babatriestina ha scritto:
e poi due bassorilievi appartenenti alla Fondazione del Verdi che un tempo erano esposti nell'atrio della sala Tripcovich.
non erano della Fondazione del Verdi.
Erano di un socio della Fondazione che li aveva esposti ed ora.. li ha esposti nella propria galleria d'arte a Milano. Almeno, ame sembra proprio di ricordare che fossero questi due, ma non trovo riscontri e conferme..
questa è la danza dei figli di Alcinoo e son quasi sicura

l'altro potrebbe esser stato questo: la morte di Priamo
Riprendo questo post, perché ho avuto qualche informazione in più.
Ricordavo di aver ammirato questi due gessi del Canova nell'atrio della sala Tripcovich, anzi successivamente, quando la chiusero, buttai l’occhio per vedere se per caso fossero ancora là. Non lo ho visti ed ho pensato che giustamente il proprietario se li è ripresi. Così adesso se li ammira da solo. Il proprietario- locale - sono le Generali, che se li godrà esposti in qualcuna delle proprie sedi.
Quelli della mia foto, uguali, sono a Milano , proprietà di una banca/Fondazione, che li espone al pubblico in un museo aperto in pieno centro, di fronte alla Scala. Fotografati nel
marzo del 2013.
nel 2013, lessi ... che erano andati rotti in occasione di una mostra... riporto qualche passo a riguardo
10 Settembre 2013
Prima o poi doveva succedere: il mostrificio italico ha fatto una vittima illustre. Il 2 agosto un bassorilievo in gesso di Antonio Canova è stato staccato dal muro dell’Accademia d’Arte di Perugia per essere spedito a soli 24 chilometri di distanza, a una trascurabile mostra di Assisi intitolata semplicemente “Canova”. L’operazione, affidata alla ditta di trasporti Alessandro Maggi di Pietrasanta, è stata fatale: il gesso, cadendo, si è ridotto in mille pezzi. E non c’è restauro che tenga. L’opera era uno dei pochi esemplari noti dell’Uccisione di Priamo, episodio omerico che insieme ad altre famose scene della letteratura classica ispirarono a Canova una delle sue più celebri serie di bassorilievi. Proprio come il bronzo, il gesso consente di moltiplicare gli originali, e in questi casi l’importanza dell’esemplare è legata alle circostanze della creazione: e quello di Perugia aveva tutte le carte in regola, perché era stato donato all’Accademia dagli eredi dello stesso Canova. L’assicurazione dovrebbe ripagare 700.000 euro. Magra consolazione: la nostra generazione ha distrutto qualcosa di unico e irripetibile, che non passeremo ai nostri figli.
ecco, io sull'unico ed irripetibile, visto che ne sono in giro diverse copie di qualità, direi che si tratta di retorica e mi sa di politica, visto anche il resto del commento.
articolo del
fatto quotidiano, autore lo storico d'arte
Tommaso Montanari
da cui scopriamo che l'unico e irripetibile era uno dei pochi esemplari noti, ossia ce ne sono diversi in giro... uno a Trieste, uno a Milano, un anche a Venezia..
La copia del Correr
altra parte delle polemiche
A proposito di Canova, con l'ex ministro dei Beni culturali ed ex presidente della Regione Veneto il discorso casca per forza sul gesso cascato: quel bassorilievo con L'uccisione di Priamo del Canova finito in mille pezzi all'Accademia di belle arti a Perugia il 2 agosto scorso. Un modello realizzato dall'autore per un marmo che poi non scolpì mai. Il gesso fu donato a Perugia dagli eredi del Canova nel 1829. Un'altra versione del soggetto, sempre in vista del marmo mai realizzato, si trova al Museo Correr di Venezia. Il gesso di Perugia era stato staccato a mano, dal muro, e doveva essere imballato per il trasporto verso Assisi, Palazzo Frumentario, per la mostra «Canova» in corso fino al 31 gennaio 2014. Da allora Galan è preso di mira sul Fatto Quotidiano da Tomaso Montanari, storico dell'arte, allievo di Salvatore Settis, professore all'Università di Napoli e membro della commissione per la riforma del ministero per i Beni Culturali.
per cui alla fin fine il discorso si sposta sulle mostre. Meno male che non sapevano- chi può sapere quel che avviene in un buco come Trieste?- che anche qua i gessi erano passati dalle Generali alla Tripcovich e viceversa !
Morale della favola, Canova sembra che non lo tradusse mai in marmo, ce ne sono diverse copie : ma sono un originale ed altre copie oppure sono tutte fatte col medesimo stampo? a me a occhio dal vivo son sembrate tutte di ottima qualità... e teniamo cara l'informazione che una è pure a Trieste, anche se non la vediamo