Proprio lui: era senese, ma da vescovo viaggiò molto nel Nord Italia e Impero. Questo è il
Palazzo Piccolomini detto
delle papesse, che sembra sia stato fatto per una sorella di Pio II,
Caterina Piccolomini, non Laudomia, la madre del nipote papa Pio III. Il medesimo stemma compare vistosamente sulla facciata della Cattedrale di san Giusto. Sembra comunque che i Piccolomini, come banchieri senesi, già nel trecento avessero avudo succursali in tutta Italia e d estero, inclusa Trieste:
http://it.wikipedia.org/wiki/Piccolomini
Piccolomini è il nome di una famiglia nobile italiana, influente a Siena a partire dal XIII secolo (di parte guelfa). Le sue origini sono molto antiche: un Martino di Piccolomo dichiarava di vivere sotto la legge longobarda in un atto del 1098; un Piccolomo di Montone fu console nel 1165. Nel 1220, Engelberto d'Ugo Piccolomini ricevette il feudo di Montertari in Val d'Orcia dall'imperatore Federico II come premio per i servizi resi. La famiglia acquisì palazzi e torri a Siena e vari castelli nel territorio della Repubblica, come Montone e Castiglione, poi venduti al comune nel 1321.
I Piccolomini ottennero grandi ricchezze tramite il commercio e stabilirono uffici contabili a Genova, Venezia, Aquileia, Trieste e in varie città francesi e tedesche.
http://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Pio_II
era già canonico di Trento e parroco di Sarentino nel 1446. Uno dei primi atti del successore di Eugenio, Papa Niccolò V, fu quello di nominarlo vescovo di Trieste nel 1447.
Riporto questa sua battuta:
Rimane celeberrimo il suo detto sul malcostume italico della raccomandazione: «Quand'ero solo Enea / nessun mi conoscea / Ora che son Pio / tutti mi chiaman zio»
nel forum:
https://www.atrieste.eu/Forum3/viewtopic.php?t=731
A Siena c'è un secondo palazzo Piccolomini, dove stavolta non son passata, dietro Piazza del Campo, anche perchè la famiglia diede un secondo papa, un nipote, Pio III, che durò pochi mesi, ma a cui si deve la stupenda libreria Piccolomini nel Duomo di Siena.