Scopro adesso la fondazione Finney. Ne parla l'attuale presidente della de Banfield che ne è anche presidente
Oswald James Finney fu un magnate inglese delle ferrovie e del cotone con importanti interessi a Suez a a Trieste dove, nei primi del Novecento, conobbe un a bellissima ragazza di santa Croce Josa Sedmak, poi divenuta su a moglie. Alla sua morte avvenuta nel 1983, lady Finney destinò il suo ingente patrimonio all'assistenza agli anziani.La fondazione ebbe sede dapprima a Roma ma dal 2005 si è trasferita a Trieste. Eroga contributi non alle persone ma agli enti che si occupano di anziani
la fondazione Finney
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- babatriestina
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Re: la fondazione Finney
dal Piccolo
anno 2005
Decine e decine di migliaia di euro sono «piovuti» e stanno piovendo su Trieste grazie alla storia d'amore tra una ragazza di Santa Croce e un magnate inglese delle ferrovie e del cotone. E' una storia iniziata nei primi anni del Novecento con l'arrivo in porto di Oswald James Finney, all'epoca nemmeno trentenne. Ora da alcuni mesi in città si è insediata la Fondazione che porta il suo cognome e che ha come scopo quello di «tutelare la condizione degli anziani».
Il merito di questo «sbarco» va ascritto proprio alla ragazza di Santa Croce della cui bellezza era rimasto abbagliato il magnate inglese: la giovane si chiamava Josa Sedmach ed era nata il primo maggio 1892. Nel giorno del suo diciottesimo compleanno aveva sposato ad Alessandria d'Egitto Oswald James Finney, diventando lady Finney. E' stata proprio lei a volere la fondazione benefica: ed è sempre lei che attraverso il suo testamento ha fatto piovere notevoli somme di denaro sulla città e sui suoi parenti che vivono sul Carso.
La Fondazione Finney, eretta a ente morale dal Presidente della Repubblica, è approdata a Trieste alla fine dello scorso inverno. In precedenza aveva operato nella capitale dove la signora Sedmach ha vissuto dal 1962, dopo aver lasciato l'Egitto, fino al giorno della sua morte avvenuta il 13 marzo 1983 quando aveva da poco superato i 90 anni.
«Abbiamo trasferito la Fondazione a Trieste – spiega l'avvocato Guido Pastori nel cui studio di via San Nicolò 30 è stata posta la sede – per due motivi: in primo luogo perché in questa città vive un gran numero di anziani indigenti, in secondo perché qui la signora Josa Sedmach Finney è nata».
I capitali della Fondazione sono stati costituiti vendendo all'asta parte delle straordinarie collezioni d'arte del marito Oswald James passato a miglior vita nel 1942. Altri oggetti d'arte di incommensurabile valore – sette arazzi fiamminghi del Seicento e 27 porcellane antiche di Meissen – sono state donate al Victoria and Albert Museum di Londra.
Ora veniamo alla tutela degli anziani e ai modi in cui viene attuata. La Fondazione Finney ha destinato da tempo un sesto dei proventi netti dei suoi investimenti finanziari al Vescovo di Trieste «con invito a erogarli in conformità degli scopi della stessa fondazione».
Gli altri cinque sesti dei proventi sono destinati a «sovvenzionare associazioni e gruppi di volontariato di ispirazione cristiana impegnati a dare assistenza agli anziani soli, indigenti o non autosufficienti o per organizzare attività sociali e culturali al fine di sottrarre gli anziani all'emarginazione».
Questo si legge nell'articolo quattro, il più importante dello Statuto. Destinatari dei fondi possono essere anche le «amministrazioni e gli enti pubblici e privati, civili e religiosi, impegnati a realizzare, ampliare, restaurare, ammodernare strutture ospedaliere, di ricovero e di ritrovo per anziani.
anno 2005
Decine e decine di migliaia di euro sono «piovuti» e stanno piovendo su Trieste grazie alla storia d'amore tra una ragazza di Santa Croce e un magnate inglese delle ferrovie e del cotone. E' una storia iniziata nei primi anni del Novecento con l'arrivo in porto di Oswald James Finney, all'epoca nemmeno trentenne. Ora da alcuni mesi in città si è insediata la Fondazione che porta il suo cognome e che ha come scopo quello di «tutelare la condizione degli anziani».
Il merito di questo «sbarco» va ascritto proprio alla ragazza di Santa Croce della cui bellezza era rimasto abbagliato il magnate inglese: la giovane si chiamava Josa Sedmach ed era nata il primo maggio 1892. Nel giorno del suo diciottesimo compleanno aveva sposato ad Alessandria d'Egitto Oswald James Finney, diventando lady Finney. E' stata proprio lei a volere la fondazione benefica: ed è sempre lei che attraverso il suo testamento ha fatto piovere notevoli somme di denaro sulla città e sui suoi parenti che vivono sul Carso.
La Fondazione Finney, eretta a ente morale dal Presidente della Repubblica, è approdata a Trieste alla fine dello scorso inverno. In precedenza aveva operato nella capitale dove la signora Sedmach ha vissuto dal 1962, dopo aver lasciato l'Egitto, fino al giorno della sua morte avvenuta il 13 marzo 1983 quando aveva da poco superato i 90 anni.
«Abbiamo trasferito la Fondazione a Trieste – spiega l'avvocato Guido Pastori nel cui studio di via San Nicolò 30 è stata posta la sede – per due motivi: in primo luogo perché in questa città vive un gran numero di anziani indigenti, in secondo perché qui la signora Josa Sedmach Finney è nata».
I capitali della Fondazione sono stati costituiti vendendo all'asta parte delle straordinarie collezioni d'arte del marito Oswald James passato a miglior vita nel 1942. Altri oggetti d'arte di incommensurabile valore – sette arazzi fiamminghi del Seicento e 27 porcellane antiche di Meissen – sono state donate al Victoria and Albert Museum di Londra.
Ora veniamo alla tutela degli anziani e ai modi in cui viene attuata. La Fondazione Finney ha destinato da tempo un sesto dei proventi netti dei suoi investimenti finanziari al Vescovo di Trieste «con invito a erogarli in conformità degli scopi della stessa fondazione».
Gli altri cinque sesti dei proventi sono destinati a «sovvenzionare associazioni e gruppi di volontariato di ispirazione cristiana impegnati a dare assistenza agli anziani soli, indigenti o non autosufficienti o per organizzare attività sociali e culturali al fine di sottrarre gli anziani all'emarginazione».
Questo si legge nell'articolo quattro, il più importante dello Statuto. Destinatari dei fondi possono essere anche le «amministrazioni e gli enti pubblici e privati, civili e religiosi, impegnati a realizzare, ampliare, restaurare, ammodernare strutture ospedaliere, di ricovero e di ritrovo per anziani.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)