doti di ideatore, promotore e coordinatore di grandi progetti nazionali e internazionali di ricerca pura e applicata, perseguiti con entusiasmo, tenacia e pragmatismo, favorendo i rapporti multidisciplinari e stimolando i collaboratori a dare il meglio di sè, sino al successo finale. Va certamente annoverato tra i giganti delle Scienze della Terra nell'Europa del dopoguerra.
Ha creato l'Osservatorio Geofisico Sperimentale di Trieste (1951), contribuendo al rilancio della Gravimetria e della Geofisica marina. La sua attività instancabile e i suoi progetti lo hanno portato ad impegnarsi in numerose associazioni e commissioni internazionali e nazionali: socio fondatore della European Association of Exploration Geophysicists (presidente nel 1962-63), della European Geophysical Society (presidente nel 1973-76) e della European Seismological Commission (vice-presidente nel 1986-90); presidente della International Gravity Commission (1967-83), vice-presidente della Intergovernment Oceanic Commission dell'UNESCO (1970-72); presidente del Gruppo Nazionale di Geofisica della Terra Solida, della Commissione per la Geodesia e la Geofisica e del Comitato scientifico del Progetto CROP di sismica profonda. Dei grandi progetti di ricerca che lo hanno visto protagonista vanno ricordati: la rete gravimetrica mondiale e la sua standardizzazione; le due edizioni della Carta Gravimetrica d'Italia (1972, 1986); i primi grandi profili sismici profondi (DSSP), attraverso le Alpi, la Penisola italiana e i mari circostanti (1956-82); la Geotraversa europea (1981-88); il Programma Strategico Crosta Profonda (CROP) del CNR, grandioso progetto sull'anatomia geologica e strutturale dell'Italia, con importanti ricadute sul problema dei rischi geologici.
da https://www.istitutoveneto.it/flex/cm/p ... agina/1504


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