Intanto una domanda. Cosa vuol dire la sigla: R sta per radio, I per italiana/o/e/i, ma la A? Non è difficile, ma senza che andiate a cercare su wikipedia, se non lo sapete già ve lo dico io. È una parola un poco desueta: audizioni. Quando non c'era la televisione, RAI voleva dire radio audizioni italiane.
Perché lo scrivo? Perché nel 1976 mi sono sposato. "Li gavevimo curti", non avevamo tanti soldi; ci siamo fatti regalare la lavatrice ed il frigorifero, ma niente televisione. Avevo una bella radio che ho portato nella nuova casa e, ligio al dovere, mi sono abbonato.
Quando sono andato a fare l'abbonamento, mi hanno guardato storto, hanno cercato in un cassetto ed hanno trovato il "libretto per le radioaudizioni circolari" (ecco di nuovo il termine audizioni). Desueto anche il termine circolari, audizioni messe in circolo (deve essere un termine giuridico per distinguerle da altre radioaudizioni, chessò quelle tra le volanti dei Carabinieri?).
Buttando via la roba vecchia che prende polvere in casa (mia moglie vuole evitare che quando sarà la nostra ora, mio figlio si trovi davanti montagne di carte da smaltire) ho trovato il vecchio libretto di abbonamento alla radio.

un fascicolo stampato 10 anni prima, nel '68, con 16 bollettini. Abituati, come siamo, alla meccanizzazione di tutti i moduli, mi stupisce la scrittura a mano dell'intestazione. Con questo libretto si andava all'ufficio postale.

L'impiegato metteva un timbro sulla ricevuta di sinistra, posava un righello sopra il bollettino, staccava, lacerando, i tre moduli a destra ed incassava l'importo: 3.585 lire di allora. Pagai così il 1977, ma già nel 1978 la posta si rifiutò di accettare questi bollettini perché non rispondevano più alle nuove regole di formato che la posta si era data per i bollettini di conto corrente, per cui continuai a pagare con dei postagiro ordinari.
In quegli anni andava di moda l'indice di gradimento per i programmi televisivi: non c'era l'auditel visto che trasmetteva solo la Rai, e la Rai faceva sondaggi a campione per sapere cosa avessero guardato quella sera le famiglie e se avessero gradito la trasmissione. Una sera, sarà stato il 1980, suona il telefono:
"Buonasera stiamo conducendo un sondaggio per conto della Rai: vorremmo sapere che trasmissione televisiva ha guardato stasera?"
Ed io. "Guardi che non ho la televisione."
"Ah."
Mi sono sempre chiesto se fosse veramente un sondaggio o se fosse una telefonata per accertarsi se fossi veramente senza la TV. Comunque ero senza e quella sera avevo ascoltato per radio un dramma che credo si chiamasse "Il capanno degli attrezzi" di Graham Greene.
Nel 1982 o '83, non ricordo, comperammo il televisore; fine della pace, delle serate passate leggendo e... la televisione era più moderna: i bollettini erano stampati secondo le norme delle poste ed andavano bene.
P.S. L'auditel conta chi ha guardato cosa e quando. Guarda, insomma, per continuare con Manzoni, le trasmissioni "cui fu prodezza il numero", ma non se sono state gradite, è il numero che conta. Credo che un indice di gradimento potrebbe, forse, dare risultati piuttosto sconsolanti.